Inizia l’era DC Panini Comics

Da giovedì 4 giugno 2020 i fumetti e le graphic novel DC saranno pubblicati dalla casa editrice modenese.  Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde e altri iconici supereroi sono pronti ad affascinarci con le loro avventure, tra cult e inediti.

Sta iniziando una nuova era nel mondo dei fumettiDa giovedì 4 giugno 2020  partiranno ufficialmente le pubblicazioni DC Comics a cura di Panini comicsSupermanBatmanWonder WomanFlash e Lanterna Verde sono solo alcuni dei supereroi dell’Universo DC – uno dei più grandi editori al mondo di fumetti e graphic novel in lingua inglese – che troveranno dunque nuova vita negli albi e nei volumi che Panini Comics renderà disponibili in formato cartaceo e digitale.

Le pubblicazioni DC Panini Comics si raggruppano in due linee di pubblicazione: i periodici spillati o brossurati, distribuiti in edicola e in fumetteria, e i volumi, distribuiti in fumetteria e in libreria. Tutte le informazioni e i dettagli (dalle date di uscita alle caratteristiche tecniche) sono disponibili sul sito ufficiale Panini Comics e sui canali social ufficiali Panini DC Italia FacebookInstagram e Telegram.

Le serie principali dell’Universo DC saranno dieci, distinte in albi spillati monografici confezionati con carta ad alta grammatura e tecniche di stampa all’avanguardia. Due i quindicinali, Batman e Superman, otto i mensili: Justice LeagueWonder WomanBatman/SupermanLanterna VerdeFlashAquamanHarley Quinn e DC Crossover (che raccoglierà tutti gli eventi che costituiranno la spina dorsale dell’Universo DC, a partire dalla miniserie Evento Leviathan che coinvolge tutti i più grandi detective del multiverso in un caso di spionaggio internazionale). I numeri uno di questi titoli si raccolgono sotto il nome di City Edition: ogni copertina è infatti ambientata in una città italiana. A dar vita a queste illustrazioni esclusive per Panini Comics sono stati 10 artisti del mondo del fumetto: Lee BermejoSimone BianchiLelio BonaccorsoGiorgio CavazzanoMatteo Cremona, Gabriele dell’OttoEmanuela LupacchinoMilo ManaraFrancesco MattinaAndrea Sorrentino. Si tratta di artwork unici, pezzi da collezione disponibili anche in una versione in serie limitata e rinominata per l’occasione (senza elementi grafici in copertina e stampata a colori su carta Tintoretto da 250 gr).

Ci saranno poi 5 numeri Alfa, albi celebrativi contenenti storie del passato e inedite, ognuno con una cover d’autore, disponibile anche in versione variant gold metallizzata: Mirka Andolfo (Wonder Woman)Jacopo Camagni (Flash), Giuseppe Camuncoli (Superman)Werther Dell’Edera (Lanterna Verde) e Carmine Di Giandomenico (Batman). I 5 numeri potranno anche essere acquistati in un cofanetto celebrativo contenente la doppia versione di ogni albo e un’esclusiva litografia realizzata da Werther Dell’Edera.

A questi spillati, disponibili in edicola, fumetteria e in digitale, si aggiungerà anche la collana DC Best Seller, che ripubblicherà in formato tascabile le grandi saghe DC, a partire dal Batman di Scott Snyder e Greg Capullo. E ancora i nuovi volumi DC Black Label, l’etichetta nera di DC con le storie non in continuità con le serie regolari – più crude e for mature readers – scritti e disegnati da grandi autori che daranno la loro interpretazione, senza censure, dei più grandi supereroi del mondo.

Sul versante librario, la collana DC Library raccoglierà le migliori storie DC di sempre, dai grandi classici del passato (come Batman: Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller) ai capolavori moderni (come Superman: L’Uomo d’Acciaio di Brian Bendis). Non mancheranno poi le riproposte classiche: i volumi conclusivi del DC Rebirth, che riprenderanno esattamente nel punto in cui il precedente editore si è fermato, le storiche serie Vertigo, i corposi DC Omnibus con interi cicli entrati nella leggenda, e i DC Classics, che presenteranno il meglio delle storie Silver Age e Bronze Age dei comics.

Siete pronti ad immergervi in un universo fantastico? La nuova era DC targata Panini Comics è iniziata!

Fonte: [Warner Bros. Entertainment Italia e Ufficio Stampa Goigest]

Suicide Squad, il trionfo di Harley Quinn e del Joker

Arriva in versione Home Video Suicide Squad. Sulle note di un soundtrack che spazia da Eminem ai Twenty One Pilots, una delirante epifania pop in cui svettano una super hot Margot Robbie nei panni della sexy Harley Quinn e un sardonico Jared Leto in quelli del Joker. Completano il cast Will Smith (Deadshot), Karen Fukuhara (Katana), Cara Delevinge (Incantatrice) Jay Hernandez (El Diablo) Adewale Akinnuoye-Agbaj (Killer Kroc).

La Warner Bros. lo aveva annunciato con lo spot che trovate di seguito (contenente un mucchio di scene inedite) ed oggi, finalmente è scaricabile l’Edizione Estesa del film in digital HD.

Dopo il grande successo al botteghino, Suicide Squad arriva in home video con uno straordinario regalo per i fan: la ‘Suicide Squad – Extended Cut’. L’inedita versione estesa del film, con ben 13 minuti in più di trama sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali, nel formato Blu-Ray 3D, 4K Ultra HD, nelle esclusive edizioni: Steelbook, Digibook, Graphic Novel e con le statue da collezione di Harley Quinn e Deadshot.

Chissà se nella versione Graphic Novel troveremo il fumetto (di cui vi abbiamo parlato qui), scritto da Tony Bedard e disegnato da Tom Derenick, viene descritto in gran parte attraverso un flashback, il periodo che precede l’arresto e la reclusione di Harley Quinn nel penitenziario e sanatorio di Belle Reve.

“Diciamo che li ho messi in un buco e ho buttato il buco” 

“Finché morte non ci separi”. E’ questa la scritta che accoglie gli (s)graditi ospiti di Belle Reve, penitenziario federale per metaumani affogato tra le umide paludi della Louisiana.

Se per Platone “il corpo è la prigione dell’anima”, per i supercriminali detenuti a Belle Reve, il carcere è un inferno perpetuo sia per lo spirito, sia per la carne. Tra le sbarre, leccate dalla licenziosa Harley Quinn, abita solo la cognizione del dolore per ciò che si è perduto, tra i fantasmi del passato e i tormenti del presente inflitti dal sadico secondino d’ordinanza.

Già dall’incipit carcerario, Suicide Squad mostra la sua preferenza per il frammento, la scheggia impazzita, il rimosso, perché i demoni e gli dei vivono nei dettagli.

Il film diretto dal regista  David Ayer è quindi un componimento poetico del disordine costituito, un tributo a Babele, un’epopea del subbuglio, del disordine, della confusione.

Non a caso  quando entra in scena l’ufficiale Amanda Waller, la reclusa Harley Quinn le chiede:  “Tu sei il diavolo?. Perché per la Squadra Suicida c’è solo il caos, l’inferno, la malabolgia.

Tra una colonna sonora che osciila da Purple Lamborghini di Skrillex e Rick Ross a Bohemians Rhapsody nella versione dei Panic! At the Disco, rieccheggia il No future No dream dell’etica punk trasfigurato in un’estetica da videogioco arcade anni Ottanta. Ma in Suicide Squad c’è spazio anche per una pausa caffé, magari leggendo il romanzo rosa Between The Sheets di Molly O’Keefe.

Un brano della colonna sonora lo potete ascoltare qui:

Suicide Squad il film - Basato sul fumetto ideato originariamente da Robert Kanigher e Ross Andru nel 1959.

Suicide Squad il film – Basato sul fumetto ideato originariamente da Robert Kanigher e Ross Andru nel 1959.

“Normale è un programma della lavatrice”

Deadshot: un serial killer che accetta di essere pagato con carte di credito. Killer Croc: un rabbioso uomo coccodrillo che mangia le persone. El Diablo, ex membro gang di Los Angeles capace di fare letteralmente fuoco e fiamme. Incantatrice: un arcana strega che vive nel corpo dell’archeologa June Moon. Capitan Boomerang: un feroce rapinatore australiano con la lattina di birra sempre in mano. Con questi bastardi senza gloria non è possibile alcun team building. Non c’è norma nel crimine che, al solito, non paga. Resiste solo il codice d’onore di una malavita che ormai esiste solo al cinema e in certi romanzi.

Suicide Squad è un film dedicato ai cattivi che, come cantava Loredana Berte, “poi cosi cattivi non sono mai”. Fatta eccezione per Amanda Waller. Sobrio, quasi anonimo, capelli a spazzola e piccoli orecchini, il personaggio interpretato da Viola Davis è il Male dal volto di Sfinge, l’antidoto più pericoloso della cura, il travet della crudeltà istituzionale, l’autentico mostro della porta accanto.

“Siamo cattivi. Siamo fatti cosi!”

Suicide Squad vive  e lotta insieme a noi soprattutto grazie ad Harley Quinn. L’ex psichiatra innamorata persa del Joker trova in Margot Robbie la sua assoluta, morbosa, trasfigurazione di deità. La scritta Rotten tatuata sulla guancia,  la sfiziosa calza a rete, le sneaker dal periglioso tacco a spillo, i voluttuosi, aderentissimi hot pants, i codini sbarazzini,  attestano  senza se e senza ma, la nascita di un’autentica, folle, inarrivabile,  icona cool e hot del cinema mainstream. Nessuno può resistere ai dolci, perversi ammiccamenti di questa divertita e divertente femme fatale a losanghe dal rossetto sbavato.  Il piccolo mostro di papà che, tra una  griffata mazza da baseball stile Warriors  e un revolver istoriato, sentenzia sul mortifero profumo di una portatrice insana di katana. Una femmina forte e folle che pare ispirarsi a un cannibalico vezzeggiativo, quando chiama il suo psicotico ganzo Joker, ovvero budino, pasticcino .

Margot Robbie è “il desiderio che diventa resa. La resa che diventa potere”, come sentenzia il suo crudele puddin dai capelli verdi prima di chiederle la prova d’amore definitiva, mentre la voce di Kelhani canta “I need a Gangsta to love me better”.

Il vero sacrificio non è morire, ma vivere e dedicare la propria vita a un altro. Soprattutto se il suo nome è Joker. Interpretato da un ineffabile Jared Leto, il villain dal viso di biacca danza tra le inquadrature del film come uno svalvolato acrobata del crimine, a metà strada tra un gansta- rap gonfio di luccicanti  Bling-Bling,  e un lisergico Grande Gatsby con tanto di frac, papillon, camicia inamidata e mitra sottobraccio. Ed è Harley Quinn il fuoco che consuma i lombi del malevolo e truccatissimo clown di Gotham. Cosi quando la coppia di bistrati Natural Born Killers si tuffa in una chimica tinozza, Suicide Squad assurge a una dimensione mitica.

L’amore consumato tra Harley e Joker  in quella liquida, orgia cromatica in cui blu, rosso e verde si abbracciamo come in una tela del miglior Jackson Pollock vale da sola tutto il film.

Si sa: meglio una fine orribile che un orrore senza fine. Meglio un paio di sequenze da antologia che uno script politicamente corretto infarcito di  computer  graphic in cui  buoni e cattivi si corcano di mazzate.

In fondo, come la divina e squinternata Harley insegna, possono essere cosi belle le luci colorate nel cielo. Anche se prive, in apparenza, di senso.

Margot Robbie è Harley Quinn

Margot Robbie è Harley Quinn

La versione Home Video

Suicide Squad è disponibile nel nuovo formato 4K Ultra HD. Il Combo Pack 4k Ultra HD + Blu-ray includerà un disco Ultra HD Blu-ray con il film in 4K HDR e un disco Blu-ray con il film e i contenuti speciali.

L’Ultra HD presenta una risoluzione 4K in High Dynamic Range (HDR) per una gamma di colori più ampia, offrendo agli spettatori colori più luminosi, profondi e realistici per un’esperienza visiva domestica mai provata prima. Per vivere appieno l’esperienza del 4K Ultra HD in HDR è necessario disporre di: un televisore 4K Ultra HD HDR + lettore Blu-ray Ultra HD + un cavo HDMI (categoria 2) ad alta velocità.

Suicide Squad è arricchito da esclusivi contenuti speciali che daranno la possibilità al pubblico di entrare ancor più nel cuore del film. Sarà quindi possibile esplorare in profondità il mondo sovrannaturale che circonda i protagonisti e dare uno sguardo più da vicino alla coppia più esplosiva dell’anno, Harley Quinn e Joker. Conosceremo inoltre quali sono i principi che regolano i precisissimi tiri di Deadshot e scopriremo tutti i segreti che hanno reso esaltanti e spettacolari le scene di combattimento del film. Bel Reve, il carcere di massima sicurezza, non sarà più un mistero grazie a questi contenuti bonus che ci porteranno a scoprire le verità più nascoste del centro detenzione più sicuro al mondo. Tutti questi extra daranno modo di approfondire tematiche e personaggi, oltre che a dare uno sguardo al dietro le quinte del secondo più grande film Warner Bros. dell’anno.

Per dare uno sguardo in anteprima al materiale tagliato dal film vi rimandiamo anche ai nostri speciali:

A tutto questo ci piace aggiungere lo splendido omaggio realizzato con illustrazioni esclusive dai disegnatori italiani della DC Comics, Marvel, IDW, Warner Bros e molti altri.
Dead xx Squad
Il libro, realizzato in tiratura limitata di sole 100 copie al mondo, è ancora disponibile presso la nostra pagina Facebook per chiunque pensi ad un regalo di Natale esclusivo.

Batman: l’arte visiva

Prendiamoci un momento non parlare di un fumetto o una graphic novel, ma l’ultima enciclopedia Batman edita da DK Publishing.

Prefazione di Frank Miller

Ormai tutte le informazioni sul Cavaliere Oscuro le troviamo anche nell’enciclopedia tradizionale grazie a Wikipedia, ma abbiamo ancora molto di cui godere grazie a una vera e propria enciclopedia stampata che tratta del regno immaginario di The Dark Knight. . Esistono almeno un paio di enciclopedie che circolano: The Essential Batman Encyclopedia da Robert Greenberger, ma ha la grave mancanza del reparto di grafica e The Batman file da Matthew Manning, che ha un modo davvero creativo di presentare le informazioni fingendo di essere il diario di Bruce Wayne (tra cui foto e ritagli di giornale finto) piuttosto che un libro di riferimento tradizionale. Sono entrambe molto diverse, così come altrettanto diversa e’ questa nuova enciclopedia che tratta dell’arte visiva nelle storie mitologiche del Cavaliere Oscuro.

Invece di darci un catalogo in ordine alfabetico di biografie come The Essential Batman Encyclopedia o un approccio più narrativo come Files Batman , Batman: Una storia visiva esamina il personaggio e il suo mondo anno dopo anno, da Detective Comics # 27 del 1939 a Batman Eternal # 1 del 2014. Il libro rende omaggio alle oscure storie di Batman di tutte le età ed è così ricco di dettagli che viene da chiedersi se si è davvero a conoscenza di tutte le strorie del Crociato Incappucciato, così come la maggior parte di noi crede.

Il titolo sottolinea l’aspetto visivo di questo libro di grande dimensione e si pone come una fantastica fonte di riferimento per i fans più accaniti e lettori neofiti. Il libro e’ una sorta di omaggio agli artisti formidabili che hanno contribuito al mondo di Gotham nel corso degli ultimi 75 anni distribuiti con un grande equilibrio. Le numerose didascalie scavano nella profondità della storia di Bruce Wayne e la sua lotta contro la criminalità. Ogni anno è un capitolo e ogni capitolo è un riferisce le storie più importanti. Citazioni memorabili, fatti divertenti, le copertine di minor fama sono in miniatura, pagine ingrandite di avventure strazianti, istantanee di tappe storiche, e primi piani di debutti dei nuovi personaggi sono tutti accompagnati da didascalie che a volte si estendono fino a raggiungere anche un singolo paragrafo, mentre per altri, le didascalie stesse si estendono per l’intera pagina. Le immagini di questo libro sono ben disposte e la selezione in mostra è fenomenale.

Batman A Visual History

Batman A Visual History

COPERTINA

Eccezionale la custodia cartonata del volume di Jason Fabok (Detective Comics, Batman Eternal). Il libro di una illustrazione avvolgente che mette in mostra più personaggi e i momenti piu’ intensi delle sue storie racchiuse all’interno del mantello che ondeggia in una forma alata. Nell’immagine, Fabok rende omaggio a Knightfall, Hush, Corte dei Gufi, e altro ancora.

Sulla copertina del libro c’e’ disegnato un Batman in bianco e nero in una posa eroica e in quarta di copertina una nube di pipistrelli che volano.

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

Batman A Visual History

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Batman Silent Book: un ringraziamento speciale a Scott Tipton

Per la redazione del Batman Silent Book, ci si e’ dovuti rivolgere anche ad un buon team di traduttori tra cui Giulia Carbone, Giulia Spiga e Lorenzo Magalotti. Ma avevamo comunque bisogno di qualcuno che potesse revisionare le traduzioni stesse, cosi’, grazie ad amicizie comuni, abbiamo potuto chiedere aiuto a Scott Tipton.
Scott Tipton e’ un ottimo autore e scrittore di comics, con una vasta gamma di graphic novel e opere in prosa al suo attivo. Infatti, tra gli altri, ha redatto la stesura di diversi fumetti di Star Trek per la casa editrice IDW Publishing e Archie Comics.
Scott Tipton è anche uno storico del fumetto, basta guardare anche il sito Comics 101 in cui presta articoli settimanali sulla storia del fumetto.
Vi consiglio anche di dare uno sguardo al suo personale sito internet Blastoffcomics.
Con questo breve articolo a lui dedicato, desidero ringraziarlo ancora una volta per la sua disponibilita’ e partecipazione al libro.
Queste le sue parole per sul libro e i suoi autori:

The artists in BATMAN SILENT BOOK give us a look at the world of the Dark Knight like none we’ve seen before. Some startling, some sexy, some disturbing, some inspiring, these new visions of Batman, his allies and his rogues’ gallery illustrate that the appeal of the Caped Crusader is truly universal“.

Traduzione:
Gli artisti presenti nel libro Batman Silent Book ci danno uno sguardo del mondo del Cavaliere Oscuro come non abbiamo mai avuto finora. Alcune sorprendenti, altre sexy, altre disturbanti o altre ancora che ci ispirano, queste nuove visioni di Batman, dei suoi alleati e dei suoi nemici sono una galleria di immagini che ci dimostrano come l’appeal del Crociato Incappucciato sia veramente universale“.

Essere entrati nelle grazie di un professore di storia del fumetto con un solo volume non è da tutti: Acquaviva Alberto, Astone Vittorio, Bandini Michele, Casagrande Elena, Di Matteo Daniela, Florean Arianna, Galliccia Fabrizio, Giampà Umberto, Giorgilli Cristina, Ivan Fiorelli, Laiso Emilio, Lista Emilia, Magalotti Lorenzo, Martello Annapaola, Michelangeli Mirta, Muscarà Salvo, Olimpieri Andrea, Pastorello Alessia, Pucci Carmine, Rappolli Flavio, Scazzocchio Leonardo, Simeoni Emanuel, Strati Claudio, Strati Luca, Susi Lorenzo, Traversi Ilaria, Valentino Tina…RINGRAZIANO IL PROFESSORE SCOTT.

Scott Tipton

Scott Tipton

Michael Keaton e…il terzo film di Batman

Batman-HPMichael Keaton è lo storico interprete dei due Batman diretti da Tim Burton usciti nel 1989 e nel 1992. Dopo Batman Returns, la Warner e Burton stavano pianificando un terzo capitolo, anche se poi la major ha optato per un rilancio del franchise più pop e meno dark con i due lungometraggi di Joel Schumacher.

Di recente l’attore che ha impersonato Bruce Wayne e il suo alter ego ha partecipato al podcast WTF con Marc Canton, dove ha espresso le sue idee a riguardo di questo film mai nato e altri aneddoti.

Keaton racconta che dopo aver girato Beetlejuice con Burton, aveva appreso che il regista stava pianificando un lungometraggio su Batman e che il filmmaker desiderava che lui leggesse il copione, dato che era intenzionato a averlo come protagonista.

Al tempo non conoscevo bene il fumetto, i suoi aspetti pulp, avevo dimestichezza più che altro con lo show televisivo. Dopo aver letto Il Ritorno del Cavaliere Oscuro mi sono interessato di più.

Lui e Tim Burton condividevano l’idea che doveva trattarsi di un personaggio estremamente depresso, un vigilante problematico.

Tempo fa, Keaton aveva dichiarato di non aver visto la Trilogia di Christopher Nolan nella sua interezza e, a quanto pare, non è stato fatto nulla per sopperire alla cosa anche se quelle riservate al regista inglese sono parole di elogio:

Quello che ci ha lavorato adesso, Chris Nolan, è un tizio pieno di talento. Ma lo dico come se li avessi visti, cosa che in realtà non ho fatto. A dire il vero non ho visto molto neanche del secondo che ho fatto io.

Tornando al terzo film che lui e Burton non hanno mai girato, scopriamo che si sarebbe trattato di una pellicola sulle origini del personaggio, sulla falsariga di Anno Uno di Frank Miller (seminale graphic novel cui Batman Begins di Nolan è fortemente debitore):

La direzione intrapresa da Nolan è esattamente quella che volevamo percorrere noi. Volevamo vedere come e perché questo tizio aveva deciso di mettersi in gioco in questo modo. Potevamo sistemare tutti quegli aspetti che, magari, avevamo smarrito per strada. Poteva trattarsi di un progetto davvero brillante.

(Fonte: Collider)

Batman: Earth One

Sabato 3 novembre 2012 a Lucca Comics and Games si è tenuta la conferenza della RW-Lion che, oltre ad annunciare le nuove edizioni dei fumetti che saranno pubblicati in Italia, ha presentato Geoff Johns e Jim Lee (qui potete vedere e ascoltare il loro intervento).

In fiera, era in vendita la graphic novel Batman: Earth One, un volume che ho acquistato con una certa diffidenza, ma che alla fine della sua lettura mi ha fatto letteralmente ricredere. Non e’ un elseword…e’ Terra Uno. Infatti nell’originale Multiverso DC le terre sono 52. Terra-Prime divenne una realtà alternativa nella sua prima comparsa in Flash n. 179 (maggio 1979). Qui Batman non è un eroe, ma solo un uomo e come tale fallibile, vulnerabile, e arrabbiato per la morte dei suoi genitori. In una Gotham City in cui amici e nemici sono indistinguibili, il percorso di Bruce Wayne per diventare il Cavaliere Oscuro è impervio e pieno di difficoltà e basa la sua battaglia personale sulla punizione da infliggere ai veri assassini dei suoi genitori. C’e’ l’immagine inedita di un James Gordon che, inizialmente pare corrotto, come tutta la polizia di Gotham. Tranne poi scoprirne i veri motivi. Insomma la riscrittura è totale, in tutti i suoi personaggi, compreso un fantastico (e in forma smagliante) Harvey Bullock. In questo nuovo fumetto la sete di “vendetta” per la morte dei suoi che Bruce Wayne porta con se è veramente forte e diventa il carburante della sua crociata, quella di un uomo pazzo di dolore. Nessuno, nemmeno Alfred può provare fermarlo. Ma non voglio spoilerare tutto, sappiate solo che è un albo fresco, accessibile e emotivamente forte. Durante la conferenza che vi abbiamo ampiamente descritto anche con i video e le fotografie, è stato chiesto a Geoff, come è stato reinterpretare le origini del nostro eroe in Batman: Earth One e lui ha dichiarato con la massima semplicità di aver parlato con Gary Frank a lungo di cosa rappresenta Batman, e di come poter reinterpretare tutti i personaggi a noi conosciuti nella maniera originale. Così gli autori hanno optato di rendere Batman come un eroe che non è poi così bravo a fare il suo lavoro, mostrandoci come all’inizio anche gli eroi non sono così infallibili. Il consiglio e’ di leggere questa interessantissima riscrittura tutto d’un fiato e vi assicuro che non aspetterete altro che un ipotetico seguito, ma ci sara’? Pare proprio di si, infatti, e’ notizia di queste ore la DC Comics attraverso il team creativo Johns & Frank ha confermato il sequel Batman Earth One Vol. 2 per il prossimo anno. I dettagli ancora non si conoscono anche perché l’annuncio è da ritenersi “ufficioso”, in quanto, per il momento la notizia è apparsa solo sui rispettivi tweet di Gary Frank: ”It’s just a shame that there won’t be a Vol. 2…until next year!!!” e Geoff Johns “cooking up a great chapter 2”. Resteremo con gli occhi aperti sul mercato. Se qualcuno di voi lo ha gia’ letto, mi piacerebbe leggere i vostri commenti qui sul blog.
Stefano Avvisati
Photogallery di Geoff Johns e Gary Frank a Lucca Comics 2012 e qualche immagine della graphic novel.

Alfred e Batman

Geoff Johns durante la sessione autografi – Lucca 2012

Geoff Johns durante la sessione autografi – Lucca 2012

Geoff Johns durante la sessione autografi – Lucca 2012

Geoff Johns e Stefano durante la sessione autografi – Lucca 2012

Gary Frank durante la sessione autografi

Gary Frank durante la sessione autografi

Batman Begins il raffronto con i fumetti

Vi proponiamo un interessante articolo sul film Batman Begins, in cui sono riportati tutti i raffronti con il fumetto di Batman. Il pezzo e’ tratto da Cinecomics e scritto da Stefano Dell’Unto.

Dopo aver diretto l’ottimo thriller Insomnia per la Warner Bros., il regista inglese Christopher Nolan si fece avanti quando seppe che la casa di produzione voleva riavviare il franchise di Batman, annientato dalle pessime pellicole di Joel Schumacher. Nolan desiderava una trasposizione ultrarealistica e considerava i film precedenti sul personaggio meri esercizi di stile piuttosto che storie drammatiche incentrate sul protagonista. Il regista intendeva realizzare un reboot e portare per la prima volta sullo schermo le origini del personaggio ma, pur essendo un fan di Batman, non era un esperto di fumetti. Si rivolse allora allo sceneggiatore David S. Goyer che, a proposito di cinecomics, aveva scritto Il Corvo 2 e la trilogia di Blade di cui stava per dirigere il terzo capitolo. Nolan e Goyer vennero ingaggiati dalla Warner all’inizio del 2003.

Dopo aver visionato tonnellate di materiale su Batman negli uffici della DC, Nolan e Goyer decisero di prendere spunto principalmente da tre opere: The Man Who Falls (L’uomo che cade), una storia breve scritta da Dennis O’Neil e Dick Giordano nell’89 e che racconta rapidamente le peregrinazioni e l’addestramento di Bruce in giro per il mondo dopo aver lasciato Gotham; Batman: Anno Uno di Frank Miller che rilegge gli inizi dell’attività del vigilante in chiave tangibile, e Il Lungo Halloween di Jeph Loeb e Tim Sale, seguito del lavoro di Miller che approfondisce la faida mafiosa a Gotham e la trasformazione del procuratore distrettuale Harvey Dent in Due Facce.

Nolan e Goyer si trovarono d’accordo nel porre al centro della storia la componente più umana e realistica. Nella sceneggiatura vennero sviluppate due tematiche fondamentali per il percorso intimo di Bruce Wayne: il potere della paura e la differenza tra giustizia e vendetta. Goyer voleva che il pubblico si affezionasse tanto a Batman quanto a Bruce Wayne e che il personaggio fosse interessante anche quando non indossava il costume. Inoltre, l’idea di un uomo che usa un’identità segreta per combattere il crimine doveva essere originale, per questo Nolan decise che nel suo universo non dovevano esserci altri supereroi. Lo script venne tenuto segreto con l’uso del falso titolo “The intimidation game” e i produttori dovettero andare a casa di Nolan per poterlo leggere.

Il regista decise di ispirarsi al Superman di Richard Donner sia per il realismo che per il sontuoso cast di supporto ai personaggi principali. L’attore inglese Christian Bale era interessato al ruolo di Batman fin da quando il progetto era nelle mani di Darren Aronofsky che lo aveva abbandonato per dedicarsi a Requiem for a Dream. Bale piacque subito a Nolan per il suo approccio controllato all’aggressività di Batman. L’attore criticò aspramente i precedenti film sul Cavaliere Oscuro che avevano concesso troppo spazio ai villains. Studiò meticolosamente il fumetto, entrò nella psicologia del personaggio e lavorò sulle sue pose e i suoi movimenti.

Nella complessa trasformazione interiore sviluppata attraverso un percorso di maturazione, il personaggio richiese una quadrupla interpretazione di Bale. All’inizio c’è un Bruce giovane, vendicativo ed arrabbiato che desidera uccidere l’assassino dei suoi genitori, poi l’uomo in fase di transizione, combattuto tra il senso di colpa, il rancore e la sete di giustizia, che cerca con dedizione la sua strada durante l’addestramento nella Setta delle Ombre, quindi il Batman rabbioso, ormai consapevole della propria missione e, infine, il finto playboy sopra le righe per mascherare la sua vera personalità che, tragicamente, vien fuori solo quando combatte il crimine.

Bale era reduce dalla sua performance estrema ne L’uomo senza sonno (The Machinist) per la quale si era ridotto pelle e ossa. Iniziò così a lavorare sul fisico raggiungendo cento chili di peso che risultarono addirittura eccessivi, somigliando più ad un wrestler che a un lottatore di arti marziali, tanto che sul set iniziarono a chiamarlo per scherzo “Fatman”. Venne riportato ad uno stato ottimale di forma lavorando su resistenza e tono muscolare. Nolan non voleva che la tecnica di combattimento di Batman risultasse una coreografia elegante e spettacolare ma uno stile più brutale e concreto. Buster Reeves, campione mondiale di ju-jitsu, suggerì il keysi, un’arte marziale nuova ed in evoluzione, basata in special modo sull’uso di gomiti e pugni e che incanala la furia emotiva del lottatore.

Bruce decide di usare l’icona del pipistrello, che lo spaventa fin da quand’era piccolo, per terrorizzare i criminali. Fondamentale risultò quindi il costume realizzato da Lindy Hemming. Nolan intedeva mostrare Batman come un’ombra rapida e animalesca e voleva che il costume fosse spaventoso e funzionale, che trascendesse il semplice essere umano che lo indossava. Nella storia, venne ideata una tenuta da combattimento militare subacquea in carbonfibra con interni ad alta tecnologia che impedisce al corpo di scendere sotto una certa temperatura. Bruce la copre poi di spray al lattice nero per rimuovere la traccia di calore e renderla invisibile agli infrarossi. L’idea della stoffa del mantello che s’irrigidisce se attraversata da una corrente si basa su autentici studi militari.

Venne fatto un calco del corpo di Bale da cui fu ricavato un modello in gesso, scomposto e trasformato nelle componenti in gomma espansa. Sullo schermo, l’espressione del cappuccio rivela la rabbia interiore del personaggio, il collo enorme sembra quello di una bestia feroce, il mantello in seta di nylon per paracaduti, resistente all’acqua ed imbottita di peletti, sembra vera pelle di animale. Il costume si rivelò comodo ma anche abbastanza caldo da procurare dei mal di testa a Bale che l’attore sfruttava per sfogare la furia di Batman. Affermò di sentirsi trasformare in un animale quando indossava il costume.

La back-story dei genitori di Bruce venne particolarmente approfondita. Come nel fumetto, il dottor Thomas Wayne e sua moglie Martha, interpretati da Linus Roache e Sara Stewart, sono una coppia filantropica che usa le risorse della multinazionale Waynecorp. per aiutare i bisognosi. Nel film, i due hanno salvato Gotham dalla crisi economica, primo tentativo di Ra’s Al Ghul di distruggere la città. Com’è noto, Thomas e Martha vengono uccisi da un ladruncolo davanti agli occhi del piccolo Bruce all’uscita del cinema dove hanno assistito a Il segno di Zorro, figura che avrebbe poi ispirato Batman. Nolan eliminò quest’idea e optò per una serata all’opera. Durante la rappresentazione del Mefistofele di Boito, Bruce, il piccolo Gus Lewis, si spaventa per alcuni ballerini travestiti da pipistrello e chiede ai genitori di uscire. Nel vicolo sul retro del teatro s’imbattono in Joe Chill che, tentando di rapinarli, li uccide. Seppure indirettamente, la paura di Bruce ha portato alla morte dei suoi genitori amplificando il suo senso di colpa. La sequenza dell’omicidio è pressoché identica al fumetto.

Primo tra gli alleati di Batman è il fido maggiordomo Alfred Pennyworth, interpretato da un altro attore inglese, come lo è del resto il personaggio, il grande Michael Caine. Anche se non venne portata sullo schermo, Caine creò una sua personale back-story per il personaggio che secondo lui aveva militato nello Special Air Service britannico rendendolo così più efficiente e risoluto rispetto alle precedenti incarnazioni cinematografiche, gli conferì forza ed eleganza e lo rese molto più fedele alla controparte fumettistica, figura paterna per Bruce dopo la morte dei genitori e dotato di un sottile humour tipicamente anglosassone.

Il sergente Jim Gordon, futuro commissario, è chiaramente ispirato alla versione di Frank Miller in Batman: Anno Uno. Inflessibile idealista in un dipartimento in cui dilaga la corruzione, si tratta di un uomo stressato, perennemente teso, genuino e fallibile. Fu Nolan a scegliere Gary Oldman per il ruolo. Nonostante l’attore sia noto per aver interpretato spesso figure negative, riuscì a trasformarsi in Gordon sia fisicamente che psicologicamente rendendolo meno duro e violento rispetto alla controparte fumettistica. Il personaggio risultò anche più puro moralmente. Basti pensare che, nel fumetto, Gordon tradisce la moglie Barbara con la collega Sarah Essen mentre nel film è assolutamente fedele agli affetti e alla sua figura istituzionale.

Lucius Fox, amministratore delegato della Wayne Enterprises, nel film è stato espulso dal consiglio d’amministrazione e relegato alla sezione ricerca e sviluppo dal corrotto dirigente Richard Earle. Interpretato dal sempre carismatico Morgan Freeman, Fox è fedele agli ideali di Thomas Wayne e fornisce a Bruce gli strumenti ipertecnologici per diventare Batman. Fox non sa esattamente quali siano gli scopi di Bruce e il tacito patto che lega i due rende il loro rapporto molto più interessante rispetto al fumetto.

L’idea di inserire il procuratore distrettuale Harvey Dent fu scartata perché non avrebbe avuto lo spazio necessario. Venne rimpiazzato dal personaggio femminile del film, Rachel Dawes, amica d’infanzia di Bruce nonché assistente del p. d. Carl Finch. Con il volto della bella Katie Holmes, Rachel non è la solita donzella in pericolo ma una figura forte e determinata, la persona che sa leggere meglio nel cuore di Bruce. Lo rimprovera quando è assetato di vendetta richiamandolo sulla retta via e, in seguito, capisce che il ragazzo di cui era innamorata non c’è più, rimpiazzato dalla personalità oscura che esprime nelle vesti di Batman. Il personaggio sembra trarre spunto, solo nel nome, da Rachel Caspian, figura femminile di Batman: Anno Due che Bruce sarebbe in procinto di sposare se non fosse che la donna decide di prendere i voti per espiare i peccati del padre, il vigilante omicida Mietitore.

Nolan e Goyer furono molto attenti a non inserire nel film villains che fossero già apparsi nella precedente serie cinematografica. Antagonista principale è Ra’s Al Ghul che nel fumetto è ritenuto da Batman non il suo peggior nemico, titolo che spetta al Joker, ma il più pericoloso. Si tratta di un potente arabo, il cui nome significa “Testa del Demone”, divenuto immortale grazie agli alchemici Pozzi di Lazzaro. A capo della Setta degli Assassini, il suo scopo è quello di utilizzare le proprie ingenti risorse per sterminare oltre il 90 percento della popolazione mondiale e ristabilire un perfetto equilibrio ambientale. Nella sua prima apparizione Ra’s scopre l’identità segreta di Batman, che chiama con ammirazione “detective”, e vorrebbe che si unisse a lui sposando sua figlia Talia. L’eroe naturalmente si oppone ai piani del malvagio instaurando un rapporto di reciproco timore e rispetto con lui e un legame di amore e odio con la ragazza scaturito nella nascita del figlio Damian, il nuovo Robin.

Nel film, Ra’s è interpretato da uno straordinario Liam Neeson e sono stati evitati tutti i riferimenti al medioriente e alla “Jihad” del Demone nel delicato momento storico post-11 settembre. L’uomo si presenta a Bruce sotto le mentite spoglie di Ducard, emissario di Ra’s che si offre di addestrarlo e di farlo entrare nella Setta delle Ombre, un clan ninjitsu come nel fumetto. Come già nell’Episodio I di Star Wars, Neeson si cala perfettamente nel ruolo del mentore, insegnando a Bruce come liberarsi dalle proprie paure ed instillarle negli avversari. Il rapporto tra i due si logora quando Bruce scopre che la Setta vuole distruggere Gotham considerandola ormai irrimediabilmente corrotta. Dunque, nonostante le differenze con il materiale originale, il concetto di base è lo stesso: effettuare un genocidio per un bene superiore. L’eroe ha maturato un codice d’onore secondo il quale non uccide. Qui sta il confine tra la giustizia, rappresentata da Batman, e la vendetta che sospinge Ra’s, privato della moglie da un gruppo di assassini proprio come viene raccontato nel fumetto.

Per preservare il colpo di scena nel finale del film, dove si scopre che Ducard è in realtà Ra’s Al Ghul, Nolan sapeva di dover rendere credibile il falso Ra’s all’inizio della storia. Se fosse stato interpretato da uno sconosciuto, il pubblico non ci sarebbe mai cascato. Uno spiritato Ken Watanabe fornì una performance breve ma magistrale. Il personaggio è chiaramente ispirato a quello del Sensei che, nel fumetto, è stato secondo di Ra’s a capo della Lega degli Assassini prima di contendergli il comando. Sempre nell’opera originale, Henri Ducard non è un’identità fittizia bensì un investigatore francese che insegna le sue tecniche a Bruce fino a tradire la sua fiducia rivelandosi un killer prezzolato. Le similitudini con il personaggio del film sono evidenti.

Nella tematica così ben sviluppata della paura, si inserisce perfettamente come antagonista lo Spaventapasseri. Jonathan Crane è un folle psichiatra esperto di fobie che usa un particolare gas allucinogeno per suscitare le più profonde paure nei suoi avversari. Caratterizzato dai glaciali, imperscrutabili occhi azzurri dall’irlandese Cillian Murphy, nel film è affiliato alla criminalità organizzata, usa il gas psicotropo come arma contro Batman o per condurre esperimenti sui pazienti, inconsapevole che Ra’s Al Ghul lo utilizzerà per cercare di distruggere Gotham.

Nel film, l’aspetto di Crane è molto simile alla prima incarnazione fumettistica del personaggio risalente al ’41. Nello stile sobrio di Nolan, il personaggio non viene dotato dell’intero costume da spaventapasseri ma solo del cappuccio. Durante i tumulti sull’isola Narrows nella parte finale del film, lo Spaventapasseri si aggira in groppa ad un cavallo, esattamente come viene raffigurato da Tim Sale ne Il lungo Halloween, rifacendosi alla figura di Ichabod Crane nel racconto La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving, strettamente connesso al villain creato da Bill Finger e Bob Kane.

Tra le fonti che hanno ispirato Goyer e Nolan per la realizzazione dello Spaventapasseri vanno citate le due story-arc “Preda” e “Terrore” scritte da Doug Moench, disegnate da Paul Gulacy e pubblicate sulla serie regolare “Batman: Legends of the Dark Knight”. In “Preda”, la polizia ricorre alla consulenza dello psichiatra Hugo Strange per cercare di scoprire l’identità di Batman e catturare il vigilante. Strange si rivela però un pericoloso psicopatico e sembra rimanere ucciso alla polizia alla fine della storia. Sopravvissuto, ricomparire nel sequel “Terrore” dove psicanalizza proprio lo Spaventapasseri sguinzagliandolo contro Batman. Nel film, la figura di Jonathan Crane come psichiatra è più marcata rispetto all’opera originale e risultando così una sorta di mix tra la sua controparte fumettistica e Strange.

Capo della criminalità organizzata di Gotham è Carmine Falcone, creato da Frank Miller e David Mazzucchelli per Batman: Anno Uno e ulteriormente sviluppato ne Il Lungo Halloween dove viene ucciso da Due Facce. Interpretato da un altro attore britannico, Tom Wilkinson, il gangster esprime nel suo faccia a faccia col giovane Bruce la sua filosofia sul potere della paura.

Rutger Hauer presta invece il volto a Richard Earle, amministratore delegato delle Wayne Enterprises, affiliato con la malavita e pedina del piano di Ra’s. Inesistente nel fumetto, è un personaggio cinico e avido, nemesi principale di Lucius Fox.

Come in Batman: Anno Uno, Gordon deve invece vedersela con la corruzione nel dipartimento di polizia. Il commissario Loeb, interpretato da Colin McFarlane, non è viscido e marcio come nella graphic novel, o almeno non viene mostrato esplicitamente, appare invece rigoroso e ligio al dovere. Fedele all’opera di Miller è invece il detective Flass che rappresenta tutta la corruzione nella polizia di Gotham. Ma se nel fumetto è un uomo massiccio ed elegante, Mark Boone Junior gli conferisce un aspetto rozzo e trasandato.

Joe Chill, assassino dei genitori di Bruce, ha vissuto varie traversie nella saga a fumetti. Ucciso dal Mietitore in Batman: Anno Due, è stato ripescato dai capricci della continuity DC ed è morto suicida di recente. Nel film ha il volto di Richard Brake e, in procinto di testimoniare contro Falcone, viene eliminato da un suo sicario. Il cantante inglese Tim Booth presta il capo calvo al pluriomicida psicopatico Zsasz che ha il corpo cosparso di cicatrici, una per ogni vittima. Nel film la sua storia non viene raccontata, anche se possono intravedersi le ferite sul corpo, ma funge da personaggio ricorrente e riconoscibile tra i folli del manicomio Arkham, sconfitto da Batman quando sta per aggredire Rachel ed un bambino.

Il cast figura due piccole curiosità. Il grande attore serbo Rade Serbedzija, visto tra l’altro in Eyes Wide Shut e Mission: Impossible II, interpreta il senzatetto a cui Bruce lascia il suo cappotto prima di sparire da Gotham. Il piccolo ruolo di tecnico anziano dell’acquedotto di Gotham è invece ricoperto dal canadese Shane Rimmer, visto in Superman II come tecnico della NASA che supervisiona le operazioni degli astronauti sulla Luna e in Superman III come sceriffo al lavoro nella zona dell’incendio allo stabilimento chimico, domato poi dall’Uomo d’Acciaio.

Le riprese ebbero inizio nel marzo 2004 con un budget di 150 milioni di dollari. Come nei suoi primi due film, Memento ed Insomnia, Nolan rifiutò una seconda unità di ripresa. Il regista voleva girare soprattutto negli Shepperton Studios, in Inghilterra, ma per la parte iniziale del film ambientata nella remota e minuscola nazione asiatica del Bhutan fu necessario recarsi sul ghiacciaio islandese del Vatnajokull, una location da incubo spazzata da raffiche di vento a 100 km all’ora, pioggia e neve, che richiese l’ausilio di riprese artigianali con l’operatore che doveva portare la steadicam in spalla o seduto su uno slittino.

In condizioni estreme, venne costruito il villaggio che Bruce attraversa scalando la montagna in direzione del tempio di Ra’s Al Ghul del quale cui furono erette solo le porte. Il resto della costruzione era un modellino aggiunto in digitale. Durante l’addestramento, quando Bruce e Ducard si affrontano con le spade sul lago ghiacciato, il pack si stava davvero sciogliendo con dei bruschi e rumorosi scricchiolii amplificando la tensione della scena. Christian Bale e Liam Neeson si erano allenati su una pista da hockey. La scena in cui Bruce salva Ducard sul ciglio di un burrone fu una delle più pericolose e mozzafiato, realizzata con due stunt appesi ai cavi e senza alcun trucco digitale. Ne risultò una scena fortemente realistica e funzionale.

Anche lo scenografo Nathan Crowley aveva lavorato nel garage di Nolan costruendo in pre-produzione un modellino di Gotham City che si ispirava nel design a Blade Runner, con elementi estremizzati da New York, Chicago e Tokyo. Le riprese panoramiche risultarono da un compositing digitale tra modellini scansionati in 3-D, fotografie e riprese dal vivo. Il college di Londra fornì gli interni per l’aula di tribunale. In un hangar aereo a Cardington, nel Bedfordshire, venne costruita parte della città, una sezione dell’autostrada, le travi portanti della monorotaia che percorre Gotham e la degradata isola Narrows, ispirata alla penisola residenziale di Kowloon ad Hong Kong, demolita nei primi anni ’90. Il set era alto 50 metri e richiese dieci mesi di lavoro ma fu fondamentale per la tangibilità estetica del film.

Le Mentmore Towers nella contea di Buckingham vennero scelte per Wayne Manor. A Nolan e Crowley piacevano i marmi bianchi che davano l’idea di un mausoleo inospitale. L’idea di distruggere Wayne Manor nel finale del film sembra ispirata dalla saga a fumetti Cataclisma, in cui un terremoto abbatte l’abitazione. La successiva saga, Terra di nessuno, si conclude con Bruce che supervisiona la ricostruzione della villa come accade nel film.

La batcaverna venne ricostruita in studio con una cascata artificiale. La storia secondo cui la grotta venne utilizzata da un avo di Bruce per nascondere gli schiavi in fuga durante la Guerra Civile è fedele al fumetto, come anche la scena d’apertura del film in cui Bruce vi cade dentro da bambino e viene investito dai pipistrelli che scatenano la sua fobia. Nella batcaverna si svolge anche il momento più simbolico e intenso della storia. Reduce dall’addestramento e in cerca di un simbolo, Bruce lavora nel suo studio quando un pipistrello entra nella stanza, una delle scene più iconiche nelle origini del personaggio. Bruce scende nella caverna e viene investito da uno stormo di pipistrelli. Anziché esserne spaventato, spalanca le braccia e chiude gli occhi. Con un magnifico stacco, dettato dalla splendida colonna sonora di Hans Zimmer, Nolan ci mostra una panoramica della caverna invasa dai pipistrelli rendendo indistinguibile Bruce: l’uomo abbraccia l’idea ed assurge a mito.

All’inizio l’idea fu quella di utilizzare dei pipistrelli veri ma poiché si dimostrarono “poco collaborativi”, si decise di crearli in digitale, soluzione che funzionò in particolar modo nella scena ambientata ad Arkham Asylum, manicomio criminale, luogo cult nella saga di Batman, per i cui esterni fu utilizzato l’istituto nazionale di ricerche mediche di Mill Hill, a nord-ovest di Londra, e per gli interni la stazione ferroviaria di St. Pancras e la stazione di pompaggio di Abbey Mills.

Dopo aver strappato Rachel dalle grinfie dello Spaventapasseri, Batman è asserragliato nell’edificio assediato dalla SWAT. Il Cavaliere Oscuro usa un apparecchio sonar per richiamare uno stormo di pipistrelli che irrompe furiosamente ad Arkham favorendo la sua fuga. La scena è ripresa da Batman: Anno Uno nel quale si svolgeva, però, all’interno di un edificio pericolante.

Batman e Rachel saltano a bordo della Batmobile e seminano le volanti della polizia. Nolan voleva reinventare l’auto di Batman come un veicolo unico nel suo genere ed ideò un incrocio tra una Lamborghini ed una Humvee con parti di bombardieri Stealth e componenti di un fuoristrada Hummer. Creata dalla squadra degli effetti visivi di Chris Corbould, la Tumbler, come venne chiamato il veicolo, è larga tre metri e lunga cinque, in grado di raggiungere i 160 km orari, dotata di un tettuccio scorrevole e sedili che si sollevano all’apertura. Guidato dallo stunt George Cottle, il prototipo sorprese tutti resistendo ad ogni test. Pur se diverso nel design, l’idea di realizzare un tank sembra ispirata a Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.

Alla fine ne vennero create quattro tra cui una versione jet ed un modello per resistere ai balzi, come quello che attraversa la cascata della Batcaverna, sequenza per la quale la Tumbler fu sparata con un tubo all’azoto. La maggior parte delle riprese vennero eseguite dal vivo, senza cgi o uso di modellini e per riprendere l’auto c’era bisogno di collegare la macchina da presa ad un braccio da gru montato su una mercedes e controllato roboticamente. L’abitacolo della Tumbler era un set a parte nel quale potevano essere ripresi gli attori. Bruce Wayne guida invece una Lamborghini “Murcielago” che in spagnolo significa appunto pipistrello.

Nel finale, Ra’s usa un emettitore di microonde, sottratto alle Wayne Enterprises con l’aiuto di Earle, per far evaporare dalle condutture l’acqua avvelenata con la tossina psicotropa e scatena così il caos sull’isola Narrows. L’idea di distruggere la città attraverso la paura chiude il cerchio. Lo scontro decisivo richiese diversi accorgimenti artigianali: vapore sparato dai tombini, bat-stuntmen appesi ai cavi trascinati a tutta velocità a dieci metri d’altezza travolgendo casse e quant’altro, una coreografia di combattimento ravvicinata e con poco spazio tra Batman e Ra’s all’interno del vagone della monorotaia e l’uso di un modellino per l’esplosione finale.

L’epilogo è chiaramente ispirato all’ultima tavola di Batman: Anno Uno nella quale Gordon, nominato tenente, chiede aiuto all’eroe per occuparsi di un nuovo psicopatico che si fa chiamare Joker. Il Bat-Segnale, peraltro, torna ad essere uno strumento segreto, al contrario di quanto accadeva nel film di Tim Burton in cui veniva maldestramente presentato al pubblico. Gordon ricorre a Batman per poter agire là dove lui è impotente a causa della corruzione nel dipartimento.

Come detto, della colonna sonora si occupò Hans Zimmer che volle James Newton Howard come collaboratore. Si trovarono subito d’accordo sul comporre musica che non ricordasse quella degli altri film su Batman e decisero di sfruttare il lavoro in coppia per sviluppare musicalmente il dualismo del personaggio. Zimmer si occupò della parte action ed epica con grande uso di percussioni ed archi, musica elettronica e una voce solista da coro. Particolarmente incisivo il brano teso e drammatico dell’addestramento e quello martellante e cupo nelle scene d’azione con Batman. Howard lavorò alla parte melodrammatica inerente soprattutto le scene tra Bruce e Rachel o che vedono il protagonista confrontarsi col proprio passato. Per i brani della colonna sonora vennero usati come titoli i nomi di alcune razze di pipistrello.

Tanti di questi elementi specifici e tecnici di Batman li trovate tra i nostri post a partire da febbraio 2012.