Batman TAS 25th anniversary di Antonio Sepe

Un racconto di Antonio Sepe, dottore in sociologia, autore per la casa editoriale di fumetti Noise Press e l’Associazione Lettori Torresi ALT!

Il logo del 25° Anniversario di Batman TAS disegnato da Mattia Cattellani e colorato da Emma Calabrese.

La Batmobile

Avete mai desiderato qualcosa a tal punto da non riuscire a dormire la notte? Beh, io sì.

Questa è la storia, più o meno romanzata, di come un sogno si è realizzato… con qualche anno di ritardo.

Era il 1993, la vigilia di Natale. Me lo ricordo benissimo quel giorno. Si battezzava mia sorella. Ma più di ogni altra cosa ricordo la trepidante attesa di quel Natale. Più di ogni altro anno, quell’anno, c’era un motivo in più per aspettare l’omone vestito di rosso. Piccolo passo indietro: l’anno prima da quelle menti geniali di Bruce Timm e Eric Radomski salta fuori uno dei Batman più belli della storia. Creano una serie, Batman The Animeted Series (che solo con la maturità scoprirò essere il capolavoro che questa anno compie 25 anni). Questa piccola digressione mi serve per spiegarvi che la serie, arrivata da noi l’anno dopo, ha scatenato una follia compulsiva tra i bambini di allora. Non solo per le storie del cartoon, ma per il merchandising connesso ad essa. La Kenner, (in Italia ci sono arrivate grazie a mamma Giochi Preziosi) ricreò esattamente tutti gli stessi personaggi e veicoli visti nella serie (ad eccezione di Gordon… ma perchè Gordon giocattolo non lo fanno mai!?).

Io ricordo benissimo, gli spot, i negozi invasi dai personaggi, gli scaffali vuoti o pieni solo di personaggi secondari (oh nessuno e dico nessuno che comprasse il Cappellaio Matto!!!).

C’erano mille versioni del costume del Cavaliere Oscuro, cambiavano le attrezzature, le ali, i mantelli… quello che non cambiava mai era la sua maschera: occhi bianchi, con orecchie da pipistrello a punta e un mezzo sorriso che spuntava dal mascellone. Insomma, la perfetta riproduzione di tutto quello che si vedeva in Tv.

Ora, se siete stati bambini anche voi in quel periodo questa storia vi sembrerà familiare… quello che non potete sapere però è la mia personale storia con l’oggetto del desiderio di ogni singolo pargolo che guardava i cartoni di Batman: LA BATMOBILE.

La Batmobile disegnata da Vincenzo Viska Federici

Più di una semplice auto, più di un semplice giocattolo o pezzo di plastica. La batmobile della serie animata di Timm e Radomski era qualcosa che ancora oggi non si riesce a spiegare. Per design (parola che a 8 anni non conoscevo e che ancora oggi davanti a certe cose ancora non oso pronunciare) forma, colore, dimensioni, quella Batmobile era il punto di arrivo dei desideri di ogni bambino del 1993. Io non facevo eccezione.

Per i mesi che precedevano il Natale di quell’anno feci il bravo bambino, tanto da meritarmi l’appellativo di angelo. Ero buonissimo, aiutavo mia madre, facevo i compiti e andavo a letto presto… speravo che Babbo Natale mi stesse guardando. Era un piano diabolico, lo so. Ma dovevo rischiare, avrei fatto di tutto per la Batmobile.

Come un novello Faust stavo vendendo la mia anima al diavolo in cambio di un pezzo di plastica… ma che pezzo di plastica: lunga quasi 30 cm, spuntoni nelle ruote e meraviglia delle meraviglie l’ abitacolo si trasformava in un batwing per le missioni cittadine. Ci trovavamo davanti alla perfezione.

Ad una settimana prima di Natale ero pronto a scrivere la mia letterina. Pochi fronzoli, il messaggio era chiaro e conciso:

“Caro Babbo Natale, visto che quest anno sono stato un bravo bambino, potresti portarmi la batmobile del cartone di Batman?”. Mi ricordo ancora ogni singola parola, ogni singolo punto e la sensazioni di felicità nel poter esprimere finalmente il mio desiderio dopo mesi e mesi di duro lavoro a fingere di essere un bravo bambino.

Dovevo solo aspettare.

Una piccola parte della collezione dedicata alla serie animata di Batman di Antonio Sepe

Ritorniamo alla notte della Vigilia del ’93. Prima di andare in chiesa per il battesimo e la messa di Natale diedi un rapido sguardo sotto l’albero… vuoto! Ancora nulla, il Rosso Grassone non si era ancora palesato… potevo aspettare… tutto per la Batmobile.

Attesi sveglio tutta la notte. Biscotti e latte caldo preparati e mi misi nel letto, ma non riuscì mai a dormire.

Arrivò il mattino, il primo raggio di sole spuntò dalla finestra, con uno scatto arrivai all’albero alla ricerca del pacco che potesse contenere l’oggetto del mio desiderio.

Ma non c’era nulla di abbastanza grande… Che Babbo Natale avesse nascosto il pacco in un posto diverso. Cercai, in ogni singolo posto di casa, persino sul pianerottolo… non c’era nulla.

Un solo pacchetto per me sotto l’albero. Troppo piccolo per le dimensioni dell’auto di Batman, troppo grande per un buono regalo che mi dicesse di andare a ritirarla da qualche parte.

La Batmobile non c’era. Allora aprii il pacchetto con il mio nome. Le immagini che vi racconterò da ora in poi sono altamente drammatiche e hanno lasciato traumi in me.

In quel pacco c’era una riproduzione cinese di una moto di Batman. Palesemente tarocca. Persino il Batman che che la portava era palesemente cinese…e credetemi nel ’93 i cinesi non erano bravi come adesso.

Un incubo… non solo non c’era la Batmobile in quel pacco, ma quella moto era la cosa più lontana dalle mie richieste o aspettative.

Torniamo rapidamente ai giorni nostri.

Tutto quello che vi ho raccontato ha avuto grosse conseguenze sulla mia psiche. Da allora infatti ho smesso di credere in babbo Natale, non sono più andato in chiesa a Natale e soprattutto adesso sono diventato un collezionista compulsivo di oggetti della serie animata di Batman. Eh sí, da quel giorno di Natale infatti mi sono ripromesso una cosa:

La Batmobile l’avrei comprata da solo, a costo di accumulare paghette fino ai 90 anni.

La Batmobile è arrivata, 5 anni fa più o meno. Era ancora bellissima come la ricordavo e fu uno dei primi pezzi che esposi con orgoglio.

Non so cosa ne sarà di quel giocattolo quando io deciderò di passare la mia collezione ai miei figli o ai nipoti…

Posso dirvi che conosco una persona che la sua Batmobile l’ha donata alla sua nipotina, che con timore reverenziale la guarda ci gioca e poi la ripone al suo posto. Se ne prende cura, come il bambino che ci ha giocato qualche anno prima.

Per il compleanno della serie di Batman ho voluto raccontare da dove nasce la mia folle collezione… ho voluto raccontarvi di come un supereroe, le sue storie e la sua Batmobile hanno cambiato la vita di milioni di bambini e come, soprattutto, hanno cambiato la mia.

Antonio Sepe

Classe ’85, dottore in SociologiaAntonio Sepe nasce, cresce e pasce nella caotica provincia di Napoli. Divoratore di letteratura e cultura sotto forma di fumetti, libri e film, già dalla più tenera età dimostra un attaccamento viscerale per la la cultura pop – vintage ed il favoloso decennio ’80/’90. Si laurea con una tesi sul cinema e i videogiochi dal titolo “Schermi paralleli: Ri-mediazione e contaminazione tra cinema e videogiochi”. Approda al mondo del fumetto come co-ideatore del progetto “Timed” per Shockdom e per Noise Press viene insignito del titolo di editor per un progetto ancora top-secret.  Uno dei suoi racconti, Stagioni, viene inserito nella raccolta L’Altalena, pubblicata a luglio del 2017 dall’associazione ALT! Di giorno si distrae dalla sua attività principale – scrivere – lavorando per un’azienda farmaceutica: di notte, come tutti i supereroi, si traveste per combattere il crimine sulle pagine bianche della propria fantasia.

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