DAMIAN: IL FIGLIO DI BATMAN, di Andy Kubert (Recensione)

LO PUOI LEGGERE SU: Damian: Il figlio di Batman ( volume, RW-Lion )

AUTORI: Andy Kubert

SINOSSI:  Mentre indagano su una serie di efferati omicidi, Batman e Damian vengono travolti da una tremenda esplosione, che porterà il Cavaliere Oscuro alla morte…! Damian allora inizierà una vera caccia all’uomo, in cerca di vendetta, dando libero sfogo alla sua indole assassina. Quando deciderà di raccogliere l’eredità del padre e indossare il manto di Batman, si sforzerà di onorare il suo retaggio mantenendo anche un codice etico e morale. La sua educazione con Talia al Ghul e la Lega degli assassini, però, è difficile da dimenticare…

PRO:  Le tavole di Andy Kubert sono sempre di grande impatto e confermano il suo indiscusso talento nel rappresentare personaggi iconici come il Cavaliere Oscuro, in tutta la loro dirompente energia.

CONTRO:  La storia imbastita da Kubert si può definire “inesplosa”. Mette sul piatto tanti elementi, senza però svilupparne nessuno in modo chiaro e coerente, come se fosse solo l’inizio di una storia più ampia, che però non è mai stata portata avanti…

GIUDIZIO COMPLESSIVO:  

Non sempre un grande artista della matita riesce ad essere altrettanto abile nella scrittura. Anzi, possiamo tranquillamente affermare che si tratta di casi piuttosto rari… Non fa eccezione purtroppo Andy Kubert, superstar del fumetto nota soprattutto per le sue collaborazioni con grandi scrittori come Neil Gaiman, Frank Miller, Grant Morrison e tanti altri, il quale ha provato a realizzare in toto una miniserie con protagonista Damian Wayne, il figlio di Batman e Talia al Ghul introdotto per la prima volta nel graphic novel Batman: Il figlio del demone e poi reinserito nella continuity ufficiale da Grant Morrison quasi vent’anni dopo.

Le intenzioni di Kubert in realtà sarebbero buone: realizzare una sorta di prequel del famigerato Batman #666, una storia molto amata dai fan, sempre scritta da Morrison, dove ci veniva mostrato un futuro distopico e violento, nel quale era proprio Damian a vestire i panni del Cavaliere Oscuro, in tutta la sua irruenza e aggressività.

Il problema, però, è che Kubert non ha la scrittura dirompente o la carica eversiva di Morrison, per cui ciò che emerge da questa miniserie è solo un racconto troncato a metà, con tanti elementi e personaggi buttati lì senza essere minimamente approfonditi o contestualizzati, in un’accozzaglia di eventi di cui non si capisce bene la direzione.

Diciamo che il tutto potrebbe avere un senso se fosse solo l’incipit per una serie regolare o comunque una trama di più ampio respiro, e probabilmente nella testa dell’autore era così, ma dato che di fatto questo progetto non è più andato avanti, quello che rimane è solo la sensazione di una grossa occasione sprecata, che lascia un po’ di amaro in bocca, in quanto alcune idee potevano essere valide, ma il loro potenziale purtroppo non è stato sfruttato a dovere o comunque non sviluppato in maniera soddisfacente.

L’unico punto di forza del volume, dunque, restano i disegni, sui quali Kubert non si smentisce e conferma la sua innegabile maestria, regalandoci tavole di ampio respiro, molto dinamiche e potenti. Proprio per questo, forse, sarebbe preferibile se continuasse a concentrarsi su ciò che gli riesce meglio, lasciando ai veri professionisti ( scrittori, in questo caso ) il loro mestiere…

VOTO: 5

Marco “Spider-Ci” Novelli

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