LA TRILOGIA DI LOEB E SALE

writer: Jeph Loeb
penciler-inker: Tim Sale
colorist: Gregory Wright – Dave Stewart

Vi ricordate film come Il Padrino o Gli Intoccabili? Bene, cercate di visualizzarli attentamente, perchè questa trilogia che potrebbe essere interpretata come la trasposizione in fumetto di quei film. L’immagine della famiglia mafiosa col tipico retroterra di tradizioni e pseudo-valori e codici d’onore viene qui proposta con la stessa intensità di quelle pellicole. La figura principale di queste famiglie, Carmine Falcone, sembra essere ripresa pari pari dal Vito Corleone impersonato magistralmente da Marlon Brando.
Ma partiamo dall’inizio. Sulla scia del successo di Anno Uno, la DC intende descrivere il seguito del primo anno di attività di Batman, e lo fa chiamando alla regia la coppia Jeph Loeb e Tim Sale, che già s’era fatta notare producendo un trittico di brevi racconti del pipistello, tutti imperniati sulla festa di Halloween. Loeb, appassionato dei film sopra citati, raccoglie da Miller il tema di una Gotham City ancora in preda alle famiglia malavitose, di cui quella dei Falcone è la dominante, e lo sviluppa aderendo ancora di più all’iconografia dei film, nelle scenografie, negli ambienti, perfino nei dettagli (tipi di armi, autoveicoli ecc), tutto sembra riportato al periodo di Al Capone e soci. Anche la caratterizzazione dei personaggi è ripresa dai divi del cinema degli anni ’40-’50 (in particolare Catwoman quando è nei panni di Selina Kyle ricorda immancabilmente Ava Gardner o Hedy Lamarr). E la trilogia, che copre circa due anni di attività del cavaliere oscuro, racconta del passaggio dalla metropoli infestata dalla mafia (quindi in definitiva una metropoli ordinaria) fino alla scomparsa delle famiglie malavitose ed all’arrivo dei criminali fuori dall’ordinario, che uno alla volta ci sfilano davanti: Due Facce innanzitutto, che è il vero protagonista, almeno dei primi due volumi, e poi Joker, Spaventapasseri, Cappellaio Matto, Pinguino, Poison Ivy, Enigmista, Dr.Freeze, e via dicendo. Non a caso, Il Lungo Halloween è stato, insieme ad Anno Uno, la principale fonte d’ispirazione per Christopher Nolan nei suoi due recenti film su Batman.
Le storie sono magistralmente condotte con la tipica struttura del thriller poliziesco (l’assassino si scopre sempre e solo alla fine!), e i disegni di Sale si sposano alla perfezione con la trama di Loeb: tagli netti di stanze buie illuminate da luci al neon, alternati ad ambienti fumosi o appena illuminati dalla luce che filtra dalle veneziane; un confine tra bene e male reso labile da ampie tonalità di grigio.
Diversi temi vengono trattati; cito tra questi l’amicizia (sia quando si tratta di una rottura difficile da superare, come quella tra Batman e Harvey Dent – sia quando si tratta di un consolidamento, ancora tra Batman e Gordon); l’attrazione romantica e sessuale (che traspare continuamente, anche se non giunge mai ad una relazione vera, tra Batman/Catwoman da un lato, e Bruce Wayne/Selina Kyle dall’altro, entrambi ancora ignari delle rispettive doppie identità); il ruolo di Batman nella trasformazione del male a Gotham City: la fine delle famiglie mafiose e l’arrivo dei criminali-freak è casuale o è stato lo stesso Batman – vigilante fuori dall’ordinario – a scatenarne la venuta? E’ questo un interrogativo che perseguiterà il cavaliere oscuro per il resto della sua carriera.

BATMAN: VITTORIA OSCURA
collana di 13 numeri + num.zero (1999-2000)


Siamo ancora nel primo anno di attività di Batman, che collabora col procuratore Harvey Dent e col tenente Jim Gordon (non ancora commissario). La storia prende spunto da un misterioso killer chiamato Holiday, per il fatto che uccide le vittime nei giorni di festa. Ogni capitolo della storia fa infatti riferimento ad una festività del calendario, e copre circa un mese di tempo. Tra i personaggi che qui appaiono merita una breve spiegazione Solomon Grundy. E’ un personaggio che risale ancora alla golden age, ispirato da una filastrocca del 1842 che leggerete nella storia e che inizia con “Solomon Grundy, nato un lunedì…”. Si tratta di un uomo ucciso ed affondato in una palude, il cui corpo, rimasto immerso per anni nel fango, riemerge da esso come un essere bruto e quasi privo di cervello: e dopo aver sentito canticchiare quella filastrocca, inizia a ripeterla senza requie, da cui il nome che gli viene appioppato.
Ma il tema principale della storia è la caduta di Harvey Dent, che da fedele alleato di Batman e di Jim Gordon si trasformerà in Due Facce, a seguito dell’acido versatogli contro dal boss mafioso Sal Maroni durante un’udienza in tribunale. Come abbiamo detto però, non tutto è solo bianco o nero: l’acido è solo un catalizzatore, che farà emergere violentemente delle pulsioni nascoste che in Dent erano già presenti da prima.
La saga ebbe così tanto successo che allo stesso team creativo fu subito assegnato di scrivere due sequel della stessa, ambientati in contemporanea ma con personaggi diversi.

BATMAN: IL LUNGO HALLOWEEN
collana di 13 numeri (1996-1997)


Qui siamo all’incirca al secondo anno di attività del cavaliere oscuro. Il racconto segue esattamente la stessa struttura del precedente, tredici episodi (c’è anche un breve prologo), ciascuno focalizzato su una festività del calendario e di durata circa un mese. Stavolta però vengono presi di mira gli agenti della polizia di Gotham City, che uno ad uno vengono trovati impiccati, e su di loro viene appeso un indovinello; da cui, il killer misterioso viene denominato l’Impiccato. Ma all’interno di questa, è presente un’altra trama che riguarda una guerra per il controllo del territorio tra Due Facce e l’ultima supersitite della famiglia Falcone, Sofia. E una terza trama appare da metà storia in poi: le origini di Robin come spalla di Batman (anche se queste origini sono state riscritte più volte, in particolare in Robin: Year One). L’ambientazione, come lascia capire il titolo, è ancora più oscura rispetto al precedente racconto, proponendosi come un thriller psicologico cupo e disperato.

CATWOMAN: VACANZE ROMANE
collana di 6 numeri (2004)

Verso la metà dei fatti narrati in Vittoria Oscura, Catwoman sparisce da Gotham City (non senza aver lasciato prima un biglietto d’addio a Bruce Wayne) e parte alla volta di Roma dove vi rimane per un certo tempo, per scoprire la vera identità di suo padre; infatti sospetta che questo sia il boss Carmine Falcone. Non riuscirà ad averne la conferma, ma in cambio passerà per diverse peripezie che coinvolgono anche un altro villain, l’Enigmista.
Questa storia andrebbe letta in parallelo temporale con Vittoria Oscura, ed anzi nell’ultimo capitolo di quello si fa esplicitamente riferimento a questo viaggio, che si conclude esattamente nel momento in cui Catwoman ritorna a Gotham City, dove incontrerà Batman fornendogli informazioni riguardo a Sofia Falcone.
Al di là della trama, sono comunque divertenti i paesaggi e gli ambienti italiani descritti da Loeb e Sale, pittoreschi ed allo stesso tempo stereotipati come da classica visione americana; e mentre Catwoman/Selina è ancora più sensuale che nelle storie precedenti, all’Enigmista viene riservato un ridicolo ruolo da patetica e viscida macchietta.

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