Nell’immaginario collettivo Batman ha assunto necessariamente molte fisionomie, da Bob Kane passando per il duo di disegnatori, Mike Manley e Josef Rubistein, il personaggio affronta il lento cambiare delle mode e del tempo fino a diventare figlio, ai giorni nostri, della nuova ondata cyberpunk dalla quale pesca una pesante e fantascientifica corazza. Le cause di ogni variazione: stupire il lettore, rinnovare i contenuti e, soprattutto, evolversi con i tempi. Con il termine della serie TV nel Marzo 1968, il Batman grafico, già profondamente adattato al clima paradossale proposto nelle trame camp da Adam West e Burt Ward, viene reclamato ancora una volta dall’oscurità della notte. Il pubblico comincia a rifiutare i giochi cerebrali dei vari Joker, Riddler e Penguin, sviluppati tra oggetti enormi e scenografie pacchiane che, durante gli anni dello show televisivo, erano stati trasferiti integralmente sulla carta dei comics e, grazie anche alle nuove impostazioni psicologiche del tema supereroistico presentate dalla rivale “Marvel Comics”, pretende una figura più convincente e definita. L’America vive in questi anni le rivolte urbane legate alla lotta per i diritti civili della popolazione di colore, assistendo attonita ai primi scontri a Los Angeles, nel Distretto di Watts, nell’Agosto del 1965, continuando fino al 1967 con dimostrazioni in più di cento città. A Detroit, dove muoiono 43 persone e i danni alle proprietà raggiungono il mezzo miliardo di dollari, gli scontri sono così violenti che solo l’invio di paracadutisti e la Guardia Nazionale riescono a ripristinare l’ordine. Il Presidente Lyndon Baines Johnson presenta il rapporto finale della commissione d’inchiesta proprio nel Marzo 1968, mese in cui si conclude lo show per la ABC TV, imputando le sommosse a “Discriminazione e segregazione razziale nell’ambito delle assunzioni, dell’istruzione e dell’attribuzione degli alloggi”. Una nuova ondata di violenza esplode però nell’Aprile successivo con l’assassinio di Martin Luther King a “Memphis” nel Tennessee. Su tutti i problemi interni della Nazione, aleggia funesta la guerra nel “Vietnam” che alla fine del 1968 ha raggiunto il costo di 30 miliardi all’anno, con 30000 morti e 170000 feriti, dando origine a una crescente opposizione popolare che si manifesta con dimostrazioni contro il conflitto nelle quali gli studenti delle Università hanno un ruolo di primo piano. Inutile dire come in questo clima di violenta mutazione, il lettore americano medio, cerchi anche negli eroi di carta una ben diversa dimensione, un livello più realistico e quindi anche molto meno ottimista di quello proposto nei primi anni ’60. Fin questa ottica che si inserisce il rinnovamento stilistico di Neal Adams, uno dei disegnatori base del ritorno alle tenebre del pipistrello di Gotham City. Nato il 15 Giugno 1941 a New York, Adams si perfeziona alla Manhattan’s School of Industria Arts dove segue idealmente le sue influenze grafiche collegate a grandi nomi del disegno come Joe Kubert, Norman Rockwell, Stan Drake, Russ Heart e, alcuni maghi dell’illustrazione degli anni 50, Alfred Darne e Al Parker. L’artista inizia la sua carriera nel 1959 disegnando per vari titoli della “Archie Comics” e operando su Bat Masterson, una comic strip basata su l’omonima serie TV, che lo porta a contatto con il campo pubblicitario per cui lavorerà, nello studio di Howie Nostrand, creando spot commerciali per clienti come la “Esso”, la “Norelco”, “Tintex”, e molti altri. Ancora da uno show televisivo, la Ben Casey Syndacate Strip che impegnerà Adams dal 20 Settembre 1964 al 31 Luglio 1966, un lavoro che il suo stile unico e il disegno sperimentale, portò al successo in 365 quotidiani, attraversando tutto il Paese e decretando un primo incredibile trionfo del disegnatore. Dopo aver deciso di abbandonare le strisce giornaliere alla conclusione di Ben Casey, Adams arriva alla National Periodica’ Publications, in seguito DC, dove, lavorando sotto la super visione dell’ Editor Murray Boltinoff, continua l’ esperienza col fumetto comico disegnando sulle testate di Bob Hope e Jerry Lewis. Con i primi passi su Strange Adventures e l’allora nuovo character di “Deadman” a fianco di Jack Miller, l’artista continua la sua evoluzione dal fumetto comico fino a collocarsi fermamente, disegnando tra l’altro alcune copertine di Superman per Mort Weisinger e poche storie di guerra curate da Bob Kanigher, nel genere supereroistico a lui più congeniale. Il primo lavoro su Batman è una copertina per il n. 370 di “Detective Comics” nel Dicembre 1967, prologo di una accurata ricostruzione grafica dell’uomo pipistrello che entrerà nella storia del fumetto. “Allora, Batman era trattato come un cartoon” dice lo stesso Adams, rievocando i suoi inizi alla DC, in una intervista del 1983 con Will Eisner (l’autore di Spirit).
“Gli autori stavano creando tranquillamente storie simili a quelle dello Show TV Batman. Cosi iniziai chiedendo all’Editor (Murray Boltinoff) se al posto di una sequenza ambientata di giorno, potevo ambientare la scena di notte. Dissi che si suppone che Batman sia una creatura notturna, avere un ragazzo che gira attorno durante il giorno così equipaggiato, mi sembrerebbe comico. Boltinoff fu d’accordo e, dopo qualche tempo, arrivai al punto di non sentirmi più vicino alle trame di Bob Haney (sceneggiatore) e chiesi all’Editor se potevo fare dei cambiamenti”. Dopo un paio di storie su “World’s Finest”, dove la coppia Superman e Batman interagiva con quella che al tempo era la variopinta folla di comprimari come Jimmy Olsen, Batgirl, Supergirl e Robin, scomodando extraterrestri e gare di abilità nonsense, Neal Adams affronta la prova di “The Brave and the Bold” dove, con le sceneggiature di Bob Haney, che poi criticherà (Haney, certamente più legato come esperienze ai tardi ’40, scrive per un fumetto destinato prettamente agli adolescenti), disegna con successo vari team-up tra “Batman” e altri eroi DC come Deadman, Flash, New Titans, Aquaman e il Sgt. Rock, ridefinendo nel passaggio alcuni vecchi characters come Green Arrow che insieme a Green Lantern, sarà protagonista in seguito, di una saga acclamata dalla critica e, per i difficili temi trattati, uno per tutti: la droga, estremamente adulta.
Ricordo perfettamente il periodo di Neal Adams. Personalmente mi sono appassionato al Batman” campy “di Infantino legato allo show televisivo,per poi disinamorarmene,stanco delle storie banali e in concomitanza con lo stop alle vendite da parte della Mondadori,per poi reinamorarmene follemente con l’avvento del Batman di Adams sulle edizioni Williams.
Le prime pubblicazioni del man bat,la prima storia su Rush el Ghul con il primo bacio di Batman a Talia sulla scena finale della lotta sul deserto. Un Batman cupo,fisico,molto espressivo rappresentato in modo imponente e dettagliato. Ovviamente il contenuto delle storie era legato ai tempi completamente diverso di oggi.
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Bellissima testimonianza la tua carissimo Pietro.
Per poter capire in modo approfondito le storie di oggi è fondamentale conoscere quelle di “ieri”. Il tuo commento mi lascia capire che potresti raccontarci quel periodo molto bene. Alle pubblicazioni di Neal Adams ci arriviamo in modo più preciso con la seconda parte di questo articolo.
Se vorrai concederci un tuo personale approfondimento sarei ben lieto di poterlo ospitare qui sul blog, perché è sempre un gran piacere poter leggere un pezzo di coloro che possono aggiungere qualcosa in più alla nostra sete di conoscenza su Batman.
Approfitto per darti il benvenuto sul blog.
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Ti ringrazio per l’ospitalità, io sono un vecchio 56enne appassionato del cavaliere oscuro. Me ne innamorai a 7/8 anni grazie ai fumetti dell’epoca che giravano per casa,complice una passione condivisa con il fratello maggiore che aveva il doppio dei miei anni.me ne innamorai a 8 anni ,”l’ho tradii” a 14 anni per la scoperta dell’altro sesso,per poi ritrovarlo e amarlo più di prima quando lo incontrai casualmente in edicola nel 1988 all’interno di”Corto Maltese”con la prima pubblicazione italiana del Dark knigth return di Miller!! Neal Adams riempi’il mio immaginario infantile,a me piaceva disegnare e vedere le sue opere ,i suoi disegni,con le chine di Dick Giordano le storie di Denny O’neil ,tutti questi alimentavano la mia fantasia.non esistevano internet,i social,le fanzine,non esisteva nulla,e tu ti ritrovavi solo o con qualche amico a condividere questa passione ma oltre a questo non sapevi con chi condividerla,non potevi urlare a squarciagola quanto fossero belli quei disegni,quanto bello ero quel mondo fantastico e tenebroso.
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Tutto quello che possiamo provare a descrivere con le parole non varrà mai ciò che abbiamo vissuto personalmente. Che bello il tuo racconto. Il fascino di quel periodo di Batman era anche quello di sentirsi un po’ “emarginati” nel leggere quel genere di fumetti che all’epoca erano difficilmente reperibili, così come era difficile condividere la propria passione con altri coetanei. Sapere che un grande appassionato come te, ora legge questo blog, mi fa molto piacere, perché il mio intento è proprio quello di riunire i tanti appassionati di qualsiasi età affinché ognuno possa mettere a disposizione degli altri la propria esperienza e conoscenza sull’uomo pipistrello. È indubbio che i nomi che ci elenchi (Denny O’Neil, Dick Giordano, Frank Miller, oltre a Neal Adams) hanno fatto la storia della DC Comics e in particolare di Batman. Semmai sarai presente a qualche manifestazione promettimi che ci concederai il piacere di stare con noi. Se sei su Facebook scrivici anche un messaggio sulla nostra pagina!
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👍👍 promesso 😊😊
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