STORIA DEL FUMETTO MODERNO: PIPISTRELLI E RINASCIMENTO AMERICANO – Parte 4/6

La DC Comics, sviluppando il discorso di rinnovamento in corso dall’anno precedente, continua la rilettura dei suoi due principali characters. Superman, affidato alle capaci mani di John Byrne, attraversa la miniserie The Man of Steel (giugno 1986) eliminando la presenza di Superboy dall’adolescenza di Clark Kent, identità terrestre dell’ultimo figlio di Krypton e quindi cancellando idealmente più di quarant’anni di storie per ragazzi. Batman, ritrasformato in vigilante cinquantenne alla fine della carriera da Frank Miller, arriva forse alla cima più alta della sua vita editoriale con la miniserie di quattro numeri The Dark Knight Returns (marzo 1986) che lo stesso Miller, insieme a David Mazzucchelli al disegno, collegò in seguito con Batman: Year One, una serie nella serie in Batman Comic dal n. 404 al 407, in cui definì per sempre le origini del Crociato di Gotham City. Quest’anno sottolinea in parte la metà umana dell’eroe mascherato in genere; Miller, per Batman come per Daredevil (serie regolare dal n.226 al 233, disegni di Mazzucchelli), impone una psicologia che poi approfondisce, ponendo di fronte ai lettori una personalità, spesso discutibile, ma certamente priva di luoghi comuni, una lezione che anche Alan Moore applicò con successo sia a Superman, con Whatever happened to the Man of Tomorrow? (Superman n.423 e Action Comics n.583 del 1986, disegni del noto Curt Swan) dove l’Uomo d’Acciaio, in un “What W’ conclusivo, appendeva la calzamaglia al chiodo per sempre, sia alla maxi-serie di dodici albi Watchmen (settembre 1986/ottobre 1987) dove, insieme alle tavole di Dave Gibbons, esplorò quello che i supereroi sarebbero stati in un mondo reale.

Sul fronte Marvel, i più grandi successi del periodo, furono una rinarrazione degli anni di guerra nel Vietnam in The Nam (dicembre 1986) e l’estrapolazione dal gruppo degli X-Men della testata X-Factor (febbraio 1986), oltre ai festeggiamenti per i suoi venticinque anni di produzione e per la nascita dei Fantastic Four (1961). Jim Shooter lancia il suo progetto più ambizioso: il New Universe, dove i personaggi vivono nel cosidetto “tempo reale”. Nessun titolo cattura purtroppo l’interesse dei collezionisti, avviandosi irrimediabilmente verso la chiusura. Nei guai anche la Charlton Comics, la cui distribuzione è ormai affondata costringendo la società all’abbandono mentre entra in campo la Gladstone Publishing con una rinnovata linea Disney, una serie di characters notissimi ma fuori dal mercato per quasi due anni che raggiunge subito negozi specializzati e collezionisti. Altri due nomi si uniscono ai grandi del riconoscimento grafico: con la serie regolare The Shadow ritorna Howard Victor Chaykin (1986/87, DC Comics) e, su testi di Miller, la serie limitata per adulti in otto numeri Electra Assassin (agosto 1986/ marzo 1987 per la Epic, divisione Marvel) del visionario Bill Sienkiewicz. Nel 1987 però l’acquisto indiscriminato da parte di collezionisti e proprietari di negozi di comics rallenta. Letteralmente centinaia di piccoli editori indipendenti approfittano delle piccole speculazioni dei privati per editare albi di povera o dubbia qualità e, un taglio drastico agli acquisti è la prima risposta dei lettori. La stampa degli indipendenti si aggira intorno alle ventimila, quarantamila copie e, con il calo delle vendite, solo la migliore produzione sopravvive alla caduta. Molti degli editori più piccoli sospendono totalmente l’attività. Compare sul mercato la nuova ondata giapponese e la First Publishing ottiene i diritti per l’edizione americana di Lone Wolf and Cub nel maggio 1987 (in originale Kozure Okami, nato nel 1970 da Kasuo Koike e Goseki Kòjima), uno dei comics che influenzò di più l’opera di Miller, da Ronin a Borra Again. Al successo del Lupo Solitario segue la pubblicazione per l’Eclipse di altri manga, i comics “made in Japan”, come Mai the Psychic Girl. Albo delicatamente poetico invece Concrete, dell’indipendente Dark Horse, comic book adulto e singolare. Il Pipistrello vive sulle pagine di Detective Comics il suo Year Two (Detective Comics n.575/578). In quattro numeri, la vendetta di Bruce Wayne su Joe Chill, l’uomo colpevole della morte dei suoi genitori. Alle matite Alan Davis (nel primo albo) e Todd McFarlane, su sceneggiatura “hard boiled” di Mike W.Barr. Il Crociato Incappucciato ritorna negli anni ’40, pistola alla mano approfondisce di nuovo, come nel suo Year One, le ragioni della sua origine. Nel giugno 1988, il primo supereroe americano per eccellenza, Superman, festeggia il suo cinquantesimo anniversario. La DC celebra quel primo Action Comics (giugno 1938) con una ristampa dell’albo mentre Batman segue con trepidazione la sorte del suo secondo Robin, Jason Todd, destinato a morire per mano del Joker e dei lettori, che per telefono decideranno vita o morte come al Colosseo, nei numeri della propria collana (Batman n.426/429) nella saga di A Death in the Family.

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Cosplay DC Comics di Nicole Schiralli

Cosplay: la passione di un’arte che si è ben diffusa in tutto il mondo, a partire dal Giappone fino ad arrivare qui in Italia. Inizialmente venivano interpretati o riprodotti solo personaggi del mondo dei manga, anime e dei videogiochi, ma la passione è dilagata fino a comprendere personaggi della musica, del cinema e della televisione.

Impossibile andare ad una fiera del fumetto o un grande evento senza veder sfilare il cast di “Batman” o di “Star Wars”, per citarne solo alcuni. In Italia si svolgono annualmente importanti eventi e fiere dedicati interamente al mondo del fumetto, con grande attenzione al cosplay e ai cosplayer, con tanto di gare e premi. In queste competizioni non conta solo la somiglianza col personaggio scelto, ma anche e soprattutto l’interpretazione, il make up e la fattura del costume, che per essere premiato deve essere realizzato dallo stesso cosplayer.

Alcune delle fiere più amate sono: il Lucca Comics&Games che è a oggi la più importante rassegna cosplay d’Europa (attiva dai primi anni ’90, si svolge sempre a cavallo tra ottobre e novembre), il Romics a Roma che da appuntamento agli appassionati ben due volte l’anno, il Torino Comics in cui, da due anni a questa parte, un intero padiglione viene dedicato alla sfilata cosplay attirando migliaia di curiosi (l’appuntamento è sempre ad aprile) e il Festival del Fumetto di Novegro che, con l’edizione primaverile e invernale, accoglie moltissimi cosplayer da tutta Italia, nella cornice di un verdissimo parco espositivo. Su tutto il territorio italiano, inoltre, nascono e si consolidano tante altre piccole realtà che riempiono il calendario per tutto l’anno.

 

Il Cosplay è una vera e propria arte, fatta di sacrifici, pazienza e soddisfazioni. Essere un cosplayer non significa essere esibizionista, ma piuttosto aver la volontà di mostrare l’amore che si prova verso un certo personaggio. Un cosplayer non si esibisce solo per se stesso, ma soprattutto per gli altri, per far emozionare e divertire.

Per comprendere meglio il mondo Cosplay anche stavolta abbiamo voluto dare la parola agli stessi protagonisti. Questa e’ volta di Nicole Schiralli,  la quale porta con se un bagaglio di esperienze diverse e con tanta voglia di mettersi in gioco. Ma lasciamole la parola.

 

Ciao a tutti i lettori di Batman Crime Solver!

Mi chiamo Nicole, ho 20 anni. Quello che vedete qui sotto è un disegno-sketch che ho realizzato tempo fa, dedicato all’uomo pipistrello.

 

Per farmi conoscere meglio, parto con il dire che non mi è mai realmente piaciuto disegnare, sopratutto quando ero piccola. Non pensavo di saperlo fare, poi un pomeriggio ero in treno da sola e per noia ho scarabocchiato una piccola bozza, il mio primo disegno, che presto è diventato una mia piccola passione!

Ho iniziato il mio percorso artistico studiando tutti i tipi di danza e musical, ed ho lavorato alcune volte come modella in negozi di grandi firme come ABC Junior e Gaudenzi.

Ho scoperto di avere tante passioni nella mia vita, come la cucina, tramandata da mio papà che fin da piccola mi portava in giro per l’Italia facendomi scoprire cosa significa realmente mangiare bene.

Ho lavorato anche come grafica e disegnatrice, creando un’etichetta per il nostro Olio, la “650” per la mia azienda di Famiglia “Olio Crudo”, premiata in tutto il mondo con medaglie d’oro a partire da Los Angeles arrivando a Tokyo, dal Flos Olei classificata fra le migliori 20 aziende mondiali di extravergine e dal Gambero Rosso con il massimo punteggio.

Dopo ciò, anni fa feci un anno di Artistico per imparare e perfezionare la tecnica, ed uno dei miei primi disegni fu proprio Batman!

Ora sono anche una Cosplayer, mi sono avvicinata a questo mondo tramite la mia famiglia che per pura curiosità, un giorno mi portò in gita a Lucca Comics, così da quel giorno decisi di provarci anche io, truccandomi di blu e portando in fiera Mystique degli X-Men.

Mystique è in assoluto il mi personaggio preferito, è quello in cui mi sento più somigliante…e la stessa cosa mi è successa con Joker, un personaggio folle e molto particolare che ho amato portare in giro per l’Italia. Ed è grazie a Joker ho conosciuto il mio fidanzato, lui faceva Batman, io il nemico !

Vivendo con lui mi sono immersa totalmente nel bellissimo mondo della Dc Comics, guardando film, cartoni e qualche fumetto importante… in particolare come “The Killing Joke” che ad ora rimane il mio preferito.

Il film animato di quest’ultimo, mi ha fatto innamorare di un personaggio come Barbara Gordon, una ragazzina sveglia ed un pò testarda come me!

Batgirl di Arkham Knight, Black Canary del fumetto, Wonder Woman del film e Harley Quinn di Suicide Squad furono i miei successivi cosplay e sono molto soddisfatta dei miei costumi, ed ora sto lavorando ad altre varianti di questi bellissimi personaggi!

Portando questi cosplay ho avuto la possibilità di lavorare un pò ovunque per eventi importanti, principalmente con associazioni quali la “ Next Cosplay “,  gruppi Disney e per beneficenza con Make a Wish.

Alla fine della giornata penso che l’importante sia divertirsi e fare le cose con il cuore e semplicità.

Questo è il mio piccolo omaggio per gli 80 anni di Batman!

La nuova esperienza immersiva in 3D con la Suicide Squad

Il 29 luglio vi avevamo anticpato che il regista David Ayer e i suoi collaboratori hanno pensato bene di realizzare una sorta di esperienza incentrata sul 3D, per offrire agli spettatori l’opportunità di calarsi nei panni di alcuni membri della squadra della squadra Suicida. Qui trovate la notizia.
E’ news di tre giorni fa che Sky entra ufficialmente nell’era della realtà virtuale grazie al lancio della nuova Sky VR App.

Scaricabile gratuitamente su Google Play e App Store, l’applicazione propone un’ampia varietà di contenuti a 360 gradi, prodotti da Sky e prodotti dai partner Sky.

Nei prossimi mesi, Sky aggiungerà ulteriori funzionalità alla App che renderanno l’esperienza ancora più immersiva. Inoltre, per far conoscere l’esperienza della realtà virtuale al maggior numero di persone possibile, Sky regalerà migliaia di visori Google Cardboards a coloro che visiteranno lo Sky Backstage al The O2 dal 20 ottobre.

L’iniziativa è parte dell’impegno di Sky nell’ambito della realtà virtuale e dei suoi rapporti consolidati con Google. Al momento del lancio, la Sky VR app metterà a disposizione una ventina di diversi contenuti VR targati Sky, Disney, Fox Innovation Lab, Warner Brothers, Baobab Studios, Jaunt, Innerspace e Surround Vision.

La Sky VR App è disponibile già sui dispositivi mobili compatibili scaricabile da Google Play o da App Store. L’App permetterà agli spettatori di guardare contenuti VR altamente immersivi da Smartphone sia tramite i visori Google Cardboard oppure in 2D (360) senza l’utilizzo di alcun visore.

La App è compatibile anche con i visori Samsung Gear VR e Oculus Rift. Fra i contenuti disponibili al momento del lancio figurano: Star Wars: Red Carpet (Sky Cinema), per vivere le emozioni del red carpet dell’anteprima di Star Wars; ma soprattutto, per noi appassionati della DC Comics, in collaborazione con Warner Brothers: Suicide Squad – Squad 360 – gli spettatori avranno l’occasione di sentirsi un membro della Suicide Squad durante una scena del film. Qui potete vedere il filmato.

Nel frattempo la Warner Bros. Home Entertainment e la DC Entertainment hanno annunciato la data d’uscita in home video di Suicide Squad.
Il cinecomic di David Ayer arriverà sugli scaffali statunitensi nelle versioni Blu-ray Combo Pack (BD/DVD/Digital HD), 3D Blu-ray Combo Pack (3D BD/BD/Digital HD), 4K Ultra HD Combo Pack (4K UHD, BD, Digital HD) e i Edizione Speciale DVD da due dischi.

Tutte le edizioni in Blu-Ray conterranno sia l’Edizione Estesa di 13 minuti che quella cinematografica. Le edizioni DVD avranno invece solamente la seconda. In digital HD il 15 novembre, su supporto fisico il 13 dicembre.

Suicide Squad - Il movie poster

Suicide Squad – Il movie poster

 

Uccidete il pipistrello – Intervista con Sergio Badino

Articolo e intervista a cura di David Frati di http://www.mangialibri.com/
Uccidete il pipistrello è il primo romanzo per Sergio Badino, sceneggiatore Disney e Bonelli di lungo corso e fondatore di StudioStorie, prestigiosa scuola di storytelling e scrittura in quel di Genova. Uccidete il Pipistrello! (vediamo se indovinate quale villain pronuncia questa frase e in che film) ha avuto una storia editoriale complessa, per non dire tormentata: scritto nell’inverno tra 2011 e 2012, ha anticipato con una sinistra coincidenza la strage alla prima di Il cavaliere Oscuro – Il ritorno di Aurora, in Colorado ma ne è divenuto paradossalmente la tredicesima vittima, perché in nome del buon gusto e dell’opportunità una lunga serie di editori ha ritenuto all’epoca che fosse meglio soprassedere alla sua pubblicazione. Ora che il ricordo di quel tragico fatto di cronaca è sbiadito dal tempo, il romanzo arriva in libreria: dietro alla copertina molto “dura” e d’impatto c’è una storia certo inquietante ma non priva di leggerezza, con una scansione dei ritmi molto compassata, personaggi poco maledetti (tranne forse uno) e nessun compiacimento verso la violenza (pagine iniziali a parte). Una favola nera ma non troppo, una sorta di “thriller per famiglie” che sarebbe perfetto per una riduzione televisiva. E a proposito di famiglie, il vero cuore pulsante del romanzo è il rapporto padre-figlio con i suoi non detto e le sue amare dolcezze. Quello, e una struggente nostalgia per l’infanzia (intesa come periodo della vita ma anche come stato mentale slegato dall’età). “Non è mai troppo tardi per farsi un’infanzia felice”, scriveva Tom Robbins. Come dargli torto.
Prima dell’intervista ecco la sinossi del libro:
Dicembre 2011. Roberto Canis è un pensionato delle Poste, un uomo da sempre chiuso e timido. Il suo carattere non lo ha mai aiutato, anzi probabilmente ha contribuito ad allontanare la moglie, rampante psichiatra, fino al quasi inevitabile divorzio. A occupare le sue giornate solitarie e sempre un po’ malinconiche soprattutto la sua smodata passione per Batman, che coltiva da decenni tra le occhiate anno dopo anno più perplesse dei suoi amici e familiari. In questi giorni si sta divorando tutte le indiscrezioni dal set del nuovo film di Christopher Nolan, Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (che brutta traduzione italiana per l’originale The Dark Knight Rises!) che appaiono sui siti specializzati: i villain stavolta saranno il violento Bane, Hugo Strange e una Catwoman a quanto pare molto lontana dall’originale. Roberto trascorre ore a chattare con Davide Allegrotti (nickname Ducard), gestore di http://www.mondobatman.it e profondo conoscitore della materia, incurante degli uggiolii del cane Bruce, che vorrebbe fare qualche passeggiata in più. In questa piovosa giornata di quasi Natale, una ulteriore distrazione arriva da un pranzo con il figlio Alfredo: davanti a un piatto di minestrone fumante si chiacchiera di questo e di quello, per esempio dell’idea un po’ balzana di un gruppo di sindaci del ponente ligure di organizzare un summit “per adottare misure comuni contro le infiltrazioni mafiose” da tenersi in una enorme cisterna di metallo vuota. Roberto in realtà ha anche una strana teoria, e sa che solo Alfredo può dargli un minimo di credito: due recenti fatti di cronaca nera (il ritrovamento del corpo di un ingegnere giapponese in pensione in una grotta a Oristano e due fratelli gemelli impiccati giù da un cavalcavia e illuminati da un grosso riflettore a Isernia) gli sembrano legati da una bizzarra somiglianza con due episodi rispettivamente del primo e del secondo serial di Batman, datati 1943 e 1949…
Intervista di David Frati allo scrittore Sergio Badino
Perché proprio Batman? E perché come spunto al tuo giallo Uccidete il Pipistrello! hai deciso di privilegiare il canone “batmaniano” cinematografico rispetto a quello fumettistico?
Batman è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti. Conoscevo la serie con Adam West e avevo visto entrambi i film di Burton al cinema (all’epoca dell’uscita del primo avevo dieci anni), ma la vera folgorazione me la diede la serie animata degli anni Novanta. Da lì, poi, mi buttai anche sui fumetti del Cavaliere Oscuro. Quindi, in un certo senso, è logico che il romanzo omaggi principalmente l’universo cinematografico del personaggio (anche se in realtà non mancano i riferimenti al fumetto), data la natura del mio imprinting batmaniano. L’idea originaria, inoltre, era quella di far uscire il libro nel 2012, in concomitanza con il terzo film della trilogia di Nolan.
La realtà supera la fantasia: sei stato in qualche modo ispirato dalla strage alla prima del film Il cavaliere oscuro – Il ritorno al cinema di Aurora, in Colorado nel 2012?
Esattamente il contrario! Il romanzo era finito già nell’aprile 2012 e, al momento della strage di Denver, si trovava in lettura presso diversi editori, molti dei quali ritennero la triste concomitanza degli eventi reali e di finzione un buon motivo per non pubblicare il libro: sarebbe potuto sembrare di cattivo gusto, quasi una cosa scritta per cavalcare l’onda di una disgrazia. Invece era accaduto l’opposto: avevo scritto qualcosa di molto simile a un tragico evento verificatosi in seguito.
È corretto dire che nel tuo romanzo c’è anche sotteso il tema del rapporto padre-figlio? E se sì, qual è il rapporto tra Roberto e Alfredo?
Sì, è corretto. In realtà il rapporto padre-figlio è il tema principale del romanzo. Non era una cosa preordinata, è venuto fuori da solo. La cosa è partita come un libro che dovesse omaggiare Batman; è finita con un libro che parla del rapporto tra un padre e un figlio e che omaggia anche Batman. È un tema, tra l’altro, molto presente nella mitologia batmaniana: pensa al rapporto Alfred/Bruce, quello Batman/Robin, quello tra Bruce e suo padre, prima e dopo la morte. Roberto, il protagonista del romanzo, e suo figlio Alfredo, all’inizio non sono molto uniti: troppe incomprensioni, troppi anni di silenzio. Poi, però, la vicenda in cui si ritrovano coinvolti finisce per aiutarli a chiarirsi l’uno con l’altro: Roberto torna a essere il mentore di suo figlio, ma anche Alfredo, per molti aspetti, assume lo stesso ruolo nei confronti del padre. Quando lo incontriamo per la prima volta Roberto è infatti un uomo solo, che trascina la propria vita, senza progetti, con tonnellate di materiale umano irrisolto abbandonato alle spalle.
Non ti chiedo se ti piacerebbe scrivere una sceneggiatura per Batman perché lo do per scontato: ma se ti affidassero questo compito, quale villain opporresti al Cavaliere Oscuro?
Bella domanda… non so, forse qualche antagonista meno noto, tipo il Cappellaio Matto, o Clayface, ma anche Mister Freeze. Tra i big però il mio preferito è Due Facce, che al cinema non ha ancora trovato un’incarnazione che gli renda giustizia.
 
Qual è lo stato di salute del fumetto italiano visto dal di dentro?
Non mi sembra molto diverso da come è sempre stato. Voglio dire, non mi pare che questo periodo, in cui la crisi economica continua a trascinarsi, sia, per il fumetto, particolarmente diverso da altri momenti passati. Ci sono gli alti e i bassi, come ci sono sempre stati. Sono in atto molti cambiamenti, questo sì. Stanno cambiando alcune cose in Bonelli, ma anche ne sono cambiate sul fronte Topolino, e non solo per il passaggio di editore. Cambiamenti positivi, aggiornamenti. Perché il fumetto popolare deve stare al passo con i tempi. E poi ci sono i boom di certi autori come Zerocalcare, che mi sembra paragonabile a quello di Ortolani di qualche anno fa. Insomma, quando c’è cambiamento, quando si tenta, quando si avverte fervore, questo, per me, è sempre positivo. Vuol dire che c’è vita.
 
Quali consigli dai a chi volesse avvicinarsi al mestiere di sceneggiatore di fumetti?
Leggete e scrivete tanto. Nel frattempo andate a scuola, all’università, studiate. Leggete e scrivete non solo fumetti, ma anche narrativa, testi cinematografici e teatrali. Per allenarvi, ma anche per capire che è utile saper scrivere generi diversi per pubblici differenti e per i mezzi di comunicazione più disparati. Formatevi un vostro bagaglio di letture, maturate un gusto e cominciate a inviare con umiltà proposte mirate. Ascoltate sempre i complimenti, ma soprattutto le critiche, in particolar modo quelle sincere e costruttive, perché fanno crescere.

Muore la voce storica italiana di Lex Luthor

È morto giovedì 11 dicembre 2014 a Roma l’attore e doppiatore Sergio Fiorentini. Aveva 80 anni. Lo annuncia la moglie Eliana Lupo. Fiorentini, malato da tempo, era ricoverato all’ospedale San Camillo. E’ stato molto noto al grande pubblico anche per il suo ruolo nella fiction Il maresciallo Rocca con Gigi Proietti. Ha lavorato anche per il cinema d’animazione: sua è la voce di Apilone nella breve serie disneyana I Wuzzles, e sempre per la stessa casa di animazione caratterizzò il mandrillo Rafiki nel famoso classico Il re leone (di cui è anche la voce narrante). Ha dato la voce anche al protagonista del lungometraggio francese La profezia delle ranocchie e al nonno della piccola Heidi nell’omonima serie a cartoni animati.
Nel 2005 ha vinto il Premio alla Carriera maschile al Gran Galà del Doppiaggio-Romics. Per la Disney ha anche doppiato Compare Orso e la rana ne I racconti dello zio Tom (secondo doppiaggio), Crucco in Robin Hood, Rafiki nel Re Leone e Yar in Dinosauri.
Ma soprattutto ha prestato la sua ugola roca e inconfondibile al personaggio cinematografico giullaresco di Alexander Joseph “Lex” Luthor, la storica nemesi di Superman, interpretata da Gene Hackman in “Superman: The Movie” nel 1978 (in seguito sostituito da Renato Cortesi nel ridoppiaggio del 2003), “Superman II” (1980) e “Superman IV” (1987).

Questo piccolo omaggio possa essere l’espressione più sentita del nostro sincero cordoglio.

Sergio Fiorentini e Gene Hackman interpretano Alexander Joseph "Lex" Luthor in "Superman: The Movie", "Superman II" (1980) e "Superman IV" (1987).

Sergio Fiorentini e Gene Hackman interpretano Alexander Joseph “Lex” Luthor in “Superman: The Movie”, “Superman II” e “Superman IV”.