Gli anni 60 e la Bat-mania

Siete già andati al cinema a vedere Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno? Commentate questo breve articolo con i vostri ricordi sulla serie. Intanto vi anticipo che se vorreste rivedere la mitica serie tv dedicata all’uomo pipistrello potete vederla presto sul canale televisivo del bouquet sky FoxRetro!
A portare il personaggio di Bob Kane per la prima volta al cinema fu la Columbia, che produsse a partire dal 1943 un serial di 15 episodi con Lewis Wilson nei panni di Batman e Douglas Croft in quelli di Robin. Seguirà nel 1949 una nuova serie, ancora di quindici episodi (sempre prodotti dalla Columbia) con Robert Lowey e John Duncan sotto le maschere di Batman e Robin. La consacrazione popolare doveva però arrivare dalla televisione: la ABC produsse 120 episodi a colori che mise in onda tra il 1966 e il 1968. Protagonisti abituali di questa serie erano Adam West (Batman), Burt Ward (Robin), il capo della polizia James Gordon, il suo assistente O’Hara, Alfred il maggiordomo e, solo nella terza stagione, Batgirl (Yvonne Craig), che il sottoscritto ha avuto il piacere di conoscere nell’aprile del 2001. Credo sia inutile dirvi che della attraente Batgirl non c’è rimasto nulla. Infinita poi la schiera degli antagonisti: per cominciare con il Joker, la Donna Gatto, l’Enigmista e il Pinguino, e continuare con il Topo di Biblioteca, il Menestrello, l’Arciere, Testa di Uovo. Questo serial degli anni ’60 nacque quasi per caso, ottenendo ugualmente un successo sconosciuto agli altri telefilm di moda in quel periodo. Il merito di tale risposta da parte del pubblico preadolescenziale è senz’altro da attribuire all’intuito del produttore William Dozier: egli stesso in un’intervista successiva all’uscita delle puntate esporrà la filosofia del progetto messo in pratica per rendere Batman un personaggio piacevole ad un pubblico compreso in una fascia d’età estremamente vasta: “I fumetti di Batman erano l’apoteosi del ridicolo, e temevo che fosse un personaggio troppo infantile per un pubblico maturo. Poi mi venne l’idea di trasformarlo in un eroe sopra le righe, di renderlo così stupido che gli adulti, avrebbero finito per trovarlo divertente. Sapevo che i ragazzini avrebbero visto il lato avventuroso dello show, ma io volevo che i loro genitori lo guardassero comunque”. Così, supportato da una troupe di tecnici e collaboratori vasta ed efficace, Doizer iniziò a stabilire l’impalcatura stilistica dello show, tenendo fede a quanto dichiarato nell’intervista. Mentre il per il “di dinamico duo” preferì ingaggiare due attori sconosciuti al grande pubblico, per dare voce e corpo alle folte schiere di super-criminali si circondò di volti noti. Validi esempi sono Cesar Romero, nella parte dell’eccentrico Joker, Burgess Meredith, che indossava le vesti di uno dei pilastri delle bat-puntate, ovvero il Pinguino, e Julie Newmar, la sensuale Donna Gatto. Ma la vera novità che alla base del progetto artistico di Doizer furono i set e gli effetti “speciali” (visivi e sonori) dello show, ispirati all’innocente gigantismo dei comic book allora sulla cresta dell’onda. Ribaltando ogni pronostico l’ABC, rete distribuente degli episodi, superò ogni record di ascolto, battendo la concorrenza che da anni dominava le classifiche d’ascolto, battendo la concorrenza che da anni dominava le classifiche d’ascolto con Superman e Dick Tracy. Da quel momento, la bat-mania iniziò a dilagare per tutta l’america: la sigla della serie divenne il tormentone di tutte le discoteche e di ogni scena quotidiana; gadgets e oggetti vari leati a Batman e Robin andarono a ruba. Venne aperta una catena di negozi in loro onore, ispiratori di una nuova moda, o forse mania, che continuò per mesi a colpire i ragazzi americani. Batman ed il suo giovane assistente si guadagnarono persino il plauso del Ministero dei Trasporti, perché salendo sulla Batmobile allacciavano sempre le cinture di sicurezza. Il cast e la troupe si impegnarono poi in un film (1966) diretto da Leslie H. Martinson. Quest’ultimo, fu però un fiasco totale: evidentemente i telespettatori, abituati troppo bene, non ritennero opportuno “investire” qualche dollaro nel biglietto della sala di proiezione. Con l’inizio della seconda serie l’equilibrio che aveva tenuto in vita la produzione crollò, così come il livello di ascolto. Fu così che i responsabili furono costretti a ridurre la disponibilità dei fondi e ciò comportò un ulteriore peggioramento della qualità delle pellicole. Nonostante l’inserimento di Batgirl, la splendida miss America Yvonne Craig (che ho conosciuto a Los Angels nel 2001), la terza serie del Batman show fu un completo fallimento: il 14 marzo del 1968, Batman si congedò dai telespettatori e la ABC, nonostante gli sforzi di Dozier, cancellò lo show.

BATGIRL NEI TELEFILM DEGLI ANNI 60
Batgirl, nell’universo dei telefilm trasmessi negli anni sessanta, è l’alter-ego di Barbara Gordon, la nipote del commissario di polizia di Gotham City, James Gordon, che nella vita normale lavora in una biblioteca, e all’occorrenza aiuta Batman e Robin, a bordo della sua motocicletta! Venne introdotta nel cast nel 1968, poichè, come già detto nella pagina dedicata a Batman, l’audience si stava abbassando e ci voleva qualcosa di nuovo per ridestare l’attenzione dei fans. E così venne scelta la bella Yvonne Craig, nata nel 1937 nello stato di Illinois. Originariamente era una ballerina, poi nel 1959 iniziò la sua carriera di attrice con una piccola parte nel film “Gidget”, e prima di “Batman” partecipò ad altri film, tra cui due con Elvis Presley. Era una grande attrice e dopo “Batman” prese parte a molti altri telefilm tra cui: Star Trek, dove interpreta Marta in ‘Il sogno di un folle’, Kojak,l’uomo da sei milioni di dollari, Starsky e Hutch.

Qui potete trovare tutte le informazioni ufficiali sulla serie.

http://it.wikipedia.org/wiki/Batman_(serie_televisiva)

Qui di seguito trovate le foto scattate a Los Angeles nell’aprile 2001.

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3 thoughts on “Gli anni 60 e la Bat-mania

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