STORIA DEL FUMETTO MODERNO: PIPISTRELLI E RINASCIMENTO AMERICANO – Parte 6/6

Nel 1991 nasce la Valiant Comics che sfrutta i rinnovati Characters della Gold Key come Magnus-Robot Fighter (maggio 1991), e Solar, Man of the Atom (settembre 1991). A capo della neonata società, Jim Shooter, ex-editor della Marvel, ora impegnato nella propria scalata al successo. Nuovo record per la Marvel Comics che raggiunge quasi i quattro milioni di copie vendute con X-Force n.1 (agosto 1991), disegnato da Rob Liefeld. L’albo, lanciato sul mercato dei collezionisti, è imbustato con una figurina che fa parte di una serie di cinque. Molti fans acquisteranno tutte le versioni con risultati di vendita clamorosi, Il gioco viene ripetuto con X-Men (ottobre 1991), seconda serie regolare del gruppo mutante, il cui numero uno, disegnato da Jim Lee, viene presentato in cinque differenti edizioni. Oltre otto milioni di copie vendute è il risultato di questa indovinata strategia commerciale. In autunno la DC Comics risponde alla concorrente Marvel con Robin II, The Joker’s Wild (ottobre 1991), una miniserie di quattro albi con più copertine differenti per numero e ologrammi.

La vendita di fumetti raggiunge quest’anno (di riferimento) i cinquecento milioni di copie, il doppio di tre anni prima, ma quello che il Rinascimento Americano voleva dire si è perso nel Business più feroce. La vendita record dell’anno precedente sprona alcuni artisti arrivati precocemente al successo, a fondare nel 1992 la loro propria casa editrice. Nasce l’Image Comics che si può considerare, con artisti del calibro di Todd McFarlane, Jim Lee, Erik Larsen e Rob Liefeld, l’ultima esplosione di un rinascimento grafico giunto ad esaurimento. Le prime testate, YoungBlood (aprile 1992), Spawn (maggio 1992) e WildC.A.T.S. (agosto 1992), rappresentano una mentalità nuova, più semplice ma certamente ispirata ad una spettacolarità tutta americana figlia di tanti Kolossal cinematografici “made in USA”. Quest’anno muore Joe Shuster, pochi mesi prima della sua creatura, Superman che, nell’albo n.75, cadrà eroicamente sotto i colpi del pazzo Doomsday, forse parabola dello scontro DC/Image Comics sul mercato. La morte di Superman è l’evento più pubblicizzato nella storia del fumetto americano; vende in prima tiratura circa due milioni e mezzo di copie e viene ristampato quattro volte. La DC pubblica il n.1 di Shadow of the Bat (giugno 1992), la quarta testata di Batman.

La storia, intitolata The Last Arkham di Alan Grant, disegnata da Norm Breyfogle, getta questa volta il Detective Mascherato nelle segrete del manicomio di Gotham dal quale l’eroe riuscirà ad evadere, come da copione. L’impostazione della serie è simile a quella utilizzata per “Legends of the Dark Knight”, unica e basilare differenza è che Bruce Wayne è quello attuale e può interagire con le trame di Batman e di Detective Comics. Ultime note per chiudere un passaggio storico importante nel comic moderno, il 1993 in cui Superman è riportato in vita nel n.500 di “The Adventures of Superman”, sacrificando tutti gli intenti artistici del “Rinascimento” sull’altare del Dio Dollaro. Viene varata la Vertigo, linea adulta che risente ormai dell’abbandono dei grandi nomi del fumetto, anche se le intuizioni grafiche sono superiori ed estranee al classico fumetto seriale. Alla qualità si è sostituito il marketing più ambiguo: al fine di promuovere le vendite, ai lettori sono offerte copertine cromate, fosforescenti o ologrammate all’insegna del puro consumismo. La Valiant e l’Image coeditano Deathmate (settembre 1993), una serie di sei numeri che impiega gli eroi di entrambe le società sottolineando le difficoltà della Image, incapace di affrontare la realtà delle scadenze (il quinto albo esce infatti dopo il sesto). Con Batman n.492 (maggio 1993), inizia Knightfall, la lunga sequenza di storie che vede il Giustiziere di Gotham alle prese con il nuovo supercriminale Bane che, nel n.497 di Batman (luglio 1993) spezza la schiena a Bruce Wayne nella batcaverna, mettendo fine (ma nessuno ci crede…) alla sua carriera di vigilante mascherato.

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Batman v Superman: Dawn of Justice Recensione di Alessandro Di Nocera

Batman V Superman è un film scritto e diretto da chi di fumetti – e di fumetti targati DC Comics, nello specifico particolare – ne capisce fin troppo e li ama fino al punto da rinunciare, paradossalmente, alle necessità del pubblico generalista per andare a scandagliare, con amore e ammirazione, i capisaldi e le sottigliezze del più antico universo supereroistico. Col rischio di incappare nelle rimostranze di chi – a torto – si reputa competente (per non usare la parola nerd, che da dispregiativa è divenuta una sorta di status symbol) senza esserlo nemmeno un po’.

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Smallville

Smallville. Dieci stagioni, andate in onda tra il 2001 e il 2011, che esplorano la vita del giovane Clark Kent, interpretato da Tom Welling (doppiato dal nostro Marco Vivio) e il suo percorso per diventare l’iconico eroe dal mantello rosso e dagli incredibili poteri. Quali sono le sue motivazioni? Cosa lo ha spinto a diventare il paladino dell’Umanità nonostante le sue origini aliene? Con quali valori è stato cresciuto dai suoi genitori adottivi, Jonathan e Martha? Quali amicizie e amori hanno segnato la sua strada? Quali difficili scelte, quali incontri e scontri?

Con queste intriganti premesse la serie si riprometteva di riportare ai giorni nostri il mito di Superman, da sempre sotteso all’eterna dicotomia tra un linguaggio che sa di universalità – pescando addirittura nella mitologia – e l’inevitabile condanna a essere eternamente fuori dal tempo. Trovare nuove strade per raccontarne la storia non era, e tuttora non è, facile (né mai lo sarà, a mio modesto parere). Ma, per certi versi, usando l’espediente dell’elseworld, Smallville ci riesce.

Almeno per le prime cinque stagioni, infatti, pur conservando una preponderante componente romantica – si tratta pur sempre di un teen drama – Smallville fa il suo dovere piuttosto bene, delineando i tratti dei personaggi principali della mitologia supermaniana anche con una certa complessità: il cammino dell’eroe viene costellato di prove e fatiche, che specularmente raccontano anche il declino dell’amico destinato a divenire il suo peggior antagonista. Tra una fanciulla da salvare e un freak of the week, la storia si mantiene su buoni livelli, vantando perfino dei cameo di rilievo, da Margot Kidder al compianto Christopher Reeve, in quello che all’epoca fu un vero e proprio passaggio di testimone estremamente toccante.

La seconda metà di serie non si mantiene su questi livelli, cercando di barcamenarsi tra una quantità di personaggi – tra gli altri e solo a livello indicativo: Flash, Aquaman, Black Canary, Cyborg, Martian Manhunter, Metallo, Zod, la Legione, Brainiac… – e storie forse un po’ sfuggite di mano, la voglia di fare dello show qualcosa di più fumettistico e la necessità di conservarne le radici teen, in un graduale declino che ha il suo apice nell’ottava stagione – discesa pur parzialmente giustificata dal cambio di sceneggiatori dovuto a un lungo sciopero della categoria negli U.S.A., ragione comunque non sufficiente a considerare quantomeno passabili alcuni story-arc: ancora non perdono l’orribile gestione della questione Lana Lang, per non parlare del main villain, un Doomsday tanto mal scritto quanto inutile.

Le cose migliorano dalla metà della nona stagione, con il subentro di Geoff Johns (qui una nostra ripresa esclusiva a Lucca Comics 2012) alla sceneggiatura di alcuni episodi – memorabile la doppia puntata sulla Justice Society of America, che vide non solo l’ingresso nella serie di Hawkman, Doctor Fate e Stargirl, ma anche riferimenti importanti a Sandman, Jay Garric (ben prima di The Flash) e a Alan Scott, la prima Lanterna Verde.

Geoff Johns a Lucca Comics 2012 - Foto di Batman Crime Solver

Foto di repertorio di Batman Crime Solver – Geoff Johns a Lucca Comics 2012

La decima stagione ricollega bene molti punti oscuri – tranne, per l’appunto, che fine abbia fatto Lana, a dimostrare che si trattava proprio di una sceneggiatura partorita male – traghettando degnamente Clark ad abbracciare, finalmente, il suo destino contro la grande minaccia di Darkseid. A dirla tutta, avremmo tutti voluto una scena finale più action, vedere finalmente Superman in azione e non semplicemente Welling sbottonarsi la camicia e mostrarci lo Scudo; ma, data la qualità non più eccelsa e il budget richiesto troppo elevato, ci si è un po’ tutti accontentati, chiudendo persino un occhio sulla sorte riservata a Lex Luthor.

Si tratta comunque di una visione leggera e non impegnativa, pur parlando di oltre duecento puntate. La visione della serie in streaming, può essere un buon rimedio per coloro che non l’hanno vista.

Se proprio non sopportate trame “alla Beautiful” che puntano più al romanticismo che all’azione, evitatelo come la peste. Consigliata a tutti gli altri, soprattutto agli appassionati del genere e dei personaggi.

Tra le nostre tante interviste abbiamo in archivio per voi i saluti di Marco Vivio il doppiatore di Clark Kent interpretato da Tom Welling.

E i saluti dal bravissimo Fabrizio Vidale che è apparso nel serial doppiando il personaggio WINSLOW SCHOTT / GIOCATTOLAIO (prima apparizione è stata su Action Comics n. 64 settembre 1943) interpretato da Chris Gauthier (stagione/episodi 8.14, 9.4, 10.20).

CURIOSITÀ

Filmato quasi interamente a Cloverdale, nella Columbia Britannica, la serie vede l’ingresso nel mondo della televisione di nuovi talenti come Kristin Kreuk nel ruolo di Lana Lang, e il ritorno di volti ben più noti come John Schneider (il Bo Duke di Hazzard) nel ruolo di Jonathan Kent, di Annette O’Toole (apparsa nel film Superman III nel ruolo di Lana Lang) nel ruolo della madre di Clark Kent e di John Glover nel ruolo di Lionel Luthor. Senza dimenticare la nostra Wonder Woman Lynda Carter che ha recitato in Smallville un cameo in nel ruolo di Moira Sullivan.

La Caduta degli Dei

a cura di Dan Cutali

Sembra proprio che la DC Comics, negli ultimi trent’anni, abbia voluto abituare gli aficionados alla distruzione e al rimodellamento dei propri miti, icone inossidabili nell’immaginario americano e mondiale. Che sia una manovra di marketing o di semplice rinnovo dell’iconografia, l’operazione comincia nel 1985 con il terremoto Crisis on Infinite Earths. La miniserie in dodici numeri scritta da Marv Wolfman e disegnata da George Pérez funziona da spartiacque nel confuso universo e nel lore creato dalla casa editrice statunitense. Viene cancellato il multiverso costituito da un’infinità di Terre parallele, talvolta inventate anche soltanto per trovare un semplice escamotage alle trame pensate dagli sceneggiatori. Vengono anche letteralmente disintegrati e uccisi due personaggi fondamentali del DC Universe. Il primo è il Flash della Silver Age, quel Barry Allen amato da tutti e che dà inizio a una nuova era super-eroistica nel 1956, chiudendo simbolicamente con la sua morte un cerchio importante. Il secondo personaggio a venire spazzato via è Supergirl, la Kara Zor-El cugina kryptoniana di Superman sopravvissuta alla distruzione del pianeta sulla città volante Argo City. Morti necessarie per uno scopo superiore, viene ordito da Wolfman e dagli editor della DC. Ma fu soltanto l’inizio degli stravolgimenti di ambienti e trame.

Nel 1992 la DC Comics ha il coraggio di essere ancora più iconoclasta. È l’anno in cui anche i telegiornali parlano di The Death of Superman. Dan Jurgens, Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel, sotto l’egida dell’editor Mike Carlin, scrivono una sceneggiatura che abbraccia tutte e quattro le testate dedicate al simbolo supereroistico americano per eccellenza, soltanto per distruggerlo e portarlo alla sconfitta definitiva. Doomsday è la nemesi prescelta, un inarrestabile mostro frutto di un esperimento genetico sulla sopravvivenza in ambienti ostili da parte di un folle scienziato alieno senza scrupoli. Semplice e lineare: Doomsday, arriva sulla Terra e inizia radere al suolo tutto ciò che gli si para davanti. Arriva fino a Metropolis e all’inevitabile scontro finale a suon di botte da orbi con l’Uomo d’Acciaio, nell’ormai famosissimo numero 75 della testata omonima in cui il supereroe muore per le gravissime ferite ricevute, alla pari del mostro stesso. L’ultimo e significativo sacrificio, l’immolazione di un uomo (qui non importa se alieno o meno) per permettere all’Umanità di continuare a esistere. Qui si potrebbe tirare in ballo il fatto che a continuare a esistere siano i valori di Verità, Giustizia e del Modo di Vivere Americano, ma è meglio allargare il discorso a tutto il pianeta e alla razza umana in genere. Il lungo percorso sui quattro albi mensili di Superman è un successo epocale di vendite per la casa editrice.

Se la morte di Superman significa la fine di un simbolo un po’ bacchettone di rettitudine, giustizia e onestà, tutto quello che segue dopo, ovvero le run chiamate Funeral for a Friend e Reign of the Supermen, servono per arrivare alla caduta di un altro mito: Lanterna Verde. Non contenta, la DC Comics annichilisce un altro esempio di valore eroico per eccellenza. Anche se Hal Jordan è un pilota collaudatore di caccia militari molto irresponsabile, la sua controparte in costume e anello del potere è un poliziotto cosmico con una reputazione di grande rettitudine, coraggio, giustizia e altruismo che lo precede in tutta la Galassia conosciuta. E allora cosa succede se la psicologia di questo personaggio buono, buonissimo che più non si può, viene buttata in centrifuga, stropicciata, stravolta e infine stracciata? Ecco che da eventi collegati alla saga Reign of the Supermen nasce quell’Emerald Twilight che restituisce ai lettori un Hal Jordan completamente votato al Male. E chi l’avrebbe mai detto?

La drammatica caduta di Lanterna Verde parte dal numero 48 della testata dedicata al Cavaliere di Smeraldo. Ron Marz e Darryll Banks ci presentano il Superman Cyborg, tra i quattro protagonisti di Reign of the Supermen rivelatosi poi essere il supervillain Hank Henshaw, che si allea con il potente alieno Mongul per creare un’armata di Mondoguerra, pianeti-arma semoventi utili alla conquista dell’Universo. Nell’intenzione dei due, la Terra dovrà far parte di questo esercito di super-armi e uno dei punti dove verrà installato il gigantesco motore cosmico che la farà muovere nello spazio sarà proprio Coast City, città natale di Hal Jordan in cui vivono ancora tutti i suoi cari. La città viene rasa al suolo da una serie di bombe causando milioni di morti e, ça va sans dire, questa è la molla che fa scattare la follia di Lanterna Verde. Indimenticabili le scene della discesa del supereroe verso l’oblio, nelle quali parla con i fantasmi degli abitanti di Coast City in mezzo a quello che rimane della città, soltanto crateri. Questa diventa la sua fissazione, questa la sua pazzia: il non aver potuto far nulla per salvare la sua città. È la metafora del pesantissimo macigno della responsabilità, del dover essere eroe a ogni costo e in ogni momento, senza tener conto che tra gli enormi poteri in dotazione alle Lanterne Verdi non vi è quello dell’ubiquità. E allora tenta di percorrere la strada che crede più semplice per far assopire il proprio dolore: ricreare Coast City e far vivere di nuovo tutti i suoi abitanti. Ovvero, ma lui non se ne rende più conto, diventare un dio sollevando nel lettore tutti i risvolti etici della questione.

Hal Jordan sa bene che il potere del suo anello è insufficiente a ricreare in modo stabile una città di sette milioni di persone. Ha bisogno di altro potere che può essergli dato soltanto dalla Batteria Centrale situata su Oa, il pianeta dei suoi “superiori”, i Guardiani dell’Universo che hanno creato il Corpo delle Lanterne Verdi. Ecco che l’Uomo, ormai totalmente folle, rientra per l’ennesima volta nel tòpos del viaggio dell’Eroe, al contrario però perché si trasforma in un dio del Male. Durante il percorso verso Oa, l’escalation di violenza arriva ai massimi livelli: uccide tutti i suoi ex-compagni del Corpo, rubandogli gli anelli. I Guardiani, per contrastare Jordan e l’immenso potere acquisito, liberano il suo più grande nemico dalla prigione in cui lambiva da anni, la stessa Batteria Centrale citata sopra. È quindi Sinestro a doverlo affrontare, in passato suo insegnante e poi sua unica nemesi. Hal Jordan uccide anche lui. Superato ormai il punto di non ritorno, arriva su Oa e si ritrova davanti i Guardiani. I nanerottoli blu, come li chiama Kilowog, sergente istruttore del Corpo caduto anche lui per mano di Jordan, soccombono e inviano sulla Terra il loro unico emissario sopravvissuto, Ganthet. Intanto, Jordan si tuffa in quello che rimane della Batteria Centrale e ne assorbe tutto il potere possibile. Ne esce trasformato in un nuovo personaggio, finalmente paragonabile davvero a un dio: Parallax. Il suo potere è tale che può cambiare davvero ciò che è avvenuto a Coast City, cambiando il flusso temporale e resettando la realtà. Quello che accade dopo porta all’evento crossover chiamato Zero Hour, viene fatta luce sulla vera origine di Parallax e la trama architettata alle spalle del povero Hal Jordan. Ma questa è un’altra storia.

 

Il punto interessante è evidenziare che cosa possa far diventare totalmente folle una persona con una volontà di ferro, onesta e buona. Qualcosa che nella realtà potrebbe accadere a chiunque. Al di là del fumetto super eroistico, un altro esempio lampante è il film Un Giorno di Ordinaria Follia di Joel Schumacher e la DC Comics fa cadere un altro dei suoi pilastri utilizzando proprio questo schema narrativo.

Prima di Crisis, in casa DC Comics era tutto nero o bianco. Era l’epoca dell’ingenuità, dell’eroe senza macchia e senza paura di cui l’America (badate bene, non il mondo) poteva e doveva andare fiera. Le ultime incarnazioni della casa editrice di Burbank  si sono invece adattate ai tempi e ai gusti dei lettori. Più smaliziati, più desiderosi di leggere di veri problemi e non della solita invasione dallo spazio. La concorrenza con la Marvel è tosta: la Casa delle Idee e dei super-eroi con super-problemi è sempre al primo posto delle vendite a causa della maggior vicinanza alle moderne tematiche adolescenziali. Quale migliore occasione per la DC Comics di distruggere i propri miti un po’ stucchevoli e fin troppo “normali” nella loro super-potenza, per poi farli risorgere dalle ceneri lasciate da situazioni invece fin troppo estreme? Talmente drastiche da lasciare sconvolto anche il lettore più smaliziato.

JUSTICE LEAGUE: i nuovi poster e teaser, trailer e qualche news su The Batman

Finalmente è stato pubblicato il nuovo trailer per Justice League, film evento della DC diretto da Zack Snyder e che vede riuniti insieme per la prima volta nel corso del DC Cinematic Universe Batman, Wonder Woman, Aquaman, Flash e Cyborg. Nei giorni scorsi intanto sono, arrivati tramite Twitter da Warner Bros. e DC Comics alcuni poster e brevi teaser tratti dal film e dedicati ai singoli membri della super-squadra: Batman, Aquaman e Flash, Wonder Woman, Cyborg. Ve li proponiamo qui di seguito.

Ecco un nuovo promo dedicato al Batman di Ben Affleck.

Il breve teaser di Batman ci mostra la Batmobile che ha ottenuto un importante “update” in Justice League. Il regista Zack Snyder ha condiviso una nuova immagine della Batmobile all’inizio di questo mese, anche se non ha offerto dettagli specifici su ciò che è stato aggiornato. Nel teaser possiamo vedere in azione le sue potenti mitragliatrici frontali.

L’estratto è dedicato ad Aquaman, interpretato da Jason Momoa.

Dopo Batman e Aquaman, ecco Flash in un nuovo promo.

In Batman v Superman: Dawn of Justice, il Flash di Ezra Miller ha due scene, una dove appare attraverso la “Forza della velocità” durante la famosa sequenza “Knightmare” di Bruce Wayne e l’altra verso la fine, quando Bruce Wayne sta visionando i file di Lex Luthor e trova il video di Barry Allen che interviene durante una rapina in un negozio. Barry è apparso anche in Suicide Squad dove è visto catturare Captain Boomerang.

Il teaser trailer dal Comic-Con di Justice League ci ha mostrato Barry durante il suo primo incontro faccia a faccia con Bruce Wayne, dove Barry accetta subito di far parte del team di metaumani di Bruce Wayne dal momento che non ha molti amici, questo prima di chiedere a Bruce se può tenere il Batarang che Bruce gli ha lanciato.

La Warner Bros ha anche diffuso i materiali promozionali legati all’eroina interpretata da Gal Gadot.

Dopo Batman, Aquaman, Flash e Wonder Woman, ecco anche Cyborg è pronto a combattere come si capisce dal nuovo promo.

 

Justice League è il primo film corale del neonato universo cinematografico DC Comics, ed è diretto dallo stesso regista de L’uomo d’acciaio e Batman v Superman: Dawn of Justice, Zack Snyder.
La produzione del lungometraggio è iniziata a Londra l’11 aprile 2016 per la regia di Zack Snyder ed è terminata il 14 ottobre in Islanda.

Il cast è composto da: Ben Affleck (Batman/Bruce Wayne), Gal Gadot (Diana Prince/Wonder Woman), Ezra Miller (Barry Allen/Flash), Jason Momoa (Arthur Curry/Aquaman) e Henry Cavill (Clark Kent/Superman, destinato a risorgere, proprio come ci ricorda anche questa fan-art qui sotto).

A contorno troveremo J.K. Simmons nei panni del Commissario Gordon, Jeremy Irons in quelli di Alfred, Amy Adams nel ruolo di Lois Lane, Amber Heard e Willem Dafoe tra i comprimari di Aquaman e Diane Lane nel ruolo di Martha Kent. Jesse Eisenberg e Ciaran Hinds saranno i cattivi del film, rispettivamente nel ruolo di Lex Luthor e Steppenwolf.

Dopo la morte di Superman  alla fine di Batman Vs Superman: Dawn of Justice, ci è stato dato un indizio sul fatto che non resterà morto a lungo dopo che la terra sopra sua bara ha cominciato a vibrare e a sollevarsi.

Nel fumetto “La morte di Superman” è una storia abbastanza complessa. Il kriptoniano non rimane morto a lungo ma al ritorno nella terra dei vivi è leggermente cambiato. Gli artisti hanno rappresentato questo cambiamento facendo indossare a superman una tuta completamente nera, con capelli lunghi e neri e con una folta barba, esattamente l’opposto del ragazzo che abbiamo imparato a conoscere per decenni.

Questo ragionamento ci porta a un particolare presente nel video. Intorno al secondo 44, un uomo dai capelli neri che indossa una tuta nera, sta usando un cavo per compiere un lungo salto per attraversare quello che sembrerebbe essere un soffitto caduto. Potete vedere le immagini in fondo all’articolo.

L’uomo in questione potrebbe essere Batman ma non indossa i guanti che lui tipicamente tiene anche quando toglie la maschera. Superman, invece, non indossa mai i guanti, piccolo suggerimento che risulterebbe essere a favore della teoria sopra riportata.

Questo il logo che presenta una rifinitura metallica con un bagliore a forma di stella a cinque punte che lascia presagire nuova speranza per l’umanità.

La trama segue Bruce Wayne che, dopo il sacrificio di Superman contro Doomsday, decide di reclutare una squadra di meta-umani con l’aiuto di Wonder Woman (presto leggerete un nostro speciale sull’amazzone). Lo scopo: affrontare minacce troppo potenti per un singolo eroe. E una minaccia non tarda ad arrivare, nella forma dell’alieno Steppenwolf, intravisto in una scena tagliata di Batman v Superman: Dawn of Justice e ben delineato dal nostro blog qui.

 

Ma una rivista di cinema specializza ci offre qualche dettaglio in più. Leggetevi questa nuova sinossi.

Sulla scia della morte di Clark Kent / Superman (Cavill) per mano di Doomsday in Batman v Superman, il vigilante Bruce Wayne / Batman (Affleck) rivaluta i suoi metodi estremi e inizia a cercare eroi straordinari per assemblare una squadra di combattenti contro il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme a Diana Prince / Wonder Woman (Gadot), Batman cerca l’ex star del football ciberneticamente potenziata Vic Stone / Cyborg (Fisher), il velocista Barry Allen / Flash (Miller) e il guerriero e re di Atlantide Arthur Curry / Aquaman (Momoa). Si troveranno ad affrontare Steppenwolf (Hinds), l’araldo e secondo in comando del signore della guerra alieno Darkseid, incaricato da Darkseid di dare la caccia a tre artefatti nascosti sulla Terra.

I “tre artefatti” che questa nuova sinossi di Justice League cita sono le “Scatole Madri” che nell’universo DC Comics sono supercomputer senzienti in miniatura che possiedono poteri impressionanti e abilità che anche coloro che li usano non comprendono fino in fondo. Queste tre Scatole Madri in Justice League sono state nascoste sulla Terra e sono già state intraviste in Batman V Superman: Dawn of Justice. Una è in possesso degli Atlantidei, una è custodita dalle Amazzoni e una degli umani. E’ stato recentemente rivelato che Cyborg, un membro della Justice League, ha in realtà una delle Scatole madri integrata nel suo corpo trasformandolo inevitabilmente in un obiettivo di Darkseid. 

 

Nel frattempo arriva qualche piacevole novità anche dal sito ufficiale. Sarà infatti possibile personalizzare le nostre foto con i loghi del supereroe preferito. Fate clic qui per regalarvi uno scatto unico.


L’uscita di Justice League nelle sale italiane è prevista per il 23 novembre.

Justice League

Chiudiamo per un attimo la parentesi ‘Justice League‘ e parliamo proprio del film sul Cavaliere Oscuro. Dylan Clark, produttore de L’alba del pianeta delle scimmie e l’ultima War: Il pianeta delle scimmie potrebbe presto entrare a far parte dell’Universo Esteso DC. Un nuovo report uscito oggi suggerisce che Clark potrebbe unirsi a Matt Reeves (Cloverfield, L’alba del pianeta delle scimmie, War: Il pianeta delle scimmie) regista di The Batman come produttore e sua spalla nella pellicola con attore protagonista Ben Affleck. A quanto pare Clark e Warner Bros. sarebbero attualmente in trattative.
Reeves è stato annunciato ufficialmente per dirigere il nuovo film di Batman dopo che Ben Affleck, che interpreta il Crociato Incappucciato nell’Universo DC esteso, ha deciso di dimettersi dalla carica di regista del progetto per concentrarsi solo al ruolo da protagonista.
The Batman diretto da Matt Reeves avrà come protagonista Ben Affleck nei panni di Bruce Wayne/Batman, Joe Manganiello come Slade Wilson/Deathstroke, J.K. Simmons come il commissario James Gordon e Jeremy Irons che ritorna nei panni di Alfred Pennyworth, deve ancora essere annunciata una data di uscita.

 

Tartarughe Ninja, Warcraft e Batman: intervista a Manthomex

Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra per la Paramount Picture, Warcraft L’inizio per la Universal Pictures, questi sono i princiapli loghi dietro cui “si nasconde” Manthomex al secolo Mauro Antonini, classe 1980, fumettista e illustratore, impegnato in diverse forme di arti visive. In più, ha la particolarità di essere stato selezionato dal maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti per esguire gli storybord del cortometraggio Halloween Party. Manthomex è talmente poliedrico da creare un proprio personaggio: Piccion, protagonista del suo progetto più personale rappresentato dalla webeseries settimanale Piccioncinema, strutturata in “single panels” in bianco e nero visionabili sulle apposite pagine Deviant Art e Facebook che vi linkiamo in questa intervista. Ultima, ma non ultima, è la sua partecipazione ai nostri due progetti Batman v Superman Concept Artbook su cui realizza una bellissima tavola con Doomsday e Lex Luthor e Dead xx Squad dove potete trovare un Capitan Boomerang in grande spolvero.

Incuriositi? Noi sì, tanto. Ecco perché ci siamo fatti spiegare tutto da Manthomex stesso, in questa intervista esclusiva che siamo lieti di pubblicare proprio in occasione dell’uscita ufficiale del Blu-Ray e del DVD di Warcraft – L’Inizio a cui Manthomex ha partecipato.

Stefano: Ciao Manthomex bevenuto su Batman Crime Solver. Presentati al nostro pubblico.

M – (imitando la voce del Robin televisivo del ’66) “Sante interviste, Batman! Sono su Batman Crime Solver!! Gosh!!”

Stefano: Ci racconti come è nata la tua passione per il disegno e quali sono stati i tuoi studi specifici per entrare nel mondo della nona arte?

Sono cresciuto con i miei nonni, ed è stato grazie a loro, e in particolare a mio nonno – pittore e scultore per lo studio di Pietro Consagra – che ho iniziato a disegnare, praticamente prima di imparare a parlare e camminare. L’arte era per lui una forma di comunicazione primaria, e mi ha messo subito matite e pennelli in mano, sin dalla più tenera età. Disegnare era uno dei “giochi” che ci avvicinava di più e per me fu subito la nascita di una grande passione. Inoltre crescendo diventai una vera “spugna” per quanto riguarda le arti visive. Mi piaceva di tutto: cartoons, comics, arte tradizionale, illustrazione, e assorbivo tutto quello che mi affascinava. Ovviamente il voler ri-creare quanto leggevo e vedevo, con mie personali versioni, fu di sicuro d’aiuto per continuare a disegnare. Non ho mai copiato, mai, ma ho sempre voluto confrontarmi con le mie passioni in maniera non passiva, esprimendo su carta la mia visione dei personaggi e delle storie che amavo. Negli anni ho cambiato stile più volte ma non ho mai rincorso pedissequamente qualcosa che era stato già fatto da altri. Da autore come da spettatore mi piace la rielaborazione, preferisco un autore che rielabori un soggetto con personalità ad uno che lo interpreti pedissequamente senz’anima. Da adolescente seguii un corso ad una scuola di comics, di seguito ho continuato a studiare arti figurative e fumetto autonomamente, ma non ho mai fatto studi accademici per disegnare, mi ritengo parzialmente autodidatta. Ho frequentato il liceo classico e sono laureato magistrale in scienze umanistiche. E anche se di base sembra un qualcosa che non abbia nulla a che fare con le arti grafiche, mi sono accorto, col tempo, che aver studiato teatro e cinema mi ha fatto familiarizzare con concetti come “spazio scenico”, “inquadratura”, “story telling” ecc. Tutte cose che nel fare fumetti servono almeno quanto le regole anatomiche e prospettiche. Ciò che ha contato di più, credo, è il non essermi mai fermato, ma aver sempre disegnato, su tutte le superfici possibili, con tutti i mezzi possibili, sempre, incessantemente e in ogni condizione.

Stefano: Guardando i tuoi lavori si denota un tratto distintivo e la prima cosa che incuriosisce è questa tua passione per la corrente artistica Furry. Spiegaci come nasce questa tua passione.

M -Tutti noi adoriamo personaggi Furry sin dall’infanzia, anche se non li definiamo così. Cosa sono, in fondo Scooby Doo, i Looney Tunes, la banda Disney o persino le Tartarughe Ninja se non personaggi Furry? Per Furry si intende qualsiasi rappresentazione di animale, con caratteristiche più o meno antropomorfe, nel volto, nel fisico e/o nella personalità. Per me che ho un tratto cartoonesco la distinzione principale è tra gli “anthro furries”, cioè gli animali raffigurati con una postura umana o umanoide – un pò come i protagonisti del Robin Hood della Disney – e i “feral” o “non anthro furries” cioè quegli animali cartoon che mantengono la postura che hanno in natura – quadrupede se si parla di un felino, bipede con ali se si parla di un uccello e via dicendo – ma che si esprimono con una mimesi facciale umanizzata (un pò come i protagonisti de Il Re Leone). Il fandom furry è molto ampio, è una cosa che ho scoperto grazie alla rete e principalmente attraverso il mio lavoro su Deviant Art e poi, più specificatamente su FurAffinity. Molti utenti di questi, come di molti altri portali, interagiscono attraverso una propria “fursona” ossia un avatar che li rappresenti con fattezze furry, oppure immaginano vari Original Characters furry su cui costruiscono storie, in prosa o a fumetti. Va da se che molti utenti sono costantemente alla ricerca di disegnatori adatti a realizzare questo immaginario a volte completamente inedito. Ricevo moltissime richieste dal fandom furry: character designs, illustrazioni, strips e storie a fumetti. Il mio stile sembra sposarsi bene con la declinazione più “toon” del mondo furry. Per me è stata una bella scoperta, lavorativamente parlando e non. E’ qualcosa che trascende il fumetto pur comprendendolo.

Stefano: Presentaci il tuo progetto Piccioncinema.

M -Piccion è un piccione a cui piace andare in giro a far casino. Ed ha scelto di essere ritratto da me, il che mi rende felice perchè è tondo e fa tante faccine buffe, ed è un piacere da disegnare! Col tempo è divenuto una mia piccola mascotte e si è visto inserire, a volte solo come cameo, nelle mie storie a fumetti. Questa sua capacità di essere un pò dappertutto mi ha dato l’idea di renderlo protagonista di in una sua serie personale che avesse come fulcro proprio la sua erraticità. Nasce così Piccioncinema una serie di vignette assolutamente mute e non in sequenza tra loro, principalmente in bianco e nero (alcune successivamente anche a colori) ognuna delle quali ritrae Piccion all’interno di una scena famosa di un film, ovviamente rivista da me e dal mio stile. Di vignetta in vignetta Piccion si trova a interagire con le icone del cinema classico e contemporaneo. A volte fa amicizia con Charlie Chaplin o si innamora di Marylin Monroe, altre volte è minacciato da Jason Voorhees o dai dinosauri di Jurassic Park: ogni vignetta è una nuova inaspettata avventura nel mondo del cinema!

Stefano: Come anticipavo, il tuo nome si “nasconde” (neanche tanto!) dietro due grandi uscite cinematografiche: Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra e Warcraft L’inizio. Come sei arrivato a queste pubblicazioni e cosa hai realizzato nello specifico?

M -Il mio nome non si nasconde affatto! Sono stato talmente felice di aver avuto la fortuna di lavorare alla pubblicistica e ai gadgets dei film che citi che non faccio altro che ripeterlo a gran voce!!

Sono arrivato a Tartarughe Ninja – Fuori dall’Ombra e a Warcraft – L’inizio vincendo dei concorsi indetti, rispettivamente, da Paramount Pictures e Talenthouse per le Tartarughe e da Universal per Warcraft.

Per le Tartarughe la Paramount stava cercando venti artisti per illustrare altrettante “sewer cover art”, ossia delle “locandine” di forma circolare da stampare sui coperchi dei tombini delle fognature di New York per pubblicizzare il film. Il mio artwork “Tennage Mutant Ninja Turtles vs BeBop and Rocksteady – Day and Night” (visibile qui) è stato uno dei venti selezionati tra quelli che Paramount e Talenthouse hanno ricevuto dagli artisti di tutto il mondo, ed è stato stampato sui suddetti tombini e su vari gadget per pubblicizzare il film nonchè esposto alla Premiere di New York del film al Madison Square Garden e a tutte le successive anteprime mondiali.

Senza esagerazione credo sia stata la mia soddisfazione professionale maggiore, ad oggi. Non solo per la rilevanza della vincita, ma anche per il soggetto: Le Tartarughe Ninja ! Sono sempre stato un fan esagerato dei quattro mutanti esperti di arti marziali, credo sia il franchise a cui sono in assoluto più legato. Ho letto – e leggo – i fumetti , visto tutti i film e i cartoon per la tv, giocato ai video games arcade e per consolle per non parlare dell’infinità di action figures e gadget raffiguranti i personaggi dell’universo TMNT che ho acquistato negli anni ’80 e ’90 e che continuo ancora a collezionare! Prendere parte a un franchise che praticamente mi accompagna da decenni, e che ho amato e amo così fortemente, è stata un’emozione senza pari. Appena ho saputo della vincita ero talmente su di giri che, quando ho ricevuto i complimenti per via telematica da Kevin Eastman – l’ideatore delle Tartarughe – ho pensato si trattasse di uno scherzo! Poi mi sono ricordato cosa dice il Maestro Splinter: “C’è un grido in segno di vittoria: COWABUNGA!”. E l’ho fatto risuonare in tutto il mondo.

Discorso simile, e diverso al tempo stesso, per Warcraft – l’inzio. In questo caso la Universal cercava otto autori che realizzassero altrettante illustrazioni da annettere ad un’edizione speciale del Blu Ray del film e la mia, raffigurante la mezzorco Garona e lo stregone Gul’dan, è stata una delle otto ad essere scelta (e che potrete trovare nell’edizione del Blu Ray in vendita esclusivamente da Game Stop. Anche in questo caso sono stato felicissimo di vincere e di divenire parte di un franchise così longevo e amato come Warcraft anche se, ammetto, che non sono un fan della saga al paragone di come lo sono per le Tartarughe Ninja. Adoro il fantasy e ho giocato al primo classico videogioco di Warcraft su PC, Uomini e Orchi , ma non sono un giocatore di ruolo, tanto di quelli dal vivo quanto a livello informatico, e non familiarizzavo con tutta la complessità della serie. Quando ho saputo del concorso mi sono infilato in un cinema a vedere il film e ho scelto di raffigurare Garona e Gul’dan perchè rientravano perfettamente nell’ambito delle figure che di più amo disegnare in genere: le donne forti e i mostri dinoccolati !

In ogni modo essere riuscito a vincere due concorsi indetti da due delle più grandi major Hollywoodiane, per film di grandissima divulgazione su icone pop transmediali conosciute globalmente (quindi entrambi con tantissimi partecipanti !), a seguito di selezioni di giurie qualificate del settore, mi ha dato quella spinta di sicurezza determinante per convincermi, ulteriormente, che la via del fumetto e dell’illustrazione è quella che per me è corretto percorrere.

Stefano: Tu sai benissimo che è stata pubblicata una miniserie targata IDW e DC Comics intitolata, manco a dirlo, Batman/Teenage Mutant Ninja Turtles. Cosa ne pensi del progetto? Ti piace come idea?

M – E’ probabilmente il fumetto che aspetto di più di leggere tra quelli in uscita. Batman e le Tartarughe Ninja insieme. E’ tutto così senza senso che può solo finire bene. Diciamocela tutta, i crossover sono sempre stati solo dei giochi per i fan, per far interagire personaggi che, di base, non hanno nulla a che spartire tra loro. Nessuno pensava di fare la storia del fumetto quando fecero incontrare Archie e il Punitore (si, è successo!) o Superman e Bugs Bunny (si, è successo anche questo!). Sono puro divertissment e funzionano quando sono consapevoli di esserlo, e mi sembra che questo tra l’Uomo Pipistrello e le Tartarughe sia costruito in tal senso. Vi racconto un aneddoto in merito: essendo cresciuto negli anni ’80 e da fan assoluto dei Ninja Turtles, come dicevo poco fa, avevo un’infinità delle classiche action figures e rispettivi veicoli della Playmates, ci giocavo tantissimo ma c’era una cosa che non sopportavo: non erano in scala con i Masters of the Universe (targati Mattel) ! Quando creavo i miei “crossover” sul tappeto di casa mi innervosivo perché He Man era troppo basso per guidare il Party Van delle Tartarughe e fare delle advances da macho a April O’Neil. Volevo che Skeletor e Shredder si unissero e che gli Eterniani arrivassero a New York per contrastarli insieme alle Tartarughe, ma davvero, quei giocattoli facevano di tutto per non “interfacciarsi”. Batman e le Tartarughe Ninja in uno stesso fumetto è, in un certo senso, il “playset” che ho sempre sognato da bambino dove tutti i giocattoli sono in scala tra loro e funzionano bene così! Il prossimo passo è far sedurre Barbie da Bruce Wayne. Vita dura per Vicki Vale e Catwoman!!

Stefano: Tra i tuoi tantissimi progetti ci sono state due illustrazioni realizzate per il Batman v Superman Concept Artbook e Dead xx Squad. Raccontaci qualche aneddoto su queste illustrazioni.

M – Voi tipi di Batman Crime Solver mi avete contattato e mi avete dato l’opportunità di disegnare dei personaggi DC Comics, e per di più tutti cattivi. Quindi sono stato contento due volte. In primis perché nel pantheon DC ci sono molti dei miei supereroi e supercriminali preferiti, in secundis perché adoro disegnare personaggi “non convenzionali” nei volti, nei fisici e nella postura, e, in genere con i cattivi c’è più da divertirsi in tal senso. Quando mi avete chiesto di ritrarre Luthor e Doomsday insieme, nella stessa immagine, per Batman v Superman – Concept Artbook ho subito pensato di giocare sulla differenza basica dei due: uno ha il cervello, l’altro i muscoli. Volevo che di Luthor si percepisse l’arroganza e il suo eccesso di personalità egomaniaca, e in contrasto l’imponenza fisica e brutale di Doomsday. Da lì ho costruito l’immagine: Luthor doveva primeggiare anche essendo fisicamente inferiore, doveva stare davanti, smargiasso, e “mimare” la posa di Superman con gambe divaricate e braccia sui fianchi, in fondo lui si percepisce il vero superuomo di Metropolis, mentre Doomsday praticamente inglobava quasi tutto lo sfondo con la sua massa muscolare imponente. Il vezzo di far si che il mantello dell’Ultimo Figlio di Krypton, strappato, tra le mani di Doomsday svolazzasse alle spalle di Lex, come se fosse lui a indossarlo per un semplicissimo gioco di sovrapposizione, ha dato alla tavola quello humour cartoonesco che contraddistingue un pò tutti i miei lavori.

Quando è stata la volta di Capitan Boomerang per Dead XX Squad , invece, ho giocato su qualcosa che ho sempre adorato nei villains di Flash, la loro persistenza nel combattere un nemico davvero troppo potente per loro. Non parlo dell’Anti – Flash o gli altri velocisti malvagi, ma dei cosiddetti “Rogues”, Capitan Cold, Heatwave, Trickster e tanti altri. Sono dei criminali da due soldi, con pistole che sparano raggi congelanti o abili a lanciare trucchetti esplosivi, e si mettono contro un tipo che può fare il giro del mondo mille volte nel tempo in cui sbattiamo le palpebre. Sono dei veri mentecatti, è impossibile che pensino di vincere, eppure non smettono mai di provarci. Il che me li rende troppo simpatici, come la Banda Bassotti, Dick Dusterdly o Wile E. Coyote. Non importa quante volte perdano, ci riproveranno sempre! Quindi ho pensato di ritrarre Capitan Boomerang che veniva schernito da Flash, riflesso in pose diverse nei boomerang lanciati verso l’osservatore. Ho immaginato che il Velocista Scarlatto – nella sua percezione del tempo a supervelocità, in cui tutto attorno a lui si muove al ralenti – nel tempo in cui Boomerang lanciava le sue lame lui potesse prendersi tutto il tempo che voleva per sbeffeggiarlo e rendere esplicita la fallimenterità del gesto del nemico. Ancora una volta mi interessava dare all’immagine un umorismo da cartoon classico, ma qui, visto il soggetto, è stato più facile!

Un paio di curiosità che valgono per tutte e due le illustrazioni:

– Sono entrambe inquadrate su di un asse obliquo. E’ una cosa che ho imparato dalla classica tv series anni 60 di Batman: i cattivi si inquadrano per storto, per accentuare la devianza delle loro menti e delle loro azioni. Nulla batte i classici, eh?

– Entrambe le illustrazioni mi sono state affidate MOLTO prima che vedessi i film Batman V Superman e Suicide Squad, quindi non avevo idea che, nelle pellicole in questione, Luthor avrebbe creato Doomsday e che Flash sarebbe apparso in un cameo per catturare Boomerang. Le cose sono due: o so predire il futuro o questi film stanno diventando davvero troppo prevedibili (Sinceramente propendo per la seconda ipotesi!)

Stefano: Fai una tua personale classifica dei fumetti e dei cartoni animati da più amati.

M – No, no! Nessuna classifica, pietà! Preferisco andare in completa anarchia e senza alcun gradiente di preferenza.

Per i cartoon: qualsiasi cosa diretta da Tex Avery e da Chuck Jones. Scooby Doo. I Looney Tunes. Tom & Jerry della MGM. I cartoon WB degli anni ’90: Tiny Toons; Animaniacs; Freakazoid. I Disney Afternoon cartoons: Duck Tales, Darkwing Duck, Goof Troop.

I comics: The Spirit e tutto Will Eisner. Savage Dragon e tutto Erik Larsen. Love & Rockets e tutto ciò che è disegnato da Gilbert Hernandez. Battle Chasers e tutto ciò che è disegnato da Joe Madureira. Watchmen. The Goon. Le storie di Superman scritte da Alan Moore, quelle scritte e disegnate da John Byrne e All Star Superman di Grant Morrison. Tutto il Batman di Frank Miller. Tutto il Batman di Grant Morrison. Qualsiasi storia di Batman disegnata da Norm Breyfogle. I Fantastici Quattro di Stan Lee e jack Kirby, di John Byrne, di Walt Simonson e di Mark Waid e Mike Weiringo. Wonder Woman di John Byrne. Le Tartarughe Ninja di Kevin Eastman & Peter Laird, di Simon Bisley e di Jim Lawson. Per un pugno di sangue di Kevin Eastman e Simon Bisley. Tutto Lanterna Verde scritto di Geoff Johns. Tutto il Daredevil di Frank Miller. Flex Mentallo e la Doom Patrol di Grant Morrison. Il Capitan America di Jim Steranko e quello di Ed Brubaker. La Lega degli Straordinari Gentlemen . Il Dr Strange di Stan Lee e Steve Ditko. Gli X-Men scritti da Claremont. Witch Doctor. Shadowpact e troppi, troppi altri!!

Stefano: Quali sono le fiere alle quali partecipi più frequentemente ed i nostri lettori dove possono trovarti?

M -Essendo un autore conosciuto principalmente all’estero le fiere a cui partecipo più volentieri, e dove ricevo più calore da parte del pubblico, sono la London Super Comic Con, a Londra, e l’Eurofurence, a Berlino. Entrambe ormai un must da molti anni a questa parte. E non è detto che non espanda presto la mia partecipazione ad altri eventi europei e non. In Italia ho avuto il mio battesimo come autore professionista nell’ormai tramontata Narnia Fumetto organizzata da Antani Comics e quest’anno sono stato felicissimo di poter esserci alla rinascita di Fumetterni, della medesima organizzazione. Se si rifarà io ci sarò.

Stefano: Progetti per il futuro?

M – E’ una domanda a cui di solito si risponde o prendendosi troppo sul serio o sviandola con una battuta tipo (imitando la voce del Prof degli Animaniacs) “quello che facciamo tutte le sere, Mignolo, tentare di conquistare il mondo!!!”.

Diciamo solo che finché la mia vita sarà scandita dallo svegliarmi per disegnare fumetti e andar a dormire dopo una giornata passata a disegnare fumetti io mi sentirò al posto giusto.

Stefano: Non posso lasciarti se non con le classiche due domande di questo blog. Cosa ti piace del personaggio di Batman e spiegacene le ragioni. Quale è la storia di Batman che preferisci in assoluto e perché?

M – Dopo anni passati a leggere Batman, e a seguire il personaggio su molte delle sue trasmigrazioni mediali off-comics, ho capito una cosa. Quel che mi piace di più di Batman è il contesto. Non amo Batman più di altri supereroi americani, ma di sicuro lo considero il personaggio che ha il miglior apparato contestuale. Gli spazi in cui si muove – Gotham City, La Bat Caverna, l’Arkham Asylum – i comprimari o i sidekick come Alfred e i vari Robin, la galleria dei nemici. Nessun altro supereroe può vantare un set scenografico e un cast di supporto paragonabile. Quello che mi piace di più di Batman, in sintesi, è ciò che lo circonda. E mi piacciono quegli autori che si ricordano le origini gotiche del personaggio e del suo contesto. Gotham è un freak show fatto di uomini pipistrello, pagliacci assassini, trapezisti folli, spaventapasseri ambulanti, donne felino e mostri e difformità d’ogni genere. E’ questo che rende il mondo di Batman interessante: è assurdo, imponente e raccapricciante. Se lo si “spiega” troppo o ci si arrende al realismo smette di incontrare i miei gusti.

Per quanto riguarda una storia di Batman in particolare, a rischio di esser banale, direi The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland. Ha scolpito meglio di qualsiasi altro testo quello che deve essere il rapporto tra il supereroe e il suo arcinemico.

Stefano: Vuoi salature i nostri lettori?

M – Ma certo! (Imitando Kurt Russell): “I saluti dello Zio Manthomex sono preziosi quando fuori la pioggia scroscia e i tuoni fanno tremare i pilastri del cielo!”

E per chi vorrà contraccambiare potrà farlo su Facebook, Deviant ArtPiccioncinema, Furaffinity o Patreon.

 

Batman v Superman – Clip cancellata “Communion”

Batman v Superman: Dawn of Justice come vi ho anticipato nel precedente articolo (qui) ha avuto un debutto record anche in Italia sbancando il botteghino con un incasso totale di 5,2 milioni in 750 schermi. Per aumentare la strategia di marketing nei confronti del film, è stata diffusa una breve scena tagliata dalla pellicola dedicata a Lex Luthor (Jesse Eisenberg) che contiene un mistero per i prossimi film.
La scena si riferisce alla cattura di Lex Luthor nella nave spaziale kryptoniana dopo che Batman, Superman e Wonder Woman hanno sconfitto Doomsday. Mentre un team di forze speciali di Metropolis fa irruzione nella nave, Lex Luthor viene mostrato intento a creare una comunione mentale con una creatura dotata di corna che svanisce diventando polvere non appena i soldati si avvicinano. Nel finale del film Lex Luthor fa riferimento a qualcosa che sta per arrivare sulla Terra, attirato probabilmente dalla creazione di Doomsday. E la scena tagliata sembra indicare che potenti forze si sono accorte dell’esistenza del Pianeta Terra. Ma di quali forze si tratta?
Le teorie al riguardo abbondano. La bestia dotata di corna che vediamo nella clip potrebbe essere un araldo del villain Darkseid, il cui simbolo e i cui servitori alati sono comparsi nella visione da incubo avuta da Bruce Wayne (Ben Affleck) in precedenza. Nel finale della clip, Lex Luthor sembra risvegliarsi da uno stato di trance. Nei fumetti Darkseid, figlio della regina Heggra del pianeta Apokolips, è stato mostrato capace di avvelenare la mente delle persone più deboli, trasformandole in semplici marionette o influenzando la loro prospettiva sugli eventi. Il sociopatico Lex potrebbe essere un facile bersaglio per essere corrotto dalla forza maligna del Tiranno di Apokolips.
Ma il mostro che vediamo nella scena tagliata tiene in mano delle scatole che fluttuano nell’aria.
Come sappiamo nei fumetti Jack Kirby ha creato la Scatola Madre o Mother Box come parte del suo universo noto come “Quarto mondo”, si tratta di un oggetto tecnologico creato dallo scienziato Himon di Apokolips usando il misterioso Elemento X.
Mother Box, potente supercomputer dotato di poteri quasi magici secondo il regista Zack Snyder, è stato mostrato brevemente nel video che mostra l’origine di Cyborg (Ray Fisher). Queste scatole si collegano ad un ospite garantendogli poteri sovrumani. Data la relazione tra Mother Box e Darkseid, è altamente probabile che le scatole cubiche fluttuanti mostrate nella clip siano altri esempi dell’avanzata tecnologia dei Nuovi Dei. In tale contesto, potrebbero essere usate per comunicare con Lex da una notevole distanza. Forse le scatole stanno per essere teletrasportate sulla Terra, ma l’irruzione dei soldati giunti ad arrestare Lex interrompe la procedura.
Un’altra possibilità riguarda l’arrivo del villain Brainiac, il supercriminale che in realtà si chiama Vril Dox, come frutto dell’interazione tra Mother Boxes e la tecnologia kyptoniana, nonchè colui che crea la frattura del multiverso DC Comics in Convergence. Il mostro che vediamo potrebbe essere un costrutto di Brainiac. Al momento non è possibile stabilirne con esattezza l’identità, ma la creatura mostra numerose somiglianze con i demoni contenuti nei dipinti di Lex Luthor, i Nuovi Dei che stanno arrivando dal cielo, la minaccia che sta per colpire la Terra.
La teoria più accreditata legata alla clip vedrebbe, però, nel mostro con le corna un servitore innominato di Darkseid, possibile villain di Justice League Part One. Il mostro potrebbe, dunque, essere solo una proiezione di Darkseid o delle sue forze e e dell’archivio di Mother Boxes piuttosto che una creatura reale. Continueremo a stare sul pezzo, intanto leggetevi questo articolo che vi introduce all’arrivo al cinema della Justice League (Prima Parte), atteso per il 17 novembre 2017.

Olimpo d’eroi

Sapete cosa facevano i Greci la sera, dopo cena? Ascoltavano i miti. Convocavano un buon raccontatore, possibilmente cieco e in cambio di un buon pasto gli facevano raccontare una storia. La principale differenza tra i miti greci e quelli dei fumetti sta nel fatto che le vicende private dei personaggi allora venivano affidate alla viva voce dei narratori, piuttosto che alle pagine dei fumetti. Ma il succo è lo stesso: non a caso, infatti, mithsos in greco vuol dire racconto. I miti sono la prima forma di narrativa di cui si abbia notizia. Nascono in un certo periodo storico, da un particolare ambiente sociale, all’interno del quale la figura dell’eroe occupa la posizione di massimo prestigio. E ogni periodo naturalmente ha i suoi eroi, i suoi personaggi mitici. Non a caso, abbiamo assistito tutti a quelle discussioni…”Superman è il massimo!” “E’ meglio Batman!” “Doomsday fa un boccone di entrambi!”. Nei negozi di fumetti, nei cortili di tutto il mondo gli appassionati si accapigliano da sempre sui loro personaggi preferiti che rispondono a requisiti molto particolari: origini appassionanti, capacità prodigiose, un look interessante, una personalità dinamica, forti motivazioni e devono rappresentare qualcosa di importante. In breve non basta che fossero rilevanti, devono fare tendenza. Non devono essere “solo” potenti, ma formidabili. Non devono essere semplicemente indurre a leggere i fumetti, ma farceli amare. Ad ognuno di voi che leggerà questo mio breve pezzo…il suo (super)eroe.

Stefano

Batman v Superman v Flash

Batman v Superman v Flash

Scritto per la fanzineA6: a6fanzine.blogspot.com  Facebook: www.facebook.com/A6Fanzine

Batman v Superman: Dawn of Justice – Altre news

ComicBookMovie e di seguito l’ultimo numero del 2015 di Entertainment Weekly hanno pubblicato una nuova immagine della Batcaverna di Batman v Superman: Dawn of Justice presa dall’edizione cartacea di Entertainment Weekly.
La foto, che trovate più in basso, è accompagnata anche da un paio di considerazioni di Ben Affleck circa il ruolo di leader che Batman avrà nella Justice League e sul fidato maggiordomo Alfred, interpretato da Jeremy Irons nella pellicola di Zack Snyder:
“Batman rappresenta gli esseri umani, i mortali. In un mondo fatto di Flash, Aquaman e Superman c’è la necessità di un tizio come lui. È interessante come, nei fumetti, lui diventi il leader della Justice League – non sono ancora certo di come si svolgerà la cosa nei film – ma la sua umanità è un vantaggio. Alfred questa volta è molto più partecipativo, una sorta di “meccanico” molto partecipe nelle decisioni di Batman”.

Batman v Superman: Dawn of Justice - La nuova Batcaverna

Batman v Superman: Dawn of Justice – La nuova Batcaverna

Batman v Superman: Dawn of Justice avrà una trama articolata e una fitta matassa narrativa da sbrogliare: il regista Zack Snyder si è preoccupato di introdurre il personaggio di Bruce Wayne/Batman (Ben Affleck) e rendere comprensibile il suo odio per Superman (Henry Cavill), delineare il rapporto di quest’ultimo con le autorità mondiali, introdurre Lex Luthor (Jesse Eisenberg) e i suoi piani, inserire il personaggio di Diana Prince/Wonder Woman (Gal Gadot), rivelare lo scontro tra Batman e Superman, e infine l’alleanza degli eroi contro Doomsday; senza contare il privato di Clark Kent con sua madre e Lois Lane, quelli di Bruce Wayne con Alfred (Jeremy Irons) e i suoi spettri, oltre a numerosi particolari che vi abbiamo già raccontato. E’ chiaro che il nostro agognato film non si concluderà in un’ora e quaranta minuti, e infatti le prime notizie sulla durata parlano di 151 minuti, ovvero poco più di due ore e mezza. La notizia è pervenuta da un sito tedesco che ha già dato inizio alla vendita dei biglietti, e segnala la durata in minuti nella scheda del film. Non si tratta di una informazione ufficiale, ma è molto attendibile: d’altra parte, sono solo 8 minuti in più rispetto a L’Uomo d’Acciaio (che ne durava 143), ed è in linea con le tendenze di tanti altri film del genere attuali.  Si dice però che esistano ben 4 ore di girato, quindi noi fan speriamo che in futuro esca anche una versione director’s cut per l’home video, completa di tutte le scene che saranno escluse dal montaggio finale (o perlomeno alcune di esse). Al contrario di quanto invece non uscirà per la trilogia di Batman targata Nolan, il quale ha chiaramente dichiarato che non pubblicherà versione alternative dei propri film.

Batman v Superman: solo conferme sulla trama e i personaggi

Il mio blog, tramite le notizie catturate sul sito Badass Digest, già il 4 dicembre confermava la presenza di Doomsday nel film Batman v Superman: Dawn of Justice, dando ancora la notizia il 26 gennaio. Da poche ore, sono stati confermati alcuni dettagli sulla trama e le numerose voci che si sono diffuse, confermano la la partecipazione dell’altro inditruttibile antagonista principale dei nostri supereroi. Nel film Doomsday opererà come uno dei compagni e lo scagnozzo per eccellenza di Lex Luthor (Jesse Adam Eisenberg). Umberto “El Mayimbe” Gonzalez (redattore di Latino Review e heroichollywood.com) ha commentato a tal proposito:
“Stiamo andando a progettare Doomsday. Da quello che ho sentito, sembra incredibile“, postando questo sul suo profilo instagram:
“La domanda che ci hanno chiesto è finalmente risposto! Vedremo #DOOMSDAY IN #BatmanvSupermanDawnofJustice?

Prosegue lo stesso Gonzalez: “Quindi se mi chiedete chi è lo scagnozzo, se mi state chiedendo tecnicamente non chi è il cattivo principale ma chi è lo scagnozzo in Batman v Superman… è stato detto in giro ma ora posso affermarlo ufficialmente, vedremo Doomsday. E da quello che sto sentendo ha un aspetto incredibile”.

A questo punto è stato chiesto se la frase che sentiamo dire nel trailer ‘Dimmi tu sanguini? Lo farai?‘, viene detta da Doomsday e non da Batman.

“Quello non è Doomsday che sta parlando, quel segmento, quella voce proviene da una sequenza su un sogno in Batman v Superman”.

Parlando del Batman di Ben Affleck, Gonzales spiega:

“Il suo Batman è brutale in questo film, questo Batman è uno spezza ossa, spietato, la sua violenza… è la visione di Frank Miller“

Cliccate qui per vedere i due poster di Batman v Superman, il batwing e alcuni spoiler.