Così Recchioni ha stravolto Dylan Dog: “Scrivere Batman? Assurdo, pare uno scherzo”

Durante Lucca Comics & Games 2019 l’autore romano Roberto Recchioni ha presentato gli ultimi due numeri che sovvertono completamente il mondo del personaggio, con tanto di matrimonio con Groucho, e una prestigiosa collaborazione con Batman.

Questa Lucca rappresenta senza dubbio uno dei momenti più importanti della tua carriera, abbiamo la collaborazione con la DC per il crossover con Batman, il culmine del tuo arco narrativo, benedetto da Sclavi, con Dylan, “Roma sarà distrutta in un giorno” con Il Muro del Canto, Chanbara e un sacco di altre cose che probabilmente ancora non ci puoi dire.

Come gestisci tutto questo e come gestisci il pensiero che tutto questo un giorno finirà?

«Tre anni fa, in quello che pensavo fosse già il picco, alla fine di un Napoli Comicon particolarmente intenso di cui ero il magister con tanto di mostra, gigantografie in giro, eventi eccetera decisi di fermarmi. Il mio nome era ovunque, lo avevo usato come una sorta di marchio per promuovere una serie di iniziative e c’erano cose mie in quasi tutti gli editori. Alla fine dell’ultima giornata mi son seduto su un prato e ho detto “Mi fermo, la mia rotta non è più chiara”. Per un po’ ho lavorato meno, anche se non si vedeva, perché i fumetti sono come delle navi, hanno una lunga inerzia e vanno avanti anche quando dai lo stop. Ho deciso di tornare a scrivere alcune cose molto concentrate. Da lì poi è nato “La fine della ragione” e poi tutto quello che è arrivato oggi che il frutto di parecchi anni di lavoro molto intenso concentrati in un momento specifico. E questo chiaramente un apice ancora più grande, c’è la conclusione di un lavoro lungo su Dylan che però rilancia qualcos’altro perché da qui parte una fase nuova di Dylan sia per il personaggio, sia per me nello specifico, e adesso le cose si faranno interessanti, di sicuro non mi fermo».

Però, come dicevamo, finirà.

“E arriviamo alla seconda parte la domanda, quella tosta… non so, io so per certo che non può durare, presto tardi invecchierò, i giovani si faranno sotto e mi dovranno “uccidere”. Il tema dell’uccidere il padre e lo stesso tema di Dylan. Ci sono vari modi per prenderla, ci sta di irrigidirsi, perché non hai visto da che parte arrivava il meteorite, da che parte arrivava il tuo omicida, e quindi prendere posizioni da ultraconservatore. Ci sono alcuni autori della generazione prima della mia che mi odiano perché non mi hanno visto arrivare».

Hai più volte detto che invecchiare e perdere presa sul presente è una tua grande paura no?

«Il terrore di essere diventato un vecchio trombone è forte, quindi continuo ad analizzarmi costantemente, ma so che presto o tardi, perderò il polso. Quindi visto che ho degli esempi negativi precisi davanti a me, delle persone che ho eletto come i miei “beta tester” negativi di quello che non voglio essere, tengo gli occhi aperti e quando vedo arrivare qualcuno, invece di irrigidirmi, lo chiamo. Quando ho visto arrivare per esempio Lorenzo Palloni che è probabilmente lo sceneggiatore che più velocemente si è imposto negli ultimi anni ed è chiaramente un proiettile destinato al successo, lo hanno premiato anche recentemente, invece di fare muro l’ho chiamato per lavorarci assieme».

Invece che combattere fatteli amici?

«Non solo, il mio ruolo non è solo quello dell’autore, io ho la responsabilità e la possibilità di capire che uno come Lorenzo arricchirà Dylan Dog. Quindi l’ho chiamato e presto vedremo i suoi lavori. È chiaro che un Lorenzo potrebbe uccidermi, come chiunque altro. E va bene, fa parte dell’ordine naturale delle cose, però intanto combatterò, perché questa è una spinta a cercare sempre di essere dei buoni autori e soprattutto degli autori vivi, non dei dinosauri che rimpiangono un passato che non è mai stato bello come viene raccontato. E poi anche cercare di ridare al mercato quello che il settore ha dato a me».

E cosa ti ha dato il settore? Di cosa sei grato?

«Beh io ho avuto la possibilità, anzi le possibilità. Io ho avuto la possibilità di arrivare dove volevo arrivare. Se torno indietro e vado dal me stesso sedicenne che lavorava in fumetteria gli vado a dire “Lo sai che nello stesso periodo tu scriverai Tex, Dylan Dog, Batman, John Constantine e Il Corvo” penso che rimarrebbe abbastanza sorpreso».

Ecco, arriviamo a Batman, quando ti si è allungato il sorriso quando l’accordo è stato siglato e quanto è difficile lavorare su Batman?

«È difficile lavorare con Batman perché in generale è complesso lavorare con le grandi property perché insieme all’ok ti arriva un contratto vincolante che comprende anche un codice di comportamento come autore, su ciò che puoi e non puoi fare. Non è poi così difficile in termini autoriali perché per me quando ti confronti con un personaggio così ti devi ricordare che in Italia quando scrivi Tex o Dylan scrivi per più lettori di Batman, ma resta una icona e davanti alle icone tu puoi rimanere schiacciato oppure puoi guardargli negli occhi. Secondo me il rispetto sta nel guardare questi mostri sacri con deferenza, ma anche convinti di ciò che si vuole fare, sennò non li stai rispettando se non pensi di poter dare il tuo meglio».

Una cosa che non mi pare sia stata evidenziata è che questo accordo fa parte di un disegno più grande tra Warner e Bonelli, non parliamo solo di qualche crossover.

«Sostanzialmente la Warner/DC ha avviato una serie di collaborazioni con i grandi editori in giro per il mondo per vedere come gli autori locali interpretano le loro icone. È un discorso di dare e avere: la DC incamera visioni nuove dei suoi personaggi e le rende popolari in quei Paesi e da noi fa comodo perché Batman non vende così tanto e grazie a Dylan può arrivare a un pubblico più ampio. Dall’altra parte porta Dylan, che in questo momento è una figura importante, a diffondersi in tutto il mondo, perché il fumetto arriverà in tutto il mondo e vista la serie in lavorazione è importante che sia così».

Ma Batman e Dylan cosa hanno in comune? Come si amalgamano?

«Batman e Dylan sembrano due personaggi lontanissimi, in realtà non lo sono per niente. Anche se è vero che uno è un vigilante che si veste da pipistrello e picchia la gente di notte e Dylan è uno che rifiuta la violenza, hanno punti in comune enormi. Nonostante un diverso codice morale il loro cuore è nello stesso posto: entrambi conoscono il diverso e capiscono che il diverso è qualcosa da proteggere. Batman lotta per creare un mondo in cui lui non serve, perché sa benissimo di essere un mostro, un freak, un diverso in un mondo popolato da altrettanti mostri e questo gli dà un forte senso di comprensione di tutto ciò che non è allineato. Batman non uccide il Joker in The Killing Joke perché capisce perfettamente la “cattiva giornata” che ha reso Joker quel che è. Il Batman di Frank Miller quando si confronta con Harvey Dent nel primo capitolo de Il Cavaliere Oscuro spera per tutta la storia che non sia Dent il criminale che è tornato a colpire, spera che abbia trovato una via di fuga. Batman non uccide mai i mostri con cui si confronta perché sa di esserlo anche lui, è la sua versione de “i mostri siamo noi”. Dylan si basa sullo stesso meccanismo, non ricorre mai alla violenza, se non costretto, c’è una accettazione del lato oscuro della personalità che è molto forte. Poi ci sono gli elementi in comune: uno ha un commissario alleato e l’altro un ispettore, uno ha il maggiordomo fedele e l’altro un assistente, entrambi hanno una macchina peculiare, sono entrambi detective. Funzionano per antitesi, sembra un vecchio sketch di Cochi e Renato in cui uno diceva cose tipo “Mio padre ha la macchina di lusso” e l’altro rispondeva solo “Il mio no”».

Ma di Batman ce ne sono tanti, come è il tuo?

«Il mio è un Batman molto classico, la sfida è stata allontanarmi dai miei Batman più amati. Evitare la voce narrante di Frank Miller è stato uno sforzo durissimo. Credo sia un Batman molto ironico, tutte le 200 pagine di storia sono giocate come se fosse una raffinata commedia all’americana. Gli elementi ironici sono fortissimi perché di fronte a Batman c’è uno scettico».

Quale è stata la difficoltà più grande nell’amalgamare questi due universi narrativi?

«Il problema grosso di questi due universi è che il livello di realismo è molto differente. Nell’universo DC una persona Gotham City o a Metropolis alza lo sguardo, vede qualcuno volare e fa spallucce, è solo martedì. È tutto normale per quelle persone vedere qualcosa di straordinario. Killer Croc nel mondo DC è una minaccia, ma non stupisce nessuno, in quello di Dylan Dog è un mostro che manderebbe tutti nel panico e si dubiterebbe della sua stessa esistenza. Quindi il problema vero era riuscire a far conciliare questi due universi che hanno un così diverso livello di realismo. Per farlo mi hanno permesso di operare una piccola retcon nelle regioni del Joker e inserire un tassello della storia del Joker nella storia di Dylan. Questo significa che adesso c’è un frammento di Joker che tocca la storia di Dylan, nello specifico è il modo in cui il Joker conosce Xabaras nel passato. È un incontro significativo, che poi si ripeterà anni dopo e porterà Dylan e Batman a conoscersi».

Voglio arrivare al momento in cui ti sei seduto di fronte a una pagina bianca di Word e hai scritto “Batman”

«Fa strano, fa molto strano. Ho scritto Diabolik, ho scritto Tex, ho scritto tante cose, ma digitare le parole “Batman dice…” è una cosa particolare. Più che altro perché c’è quella cosa chiamata “La sindrome dell’impostore” no? Quella secondo cui abbiamo una vocina dentro che ci ripete continuamente che non ci meritiamo quello che stiamo facendo. Ecco, io non ce l’ho, è una cosa che non mi ha mai toccato. Ritengo di meritare di stare dove sto, però scrivere Batman è… buffo, ti sembra un grande scherzo. Si torna sempre a quel ragazzino sedicenne che disegnava Batman e oggi si guarda e fa “sì come no, stai disegnando Batman? E io sto disegnando Zorro!” e non è detto che un giorno non faccia Zorro!».

Torniamo su Dylan, torniamo un attimo indietro. Secondo te cosa ha visto Sclavi quando ti ha dato le chiavi del suo mondo?

«Fondamentalmente ha visto una storia. Lavoravo su Dylan Dog da un po’, Mater Morbi è stata la mia terza storia e Tiziano mi ha voluto conoscere quando ha letto Mater Morbi. Là lui ha visto evidentemente qualcosa e di sicuro la storia gli è piaciuta molto, visto che la giudica è una delle più belle in assoluto di Dylan. Quando ci siamo incontrati ci siamo trovati, abbiamo trovato un vissuto comune. Io e lui abbiamo esperienza di vita molto diverse ma dei problemi che hanno generato le stesse sofferenze».

Forse ha visto anche la persona giusta per “uccidere il padre”?

«Una cosa è certa: io con Tiziano ci discuto. Non gli dico sì, gli dico “parliamone”. E quando sei l’autore del secondo, e a volte primo, fumetto venduto in Italia e uno dei più venduti al mondo non sono tante le persone che vengono a contestare il tuo punto di vista. Quindi credo che abbia visto qualcuno con cui confrontarsi invece di chi gli diceva sempre di sì».

Non ha trovato anche una persona in grado di sostenere il livello di polemica generato dai cambiamenti?

«Non credo, Tiziano non ha idea di come funzionano oggi queste cose, non segue i social, non segue il mondo di oggi e non conosce la mole di commenti che mi arrivano addosso ogni giorno. Abbiamo parlato molto di eredità e penso che abbia capito che il rispetto di qualcosa non voglia dire lasciarla in una teca, ma tenerla viva, anche a costo di stravolgerla».

Uno stravolgimento che molti vedono in questo Dylan “politicamente corretto”, che però è il Dylan di sempre.

«Quelle polemiche sono veramente stupide. L’immagine iconografica di Dylan lo vede alla testa di una folla di mostri, trasfigurando la simbologia de Il Quarto Stato. Lui non si è spostato di un millimetro è dalla parte del diverso, dell’oppresso e del debole e quindi non c’è niente di strano se sposa un uomo. Semplicemente alcuni lettori si sono scordati che cos’è perché sono invecchiati, mentre lui no. Dylan deve stare da quella parte, non per una questione politica, ma civile, di ragionevolezza. In quale universo possiamo sostenere la teoria secondo cui persone uguali debbano avere diritti diversi? Per me è una questione di pura razionalità, non c’è nessuna logica, non possono esistere esseri umani di serie A e serie B e appena metti in discussione una cosa del genere per me sei un cretino».

Pensi che questa cosa avrà un impatto?

«Beh l’ha già avuta nei soliti Libero, Primato Nazionale, Casa Pound, ma è arrivato anche tanto amore. A Lucca Comics si è avvertita una reazione molto forte. Sia per quello che riguarda Dylan, sia il suo simbolo. Alla fine stiamo pur sempre parlando del primo protagonista, del primo personaggio titolare di un fumetto che appare in copertina sposato con un altro uomo».

Ma l’albo è tante altre cose, sfogliando le pagine sembra quasi un trattato su Dylan Dog.

«È un albo con tanti scopi: chiude una serie di sottotrame, esplicita il ruolo di John Ghost, che poi è il mio ruolo, io parlo per bocca di Ghost e sono stato quello che ha portato il personaggio là doveva trovarsi. C’è tantissimo metatesto e sai una cosa? Mi rendo conto che non a tutti piace. Molte persone non vogliono che sia ricordato che stanno leggendo fumetto e lo prendono male. Vogliono fuggire, non amano neppure troppi richiami al reale, agganci politici contemporanei. Vogliono una narrazione escapista che fugge dalla realtà. A me quella narrazione quando viene presa troppo sul serio fa schifo. La trovo pericolosa, reazionaria, portatrice di una idea sbagliata. Le grandi opere rimandano al reale sempre, tutto è politico. Game of Thrones non è una storia di draghi è una storia di politica che parla di potere oggi. Persino Guerre Stellari parla del nostro presente, anche il modo in cui è cambiato ci dice qualcosa. Il problema è che viviamo in una società che è completamente schiava da una parte di una eccessiva infantilizzazione e dall’altra di un eccesso di controllo dei messaggi».

In effetti siamo tra due poli: il totale disimpegno e la paura di offendere sempre qualcuno.

«Viviamo in un mondo dominato dalla narrazione, la politica è diventata più interessante perché ogni giorno c’è un colpo di scena artefatto che serve a mantenere vivo il racconto e l’interesse. Siamo talmente annoiati e spaventati che ci rifugiamo nelle storie e stilizziamo il reale. Il reale non può essere stilizzato perché è complicato, noioso e spaventoso. Io amo la narrazione ma non può sostituire la realtà».

Fonte:[La Stampa]

A partire da giovedì 19 dicembre 2019 è in distribuzione in tutte le edicole Dylan Dog/Batman, un albo di 94 pagine a colori (al prezzo di 4,90 euro) contenente quattro storie complete, tra cui proprio quella già inserita nel numero zero.

Dietro la splendida copertina di Emiliano Mammucari potete trovare infatti Relazioni pericolose di Roberto RecchioniWerther Dell’Edera e Gigi Cavenago, insieme a “La nuova alba dei morti viventi”, il remake del mitico numero uno di Dylan realizzato da Mammucari su testi di Recchioni e pubblicato per la prima volta nel Color Fest n. 18. La parte supereroica dell’albo è rappresentata invece dalla prima apparizione del Joker così com’è stata raccontata da Bill Finger e Bob Kane nel 1940, e dalla classicissima “La vendetta in cinque punti di Joker!” di Dennis O’Neil e Neal Adams, pubblicata originariamente nel 1973.

Se non siete stati a Lucca Comics, Dylan Dog/Batman è un ottimo punto di partenza per iniziare il processo di avvicinamento al crossover dell’anno prossimo. E anche se a Lucca ci siete stati o se avete comprato l’albo nel nostro Shop online, se amate l’Indagatore dell’Incubo o il Cavaliere oscuro, o il buon vecchio Joker, non potete lasciarvi scappare questo albo!

Fonte [Sito ufficiale Bonelli]

 

Arrowverse: Crisi sulle terre infinite. Tutto quello che sappiamo.

The CW: Crisis on Infinite Earths è un crossover che farà parte degli episodi delle prossime stagioni dei vari telefilm dell’universo DC Comics, tra cui Supergirl, The Flash, Arrow, Legends of Tomorrow e Batwoman. Si ispira alla saga di fumetti pubblicata tra il 1985 e il 1986, dal titolo Crisi sulle Terre infinite, scritta da Marv Wolfman e disegnata da George Pérez. Questo crossover-tv durerà ben cinque ore in totale.

I crossover hanno sempre fatto parte dell’Arrowverse sin dagli inizi: Flash vs Arrow, Il Coraggio e l’audacia nel 2014, durante il quale i due eroi hanno unito le forze per aiutarsi a vicenda contro i rispettivi nemici. Successivamente con Leggende di Oggi e Leggende di Ieri nel 2015, Medusa (Supergirl), Invasione (The Flash, Arrow, Legends of Tomorrow) 2016, fino ad arrivare nel 2017 a Crisis on Earth-X (potete leggere qualcosa anche qui) e Elsewords nel 2018 che unisce gli episodi di The Flash, Supergirl e Arrow, i cui eventi influiranno anche sul prossimo Crisis on Infinite Earths.

Crisi delle Terre Infinite”, è una catena impressionante di mondi e dimensioni paralleli al nostro, teatro ottimale per una serie di storie immaginarie e ipotetiche, come anticipato, codificate dalla DC Comics sotto la definizione di “Elseworlds”. Il fumetto originale include diversi eroi della DC Comics, compresi personaggi reclutati da altri tempi e luoghi, per combattere Anti-Monitor (nel telefilm interpretato da LaMonica Garrett).

Un personaggio terribile che proviene da un universo fatto di antimateria, con l’obiettivo di distruggere tutte le realtà che avrebbe incontrato lungo la sua strada. La storia non è altro che un “repulisti” dell’universo DC Comics, così come ci è stato proposto fino a quel momento. Ogni battaglia ha il suo prezzo e per la salvezza degli universi Supergirl e The Flash muoiono nel fumetto.

La versione a telefilm potrebbe suggerire la morte di Arrow, in quanto si tratta della sua ultima stagione e quella di The Flash che grazie al viaggio di Nora nel passato, sappiamo con certezza morirà nel 2024. Lo stesso Stephen Amell, star di Arrow, avrebbe rivelato la sua trasformazione ne Lo Spettro, figura estremamente famosa e potente nei fumetti della DC. Azzerando il precedente Universo con questo mega evento, la CW vuole portare avanti il nome di Oliver Queen tramite la figlia e il supporto della due Canary con uno spin-off che verrà lanciato nell’ultimo episodio della stagione otto. Resta da scoprire l’ambientazione temporale e se anche gli altri co-protagonisti faranno la loro comparsa.

Con questa notizia, martedì 10.09.2019, il produttore esecutivo e supervisore del crossover Marc Guggenheim ha dato ufficialmente l’annuncio dell’inizio delle riprese di Crisi sulle Terre Infinite.

I protagonisti degli episodi crossover-tv saranno Arrow, The Flash, Supergirl, rispettivamente interpretati da Stephen Amell, Grant Gustin e Melissa Benoist. Al gruppo degli attori principali si aggiunge anche Ruby Rose, nei panni di Batwoman, e il cast di Legends of Tomorrow.

Ad oggi sono stati annunciati diversi attori che saranno special guest. Brandon Routh e Tyler Hoechlin interpreteranno Superman. Routh, che in Legends interpreta Ray Palmer alias The Atom, sarà Clark Kent/Superman di Kingdom Come mentre Hoechlin, sarà l’Uomo di Acciaio di un altro arco temporale,

Osric Chau è stato scelto per il ruolo ricorrente in Ryan Choi, alias The Atom (il quarto in ordine cronologico).

Kevin Conroy (il doppiatore storico di Batman: The Animated Series, Batman Beyond), indosserà i panni di Bruce Wayne del futuro,

Ashley Scott riprenderà il suo ruolo di Cacciatrice di Birds of Prey,

Erica Durance di Smallville interpreterà ancora Lois Lane e Tom Welling sarà nei panni di Clark Kent/Superman

anche l’attore John Wesley Shipp che ha interpretato Henry Allen che Jay Garrick, ovvero il Flash di Terra-2 e che durante il crossover Elseworlds ha ripreso il ruolo di Barry Allen dalla serie di The Flash degli anni ’90, dopo la sua scomparsa per essersi battuto contro The Monitor,tornerà a far parte del cast. Lynda Carter, che ha interpretato Wonder Woman nell’omonima serie TV più di 40 anni fa, potrebbe riprendere il suo ruolo. Nel cast comparirà perfino Burt Ward, lo storico Robin del Batman televisivo degli anni Sessanta, in un ruolo non ancora precisato, ma la grande novità è che nel crossover sarà presente anche il personaggio di Black Lightning.

Ma i riferimenti sembrano non finire, infatti ci sarà un momento in cui ci sarà la presenza indiretta della versione di Batman diretti da Tim Burton e interpretati da Michael Keaton.

Ricapitolando storia del crossover si svilupperà in Supergirl, Batwoman, Arrow, Legends of Tomorrow e The Flash, come di seguito: la prima parte verrà mandata in onda l’8 dicembre 2019 in Supergirl; la seconda il 9 dicembre 2019 in Batwoman; la terza il 10 dicembre 2019 in The Flash, la quarta e la quinta il 14 gennaio 2020 in Arrow e Legends of Tomorrow.

Ad oggi Stephen Amell, l’attore interprete di Oliver Queen, ha mostrato una parte della sigla dell’attesissimo crossover.

https://twitter.com/stephenamell/status/1192680292739252225?s=12

Altro fotogramma è stato pubblicato dal sempre dal produttore.

Le riprese della quinta stagione di DC’s Legends of Tomorrow sono iniziate a luglio 2019, e il suo debutto è atteso in America, su The CW, nel gennaio del 2020, proprio nel periodo della “Crisi”. La notizia giunge direttamente dalla sceneggiatrice della serie Keto Shimizu la quale ha postato su Twitter la prima pagina dello script della puntata 7, il cui titolo è Romeo v Juliet: Dawn of Justness con un chiaro omaggio al titolo Batman v Superman di Zack Snyder, il cui sottotitolo era proprio Dawn of Justice.

L’episodio, come è visibile dal post, è stato scritto da Ray Utarnachitt e Matthew Mala, e verrà diretto da Alexandra La Roche.

SE VOLETE SEGUIRE MEGLIO LE SERIE TV DC COMICS, VI CONSIGLIAMO DI LEGGERE QUI.

Arrow, Flash, Supergirl e Legends: Nuovi dettagli del crossover, Russell Tovey ospite

The CW ha diffuso i dettagli del secondo crossover tra le sue serie supereroistiche Arrow, The Flash, Supegirl e DC’s Legends of Tomorrow. Andrà in onda negli Stati Uniti tra lunedì 27 e martedì 28 novembre, e questo già lo sapevamo, mentre si apprende ora che s’intitolerà Crisis on Earth-X, come rivela anche il poster più in basso disegnato dalla leggenda dei fumetti Phil Jimenez, racconterà anche di un matrimonio, e coinvolgerà un supereroe omosessuale interpretato dalla star di Quantico Russell Tovey.
La storia si concentra sulle nozze imminenti tra i protagonisti di The Flash Barry Allen (interpretato da Grant Gustin) e Iris West (Candice Patton). Quando gli eroi dei quattro show arrivano in città e si riuniscono per celebrare l’unione, un gruppo di terribili villain di Terra-X interrompe i festeggiamenti mettendo in atto un piano micidiale.
Tovey vestirà i panni di Raymond ‘Ray’ Terrill, un giornalista che una volta ha scoperto di un gruppo di scienziati del governo al lavoro su un progetto segreto per trasformare la luce in un’arma di distruzione di massa. Prima di poter rivelare al mondo le sue scoperte, Ray è stato esposto dal capo del progetto a una “bomba di luce” genetica. Questa non è riuscita a ucciderlo, anzi, gli ha conferito poteri con i quali Ray ha capito di poter andare oltre il racconto delle ingiustizie – che può intervenire attivamente per fermarle. Sotto il nome di Raggio, lui è stato reclutato dallo Zio Sam (un supereroe basato sulla figura dello Zio Sam, personificazione dello spirito degli Stati Uniti d’America) e dai Combattenti per la Libertà per combattere la violenza e l’oppressione ovunque queste si manifestano.

“Abbiamo concepito il crossover di quest’anno come rievocazione degli Annual crossover di Justice League/Justice Society con i quali siamo cresciuti e che attendavamo da bambini”, commentano i produttori esecutivi Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg in un comunicato. “Phil era la scelta perfetta per dare forma al poster a fumetti di quest’idea. Si possono contare sulle dita di una mano gli artisti capaci di rappresentare in modo convincente così tanti personaggi in una sola immagine. Phil è uno di loro. E la sua opera evoca la copertina di Justice League #207, il ventesimo Annual crossover di JLA/JSA. Il bambino di 10 anni che è in noi è al settimo cielo”.

Nel frattempo arriva notizia che uno dei protagonisti di Legends of Tomorrow lascerà la serie targata The CW durante la terza stagione che ha preso il via ieri sera negli Stati Uniti.
Secondo quanto riporta Deadline l’attore Victor Garber, interprete di Martin Stein, dirà addio allo show a causa dei suoi impegni a Broadway in occasione del revival del musical Hello, Dolly! che lo vedrà impegnato sul palco a partire dal 20 gennaio.
Le riprese della serie si svolgono invece a Vancouver, rendendo impossibile gestire i due impegni, e gli autori hanno già pianificato l’uscita di scena di Garber che si trasferirà a breve a New York.

Articolo di comingsoon.it

 

Possibile il crossover tra Gotham e l’Arrowverse, parola di David Mazouz

Fin da quando abbiamo visto le prime immagini della serie Gotham, ci siamo chiesti se Bruce Wayne potrebbe mai interagire con le attuali serie CW in un possibile crossover e in qualche modo avere a che fare con gli eroi dell’Arrowverse. Tali crossover sono stati resi realtà già in tutte le serie attualmente in corse: Arrow, The Flash, Supergirl e DC Legends of Tomorrow.
Questo significa che si potrebbe potenzialmente vedere un giovane Bruce Wayne da Gotham interagire con personaggi del calibro di Green Arrow in un crossover?
David Mazouz, il giovanissimo attore californiano, star indiscussa della serie Gotham nei panni di un giovanissimo Bruce Wayne, intervistato da Movie Pilot, ha dichiarato: “Penso che potremmo facilmente fare un crossover grazie a Flash, perché lui viaggia nel tempo. L’ostacolo più grande prima che arrivasse Flash, quando c’era solo Arrow, era che Gotham è ambientato nel passato, mentre Arrow nel presente. Non siamo nello stesso tempo, quindi come è possibile un crossover? Tuttavia, ora che sappiamo che il viaggio nel tempo non è solo stato introdotto, ma ampiamente usato con Legends of Tomorrow e The Flash, è molto plausibile che un crossover possa accadere, perché potremmo tornare indietro nel tempo e visitare Gotham. Lo sostengo in pieno. Sono un grande fan. Penso che sarebbe fantastico.”

Stephen Amell, David Mazouz and Grant-Gustin

Quando poi gli è stato chiesto se ci fosse un personaggio particolare, con cui Bruce Wayne vorrebbe interagire con, Mazouz ha suggerito:
“Mi piacerebbe per Bruce interagire con un giovane Clark Kent. Batman V Superman fa apparire Gotham e Metropolis come città gemellate distaccate da tutta una baia. Se questo è il caso, allora Clark Kent potrebbe prendere una barca attraverso la baia e visitare Gotham. Penso che potrebbe essere davvero cool.”
Abbiamo trovato questa sua dichirazione, spiritosa quanto intraprendente.
I personaggi “cattivi” di Gotham si stanno moltiplicando e Bruce Wayne, presto sara’ Batman ed avrà certo bisogno di essere aiutato da qualche altro supereroe. Chi verra’ in suo soccorso?