Batman: Il Cavaliere, Carmine Di Giandomenico: “Vi racconto Bruce prima del Pipistrello”

Il fumettista teramano ha disegnato la storia scritta da Chip Zdarsky per approfondire l’infanzia e l’adolescenza del Crociato Incappucciato, e le dinamiche che lo hanno portato a essere quello che è. L’intervista di Sky TG24.

Prima di Batman, c’era Bruce. Un ragazzo ferito, privato dei punti di riferimento, solo e pieno di rabbia, ancora incapace di gestirla. È lui il protagonista di Batman: Il Cavaliere, la miniserie a fumetti scritta da Chip Zdarsky e disegnata dall’italiano Carmine Di Giandomenico che in Italia viene pubblicata in volumi cartonati da Panini Comics (il primo volume, Genesi, è disponibile al prezzo di 21 euro per 160 pagine). Un nuovo viaggio alla scoperta delle origini canoniche del Pipistrello che si inserisce cronologicamente prima dello storico Anno Uno di Frank Miller e David Mazzucchelli. Una storia destinata a riscrivere le coordinate di un personaggio iconico come pochi altri, una sfida importante per il disegnatore teramano, come ci ha spiegato lui stesso.

Quello che avete messo su carta tu e Chip Zdarsky è un Batman diverso dal solito. Fotografato in un momento della sua vita di cui sapevamo ancora poco, ancora prima di Anno Uno.
La cosa che mi ha affascinato da subito è che fosse una storia dedicata solo a Bruce Wayne, che fino ad ora non si era mai consolidato oltre al ruolo di Batman. Il percorso realizzato per lui da Chip mi ha intrigato da subito proprio per il fatto che la storia si sviluppa da quando lui ha 8 anni fino alla piena maturità. Sono le storie che mi piace toccare, anche quando ho avuto il mio percorso in Marvel cercavo storie che non fossero strettamente supereroistiche. Dopo tanta azione su The Flash, per due anni ho trovato un po’ di respiro creativo per staccare un po’ da quella dinamicità.

La fase dell’addestramento e della crescita l’avevamo vista forse al cinema con Batman Begins. Ma questo è un Bruce ancora più giovane.
Quella parte del film di Nolan in cui Bruce lascia Gotham era stata accennata anche nei fumetti anni prima, per rendere il personaggio più completo a 360 gradi. I riferimenti cinematografici vengono in automatico perché quel Batman è più noto e popolare di quello fumettistico, però Chip è riuscito a creare un pathos molto europeo. Disegnandolo mi sembrava della volte di entrare nel mondo di Diabolik, del noir all’italiana, anche perché tutta la storia si sviluppa all’interno di un viaggio che lui fa in Europa e in Asia, ha un sapore più globale, non è circoscritto solo a Gotham.

Quello che avete creato è un Bruce più rabbioso e istintivo, che si fa pochissimi scrupoli e sembra disposto a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Ma anche decisamente ingenuo e in qualche misura tenero. Cosa è stata la vostra ispirazione?
A ispirarmi graficamente, leggendo la sceneggiatura di Chip e dove puntava, questo ragazzino che non sa cosa fare, l’idea di cancellare quasi il Bruce Wayne triste per metterne in campo uno che ha un forte senso di rivalsa, sono state esperienze personali di vita mia che mi hanno creato una sensazione di simbiosi emotiva col personaggio. Ho puntato molto sugli sguardi, sulle sue fragilità, su una rabbia più nervosa e meno lineare. Bruce è un ragazzino che ha perso una guida e che deve ancora trovare il controllo che avrà il da uomo maturo. Mi sono divertito anche ad anticipare la presenza di Batman inserendo degli easter egg che già dalla prima pagina rimandavano al simbolo del pipistrello…

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Chi è Batman per i lettori di Batman Crime Solver

Il personaggio creato nel 1939 da Bob Kane e Bill Finger è un “supereroe” nato sulle pagine dei fumetti un po’ sopra le righe.
Infatti Batman non è la maschera sotto cui si cela il miliardario Bruce Wayne. Semmai è il contrario. La vera indole del personaggio è l’uomo pipistrello, mentre la sua copertura è il miliardario di Gotham City, erede di una ricca famiglia, i cui genitori sono stati assassinati sotto i suoi stessi occhi nel vicolo di Crime Alley dopo aver visto al cinema Il segno di Zorro.
Joker:… [punta la pistola a Bruce] Dimmi una cosa amico mio. Danzi mai col diavolo nel pallido plenilunio?
Bruce: [confuso]…Cosa?
Joker: Io lo chiedo sempre a tutte le mie vittime… Sarà perché me ne piace il suono! Ah!

Sì, perché Batman non è l’eroe buono e positivo, ma è genesi riflessa di una crudeltà a cui ha assistito e che ha modificato in maniera indelebile la sua psiche.
La scelta del pipistrello, animale notturno, non è casuale. Rispecchia al meglio l’oscurità che è insita in lui e il superamento di una sua paura profonda e radicata, quella dei pipistrelli, appunto.
Batman rappresenta in maniera concreta la parte oscura dell’uomo, quella che nessuno vuole vedere, né manifestare. Raffigura il conflitto con questo lato oscuro dopo il quale si esce rafforzati, animati da un nuovo spirito interiore. Un lungo viaggio purificatorio dentro la parte di ognuno di noi di cui neghiamo l’esistenza, al termine del quale ci si trova di fronte a qualcosa di prezioso.
Un viaggio personale, individuale, dettato nel caso di Bruce Wayne dalla volontà di affrontare e superare il senso di impotenza e responsabilità per la violenta morte dei genitori.
“La mia vita è… complessa.” (Wayne/Keaton, nel Batman di Burton)

Michael Keaton interpreta Batman

Michael Keaton interpreta Batman

Batman è un eroe diverso nell’anno della sua nascita. Di giorno è un facoltoso uomo d’affari, a metà tra il filantropo e il playboy, di notte è quello che è veramente, un uomo senza superpoteri e con grandi tecnologie che combatte il crimine e le sue mostruosità, diventando così un simbolo di giustizia.
“Io cerco i mezzi per combattere l’ingiustizia, per volgere la paura contro coloro che la usano per depredare!” (Wayne/Bale, in Batman Begins di Nolan)
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Il vero Batman è quello raccontato splendidamente e in maniera cupa e talvolta tragica sulle tavole di Frank Miller, fumettista e sceneggiatore di origini irlandesi, che ha saputo riprendere meglio di qualunque altro l’indole buia del personaggio che si era profilata nei primissimi lavori dello stesso Kane, soprattutto nel suo lavoro più celebrato, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, attraverso la matita di David Mazzucchelli.
Un lavoro certosino che ridà nuova linfa all’uomo pipistrello e che anche dal lato tecnico introduce innovazioni degne di nota. C’è un nuovo modo di concepire le didascalie, ma in particolare una rigorosa suddivisione della tavola, alternata con spettacolari splash-page che rendono l’opera uno dei capolavori assoluti del fumetto mondiale.
Anche se Il ritorno del Cavaliere Oscuro (che vi regaliamo in download) è il lavoro più celebrato, se ci atteniamo all’analisi della psicologia del personaggio, certamente l’opera più significativa è Batman: Anno Uno.
Qui Miller, abbandonato il supereroe al crepuscolo nel precedente lavoro, ci riporta indietro nel tempo, al momento della nascita dell’uomo pipistrello. La storia viene raccontata attraverso i pensieri in prima persona di un giovane Bruce Wayne desideroso di vendicare la morte dei genitori, e di un commissario Gordon ancora nelle vesti di tenente, che appena trasferito nella città di Gotham si ritrova a dover affrontare nemici veri (malavita), presunti tali (Batman) e falsi amici (poliziotti corrotti) prima di consolidare la sua posizione. Gli eventi sono sempre datati e si svolgono da gennaio a dicembre a sottolineare che quello narrato è effettivamente il primo anno di vita del giustiziere mascherato. Un fumetto unico, in cui l’azione è confinata in secondo piano, preferendo l’approfondimento dei personaggi e lo scavare nella loro anima. Ampio spazio viene infatti riservato ai problemi interiori di Jim Gordon fra lavoro, etica e famiglia, e ai pensieri di Bruce Wayne alle prese con le sue prime esperienze nelle vesti di Batman. Un fumetto di non-azione, in cui i disegni traducono sentimenti e non atti.
“Le persone mostrano il vero lato di se stesse solo quando stanno per morire.” (Joker/Ledger, ne “Il cavaliere oscuro”)
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Dalla carta, allo schermo. Il corrispettivo di Miller e Mazzucchelli, lo si riscontra in parte in Tim Burton e in maniera più decisa e significativa nei lavori di Christopher Nolan.
Riguardo al primo, bisogna dire che non è mai stato un fan del fumetto ma nel 1989 accetta comunque la sfida e convoca lo sceneggiatore Sam Hamm per scrivere la storia, ispirata ai fumetti The Killing Joke e Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, avvalendosi della collaborazione dello storico creatore Bob Kane (Bill Finger riceverà il suo giusto credito a settembre del 2015).
Contrariamente a quanto farà poi Jonathan Nolan per Batman Begins, Hamm decide di dare il via alla storia nel momento in cui Batman è già una presenza nota a Gotham, e di giustificarne la nascita attraverso dei flashback esplicativi: “distruggi totalmente la tua credibilità se mostri il processo letterale per cui Bruce Wayne diventa Batman”, questa era la sua conclusione.
La scelta del protagonista cade su Michael Keaton, notoriamente attore da commedia e i fan non si dimostrano proprio soddisfatti della scelta dopo i nomi ventilati di Kevin Costner, Mel Gibson, Charlie Sheen, Harrison Ford e Dennis Quaid.
Ma evidentemente, Tim Burton ha le idee chiare sulla sua decisione. Keaton, porta sullo schermo un Batman più umano e nella storia d’amore con la reporter del Gotham Gazette Vicki Vale elimina la tipica misoginia dell’eroe che invece traspare dal fumetto e dai suoi amori perduti.
Ma in questa pellicola, a giganteggiare è la figura del Joker, interpretato alla perfezione da un enorme Jack Nicholson. Altra curiosità: il doppiaggio italiano del Joker è affidato alla inconfondibile timbrica di Giancarlo Giannini.
Anni dopo, ne Il Cavaliere Oscuro è il figlio, Adriano Giannini a doppiare lo sfortunato Heath Ledger.
Curiosità: il ruolo di Vicki Vale, dato poi a Kim Basinger, doveva essere interpretato da Sean Young che si ferì durante le riprese: si fece allora il nome di Michelle Pfeiffer, ma Keaton si oppose visto che aveva una relazione con la donna, l’attore temeva le critiche della stampa.
Ma Batman è comunque nel destino della Pfeiffer.
“Io sono Catwoman. Ascolta il mio ruggito… Miao!” Catwoman – Batman: il ritorno.

Michelle Pfeiffer interpreta Catwoman nel film Batman il ritorno

Michelle Pfeiffer interpreta Catwoman nel film Batman il ritorno

Avrà poi modo di rifarsi nel sequel, Batman: il ritorno, dove interpreta una indimenticabile e sensuale Catwoman.
“Io rido solo esteriormente. Il mio sorriso è solo a fior di pelle. Se tu potessi vedermi dentro, io sto piangendo!!! Puoi unirti a me per il singhiozzo?” (Joker/Nicholson a Vale/Basinger, in Batman di Burton)
Incassi alle stelle e il personaggio dell’uomo pipistrello diventa la gallina dalle uova d’oro. Vari registi fanno a gara per accaparrarsi le produzioni successive. A proseguire il franchise è Joel Schumacher, con una serie di pellicole con scenografie colorate alla Gaudì facendo il verso alla divertente produzione kitsch degli anni ’60 interpretata nella calzamaglia da Adam West e culminata con il film culto del 1966 spin-off della serie, in cui compaiono lo stralunato Joker di Cesar Romero, la Catwoman di Julie Newmar e di Eartha Kitt nella terza stagione, senza dimenticare il divertente Pinguino di Burgess Meredith, l’allenatore Mickey della saga di Rocky.
Batman nei film diretti da Joel Schumacher ha perso la sua oscurità e bisogna aspettare il regista Cristopher Nolan per ripiombare nelle tenebre dell’eroe di Bob Kane e Bill Finger.
Nolan da spazio alle origini del personaggio e alla natura della sua doppia identità e per farlo decisero di ispirarsi alla celebre graphic novel Batman: anno uno di Frank Miller. Nasce così nel 2005 Batman Begins.
Alfred: “Perche i pipistrelli, signor Wayne?”
Bruce Wayne: “Perché mi fanno paura. Che li temano anche i miei avversari.”

Bob Kane fu aiutato dallo sceneggiatore Bill Finger che, insieme con lui, pose le basi per una dettagliata biografia dell’Uomo Pipistrello.

Bob Kane fu aiutato dallo sceneggiatore Bill Finger che, insieme con lui, pose le basi per una dettagliata biografia dell’Uomo Pipistrello.

Gotham City è priva di ogni aspetto surreale o fumettistico, è una metropoli moderna. C’è l’abbandono dei tratti pop in favore di una visione molto più realistica, con immagini cupamente poetiche e di forte impatto visivo, una delle caratteristiche principali delle opere di Nolan.
Niente più Bat gadget, ma attrezzatura militare tecnologicamente avanzata, niente più Batmobile ma un mezzo militare corazzato, niente più siparietti comici ma dialoghi ben costruiti che affrontano in maniera approfondita il tema della battaglia tra bene e male.
In tutta la triologia del regista Gotham è una città contesa tra il bene e il male, tra Batman e il Joker. La nuova versione della sghignazzante nemesi dell’uomo pipistrello (interpretata da Heath Ledger) è il fulcro della storia. Il Joker rappresenta l’inevitabile conseguenza dell’apparizione dell’uomo pipistrello a Gotham. È il simbolo della violenza e della criminalità. Non più uno stravagante pagliaccio dallo humour fatale, ma un astuto sociopatico, che capisce il legame tra Batman e Gotham e comprende che per battere la sua acerrima nemesi bisogna corrompere la sua città.
Christian Bale, così come l’ultima versione interpretata da Ben Affleck, è un Batman perfetto, a suo agio sia nelle scene recitate sia in quelle dinamiche, in grado, di mostrare il dualismo interiore con la sua doppia identità Bruce Wayne.
“Perché Batman è l’eroe che Gotham merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso. E quindi gli daremo la caccia. Perché lui può sopportarlo. Perché lui non è un eroe, è un guardiano silenzioso che vigila su Gotham, un Cavaliere Oscuro.” (Gordon/Oldman, Il Cavaliere Oscuro).
Secondo Serena Bellocco, che fin da piccola è cresciuta con il classico cartone animato e i primi fumetti, piace perche’ “non e’ un supereroe .. E’ un personaggio talmente enigmatico quanto reale. Possiede una personalità’ forte ma combattuta… Cresciuto nel dolore ma nella ricchezza… Convinto di poter affrontare tutto da solo. Serena continua “Reputo che Batman sia la spiegazione e rappresentazione della realta’… Un po’ alterata e portata al limite.. Pero’ effettivamente avremmo bisogno veramente bisogno di un Batman e probabilmente anche di un personaggio come Alfred. Ma Serena, che ama la triologia di Nolan, ammira in particolare il personaggio del Joker. La follia umana e’ un tema che mi ha sempre affascinata”.
Alfred : Perché certi uomini non cercano qualcosa di logico, come i soldi. Non si possono né comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.
Alfred a Firenze
Simone Girardi invece ama Batman perché dimostra quanto un essere umano possa fallire e nonostante persegui una crociata che non potrà mai portare a termine comunque non molla mai. Il vero eroe. Ma quando gli chiediamo quale è la storia che ama di più risponde: “Ehhh, domanda da un milione di euro, considerando che ho letto tutto da Anno Uno in poi (quindi ahimè pochissimo prima di Batman #404) direi Hush per le storie in continuity e Il ritorno del cavaliere oscuro per le storie fuori continuity.
Menzione speciale: il ciclo della Terra di nessuno (compresi i suoi alti e bassi), storia in unico albo invece direi “Corsa Mortale” di Dini e Kramer se non ricordo male.
Ho imparato che non importa quale sia la storia, alcune cose non cambiano mai. Perchè anche quando non stanno parlando di me, lo fanno comunque. Perchè stanno parlando di Batman. Batman non accetta compromessi. Rendo questa città più sicura… dovesse anche esserlo per una sola persona… e mai… mai… rinuncio… o mi arrendo. A volte cado in battaglia. A volte muoio in grande stile, coraggiosamente, nel salvare la città da qualcosa che vorrebbe distruggerla. A volte è una morte piccola, paradossale, che passa inosservata… muoio salvando un bambino da un incendio, o affrontando un borseggiatore spaventato. Tutto cambia. Nulla resta uguale. Ogni amico mi tradisce, prima o poi, e ogni nemico diventa un’amante o un amico, ma c’è una cosa che non cambia: non mi arrendo mai. Non posso. Io sono Batman. Proteggo questa città. Salvo la gente. Indago sui crimini. Veglio sugli innocenti. Punisco i colpevoli. E lo capisco. Cioè, lo capisco davvero. La fine della storia di Batman è che è morto. Perchè, alla fine, Batman muore. Cos’altro dovrei fare? Ritirarmi e mettermi a giocare a golf? Non funziona così. Non posso. Combatto finchè non cado. E un giorno, cadrò. Ma fino ad allora combatto. (Batman: Cos’è successo al Cavaliere Oscuro?)
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Giuseppe Minutoli paragona Batman ad personaggio della mitoligia greca: Ulisse. Secondo Giuseppe Gotham la sua Itaca. Esattamente come Ulisse dimostra come una mente ben fatta possa avere la meglio persino sugli dei.
Non è essere Batman che ti rende un uomo degno; è esattamente il contrario. (Batman of the Future: Il ritorno del Joker)

Batman of the Future (Batman Beyond) RW Lion

Batman of the Future (Batman Beyond) RW Lion

Massimo Silveri ne esalta doti e qualità perché è solo un uomo, con le sue qualità, coi suoi limiti, in lotta perenne con se stesso
Io ho dato un nome al mio dolore; e il nome è Batman. (Batman – Fumetto)
BATMAN 1
Alessandro Rossi in maniera più pragmatica risponde alla domanda “Perché è Batman”
C’è stato un tempo incontaminato, un tempo precedente. Esisteva la perfezione, l’assoluto adamantino. Come precipitano le cose, le cose sulla Terra. E ciò che cade, è caduto. (Batman v Superman: Dawn of Justice)

Batman interpretato da Ben Affleck

Batman interpretato da Ben Affleck

Daniel Perini ci ricorda che il Crociato Incappucciato è un personaggio che “Non ha poteri e la fa sempre franca”
Alfred: Vuole entrare in guerra?
Bruce: Quel bastardo ha portato la guerra qui, da noi, due anni fa. Dio santo, conta i morti: migliaia di persone. E poi quante? Milioni? Lui ha il potere di spazzare via l’intera razza umana, e se c’è anche una probabilità su cento che sia nostro nemico la dobbiamo considerare un’assoluta certezza! E dobbiamo distruggerlo.
Alfred: Ma lui non è nostro nemico!
Bruce: Non oggi. Vent’anni a Gotham, Alfred… abbiamo visto le promesse quanto valgono. Quante brave persone restano? Quante non sono cambiate? (Batman v Superman: Dawn of Justice)
Batman v Superman
Concludiamo con l’intervento di Giordano Bruno Bruce Tomei che ci racconta tutto qui:
Quando, in un tempo imprecisato che si perde tra i primi anni ’90, ancora bambino accesi il televisore e mi imbattei(quasi per caso) in un cartone animato dal tratto accattivante e dall’atmosfera noir (quella che diventerà la straordinaria “Batman: The Animated Series” anche grazie a doppiatori magistrali del calibro di Marco Balzarotti e Roberto Peroni) non potevo ancora sapere,cosa di lì a poco,sarebbe successo…
L’incontro con Batman: un evento tanto suggestivo quanto galvanizzante.
Nonostante l’impossibilità a seguire tutte le puntate del programma (cosa di cui me ne rammarico visto l’inaccettabile scelta della Warner Bros a non distribuire il cofanetto completo della serie in italiano) ogni qual volta mi era consentito rimanevo incollato davanti alla tv, subendo
la fascinazione per le avventure di un personaggio carismatico e oscuro diventato in poco tempo il mio eroe preferito.
Cosa mi piace del Crociato Incappucciato?
Decisamente impossibile affidarsi al dono della sintesi.
Bruce Wayne è una persona comune (non una divinità nè tantomeno un alieno) la cui natura è preda di un destino diviso tra luci ed ombre.
Si erge al di sopra delle leggi ma ne rappresenta la roccaforte; pur incarnando la notte è il faro della speranza di Gotham City; dispone di un conto miliardario e lo destina in buona parte
a orfani e indigenti; spirito di abnegazione, disciplina, rigore scientifico e investigativo sono le sue armi migliori.
Esiste, un punto di congiunzione tra il Cavaliere Oscuro e i suoi antagonisti, tale da amplificare la bellezza e la caratterizzazione psicologica dell’universo Batmaniano: l’ossessione.
Questa, come un filo passante riunisce a sè le perle, lega tra loro individui apparentemente distanti:L’Enigmista è ossessionato dal desiderio di dimostrare a Batman la sua superiorità celebrale, Hugo Strange da quello di scoprirne l’identità e prenderne il posto, Due Facce è ossessionato dalla dualità..etc.
L’elemento cardine, invece, in grado di distinguerlo e quindi consacrarlo alla gloria dei fans(presente!) è: l’Umanità, tra pregi e imperfezioni.
Non si ama un Self-Made-Hero del genere (diciamoci la verità) se non si arriva ad apprezzarne
i lividi, le ossa rotte, le paure e la costante lotta di un uomo per difendere se stesso e il prossimo da un crepuscolo, più buio del manto che indossa, rappresentato dalla violenza criminale.
Wayne e il suo alter-ego tratteggiano il tentativo coraggioso, disperato quanto meraviglioso
di mostrare a una società effimera, omertosa e dolente, una strada alternativa in grado di reintegrarne la dignità e i valori.
Si possono scegliere eroi più patinati e sorridenti oppure ci si può immergere a capofitto nelle atmosfere gotiche di una metropoli dove, tra la bruma della notte, un pipistrello governa il caos.
Da 28 anni a questa parte ho sempre optato per la seconda e…non ho nessuna intenzione di cambiare.
Bruce: Ancora al lavoro? Con la vecchiaia diventi lento, Alfred.
Alfred: Arriva per tutti, signor Wayne. Perfino lei è troppo vecchio per morire giovane. E non che non ci abbia provato. (Batman v Superman: Dawn of Justice)
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Potete rivedere il vostro post originale facendo clic qui sotto. Grazie a tutti per aver partecipato e se lo desiderate continuate pure, leggeremo tutto!

Batman e il grande schermo: una storia d’amore iniziata quasi 73 fa

Se oggi l’uomo pipistrello è sinonimo di una popolarità straordinaria, in pochi avrebbero scommesso su un successo cinematografico tanto longevo e costante quando il personaggio di Batman venne per la prima volta abbozzato nel 1939, nel tentativo di bissare l’exploit di Superman, nato l’anno prima.
Creato dalle matite due giovanissimi Bob Kane e Bill Finger, l’uomo pipistrello fa la sua prima apparizione sullo schermo nell’estate del 1943, quando la Columbia Pictures decide di renderlo protagonista di un serial cinematografico, intitolato semplicemente «Batman», composto da quindici episodi proiettati nelle sale a cadenza settimanale.
Realizzato al culmine della seconda guerra mondiale, questo prodotto mostrava Batman e Robin, nei cui panni agivano rispettivamente Lewis Wilson e Douglas Croft, alle prese con il temibile dottor.Tito Daka: una spia giapponese in grado di trasformare, tramite un dispositivo di sua invenzione, gli esseri umani in zombie al suo servizio.
Ottenuto un buon riscontro, la Columbia decise di proporne un seguito, «Batman e Robin», nel 1949: altri quindici episodi dove i due protagonisti, ora interpretati da Robert Lowey e John Duncan, hanno come nemico The Wizard, un personaggio incappucciato, la cui identità viene rivelata soltanto nella conclusione.
Se questi due serial sono nella memoria di pochi, ancora oggi è invece popolare la serie televisiva degli anni ’60 con protagonista Adam West, caratterizzata dai colori sgargianti dei personaggi e dalle scazzottate a tempo di musica.
Per sfruttarne il grande successo, la Fox decise nel 1966 di produrne un film vero e proprio, girato con lo stesso cast nella pausa estiva tra la prima e la seconda stagione della serie: da molti considerato un vero e proprio cult, il primo lungometraggio di Batman, diretto da Leslie Martinson, è un prodotto ingenuo e divertente dove i nemici storici dell’eroe mascherato sono quasi tutti presenti.
Diversi anni dopo sarà il genio di Tim Burton a ripescare l’eroe di Kane e Finger, in «Batman» del 1989, approfondendo, come mai era stato fatto prima sullo schermo, le origini e la natura psicologica del personaggio. Cocktail postmoderno di generi (dal poliziesco all’horror, passando anche per la commedia) e ricco di omaggi alla storia del cinema, questo film rimane ancora oggi uno dei titoli più significativi degli anni ’80, anche grazie alla memorabile performance di Jack Nicholson nei panni di Joker.

Batman 1989 Jack Nicholson è Joker

Batman 1989 Jack Nicholson è Joker

Sebbene non fosse inizialmente previsto un seguito, nel 1992 esce «Batman-Il ritorno», ancora con Burton alla regia e Michael Keaton sotto il costume dell’uomo pipistrello: l’accento, grazie soprattutto alla presenza del personaggio di Pinguino, si sposta sui temi della solitudine e della diversità, il ritmo si fa meno concitato e più riflessivo, ma l’ottimo livello raggiunto con il precedente capitolo rimane invariato.

Batman - Il ritorno (Batman Returns) film del 1992 - Danny DeVito è Oswald Cobblepot/Pinguino

Batman – Il ritorno (Batman Returns) film del 1992 – Danny DeVito è Oswald Cobblepot/Pinguino

Dopo le due pellicole gotiche di Burton, la Warner Bros affida a Joel Schumacher (regista, tra gli altri, di Ragazzi perduti, Un giorno di ordinaria follia e Il cliente), il terzo e il quarto capitolo della saga: «Batman Forever» del 1995, con protagonista Val Kilmer, e «Batman & Robin» del 1997 con George Clooney e Chris O’Donnell nei ruoli dei due eroi mascherati.
La volontà della casa di distribuzione era quella di realizzare una trasposizione molto più fedele al fumetto rispetto all’ottica autoriale di Burton per garantirsi il successo commerciale.

L’intenzione iniziale di Schumacher era quella di girare un prequel basato sulla graphic novel Batman – Anno uno di Frank Miller. La Warner glielo impedì ma gli concesse di inserire dei flashback per analizzare il passato e le origini di Batman.

Quello che affascinava il regista, infatti, era l’approfondimento psicologico del protagonista, un aspetto lasciato un po’ in disparte nei due film precedenti di Tim Burton. Gli sceneggiatori Lee e Janet Scott-Batchler, con l’aggiunta di Akiva Goldsman, scrissero una storia nella quale il Cavaliere Oscuro affronta il suo dualismo scavando nel proprio subconscio con l’aiuto di una psicologa di cui s’innamora. Avversari dell’eroe sono lo schizofrenico Due Facce e il cervellotico Enigmista. A gettare luce nella crociata solitaria di Batman arriva invece Robin.

La scenografa Barbara Ling decise di scostarsi dallo stile dark e gotico dei primi due film optando per una Gotham più sgargiante che mescola le atmosfere fumettistiche anni ’40-’50 e le architetture della New York anni ’30 con le luci al neon e le fosforescenze di Tokyo. Il tutto punteggiato da barocchismi ai limiti del kitsch tra i quali delle statue esageratamente gigantesche. É chiaro fin da subito che il film punta ad accattivare un pubblico più giovane ed avvezzo al linguaggio visivo dei cartoon.

George Clooney: Bruce Wayne/Batman - Chris O'Donnell: Dick Grayson/Robin - Alicia Silverstone: Barbara Wilson/Batgirl

George Clooney: Bruce Wayne/Batman – Chris O’Donnell: Dick Grayson/Robin –
Alicia Silverstone: Barbara Wilson/Batgirl

Tralasciando una parentesi di tre pellicole d’animazione dirette da Curt Geda per il piccolo schermo («Batman: the Movie» del 1999, «Batman Beyond: return of the Joker» del 2000 e «Batman: Mistery of the Batwoman» del 2003), il personaggio troverà nuova vita con Christopher Nolan: il regista inglese, reduce dai successi di «Memento» e «Insomnia», sceglierà di ricominciare dalle origini dell’uomo pipistrello con «Batman Begins» del 2005, in cui vengono indagati i motivi che hanno spinto Bruce Wayne a trasformarsi nel celebre giustiziere mascherato.

Batman Beyond: dvd box set

Batman Beyond: dvd box set

 

Batman Begins

Batman Begins

Christian Bale ne dà una versione sfaccettata e introversa. Il film (nonostante gli oltre 350 milioni di dollari d’incasso nel mondo) si prende sul serio dando meno spazio alla spontaneità come invece avvenuto nelle opere burtoniane.
Tutt’altro livello è stato quello raggiunto dal successivo «Il cavaliere oscuro», uscito nell’estate del 2008 e considerato uno dei film più spettacolari e significativi: Christopher Nolan conquista la piena maturità alla regia e Heath Ledger, nei panni di Joker, dà vita a uno dei cattivi più inquietanti, con le sue psicosi e perversioni, che siano mai apparsi sul grande schermo.
Critica entusiasta e pubblico che ha riempito le sale per diversi mesi. Risultato: oltre un miliardo di dollari al box office e dodicesimo incasso di sempre.
«Il cavaliere oscuro-Il ritorno» ha puntato a fare ancora meglio, grazie a un passaparola incalzante che ha reso l’attesa sempre più febbrile, soprattutto in Italia che ha avuto il piacere di ospitare anche la mostra ufficiale della Warner Bros ad Ostia (RM). Il budget di 250.000.000 di dollari usato per la realizzazione del film è stato il più alto di tutta la trilogia, e, come i precedenti episodi, si rivelò un successo di pubblico e di critica ed è diventato il film più proficuo della saga di Nolan.
Il capitolo conclusivo della trilogia di Nolan, dove Batman se la vede con Bane e con Catwoman, non sarà probabilmente l’ultima apparizione da “solista” sul grande schermo dell’eroe mascherato. Infatti, oltre alle apparizioni che ci saranno nei prossimi film targati DC Comics, già si parla, di un possibile reboot, un ennesimo nuovo inizio della saga, che potrebbe entrare in produzione nei prossimi anni: certo il regista designato dovrà avere una buona dose di coraggio, perché fare meglio di Burton e Nolan sembra una sfida più ardita di qualsiasi impresa realizzata dall’uomo pipistrello nel corso della sua lunga carriera. Batman Crime Solver vi offre in allegato la rivista ufficiale del film Batman & Robin qui sotto. Buona lettura.

Qui puoi scaricare la rivista ufficiale del film Batman & Robin

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Michael Keaton e…il terzo film di Batman

Batman-HPMichael Keaton è lo storico interprete dei due Batman diretti da Tim Burton usciti nel 1989 e nel 1992. Dopo Batman Returns, la Warner e Burton stavano pianificando un terzo capitolo, anche se poi la major ha optato per un rilancio del franchise più pop e meno dark con i due lungometraggi di Joel Schumacher.

Di recente l’attore che ha impersonato Bruce Wayne e il suo alter ego ha partecipato al podcast WTF con Marc Canton, dove ha espresso le sue idee a riguardo di questo film mai nato e altri aneddoti.

Keaton racconta che dopo aver girato Beetlejuice con Burton, aveva appreso che il regista stava pianificando un lungometraggio su Batman e che il filmmaker desiderava che lui leggesse il copione, dato che era intenzionato a averlo come protagonista.

Al tempo non conoscevo bene il fumetto, i suoi aspetti pulp, avevo dimestichezza più che altro con lo show televisivo. Dopo aver letto Il Ritorno del Cavaliere Oscuro mi sono interessato di più.

Lui e Tim Burton condividevano l’idea che doveva trattarsi di un personaggio estremamente depresso, un vigilante problematico.

Tempo fa, Keaton aveva dichiarato di non aver visto la Trilogia di Christopher Nolan nella sua interezza e, a quanto pare, non è stato fatto nulla per sopperire alla cosa anche se quelle riservate al regista inglese sono parole di elogio:

Quello che ci ha lavorato adesso, Chris Nolan, è un tizio pieno di talento. Ma lo dico come se li avessi visti, cosa che in realtà non ho fatto. A dire il vero non ho visto molto neanche del secondo che ho fatto io.

Tornando al terzo film che lui e Burton non hanno mai girato, scopriamo che si sarebbe trattato di una pellicola sulle origini del personaggio, sulla falsariga di Anno Uno di Frank Miller (seminale graphic novel cui Batman Begins di Nolan è fortemente debitore):

La direzione intrapresa da Nolan è esattamente quella che volevamo percorrere noi. Volevamo vedere come e perché questo tizio aveva deciso di mettersi in gioco in questo modo. Potevamo sistemare tutti quegli aspetti che, magari, avevamo smarrito per strada. Poteva trattarsi di un progetto davvero brillante.

(Fonte: Collider)

LA TRILOGIA DI LOEB E SALE

writer: Jeph Loeb
penciler-inker: Tim Sale
colorist: Gregory Wright – Dave Stewart

Vi ricordate film come Il Padrino o Gli Intoccabili? Bene, cercate di visualizzarli attentamente, perchè questa trilogia che potrebbe essere interpretata come la trasposizione in fumetto di quei film. L’immagine della famiglia mafiosa col tipico retroterra di tradizioni e pseudo-valori e codici d’onore viene qui proposta con la stessa intensità di quelle pellicole. La figura principale di queste famiglie, Carmine Falcone, sembra essere ripresa pari pari dal Vito Corleone impersonato magistralmente da Marlon Brando.
Ma partiamo dall’inizio. Sulla scia del successo di Anno Uno, la DC intende descrivere il seguito del primo anno di attività di Batman, e lo fa chiamando alla regia la coppia Jeph Loeb e Tim Sale, che già s’era fatta notare producendo un trittico di brevi racconti del pipistello, tutti imperniati sulla festa di Halloween. Loeb, appassionato dei film sopra citati, raccoglie da Miller il tema di una Gotham City ancora in preda alle famiglia malavitose, di cui quella dei Falcone è la dominante, e lo sviluppa aderendo ancora di più all’iconografia dei film, nelle scenografie, negli ambienti, perfino nei dettagli (tipi di armi, autoveicoli ecc), tutto sembra riportato al periodo di Al Capone e soci. Anche la caratterizzazione dei personaggi è ripresa dai divi del cinema degli anni ’40-’50 (in particolare Catwoman quando è nei panni di Selina Kyle ricorda immancabilmente Ava Gardner o Hedy Lamarr). E la trilogia, che copre circa due anni di attività del cavaliere oscuro, racconta del passaggio dalla metropoli infestata dalla mafia (quindi in definitiva una metropoli ordinaria) fino alla scomparsa delle famiglie malavitose ed all’arrivo dei criminali fuori dall’ordinario, che uno alla volta ci sfilano davanti: Due Facce innanzitutto, che è il vero protagonista, almeno dei primi due volumi, e poi Joker, Spaventapasseri, Cappellaio Matto, Pinguino, Poison Ivy, Enigmista, Dr.Freeze, e via dicendo. Non a caso, Il Lungo Halloween è stato, insieme ad Anno Uno, la principale fonte d’ispirazione per Christopher Nolan nei suoi due recenti film su Batman.
Le storie sono magistralmente condotte con la tipica struttura del thriller poliziesco (l’assassino si scopre sempre e solo alla fine!), e i disegni di Sale si sposano alla perfezione con la trama di Loeb: tagli netti di stanze buie illuminate da luci al neon, alternati ad ambienti fumosi o appena illuminati dalla luce che filtra dalle veneziane; un confine tra bene e male reso labile da ampie tonalità di grigio.
Diversi temi vengono trattati; cito tra questi l’amicizia (sia quando si tratta di una rottura difficile da superare, come quella tra Batman e Harvey Dent – sia quando si tratta di un consolidamento, ancora tra Batman e Gordon); l’attrazione romantica e sessuale (che traspare continuamente, anche se non giunge mai ad una relazione vera, tra Batman/Catwoman da un lato, e Bruce Wayne/Selina Kyle dall’altro, entrambi ancora ignari delle rispettive doppie identità); il ruolo di Batman nella trasformazione del male a Gotham City: la fine delle famiglie mafiose e l’arrivo dei criminali-freak è casuale o è stato lo stesso Batman – vigilante fuori dall’ordinario – a scatenarne la venuta? E’ questo un interrogativo che perseguiterà il cavaliere oscuro per il resto della sua carriera.

BATMAN: VITTORIA OSCURA
collana di 13 numeri + num.zero (1999-2000)


Siamo ancora nel primo anno di attività di Batman, che collabora col procuratore Harvey Dent e col tenente Jim Gordon (non ancora commissario). La storia prende spunto da un misterioso killer chiamato Holiday, per il fatto che uccide le vittime nei giorni di festa. Ogni capitolo della storia fa infatti riferimento ad una festività del calendario, e copre circa un mese di tempo. Tra i personaggi che qui appaiono merita una breve spiegazione Solomon Grundy. E’ un personaggio che risale ancora alla golden age, ispirato da una filastrocca del 1842 che leggerete nella storia e che inizia con “Solomon Grundy, nato un lunedì…”. Si tratta di un uomo ucciso ed affondato in una palude, il cui corpo, rimasto immerso per anni nel fango, riemerge da esso come un essere bruto e quasi privo di cervello: e dopo aver sentito canticchiare quella filastrocca, inizia a ripeterla senza requie, da cui il nome che gli viene appioppato.
Ma il tema principale della storia è la caduta di Harvey Dent, che da fedele alleato di Batman e di Jim Gordon si trasformerà in Due Facce, a seguito dell’acido versatogli contro dal boss mafioso Sal Maroni durante un’udienza in tribunale. Come abbiamo detto però, non tutto è solo bianco o nero: l’acido è solo un catalizzatore, che farà emergere violentemente delle pulsioni nascoste che in Dent erano già presenti da prima.
La saga ebbe così tanto successo che allo stesso team creativo fu subito assegnato di scrivere due sequel della stessa, ambientati in contemporanea ma con personaggi diversi.

BATMAN: IL LUNGO HALLOWEEN
collana di 13 numeri (1996-1997)


Qui siamo all’incirca al secondo anno di attività del cavaliere oscuro. Il racconto segue esattamente la stessa struttura del precedente, tredici episodi (c’è anche un breve prologo), ciascuno focalizzato su una festività del calendario e di durata circa un mese. Stavolta però vengono presi di mira gli agenti della polizia di Gotham City, che uno ad uno vengono trovati impiccati, e su di loro viene appeso un indovinello; da cui, il killer misterioso viene denominato l’Impiccato. Ma all’interno di questa, è presente un’altra trama che riguarda una guerra per il controllo del territorio tra Due Facce e l’ultima supersitite della famiglia Falcone, Sofia. E una terza trama appare da metà storia in poi: le origini di Robin come spalla di Batman (anche se queste origini sono state riscritte più volte, in particolare in Robin: Year One). L’ambientazione, come lascia capire il titolo, è ancora più oscura rispetto al precedente racconto, proponendosi come un thriller psicologico cupo e disperato.

CATWOMAN: VACANZE ROMANE
collana di 6 numeri (2004)

Verso la metà dei fatti narrati in Vittoria Oscura, Catwoman sparisce da Gotham City (non senza aver lasciato prima un biglietto d’addio a Bruce Wayne) e parte alla volta di Roma dove vi rimane per un certo tempo, per scoprire la vera identità di suo padre; infatti sospetta che questo sia il boss Carmine Falcone. Non riuscirà ad averne la conferma, ma in cambio passerà per diverse peripezie che coinvolgono anche un altro villain, l’Enigmista.
Questa storia andrebbe letta in parallelo temporale con Vittoria Oscura, ed anzi nell’ultimo capitolo di quello si fa esplicitamente riferimento a questo viaggio, che si conclude esattamente nel momento in cui Catwoman ritorna a Gotham City, dove incontrerà Batman fornendogli informazioni riguardo a Sofia Falcone.
Al di là della trama, sono comunque divertenti i paesaggi e gli ambienti italiani descritti da Loeb e Sale, pittoreschi ed allo stesso tempo stereotipati come da classica visione americana; e mentre Catwoman/Selina è ancora più sensuale che nelle storie precedenti, all’Enigmista viene riservato un ridicolo ruolo da patetica e viscida macchietta.

The Batman, un fumetto in attesa di rivedere il film

Credeva di volere vendetta, ma si è innamorato della giustizia. Il suo nome è… Batman.

Una sorprendente incarnazione di un Batman giovane, avventato e inesperto, ideale prosieguo in chiave animata di Batman: Anno uno. Con un design nuovo, piacevolissimo e disegni di qualità semplice ed efficace, queste storie autoconclusive costruiscono un affresco dinamico e inedito che tratteggia un Cavaliere Oscuro come non l’avete mai visto. Adatto a un pubblico di tutte le età (anche se la copertina indica l’età di 10 anni), saprà piacere anche ai più esigenti amanti dei comics americani.

Questo volumetto edito da BAO Publishing presenta The Batman una serie animata del 2004 prodotta da Warner Bros, incentrata sulle vicende del personaggio dei fumetti Batman. La serie costituisce per la storia del supereroe una vera e propria rilettura in chiave moderna, più industriale ed underground, basata sullo stile del film Batman Begins. Per questo motivo non è connessa in alcun modo con il corso attuale degli eventi nel fumetto.

Lo stile del cartoon, in questo fumetto è rispettato in pieno.
Certo le storie sono leggerine, ma godibilissime! Buone caratterizzazioni, tanta azione e divertimento!
Spero che la BAO Publishing continui questa serie, ci sono più di 40 storie ancora da raccontare.


Titolo: BATMAN

Genere: Libri
Editore: BAO PUBLISHING
Testi: Bill Matheny
Disegni: Terry Beatty
Christopher Jones
Colori: Heroic Age

Formato: 14X21
Pagine: 128
Colore: Colore
Caratteristiche: Brossurato

Qui troverete un episodio del cartone animato della Warner Bros.