LEGENDS OF TOMORROW: L’ULTIMO MARZIANO – Fan Tribute – LEGENDS OF TOMORROW: THE LAST MARTIAN – A Fan Tribute

Questo è un regalo di Natale 2017 per voi: in lingua italiana e in lingua inglese.

This is a Christmas gift for you in 2017: in Italian and in English.

Martian Manhunter è uno dei personaggi storici della DC Comics, nonché tra i fondatori e colonna portante della Justice League of America, avendo militato in molte della sue incarnazioni ( tra cui la prima ).

Il suo vero nome è J’onn J’onzz ed è l’ultimo sopravvissuto della sua specie: i marziani verdi. Le sue capacità sono incredibili ( tra le tante cose può mutare forma, leggere nel pensiero, volare ed è praticamente indistruttibile ), ma non mettetelo davanti a un caminetto perché è terrorizzato dal fuoco…!

Le sue grandi potenzialità, però, sono state sfruttate poco dai vari autori che hanno avuto a che fare con lui, se escludiamo rari casi come i cicli di J.M. DeMatteis, Keith Giffen, John Ostrander, Tom Mandrake  e Grant Morrison, motivo per cui J’onn J’onzz non ha mai goduto di grande popolarità, almeno rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi della Justice League.

Anche la recente trasposizione cinematografica del supergruppo DC, infatti, non ha preso in considerazione il marziano, che comunque può vantare una presenza fissa nel serial CW Supergirl, dove lo vediamo assumere le sembianze umane del corrucciato Hank Henshaw e molto più raramente quelle aliene della sua forma originale.

Nonostante qualche divergenza con la controparte fumettistica, il personaggio del serial riesce comunque a ritagliarsi un cospicuo spazio all’interno dello show e a raccontare la sua storia, caratterizzata dal dramma di aver dovuto abbandonare il proprio pianeta, afflitto da una guerra fratricida nella quale ha visto morire anche la sua famiglia.

Il profondo dolore e il senso di solitudine che lo attanagliano rendono J’onn J’onzz molto più “umano” che marziano, un po’ come lo stesso Superman, alieno ma i cui sentimenti lo fanno apparire quasi più terrestre di noi. Questo crea un’empatia con il lettore/spettatore, che non vede più questi personaggi come degli dei alteri e intoccabili, ma come degli esseri che provano le nostre stesse frustrazioni, nonostante gli incredibili poteri di cui sono dotati e le grosse responsabilità che ne conseguono.

Queste premesse ci portano all’opera che abbiamo l’onore di presentare qui sul nostro blog, intitolata L’ultimo marziano. Si tratta di un fan tribute scritto da Dan Cutali e illustrato da Michael Formica, con colori di Francesco Grieco e copertina esclusiva di Max Moda (sua la copertina del nostro libro Dead xx Squad e una illustrazione contenuta nel Batman v Superman Concept Artbook), incentrato proprio sul marziano verde della DC.

Benché sia lui il personaggio centrale del racconto, i veri protagonisti sono i componenti del supergruppo della serie tv CW Legends of Tomorrow, ovvero Rip Hunter, White Canary, Captain Cold, Heathwave, Atom e Firestorm. Un team tanto variegato quanto improbabile e interessante, che basa la sua forza proprio sull’eterogeneità dei vari membri e sui tratti distintivi delle loro personalità.

 

Il mix di azione, avventura, fantascienza, ironia e dramma che caratterizzano le loro storie potrete ritrovarlo concentrato anche nella breve sceneggiatura di Cutali (questo uno dei suoi pezzi per il nostro blog nel Batman Day), dove le nostre “leggende” dovranno tornare indietro nel tempo per scongiurare l’invasione della Terra da parte dei malvagi marziani bianchi, nemici giurati di J’onn J’onzz, ma il prezzo che dovrà pagare quest’ultimo per sconfiggerli sarà altissimo, considerando che ci andrà di mezzo anche la sua famiglia….!

Godetevi dunque questo sentito omaggio alle gesta del gruppo televisivo più sui generis di casa DC e ad uno dei più sottovalutati membri della Justice League, che proprio grazie alle serie CW sta riacquistando gloria e popolarità.

Buona lettura !

Cogliamo l’occasione per augurare a tutti buon Natale.

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LEGENDS OF TOMORROW: THE LAST MARTIAN – A Fan Tribute

Martian Manhunter is one of the oldest DC Comics characters, and a founder and regular feature in the Justice League of America, having been a part of many of its incarnations (including the very first).

His real name is J’onn J’onzz, and he’s the last survivor of his species, the Green Martians. His abilities are unbelievable: amongst other things he is a shapeshifter, a mind-reader, he is capable of flight and is virtually indestructible – but don’t sit him in front of your fireplace if you invite him over, as fire terrifies him!

His immense potentiality, however, hasn’t been exploited by the many authors who dealt with him, excluding a few exceptions such as the cycles of stories written by J.M. DeMatteis, Keith Giffen, John Ostrander, Tom Mandrake and Grant Morrison – which explains why J’onn J’onzz never enjoyed a huge deal of popularity, at least when compared to his fellow Justice League members.

Even the recent film featuring the DC Comics supergroup ignored the Martian, who however is a regular in the CW series Supergirl, where we see him as the glowering Hank Henshaw and very seldom as his original, alien form.

Despite a few differences with his comic counterpart, the character managed to carve a pretty good space for himself in the series, getting a chance to tell his story, characterised by the personal tragedy of having been forced to leave his home planet, which was suffering from a bloody civil war in which he lost his whole family.

The deep suffering and the feeling of loneliness that grip him make J’onn J’onzz much more “human” than Martian, somehow just like Superman, an alien whose feelings make him appear nearly more of an “Earthling” than any of us. This creates a certain empathy with the reader or viewer, who ceases seeing those characters as lofty, untouchable deities and starts visualising them as beings who experience our same frustration, despite the incredible powers they are gifted with – and the resulting great responsibilities.

This premise brings us to the work that we are honoured to present here, on our blog: The Last Martian. It’s a fan tribute written by Dan Cutali (English translation by Marco Piva) with art by Michael Formica, coloured by Francesco Grieco and with an exclusive cover by Max Moda (artist of the cover of our book Dead xx Squad and of an illustration included in the Batman v Superman Concept Artbook), focussed on DC Comics’ own Green Martian.

Despite the fact that he is the central character in the story, the true protagonists are the supergroup on which the CW series Legends of Tomorrow is focussed: Rip Hunter, White Canary, Captain Cold, Heat Wave, Atom and Firestorm. A diverse, unlikely, interesting team, whose strength lies in its heterogeneousness and on the distinct personalities of the people forming it.

 

The mixture of action, adventure, science fiction, irony and tragedy that characterise the series can be found in Cutali’s short script (here’s one of the author’s articles written for our blog on Batman Day), in which our “legends” will travel back in time to prevent an invasion of the Earth by the cruel White Martians, J’onn J’onzz’s sworn enemies; but the price that Martian Manhunter will have to pay will be immense, as his family will end up being involved.

Enjoy, then, this heartfelt tribute to the adventures of the most peculiar of the DC Comics supergroups and to one of the most underappreciated Justice League members who, thanks to the CW series, is finally gaining some glory and popularity.

Enjoy the ride!

We take this opportunity to wish everyone a Merry Christmas.

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Edizioni PLAY PRESS: Vent’anni di comics in Italia Parte 2: La Distinta Concorrenza

 di Francesco Vanagolli (uno dei maggiori e migliori traduttori di materiale DC Comics in Italia) su gentile concessione del blog Fumetti di Carta.

Come promesso, eccoci al 1990, anno che per la Play Press è particolarmente importante. Non solo infatti continuano ad uscire numerose proposte Marvel, ma spuntano nelle edicole anche i primi titoli regolari DC Comics dalla fine dell’epoca DC/Cenisio.
Non si tratta, come auspicabile, di testate dedicate ai pesi massimi Superman e Batman (quest’ultimo popolarissimo grazie al primo film di Tim Burton): i due World’s finest sono saldamente in mano alla Rizzoli, che ne pubblica le storie più importanti dell’epoca sottoforma di inserti della rivista CORTO MALTESE. Rimane però libero il resto dell’Universo DC, in quel periodo ringiovanito dagli effetti di CRISIS ON INFINITE EARTHS. Ed è proprio tra le collane rilanciate nella seconda metà degli anni ’80 che la Play pesca per varare i suoi primi due mensili DC Comics nella primavera del ’90: JUSTICE LEAGUE e GREEN ARROW. Il primo, che parte con il crossover LEGENDS di Len Wein, John Ostrander e John Byrne, introduce ai lettori italiani la nuova spassosa Lega della giustizia post-Crisis di Keith Giffen, Jean Marc DeMatteis e Kevin Maguire, affiancata dalla Wonder Woman rebootata di George Pérez, dal Lanterna Verde proveniente da ACTION COMICS WEEKLY di Jim Owsley e Mark Bright e, poco più tardi, dal Flash di Mike Baron e Jackson Guice. Una buona fetta di classico DCU, con materiale moderno e personaggi che in Italia fino a quel momento non avevano mai sfondato ma che erano rimasti nel cuore degli appassionati hardcore.
Il secondo mensile si rivolge ai lettori rimasti più colpiti dalle allora nuove opere revisioniste figlie di Frank Miller e dell’invasione inglese, e offre ogni mese storie meno supereroistiche e più adulte a cominciare ovviamente da quelle del titolare di testata, Freccia Verde, incupito da Mike Grell e Ed Hannigan. A seguire, Blackhawk di Howard Chaykin, Question di Dennis O’Neil e Denys Cowan e Doc Savage di Dennis O’Neil e Adam e Andy Kubert.
Due testate con sommari ben studiati (e questo lo dice uno che non prova un grande amore per la seconda), che offrono ai lettori la possibilità di conoscere due volti della casa editrice americana. I due brossurati (formato che ormai è quello di ogni titolo Play Press) ottengono un buon successo, e presto inizia una neanche troppo lenta rinascita del DCU in Italia: all’inizio del 1991 la collana PLAY SAGA ospita cicli e miniserie di una certa rilevanza, prima fra tutte CRISIS (saggia la scelta di pubblicare un simile malloppo di continuity DOPO aver riportato i personaggi principali del Cosmo DC); PLAY BOOK alterna volumi Marvel ad altri DC, compresi alcuni classici come l’Hawkman di Gardner Fox e Joe Kubert e il breve ma noto ciclo di Lanterna Verde e Freccia Verde di Dennis O’Neil e Neal Adams. La novità più gradita dagli appassionati DC, però, è probabilmente il mensile AMERICAN HEROES, che dal 1992 pubblica run come la Doom Patrol e l’Animal Man di Morrison (toh, è stata la Play a pubblicare per prima massicce dosi regolari di fumetti scritti da Morrison. E questo prima che diventasse popolare), la Legione dei Supereroi di Giffen, il primo Lobo di Giffen e Simon Bisley e soprattutto i Nuovi Giovani Titani di Marv Wolfman e George Pérez, il più popolare titolo DC degli anni ’80. La chiusura di JUSTICE LEAGUE con il numero 33 farà confluire nelle pagine di AH anche le due Leghe, Internazionale ed Europea.
Non sarebbe poi sbagliato ricordare che molto del merito per cura editoriale e la scelta del materiale è di Luca Scatasta, che all’epoca iniziava a farsi notare nel fumetto italiano. Ricordate cos’avevo detto la scorsa volta? In Play all’inizio non c’erano veri esperti o appassionati. Era tutto lavoro di redazione, di anonimi articolisti e traduttori con scarsa conoscenza in materia di comics americani. E allora non devono stupire scivoloni tipo il nome “Silver Surfers” sulla cover del primo IRON MAN o la città di Madripoor che, nel serial di WOLVERINE tratto da MARVEL COMICS PRESENTS ospitato su THE ‘NAM diventa una città del futuro (errore che verrà poi corretto nella riedizione in volume). Con l’arrivo di collaboratori attenti come Scatasta errori simili diventeranno sempre più rari.

Play Saga #1-8: "Crisis on Infinite Earths" Edizione Play Press da Novembre 1990 a Giugno 1991

Play Saga #1-8: “Crisis on Infinite Earths” Edizione Play Press da Novembre 1990 a Giugno 1991

Ma anche in campo Marvel c’è movimento.
Nonostante la chiusura di diverse serie (tutte quelle slegate dal Marvel Universe, I NUOVI MUTANTI, D.P.7, THE ‘NAM), l’editore romano non rinuncia a nuovi lanci o al recupero in veste di comprimari di personaggi rimasti senza fissa dimora. Il nuovo mensile X-MARVEL, sede di X-Factor e di varie storie brevi dell’universo mutante, accoglie quindi dopo pochi mesi i New Mutants, e NAMOR, lanciato per via dall’enorme popolarità di John Byrne nel nostro Paese, concede spazio ai Displaced Paranormal Seven e alla retrospettiva di Iron Man.
Come anticipato qualche riga più su, la Play è anche la prima casa editrice di comics in Italia a proporre volumi che ristampano cicli di storie pubblicate poco prima; a parte Wolverine, anche altre saghe di MCP tornano sottoforma di trade paperback: Colosso (da WOLVERINE), L’Uomo cosa (da I NUOVI MUTANTI) e Shang Chi (da G.I.JOE).
A proposito di questo, è facile notare un difetto che colpirà buona parte della produzione Marvel/Play fino alla fine: gli abbinamenti infelici. Un po’ a causa dell’inesperienza/noncuranza dei primi redattori, un po’ perché alcuni personaggi sono già pubblicati dalla Star Comics, quasi sempre gli albi Play presentano coppie di titolari e comprimari che in certi casi si possono definire improbabili. Il già citato Shang Chi (detto “il Cinese”) non ha niente a che fare con i soldatini snodabili della Hasbro, e forse sarebbe meglio tenere separati il Nuovo Universo di D.P.7 da quello classico di Iron Man. Intendiamoci, niente da dire sulla qualità delle proposte (a meno che non si citino i terrificanti comprimari di IRON MAN: chi ricorda il Nick Fury scritto da Chichester o l’anonimo Coldblood? Grazie a Dio per quelle pagine c’è passato anche lo Squadrone Supremo di Mark Gruenwald), ma in quanto a coerenza certe testate Play lasciano un po’ a desiderare).
Nel 1991, comunque, ne arriva una che sarà fino alla fine dell’era Marvel/Play la punta di diamante dell’editore romano: dopo oltre un anno nel ruolo di comprimario di Silver Surfer, il dio del tuono ottiene un suo albo regolare, intitolato THE MIGHTY THOR come in originale. Il tonante ha sempre goduto di un’ampia popolarità tra i fan italiani, e questa tradizione continua anche con l’albo Play. Per forza: prima Walt Simonson e poi Tom DeFalco e Ron Frenz danno il meglio di sé, regalando ai lettori la rinascita di un personaggio che fino a pochi anni prima in America era stato abbastanza bistrattato. Per non parlare dei comprimari, che a parte gli anonimi Eterni di Peter B. Gillis e Sal Buscema, non sono da buttare: non pensate anche voi che l’Ercole di Bob Layton, il Dottor Strange di Roger Stern e Marshall Rogers e il Rocket Raccoon di Bill Mantlo e Mike Mignola fossero dei degnissimi comprimari per il Tonante? Oh, se prima abbiamo citato Scatasta, non possiamo far torto a un’altra colonna della Play che proprio con il mensile di Thor inizia a lavorare nel mondo del fumetto italiano: Alessandro Bottero. Che non solo di fumetti ne sa, ma ama in particolar modo proprio questo eroe… e vi assicuro che quando qualcuno lavora su un personaggio che ama, la cosa si nota eccome.
Certo, il titolo della serie porta a riflettere su un altro difetto delle pubblicazioni Play Press: la grafica. Precisiamo: le copertine sono migliori di quelle della Star, e anche la grafica interna e le pubblicità sono semplici ma efficaci. Però, fateci caso: la Play usa sempre titoli che o rimangono in inglese o possono essere coperti con facilità. Immagino fosse per risparmiare, o per mancanza di voglia dei grafici. Sta di fatto che quel “the mighty” pare piuttosto strano, così come certi strilloni nelle copertine che ogni tanto rimangono in inglese. Niente da ridire invece sul mantenimento dei titoli delle storie in inglese con traduzione a fianco: se l’alternativa sono le orrende “toppe” stile Star che coprono un pezzo di disegno, allora viva i titoli in inglese!
Ci avviciniamo alla fine anche di questa puntata… con la Marvel che regna suprema e la DC che resiste.
Ma stanno per arrivare momenti un po’ particolari per le testate Marvel targate Play Press. Momenti nei quali, forse, ci vorrebbe un Uomo d’Acciaio per dare una mano.
Ne parleremo nel terzo episodio…