Batman Ianus : intervista alla colorista Giovanna Niro

A volte le parole non bastano.
E allora servono i colori.
E le forme.
E le note.
E le emozioni.
(Alessandro Baricco)

Questa è la citazione che preferisco, per introdurre il lavoro della colorista di fumetti Giovanna Niro. Le sue origini lavorative iniziano nel 2006 dopo aver frequentato la Scuola Romana dei Fumetti, passando dai fumetti per ragazzi editi dalla Rainbow/Soleil a quelli editi dalla Image e IDW. Dall’anno 2013 collabora con la Sergio Bonelli Editore sulle testate di Orfani, Mister No Revolution, Dampyr e Dylan Dog. Il suo lavoro trova spazio anche nella miniserie di quattro numeri Il Corvo (si, proprio il personaggio creato da James O’ Barr) scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Werther Dell’Edera proprio con il contributo nelle tinte e sfumature della docente di corso breve di colorazione digitale della Scuola Romana dei Fumetti.

Dopo aver colorato “Chrononauts: Futureshock “, scritto da Mark Millar e disegnato da Eric Canete per Millarword/ImageComics , nell’anno 2019, vince il Premio Coco a Etna Comics e l’importante Premio Boscarato al Treviso Comic Books Festival come miglior colorista.

Giovanna fa parte dello studio “Baby Ruth” formato da un gruppo di fantastici fumettisti di cui ci piace elencare i nomi, perché nel nostro blog abbiamo avuto il piacere di ospitarne alcuni, oltre ad avere il piacere di conoscere personalmente più di qualcuno di loro: Alessandro Cappuccio, Fabrizio des Dorides, Caterina Ferrante, Vega Guerrieri, Mattia Iacono, Claudia Ianniciello, Bruno Letizia, Giovanna Niro, Andrea Olimpieri, Sara Pichelli, Dario Sicchio, Paolo Villanelli. Il lavoro di Giovanna Niro esprime attraverso un eccellente uso dei colori, una cifra stilistica degna di Maestri ben più collaudati nel mondo della Nona Arte, modellando con sapienza i personaggi dei fumetti e restituendo un impatto emotivo che li rende originali. La nostra intervista con Giovanna, prende spunto da una delle sue ultime fatiche Batman: Ianus.

Stefano: Ciao Giovanna e benvenuta sulle pagine di Batman Crime Solver.

Giovanna: Ciao Stefano, grazie per l’invito

Stefano: Come ti sei scoperta colorista e che tipo di colorista ti senti di essere?

Giovanna: Fin da piccola ho amato il disegno e mi risultava facile esprimermi attraverso di esso. L’incontro con i fumetti è arrivato più tardi, ma quello è stato il momento in cui ho trovato la forma espressiva a me più affine. Alla Scuola Romana dei Fumetti poi ne ho studiato il linguaggio e le tecniche, lì ho iniziato ad avvicinarmi alla colorazione e piano piano mi sono resa conto che era la mia strada, che era una cosa che mi riusciva bene.

Stefano: Che cosa è per Giovanna Niro la comunicazione visiva attraverso il tema del colore?

Giovanna: Nel tempo mi sono resa conto che con il colore e con la luce si può raccontare,  tanto quanto si fa con la sceneggiatura e il disegno. Il colore è fondamentale sia per definire lo stato psicologico dei personaggi sia per caratterizzare l’emotività di una scena. Il colorista è un po’ come il direttore della fotografia nel cinema, le scelte che compie da un lato possono definire il tono generale del mondo narrativo, dall’altro possono anche modificare completamente la chiave di lettura di un dialogo o di una scena.

Stefano: La fase della coloritura ha visto una forte ventata di novità con l’introduzione del computer e i relativi programmi di grafica. Che differenze ci sono tra la tecnica tradizionale e quella realizzata con il pc?

Giovanna: Innanzitutto, la colorazione digitale va considerata una tecnica specifica, tanto quanto può esserlo l’acquerello o l’acrilico. Sono modi diversi di fare la stessa cosa, e infatti i fondamentali teorici restano gli stessi: il concetto di luce e la teoria del colore sono la base, qualsiasi tecnica di colorazione si scelga di utilizzare. Non bisogna pensare alla colorazione digitale come a un’evoluzione della tecnica analogica, ognuna delle due ha le sue specificità e può essere più o meno adatta a uno determinato contesto. Ovviamente, il digitale comporta tutta una serie di vantaggi pratici (velocità, facilità di modifica, e così via), e questo ha fatto sì che la colorazione al pc sia adesso diventata molto più comune.

Stefano: Per ricreare una giusta ambientazione cromatica in un fumetto, ti confronti con chi lo scrive oppure ti capita più spesso di scegliere in totale libertà?

Giovanna: Di solito c’è un confronto iniziale sia con lo sceneggiatore che con il disegnatore, ma poi lavoro in totale libertà, faccio le mie proposte e se ne discute di nuovo insieme. La parte iniziale è sempre la più importante e anche la più creativa, che necessita di tutto un lavoro preparatorio: studio bene la sceneggiatura, osservo con attenzione le tavole per entrare nella storia e cercare di capire a fondo le scelte fatte dagli altri. Poi cerco ispirazione pescando da altri fumetti che mi piacciono, film, fotografie, concept art. A questo punto parto da una prima suggestione che mi sembra funzionare, e da lì inizia un processo per prove ed errori che può arrivare a risultati del tutto diversi da quello che avevo immaginato all’inizio. A volte all’improvviso mi diventa evidente qual è la chiave interpretativa giusta, a volte sono indecisa fino alla fine e magari consegno più versioni e chiedo un parere al disegnatore.

Stefano: A quale dei tuoi lavori sei più legata?

Giovanna: Ogni lavoro che ho fatto rappresenta un tassello importante della mia ricerca e della mia crescita professionale, ma certo, ci sono stati fumetti dove mi sono trovata più a mio agio per stile e storia, come ad esempio tutta l’ambientazione oscura del Corvo, oppure Dylan Dog. Tra i lavori più recenti, mi sono divertita molto con il cupo sud di Grendel, Kentucky, un fumetto pubblicato da AWA Studios, scritto da Jeff McComsey e disegnato da Tommy Lee Edwards. Ma trovo spesso stimolanti anche lavori meno affini al mio stile, perché mi permettono di uscire dalle mie abitudini e provare nuovi accostamenti cromatici.

Stefano: Come si arriva ad essere selezionati per realizzare Batman Ianus?

Giovanna: Avevo colorato da poco Dylan Dog I racconti di domani disegnato da Nicola Mari, ci siamo trovati bene a lavorare insieme, a me piace molto il suo tratto, è un tipo di disegno adatto al mio stile. Il lavoro finale era piaciuto anche in Panini, per cui quando mi hanno proposto di collaborare al progetto non ci ho pensato un secondo e ho accettato.

Stefano: I colori sono la scomposizione della luce. Come si predilige una determinata gamma cromatica su un disegno come quello di Nicola Mari riguardo un personaggio oscuro come Batman? E come si fa la scelta del contrasto cromatico che indica intervalli temporali differenti?

Giovanna: Come ho detto prima, avevo avuto modo di studiare il disegno di Nicola sulla storia di Dylan Dog, penso che il suo tratto sia perfetto su un personaggio come Batman e si addica anche molto al mio stile. Io poi mi muovo bene nelle atmosfere cupe, qui la sfida ovviamente era declinare questa atmosfera in modo che rendesse sia l’oscurità che associamo a Batman sia la luce di Roma. I neri forti del tratto di Nicola non hanno bisogno di una colorazione iperrealistica né di molto lavoro di modellazione delle ombre, è già tutto nelle chine. Quindi non volevo un colore molto elaborato, ma tonalità ben definite, quasi piatte.

Come giustamente hai osservato, il colore diventava fondamentale soprattutto per differenziare i quattro tempi della storia, rendendo chiaro al lettore il percorso nelle diverse epoche attraversate da Batman e Ianus. Ogni scena doveva quindi avere una sua palette caratteristica, e per crearle ho ri-studiato l’evoluzione di Batman dai colori pop della serie di Adam West fino alle atmosfere più contemporanee e supereroistiche. Ne è venuto fuori una sorta di omaggio alle fasi che si sono succedute nel tempo, riviste con i miei occhi e la mia sensibilità.

Stefano: Dopo aver colorato Batman a cosa altro punta la carriera di Giovanna Niro?

Giovanna: Attualmente sto colorando due albi di Jupiter’s Legacy Requiem di Mark Millar. Sempre per Millar, inoltre, sto lavorando su King of Spies, una nuova mini serie con i disegni di Matteo Scalera. C’è inoltre Il Golem di Francesco Artibani e Werther Dell’Edera per la pubblicazione americana con Ablaze, e il secondo arco narrativo di Two Moons di John Arcudi, con i disegni di Valerio Giangiordano per la Image.

Stefano: Grazie per la tua disponibilità e gentilezza. Vuoi lasciare un saluto per i lettori del nostro blog?

Giovanna: Grazie a te, ciao a tutti i lettori e a tutte le lettrici!

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