Batman: gli esordi – Parte 2

«Le prime avventure di Batman – come ha efficacemente scritto Joe Brancatelli sull”‘Enciclopedia mondiale del fumetto” curata da Maurice Horn e da Luciano Secchi poterono considerarsi uniche ai suoi tempi, infatti egli si presentava al suo pubblico come un acerrimo e accanito cacciatore di delinquenti, spinto all’unica meta per lui concepibile: l’annientamento del crimine. Nelle sue imprese gli capitò di giungere all’omicidio e la sua forza contro la delinquenza organizzata si raffinò con l’adozione di marchingegni elettronici, tecnica di cui era un cultore e nella quale giungeva a risultati invidiabili. Nel corso delle sue vicende egli mise in luce le pieghe più recondite di una società in cui la violenza deflagrava per sopire la esasperazione di certi sentimenti e fu proprio in Batman che, per la prima volta, la realtà cruda e senza veli veniva proposta al lettore, una realtà resa più cupa dalla figura di Batman che, come ebbe a dichiarare Kane stesso, era stata creata per infondere nei delinquenti la paura dell’inferno. Batman era praticamente un vigilante notturno, un giustiziere le cui mani arrivavano laddove quelle della giustizia non potevano o non volevano arrivare». Batman era un detective, ma anche un detective molto particolare, più vicino ai supereroi (nonostante non possieda superpoteri) che ai “normali” detective dei fumetti. Inoltre pretendeva di amministrare la giustizia in proprio e agiva con una violenza inaudita nel mondo dei fumetti. Una violenza alla Dick Tracy e alla Red Barry, tanto per restare in questo ambito. Ma anche una violenza che molti americani avevano conosciuto di persona negli anni del proibizionismo o di cui avevano abbondantemente letto sui giornali e che da qualche tempo era arrivata anche sugli schermi da quando i film sui gangster avevano dato vita a un fortunato filone cinematografico facendo la fama di autori come James Cagney, Edward G.Robinson e George Raft. E il primissimo Batman, oltre alle atmosfere cupe che caratterizzavano le sue avventure, non esitava a far uso di armi da fuoco e di colpi mortali di lotta giapponese.

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