Batman al teatro Moderno di Latina

Latina 23.02.2014
Al teatro Moderno di Latina e’ andato in scena lo spettacolo teatrale “Batman” per la regia di Simone Fioravanti e interpretato dalla compagnia Teatro del Beau.
Attraverso un’innovativa e originale versione teatrale e’ stato portato in scena l’eroe più amato dal pubblico mondiale, l’icona simbolo di forza, equità e giustizia.
Uno spettacolo ispirato ai telefilm di Batman degli anni 60, con luci studiate ad hoc al fine di poter creare la giusta suspense per i bambini, musiche originali e coinvolgenti ben mescolate tra loro e effetti speciali. L’outfit dei costumi era leggermente poco curato specie per quanto riguarda il costume di Robin.
La rappesentazione e’stata una picevole novità per i bambini dell’agro pontino e per tutte quelle generazioni che, come noi, amano Batman.
Insomma, lo spettacolo non ha avuto lo stesso impatto di quello di cui vi parlavamo qualche tempo fa in Batman Live  o addirittura, minimamente fa pensare ai film di Tim Burton e Christopher Nolan, piuttosto fa bene il verso alla mitica serie Batman  prodotta dalla ABC interpretata da Adam West e Burt Ward negli anni ’60 (con tanto di voce fuori campo), che ha segnato una svolta importante per l’Uomo Pipistrello e tante generazioni di bambini/adolescenti/adulti.
Così anche questa breve rappresentazione teatrale ha rasentato lo stile camp, talmente sfacciato, enfatico e infantile da risultare l’esempio perfetto della cultura pop degli anni sessanta.

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Batman Crime Solver intervista Michele Pasta

Tra i vari giovani disegnatori incontrati, pare che molti di voi, almeno stando ai clic dedicati dai vostri mouse, piace molto lo stile di Michele Pasta. Michele, gia’ ospite nel nostro blog (leggi qui e qui) e’ il primo disegnatore che apre le interviste dell’anno 2014 di Batman Crime Solver. Michele Pasta nasce a Roma il 18 Ottobre 1989, guarda caso proprio l’anno della rinascita del Cavaliere Oscuro, portato alla ribalta dall’ottimo regista Tim Burton. Dopo il liceo, si iscrive alla facoltà di architettura presso l’università degli studi di Roma “La Sapienza” ma verso la fine del secondo anno decide di lasciare l’università perché sebbene gli piacesse moltissimo la materia non la riteneva adatta a se. Dopo parecchie incertezze, ma comunque con una motivazione di fondo molto forte, decide di iscriversi alla “Scuola Internazionale di Comics di Roma” dove inizia a frequentare il corso di fumetto. Incontra grandissimi professionisti del calibro di Daniele Bonomo “Gud”, Andrea Domestici, Giampiero Wallnofer e David Messina. Già a novembre 2013 inizia il suo primo lavoro apportando la sua collaborazione alla bravissima Elena Casagrande (anche disegnatrice del nostroBatman Silent Book ) come assistente agli sfondi per alcune tavole di alcuni numeri di Suicide Risk (in Italia edito dalla BAO). Ma veniamo alla nostra intervista, che si colloca a pochi giorni di distanza da quella realizzata, insieme a Paolo Villanelli negli studi di Radio Kaos Italy, nella trasmissione Anime Kaos di Matteo Roberti e Paolo Ferretti. Qui potete trovare il podcast.

 

Stefano: “Ciao Michele, prova a presentarti al nostro pubblico. Quando hai iniziato a disegnare e quando hai deciso che questa sarebbe stata la tua professione? Cosa ti ha spinto a voler diventare un disegnatore di fumetti?”

Mix: “Ciao Stefano, prima di cominciare vorrei ringraziarti per l’affetto che hai sempre dimostrato verso di me (sei stato il mio primo vero fun) e verso tanti altri ragazzi che stanno iniziando questa professione, interessandoti a loro ed ai loro lavori, senza contare la passione che metti nel seguire il mondo del fumetto in generale!!! Venendo a noi, sinceramente non so quando ho iniziato a disegnare, o meglio non me lo ricordo, perchè lo faccio da quando ho memoria. Per rispondere alla tua seconda domanda ti racconterò un velocissimo aneddoto:durante il periodo delle elementari, tornando da scuola, dissi a mia madre “ Mamma! Ho deciso cosa farò da grande! Aprirò un piccolo negoziato dove chiunque potrà chiedermi un disegno!”. Sebbene a quell’età non mi rendessi bene conto di come girasse il mondo (e detto tra noi forse, non lo so neanche ora!) avevo però inquadrato bene quale sarebbe stato il mio obbiettivo, sapevo che per tutta la vita avrei voluto disegnare per gli altri, che in fondo è nient’altro che quel che fa il fumettista! In realtà la mia decisione di voler provare a fare il disegnatore di fumetti arriva tardi, infatti solo verso la fine del mio iter liceale ho cominciato a leggere fumetti (sebbene io li abbia sempre comprati), prima mi concentravo molto sul copiare ciò che ci veniva raffigurato all’interno, ricopiavo cartoni animati, concept di videogame perfino quadri. Ma solo dopo essermi confrontato con professionisti del settore mi sono reso conto di quanto sia importante leggere se si vuole fare questo lavoro! Il fumetto non è solo figure ben disegnate, il fumetto è “Arte sequenziale” (uno dei titoli più azzeccati della storia!). La scelta delle inquadrature, i movimenti di camera, l’importanza di una vignetta rispetto a quella precedente, la recitazione dei personaggi perfino la direzione dell’azione che svolgono sono punti fondamentali per la realizzazione di un buon fumetto e, purtroppo, me ne sono reso conto tardi, ma sto recuperando alla grande…o almeno spero, se no so rovinato!”

Stefano: “Hai fatto studi di specialistici per migliorare le tue abilità nel disegno e se sì quali?”

Mix:“Si certo! Come tutti i lavori anche questo necessita di parecchio studio, sia propriamente figurativo sia teorico. Nel A.A. 2010-11 mi sono iscritto alla “Scuola Internazionale di comics” di Roma, dove ho potuto studiare a fondo tutto ciò che un disegnatore dovrebbe sapere per cominciare a fare questo lavoro. Non a caso ho detto “cominciare” perché secondo me, questo mestiere, per quel che la mia breve ed acerba esperienza mi ha insegnato, è e sarà sempre una continua ricerca, una continua sperimentazione ed un continuo studio senza avere (per fortuna) un vero e proprio punto di arrivo! Nei tre anni alla scuola abbiamo studiato anatomia, prospettiva, regia, generi letterari, tecniche di inchiostrazione e colorazione, tutto questo sempre seguiti da professori, ma prima di tutto disegnatori professionisti, estremamente competenti come Daniele Bonomo “GUD”, che mi ha fatto capire l’importanza di ciò che vuol dire raccontare, Giampiero Wallnofer, che mi ha aiutato a sbloccarmi facendomi capire quanto sia importante “sentire” ciò che si disegna, ed in fine, ma non per importanza anzi, David Messina, che oltre ai suoi insegnamenti su tutto ciò che riguarda il fumetto, mi ha insegnato principalmente cosa vuol dire essere un professionista ed a prendere in mano la mia vita senza arrendermi! A parte la scuola, credo che il miglior modo per apprendere sia provare e ancora meglio sbagliare per poi ricominciare.”

Stefano: “Parliamo un po’ del lavoro del fumettista in generale. Cosa vuol dire essere un disegnatore di fumetti? Cosa c’è dietro al tuo lavoro e quante ore al giorno passi a disegnare?”

Mix:“Essere un disegnatore credo voglia dire principalmente divertirsi ed amare ciò ce si fa! Ognuno vive questo lavoro in maniera differente, io personalmente cerco di gestirmi il tempo così da poter fare sia ciò che “devo” sia ciò che “voglio” anche se il segreto, credo, sia riuscire ad unire queste due cose portando ciò che devi fare a ciò che vorresti fare ed allora si che ti diverti come un matto! Sinceramente non saprei dirti quante ore di preciso passo alla scrivania, dipende dalla mole di lavoro che ho; essendo io ancora alle prime armi, e non avendo impieghi fissi, i miei impegni ed orari sono molto variabili. Diciamo che quando lavoro sto al tavolo da disegno tutto il giorno e spesso anche di notte, se non ho un impiego fisso dalle 4 alle 7 ore, durante le quali sperimento e studio nuove tecniche e rafforzo le mie conoscenze, il resto del tempo lo utilizzo leggendo fumetti, guardando film/cartoni animati e tenendomi aggiornato su ciò che avviene nel mondo del fumetto leggendo articoli su blog e siti.

Stefano: “Come si passa dalla sceneggiatura al fumetto?”

Mix:“L’approccio alla tavola è una cosa molto personale, quindi non c’è un vero e proprio “metodo” sicuramente l’unica cosa che li accomuna è una corretta ed approfondita documentazione grafica. Io personalmente, inizio leggendo tutta la sceneggiatura, dall’inizio alla fine, giusto per farmi un’idea, poi la ricomincio a leggere da capo facendo un rapidissimo schizzo vignetta per vignetta per tutte le pagine, una volta finito riprendo per la terza volta il testo dall’inizio e su di un banalissimo foglio, solitamente un A4/A5, inizio a comporre le pagine unendo le vignette ridisegnandole, per avere una visione completa della tavola in layout.”

Stefano: “Qual è il processo produttivo di una tavola? Come viene pensata, creata e realizzata e quando viene considerata completata? Quali sono gli studi che fai prima della sua realizzazione? Quanto lavori sulle bozze e quante ore può prenderti l’esecuzione di una singola tavola?”

Mix:“La tavola si compone sempre, per quanto mi riguarda, nella testa del disegnatore mentre legge la sceneggiatura. Dopo essere arrivato al layout passo alla creazione vera e propria della tavola definitiva. Comincio squadrando il foglio e disegnado le vignette, poi, al loro interno, faccio i così detti “thumbnails” (impostazione velocissima degli ingombri come i personaggi, oggetti, ecc) lasciandomi prendere quanto più possibile dalla “gestualità”. Questa è la fase più istintiva del processo di realizzazione della tavola e quindi importantissima. Dopo di che si definisce meglio tutto il disegno ricontrollando la prospettiva e l’anatomia (questa fase è estremamente importante, meglio soffermarsi sempre un po di più sull’impostazione che doverlo rimpiangere più in la), si aggiungono dettagli di qualsiasi tipo ed in fine si “ripulisce” la matita rendendola più chiara per la fase di inchiostrazione. Tengo molto alla chinatura della tavola, sia perché mi diverte e mi rilassa moltissimo, sia perché è ciò che darà volume, consistenza e profondità al disegno. Una volta inchiostrata la tavola si passa al colore, si inseriscono i balloon con le battute, qualche piccolo ritocco qua e la ed in fine la casa editrice può mandare in stampa e distribuire. E’ allora che secondo me si può considerare realmente completato il processo di produzione di un fumetto. Ovviamente prima di cominciare bisogna fare un’accurata ricerca grafica di ciò che si sta per disegnare, la differenza tra una buona documentazione ed una grossolana porterà il lettore a dire “uh guarda quella è una fiat 126!” e non “macchina!”. Dare dei punti di riferimento come questi al lettore è importante per farlo sentire ancora di più parte integrante della storia e dargli la possibilità di riconoscersi al suo interno. Lavorare bene e con attenzione sull’impostazione come ho già detto è molto importante così da essere sicuri che il disegno definito e ricco di dettagli nn venga rovinata da un anatomia o una prospettiva sbagliata e, per quanto riguarda il tempo dipende, in teoria bisognerebbe metterci un giorno per la matita ed un giorno per la china ma io (che sono un po lento) ci metto uno giorno e mezzo/due giorni per la matita ed uno/uno e mezzo per la china. Me devo da na mossa!!!”

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Stefano: “Puoi spiegarci come scegli le inquadrature nelle tue tavole, magari illustrandoci il perché delle tue scelte e i significati dietro un’inquadratura. (se a supporto puoi fornirci qualche tuo disegno con le spiegazioni te ne saremmo grati).

Mix:“L’inquadratura deve essere funzionale, ovviamente, alla storia e deve sia essere in armonia con la precedente e la successiva, sia far nascere nel lettore emozioni sempre senza fargli “perdere l’orientamento” all’interno della scena. Faccio un esempio per farti capire come la scelta di un inquadratura può far nascere, nel lettore, un sentimento piuttosto che un altro. Abbiamo un bambino di fronte ad un gigante:

-Inquadratura frontale: estremamente descrittiva, il lettore ha il controllo sulla situazione ed è “sereno”

-inquadratura dall’alto (punto di vista del gigante): il lettore si immedesima nel gigante, sta in una posizione di “forza” rispetto al bambino, si sente “potente”

-inquadratura dal basso (punto di vista del bambino): questa volta il lettore si immedesima nel bambino, è piccolo in confronto al gigante, si sente “oppresso” e “debole”, sta in una posizione di “inferiorità” e questo gli provoca disagio.

Ovviamente le soluzioni possono essere infinite, ma questo era un esempio velocissimo per farti capire quanto sia importante, ai fini della narrazione, scegliere un’inquadratura piuttosto che un’altra.”

Stefano: “Quali sono i tuoi orari di lavoro e come organizzi la tua giornata lavorativa?”

Mix:“Come ti ho già detto non ho impegni fissi quindi dipende dal lavoro che devo fare, ma diciamo che tendenzialmente comincio la mattina alle 10.30 scaldando la mano con qualche schizzo per poi cominciare a pieno ritmo alle 11-11.15 per poi staccare…quando ho finito tutto ciò che è in programma per la giornata! in poche parole non so quando finisco!!!”

Stefano: “Lavori piu’ spesso con la matita o la tavoletta grafica? Quale preferisci?”

Mix:“Ultimamente sto approfondendo di più l’utilizzo del digitale perché mi permette di essere più veloce in alcuni passaggi, soprattutto in fase di impostazione, ma sicuramente sono molto legato alla modalità tradizionale foglio, matita e china e questo mi porterà a non abbandonarla mai del tutto.”

Stefano: “Nessun intervistato puo’ bypassare questa domanda. Ti piace Batman e perche’?”

Mix: “Ovviamente si!Chi non amerebbe un personaggio così controverso come Batman! La sua Psicologia contorta e l’alone d’oscurità e mistero che si porta dietro nelle sue avventure, lo rendono estremamente affascinante, senza contare tutto il “mondo” che negli anni si è venuto a creare intorno a lui tra alleati ed avversari!”

Stefano: “Ti auguriamo un 2014 ancora piu’ ricco di soddisfazioni caro Michele. Grazie per averci dedicato il tuo tempo. Desideri salutare il tuo pubblico?”

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Michele Pasta (il secondo da sx) ospite con Paolo Viallanelli (il secondo da dx) ospite di Anime Kaos la trasmissione di Matteo Roberti (il primo a dx) e Paolo Ferretti (il primo a sx)

Mix:“Grazie a te Stefano e del tempo che mi hai concesso! Auguri anche a tutti i tuoi collaboratori e lettori! Buon 2014 dal Mix!”

Il blog di Michele e’ disponibile qui.