STORIA DEL FUMETTO MODERNO: PIPISTRELLI E RINASCIMENTO AMERICANO – Parte 2/6

Per Batman il cinquantesimo numero di Detective Comics che celebra il più vecchio Comic Book pubblicato senza interruzioni sulla scena del fumetto. Il concetto di distribuzione e di vendita comincia a cambiare nel 1981, quando una rete di diverse centinaia di negozi specializzati nella vendita di fumetti e di materiale collegato, si allarga attraverso gli Stati Uniti. Rifornendosi tramite le distribuzioni di comics invece che dai tradizionali distributori di giornali, i negozi permisero lo sviluppo di un nuovo mercato del fumetto uscendo dai limitati ricavi delle edicole o dei drugstores. Il numero uno di Dazzler (marzo 1981) edito dalla Marvel Comics, fu venduto solo attraverso i negozi specializzati per testare la forza di questo nuovo canale. Il risultato dell’esperimento fu più di quattrocentomila copie vendute, quasi il doppio della media dei titoli a fumetti più richiesti. L’albo di Dazzler provò anche che, in un momento critico in cui i canali tradizionali stavano riducendosi, la nuova rete di negozi poteva fornire una forte base finanziaria. Importante fattore di rilancio fu poi la scoperta di un substrato tra i lettori occasionali di collezionisti che acquistarono più copie dell’albo speculando su un probabile valore futuro (cosa che non avvenne), un nuovo bersaglio da colpire per le strategie di marketing delle Majors. Importante evento per quest’anno fu la nascita della prima Casa indipendente, una società californiana chiamata Pacific Comics che decise di vendere direttamente ai negozi specializzati. Primo titolo fu Captain Victory and the Galactic Rangers (novembre 1981) di Jack Kirby, che trasformò la Pacific nella prima proprietaria di personaggi a fumetti autoprodotti, incoraggiando quello che in seguito sarebbe diventato un vero e proprio diluvio di albi indipendenti stampati esclusivamente per i collezionisti. Con lo sviluppo del nuovo mercato specializzato, molti piccoli editori si rivolgono al fumetto, così fa l’Eclipse Comics, già produttrice sporadica in questo campo, che inaugura nell’agosto 1982 la sua prima testata regolare Sabre mentre, per saggiare le possibilità economiche collegate al collezionismo, la Comico pubblica il dilettantesco Primer. Inferiori alle vendite di qualsiasi albo Marvel, Archie Comics o DC, questi comics sono però subito sostenuti dai collezionisti che, avidi, comprano di tutto. Il prossimo passo della DC è una maxi-serie, passaggio obbligato dopo il successo delle mini tra i lettori.

Camelot 3000 (dicembre 1982), maxi di dodici numeri, scritta da Mike W.Barr e disegnata da Brian Bolland, segna il primo esperimento, sostenuto da Tales of New Teen Titans (giugno 1982) che sfrutta il forte seguito dei New Teeri Titans e della loro serie regolare. Puntata sui collezionisti anche la miniserie Wolverine pubblicata nel settembre 1982 in quattro parti dove ricompare, manco a dirlo, un Miller in forma smagliante alle prese con il membro più controverso e amato di tutti gli X-Men. A cinque anni dal taglio drastico delle testate durante la DC Implosion, il mercato diretto si è così ben consolidato che, un folto numero di fans e collezionisti decide addirittura di tentare in campo editoriale varando nuove Compagnie di produzione finanziate direttamente di tasca propria. Siamo nel 1983 e la First Comics esordisce con Warp (marzo 1983), seguito da American Flagg (ottobre 1983) fumetto di fantascienza adulta disegnato da Howard Victor Chaykin. Americomics e Capitol si uniscono a Eclipse, Pacific, Comico e First Comics nella nuova ondata di pubblicazioni per collezionisti. In questo campo entra anche la Kitchen Sink Press conosciuta per la produzione Underground, offrendo ad una nuova generazione di lettori il classico Spirit di Will Eisner. Nella distribuzione destinata solo alla vendita diretta anche la Eagle Comics che ristampa il Judge Dredd britannico (novembre 1983) per i fans USA. Ancora Frank Miller presenta per la DC, Ronin (luglio 1983) serie limitata di sei albi che raccoglie le sue influenze “a fumetti” giapponesi ed europee, riflettendole nel nuovo comic americano. Riproponendo i suoi supereroi degli anni ’40 e ’60 sotto il simbolo del Red Circle, ritorna anche la Archie Comics e pubblica ben otto nuove testate come The Black Hood (gennaio 1983), The Fly (marzo 1983) e The Shield (giugno 1983). Batman vive in quest’anno un periodo estremamente piatto in cui i vari colpi di scena (la presentazione del secondo Robin-Jason Todd tra questi), non riescono a decollare. A nulla serve anche sulla collana Detective Comics l’apporto di Gene Colan, ben distante dai fasti di Daredevil e Dracula che pur facevano prevedere per il suo Batman miglior fortuna. Comunque per il mercato in generale, grazie soprattutto alle neonate case indipendenti (anche se le tirature del loro prodotto sono limitate), l’intera industria del fumetto è rivitalizzata, rafforzando il mercato diretto ai collezionisti, una rete che porta circa la metà del guadagno ottenuto dai comics.

 

STORIA DEL FUMETTO MODERNO: PIPISTRELLI E RINASCIMENTO AMERICANO – Parte 1/6

Ogni personaggio dei comics che attraversi quasi 80 anni di avventure deve necessariamente evolvere. Impossibile sarebbe immaginare oggi un Batman anni ’60, magari un derivato di quello interpretato da Adam West nei telefilm, diviso tra umorismo e cattivo gusto, o anche accettare senza obiezioni la sobrietà anatomica e le storie iperrealiste del periodo disegnato dal grande Neal Adams. Alla base di questa evoluzione, una somma di cambiamenti storici, economici e grafici che impediscono ad un character di ristagnare pena l’abbandono dei propri lettori, attratti in America come nel nostro Paese, da uno sgargiante sfavillio di novità. Entriamo così direttamente nel più vasto movimento grafico che il fumetto moderno delimiti, per altro senza troppa chiarezza, e che molti hanno definito Rinascimento Americano, una sferzata di rinnovamento che copre quasi dieci anni di produzione (ma vedremo che le basi sono gettate ancora prima) e arriva, seppure con notevoli scossoni, fino ai giorni nostri. Il Pipistrello deve molto a questo periodo e, anche se una delle conseguenze più discutibili sarà il filone “morte e distruzione” che porterà Batman al ciclo Knightfall, la trama ricostruita da Frank Miller negli anni in questione, rimane la base di lavoro su cui si muovono a tutt’oggi i nuovi sceneggiatori e disegnatori del Crociato di Gotham. Le prime fasi di un rinnovamento sono chiaramente legate ad una crisi e, mentre la grafica comincia a raccogliere già dal 1977 le prime influenze europee legate a Métal Hurlant, rivista sul fumetto fantastico francese edita dal gruppo nato il 19 dicembre 1974 sotto la sigla Les Humanoides Associés, e alla fantascienza di un dopo bomba “hard boiled” della britannica 2000 A.D., che presenta autori come Brian Bolland, Alan Davis, Dave Gibbons e Alan Moore, influenze che permetteranno il lancio americano di Heavy Metal con un impatto sullo stile dei disegnatori del periodo pari a quello del fumetto underground negli anni ’60, alla fine dei ’70 assistiamo ad un vero e proprio calo delle vendite. Ad una rapida espansione iniziata nel 1975, si risponde così tre anni dopo con pesanti tagli eseguiti sui titoli marginali. Il 1978 costringe le grandi Majors, DC Comics e Marvel, a attestarsi sulle collane più forti. Per la Casa delle Leggende, il declino delle vendite, che porterà più di cinquanta titoli, varati nei tre anni precedenti, al ristretto numero di sei, sarà definito “DC Implosion” (ne parliamo qui con lo scrittore Luigi Siverio) costringendo la società alla revisione di tutto il processo di distribuzione.

Quest’anno segna però la nascita della prima Graphic Novel, Empire, pubblicata dal Berkley Books, scritta e sceneggiata dal noto scrittore di fantascienza Samuel R. Delany e disegnata da Howard Chaykin, che avrebbe poi ripetuto l’esperienza negli anni successivi con The stars my destination (1979) su testo di Alfred Bester, e con The sword of heaven, the flowers of hell (1980) di Michael Moorcock, albi che entrano nei canali di vendita tradizionali e nelle librerie tentando la distribuzione ad un pubblico adulto.

Formata da Frangoise Mouly e dal disegnatore Art Spiegelman, veterano dell’Underground inizia Raw, rivista sul fumetto d’avanguardia che incoraggia la sperimentazione grafica, dove apparirà per la prima volta Maus, esperienza autobiografica di Spiegelman che unisce i suoi ricordi come cartoonist con le esperienze paterne dell’olocausto nazista, rappresentando, con animali antropomorfi, vittime e carnefici del dramma. Il 1979 vede l’introduzione nel mondo del fumetto del concetto di miniserie, una storia completa divisa in tre o quattro albi, un’idea che si afferma subito tra gli appassionati per la facilità con la quale può essere collezionata. Prima miniserie è World of Krypton (luglio 1979) edita dalla DC, limitata a tre numeri, avanguardia di un’intera generazione di serie limitate rinnovatrici del genere, che avrebbero permesso ad autori e sceneggiatori, una più ampia libertà grafica. Quasi in punta di piedi un nuovo artista comincia a ridefinire trame e disegni del Daredevil della Marvel, è un certo Frank Miller che riuscirà a riaccendere l’immaginazione dei fans sul mondo dei supereroi. Il 1980, sottolineato da problemi gravi di distribuzione e di inflazione, costringe DC e Marvel Comics al sesto aumento del prezzo di copertina in dieci anni, passando da 40 a 50 cent e costringendo una seppur piccola fetta di lettori all’abbandono. La situazione peggiora e il fumetto viene esposto sempre meno accanto alle riviste e ai quotidiani. Tra gli editori più colpiti, la Gold Key abbandona la vendita nelle edicole e l’alto ritorno di invenduto lo costringe alle prime buste, tre albi impacchettati assieme, un sistema che noi lettori italiani conosciamo più che bene fin dai tempi d’oro della Marvel-Corno.

80 anni di Batman: gli auguri dell’autrice Federica Manfredi

Federica Manfredi è uno degli altri talenti italiani nel panorama nazionale e internazionale dei fumetti. E’ in attività nel campo della nona arte fin dagli anni 90, realizza illustrazioni di vario tipo e pubblica i primi fumetti con Editrice Universo, disegna, con David Messina, il personaggio di Lazarus Ledd per Star Comics e ben presto varca i confini italiani per arrivare in Francia, dove lavora per la International Press Magazine. Il tratto di Federica si presta ad essere adatto per ogni tipo di pubblicazione, dalle testate supereroistiche al media franchise collegato a qualsiasi tipo di prodotto del genere film, telefilm, cartone animato o fumetto.

Federica Manfredi realizza Wonder Woman nel 2018 per l’asta di beneficenza presso l’Area Performance di Lucca Comics & Games

Basti pensare che già nel 2005 pubblica storie horror per la Marvel su Amazing Fantasy, il fumetto Girls Gone Dead della serie Hack / Slash pubblicato all’epoca da Devil’s Due Publishing e nel 2006 disegna storie di pistoleri del selvaggio west per la testata Marvel Westerns. Non mancano i supereroi Marvel nel ventaglio artistico di Federica, infatti troviamo “Black Cat and Hell Cat in…catfight!” su Spiderman Family #1 e “Charme Offensive” con Wasp e Giant Man. Dal 2006 al 2008 lavora anche per la miniserie Kat&Mouse (Tokyopop) e Jonathan Steele (Star Comics). Non possono mancare le pubblicazioni per la IDW tratte dai serial tv e il cinema come Spock-Reflections, Captain’s log: Sulu, Star Trek-Burden of Knowledge e True Blood #5-Where were you? Epilogue: here comes the sun, oltre che un intero storyboard per un film (Amazons Studios-LA).

Federica Manfredi disegna Batman per l’asta di beneficenza di Fumetterni edizione 2016

Nel 2014 illustra la locandina della prima edizione del Latina Comics. Per noi di Batman Crime Solver, nell’anno 2016, Federica ha realizzato due illustrazioni speciali per il libro Batman v Superman Concept Artbook e Dead xx Squad. Nel 2017, in occasione dell’uscita del film di Black Panther, ha inchiostrato per la Marvel il Black Panther book. La libertà poliedrica di Federica si muove anche con la casa editrice Dark Horse per la serie horror/splatter Grindhouse. Il suo tasso di qualità artistica le permette di operare altresì per la Rainbow, come inchiostratrice della serie Winx, studio di sfondi e personaggi per un videogioco tratto da un opera teatrale (Metrion) nonché di disegnare altrettanto bene alcune illustrazioni per giochi da tavolo.
Per poter visionare tutti i suoi lavori vi riamando ai suoi link:
federicamanfredi.blogspot.com
http://www.federicamanfredi.it

L’autrice ha voluto omaggiare gli 80 anni di Batman ricordando il suo incontro con il maestro Dc Comics, Jim Lee.

Questi sono i suoi auguri speciali per l’ottatesimo compleanno di Batman!

80 anni di Batman: gli auguri dell’autrice Elena Casagrande

Romana, classe 1983, Elena Casagrande è un talento unico del panorama fumettistico internazionale, che ha varcato ben presto le sponde della penisola italica per approdare oltreoceano, dove ha lavorato per tutte le più importanti case editrici.

Elena in particolare sembra avere un certo feeling con le testate tratte dai serial tv, specie se horror o di fantascienza, di cui lei per prima è appassionata. Presta infatti il suo talento a serie come Star Trek, Angel (spin-off di Buffy l’Ammazzavampiri), Doctor Who e X-Files, per la casa editrice IDW, ma il suo amato Dottore tornerà ad incrociare la sua strada in tempi più recenti, grazie alla Titan Comics, che le proporrà la serie DoctorWho: The tenthDoctor.

Di certo il suo tratto dark e realistico ha contribuito al successo di queste opere, ma non dimentichiamo che Elena ha lavorato anche con le due major per eccellenza dell’editoria a fumetti, ovvero Marvel e Dc Comics. La duttilità del suo stile le ha permesso di cimentarsi con characters allegri e solari come Spider-Man o imponenti e aggressivi come Red Hulk. Lo stesso vale per la Dc, dove è passata dalle atmosfere più cupe di Arrow e della miniserie Vigilante a quelle sci-fi di The Flash, sempre rimanendo in tema di serial televisivi.

Ma degni di nota sono anche titoli più adulti come Hack/Slash per la Image e Suicide Risk di Mike Carey per Boom! Studios, dove ancora una volta l’artista romana sprigiona tutta la sua carica espressiva. La stessa, del resto, che possiamo ammirare in questa meravigliosa Batwoman realizzata per il nostro Batman Silent Book.

Batwoman realizzata da Elena Casagrande per il Batman Silent Book

Elena fa parte di un collettivo tutto al femminile che si chiama Truckers, di cui fanno parte talentuosissime ragazze come lei, accomunate da una grande passione e un innato estro artistico, che gli hanno permesso di farsi conoscere a un pubblico sempre più vasto, anche oltreoceano. Ad oggi il gruppo è formato dalla stessa Elena Casagrande e l’altrettanto talentuosa Claudia Balboni.

Batgirl Annual #2 è stato il soggetto su cui nell’agosto 2018 ha lavorato la nostra Elena, con l’aggiunta di Batman Secret Files #1 (ottobre 2018) e Catwoman (dicembre 2018).

Continuate a seguire Elena nel suo percorso artistico, in quanto è sicuramente un’artista che merita attenzione e che può ancora regalare molto all’industria del fumetto.

Questo è il suo blog, dove potete ammirare molti dei suoi lavori: http://larawest.blogspot.com

Questi sono i suoi auguri speciali per l’ottatesimo compleanno di Batman!

La scommessa della Warner Bros per competere con la Marvel Cimematic Universe

Il casting di personaggi di fumetti è sempre un enorme potenziale bersaglio di contraccolpi da parte di fan che venerano il materiale originale a fumetti. Ancora di più per Batman, che nel corso dei suoi 80 anni di storia ha assunto molte maschere e personaggi. Per il casting rubacuori Robert Pattinson, famigerato come Edward Cullen di Twilight, non è diverso. Il nuovo Batman sta già attirando la sua giusta dose di attenzione negativa.

The Batman Robert Pattinson-Batsuit Screen Tests

La cosa interessante è che questo è esattamente il modo in cui i fan hanno reagito a un altro ex rubacuori, Heath Ledger, quando è stato scelto come Joker per la trilogia di Dark Knight di Christopher Nolan.

E come tutti sappiamo, ha finito per dare l’interpretazione di una vita, ridefinendo per sempre i cattivi dei fumetti sul grande schermo. Se ci dimentichiamo di Edward Cullen per un momento, possiamo vedere come Pattinson si è comportato bene in molti ruoli importanti come Cedric Diggory di Harry Potter (2005), Jacob Jankowski di  Come l’acqua per gli elefanti (2001) e Eric Packer di Cosmopolis (2012). Pattinson ha mostrato la sua vasta gamma di interpretazioni, quindi non sarebbe sorprendente se si adattasse bene al ruolo. Quello che resta da vedere è come il nuovo regista, Matt Reeves, gestirà il prossimo passo per il franchise di Batman.

Per molto tempo, DCEU ha faticato a imitare il successo del suo più grande rivale: il Marvel Cinematic Universe. Rispetto ai 22 film della Marvel, la WB dal 2013 ne ha pubblicati solo sette, incluso il recente Shazam! Dopo pesanti critiche ai primi film del DCEU come Suicide Squad, la WB ha deciso di fare un passo indietro e trovare una soluzione.

A differenza della Marvel che ha diretto i suoi film nello stesso universo la WB ha preso una strada diversa. Infatti, sebbene tutti i suoi film facciano ancora parte dello stesso DCEU, questo non è l’obiettivo. Pertanto WB marca ogni character del DCEU attraverso i propri registi stilisticamente unici. Ad esempio, mentre Man of Steel di Zack Snyder, Batman v Superman e Justice League erano tutti tematicamente cupi e dipinti con colori tenui, Wonder Woman di Patty Jenkins e Aquaman di James Wan hanno avuto un approccio più giocoso. Questo a sua volta ha portato a tre dei suoi film solisti (Wonder Woman, Aquaman, Shazam!) Alcuni tra i film DCEU meglio recensiti di tutti i tempi.

La WB non è la prima azienda a saltare sul carro dei fumetti. Funko, ad esempio, uno dei più importanti venditori di giocattoli con cultura pop con licenza, si affida al successo di Marvel e di altri marchi per generare entrate. Ad esempio, Funko ha recentemente rilasciato la sua collezione Endgame Pop, per proseguire il trend-hype di Avengers: Endgame, soprattutto perché si è rivelato essere uno dei film più venduti di tutti i tempi. A volte, il prodotto non deve nemmeno essere ufficiale per attirare molta attenzione. Il titolo slot online Thunderstruck su Sandlot Games è chiaramente ispirato al Marvel Avenger, Thor. Sebbene il dio del tuono non sia direttamente referenziato nel gioco, il suo uso di immagini come l’elmo norvegese alato, il possente martello ei lunghi capelli biondi fluenti ricordano senza dubbio Thor come raffigurato nei film Marvel. Questi esempi illustrano la forte influenza di MCU in molte opportunità di franchising. E forse un giorno, DCEU potrà realizzare la stessa cosa.

Anche, a quanto pare, il nuovo film della Warner Bros ispirato a Joker sarà incentrato su una storia totalmente nuova. Infatti, il regista Todd Phillips, ha dichiarato che la nuova pellicola non sarà basata sulle vicende narrate nel fumetto. Queste le parole di Phillips rilasciate nel corso di un’intervista:
“Non ci siamo ispirati per niente ai fumetti, e questo potrebbe far arrabbiare più di una persona. Abbiamo scritto la nostra versione di come potrebbe essere un tizio come il Joker. È questo che mi interessava. Non ci stiamo nemmeno occupando di Joker, ma della storia di come sia diventato Joker. Riguarda questo uomo”.
Dunque, le nuove vicende del personaggio di Joker, interpretato da Joaquin Phoenix, saranno tutte da scoprire ma secondo il regista questa decisione potrebbe non essere accettata da tutti, infatti avrebbe affermato che “il film farà arrabbiare i fan“. Sarà veramente così? È tutto da vedere. Le riprese della nuova pellicola sono terminate nel dicembre dell’anno scorso e nel cast vedremo Douglas Hodge che interpreterà Alfred Pennyworth e Dante Pereira-Olson che vestirà i panni di Bruce Wayne.
In oltre ci saranno Brett Cullen che interpreterà Thomas, il padre Batman, e Zazie Beetz che vestirà i panni di Sophie Dumond. Faranno parte del cast anche Marc Maron, Frances Conroy e Robert De Niro. La sceneggiatura del nuovo film ispirato al cattivo di Gotham City è stata scritta da Todd Phillips insieme a Scott Silver. La pellicola di Joker uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi nel mese di ottobre 2019.

I cast e i registi recenti del DCEU potrebbero essere ciò di cui la WB ha bisogno per differenziarsi dalla MCU. Fintanto che la stessa Warner si concentrerà sui propri personaggi anziché sulla competizione, forse in futuro, le cose potrebbero migliorare per gli eroi del DCEU.

La CW va avanti con la nuova serie tv dedicata a Batwoman

È ufficiale: la CW va avanti con l’episodio pilota di Batwoman interpretata da Ruby Rose. David Nutter (regista statunitense anche di Arrow, The Flash) dirigerà quello che potrebbe essere il primo show dei supereroi della TV condotto da un personaggio saffico.

È ufficiale: la CW va avanti con una serie indipendente dedicata al personaggio di Batwoman.

Giovedì 3 Gennaio 2019 la rete ha confermato e ordinato una puntata pilota per il telefilm che avrà nel ruolo principale l’attrice Ruby Rose e sarà sceneggiato dalla showrunner e scrittrice Caroline Dries (The Vampire Diaries) e che avrà come produttore esecutivo “Re Mida” Greg Berlanti. Per la realizzazione di questo nuovo show televisivo ci sarà anche David Nutter, il timoniere del Trono di Spade, vincitore di un Emmy che in precedenza aveva diretto i pilot di The Flash and Arrow di The CW.

La notizia arriva poche settimane dopo in cui Ruby Rose ha fatto il suo debutto nel crossover della serie DC Comics del titolo “Elseworlds”. Il telefilm, messo in sviluppo a luglio 2018, è stato un palcoscenico di prova per essere scelto come pilota e rimanere il precursore per realizzare la serie visti gli auspici e dato che The Arrow di CW, ora nella settima stagione, ha iniziato a mostrare la sua età.

La serie potenziale rompe l’ennesima barriera per Berlanti perché Batwoman diventa la prima serie di supereroi a essere guidata da un personaggio lesbo – e interpretata da un’attrice di orientamento dichiaratamente omosessuale.

Ecco la descrizione ufficiale della The CW: “Armata di passione per la giustizia sociale e un talento per esprimere la sua opinione, Kate Kane [Rose] vola sulle strade di Gotham come Batwoman, un ex combattente di strada lesbica e altamente addestrata pronta a spegnere il fallimento della risurrezione criminale della città, ma non chiamatela ancora un eroe: in una città alla disperata ricerca di un salvatore, Kate deve superare i propri demoni prima di abbracciare la chiamata al simbolo di speranza di Gotham”.

Oltre a scrivere e servire come showrunner, Caroline Dries produce insieme a Berlanti e alla sua Warner Bros., produttrice televisiva di Berlanti Productions, unitamente a Sarah Schechter e Geoff Johns. Nutter, che Berlanti ha reclutato personalmente per dirigere seguendo il suo riuscito sviluppo mondiale sui pilot di The Flash e Arrow, sarà anche accreditato come produttore esecutivo.

In un sondaggio di Hollywood Reporter dopo la conclusione del crossover di “Elseworlds”, l’85% (più di 2000 persone) ha votato a favore della visione di una serie di Batwoman.

Batwoman è il primo telefilm pilot ufficiale della stagione da parte della CW. È anche il primo della stagione di Berlanti in quanto il produttore prolifico aggiunge questa nuova serie alla sua retata storica di 15 serie di sceneggiature in onda e in streaming: All America, Arrow, Black Lightning, Legends of Tomorrow, The Flash (qui la nostra intervista al doppiatore italiano Alessandro Campaiola), Riverdale e Supergirl (qui la nostra intervista con la doppiatrice italiana Veronica Puccio), Blindspot, God Friended Me, The Red Line, Le terrificanti avventure di Sabrina, You, Stargirl, Titans e Doom Patrol.

Berlanti ha in serbo più script in fase di sviluppo e probabilmente aggiungerà altri script pilota oltre Batwoman. Per l’uscita di questa nuova serie tv, con ogni probabilità bisognerà attendere ancora qualche mese, comunque non oltre la fine del 2019.

Per concludere questa piacevole anteprima, mi fa piacere condividere con voi, la bellissima illustrazione di Batwoman (avevamo già anticipato la Warner 😃) realizzata per il Batman Silent Book dalla disegnatrice DC Comics e Marvel Elena Casagrande.

XXIV Edizione di Romics Batman protagonista tramite la matita del disegnatore Chris Warner

Disegnatori, fumetterie, ospiti prestigiosi, mostre e conferenze per la XXIV edizione di “Romics” che si è sviluppata, come al solito all’interno dei padiglioni 5, 6, 7, 8 e 9 della Nuova Fiera di Roma da giovedì 4 a domenica 7 Ottobre 2018. Sotto il controllo e il coordinamento del bravissimo direttore artistico Sabrina Perucca, si sono susseguite mostre-mercato, conferenze, incontri, esibizioni di disegnatori live, corsi di fumetto, mostre di tavole originali e laboratori gratuiti, senza dimenticare youtubers, gare cosplay e l’immancabile ed importante conferimento del Romics d’Oro. Il parco disegnatori come ogni anno ha compreso professionisti e i giovani autori che hanno contaminato la manifestazione con le loro nuove visioni contemporanee e ricche di nuova energia.

Come ogni edizione è stato possibile vedere diverse statue esposte nei vari stand, di cui alcune in vendita, tra i negozi ed altre realizzate come decorazioni per i padiglioni, tra cui spiccano due stand-up raffiguranti Batman e Wonder Woman. Diverse statue in resina erano esposte nei negozi più importanti, oltre ad una notevole collezione di prodotti DC Comics che hanno infestato i tanti stand della fiera.

Particolare attenzione c’è stata anche per le aree Games, giochi di ruolo e gioco da tavolo. Importante, come sempre, è stata anche la presenza della Scuola Internazionale di Comics e la Scuola Romana dei Fumetti e con i propri disegnatori.

Tra tutte queste attività svolte, abbiamo avuto la fortuna di poter incontrare anche il disegnatore di Batman: Chris Warner, sceneggiatore, disegnatore, editor, ed una delle figure più importanti del fumetto made in USA degli ultimi trent’anni. Nella sua lunga carriera ha collaborato anche con Marvel, DC Comics e WildStorm, con le testate Batman e Moon Knight, ma non solo. Suo è anche il concept i Alien Vs. Predator, nato durante un meeting con il fondatore di Dark Horse, Mike Richardson. Qui sotto vediamo l’artista all’opera sul Wall Artisti di Romics mentre disegna Predator per la fiera.

CHRIS WARNER DISEGNA BATMAN E SALUTA I LETTORI DI BATMAN CRIME SOLVER IN UN VIDEO MESSAGGIO

Baman Glenat Autografato Chris Warner

Batman v Predator copertina di Chris Warner autografata

La Nuova Fiera di Roma che ospita ormai da ventiquattro edizioni Romics, ha confermato nel tempo di essere divenuta un luogo dove incontrarsi, divertirsi, sviluppare nuove idee e progettualità, un luogo di cultura e formazione, legato alla comunicazione per immagini. Grazie all’impegno collettivo di tante diverse figure del mondo della cultura della nona arte, anche in questa edizione, è stato possibile realizzare un festival di alto profilo culturale, capace di regalare grandi momenti di divertimento per grandi e piccoli e di approfondimento per tutti gli appassionati.

Batman: qualche considerazione sugli anni 80…o giù di lì – Parte 1/2

A metà degli anni 80, il panorama del comic book americano era caratterizzato da una situazione assolutamente consolidata, per non dire stagnante. Tre “protagonisti” si muovevano sul mercato, ognuno con un proprio ruolo preciso e definito e – in apparenza – destinato a non subire modificazioni significative. A un estremo si aveva la Marvel, la casa editrice di fumetti più potente del mondo, che sfornava mensilmente tonnellate di albi di supereroi che le garantivano il primato delle vendite in entrambi i canali distributivi dei comic books: quello tradizionale dei newss-tand (che dovrebbe essere – ma non è – l’equivalente delle nostre edicole) frequentato soprattutto dai lettori più giovani, ovvero dai loro genitori disposti a portare a casa, magari occasionalmente, qualche fumetto, e quello dei “negozi specializzati”, ormai diffusissimi in tutti gli Stati Uniti (che hanno rappresentato la salvezza dell’intera industria del comic book), dove gli appassionati e i collezionisti comprano regolarmente i loro albi. All’estremo opposto si trovano i cosiddetti “indipendenti”, piccole case editrici come First, Eclipse, Comico, Blackthorne, Dark Horse, Reivegade, Kitchen Sink, Gladstone e decine di altre, che lavorando esclusivamente attraverso reti di negozi specializzati cercavano (e non sempre trovavano o riuscivano a conservare) il loro piccolo spazio per proporre personaggi spesso diversi dal tradizionale supereroe, spesso nettamente migliori sia nella sostanza che nella forma, ma comunque condannati a restare circoscritti in un ambito limitato anche a causa di prezzi di copertina doppi o più che doppi rispetto al prodotto Marvel e DC. La stragrande maggioranza della produzione indipendente è tuttora inedita in Italia e questo è un grosso peccato, perché in mezzo a tante cose tutto sommato inutili si nascondono autentiche perle finora ignorate dalla nostra editoria, e che rischiano di essere negate per sempre agli appassionati di casa nostra… Tra i due estremi appena accennati si collocava la DC (Detective Comics, dalla testata che da sempre aveva ospitato le avventure di Batman), nota anche come National. Un tempo indiscussa regina del mondo dei fumetti americani, la DC che, non va dimenticato, aveva inventato nell’immediato anteguerra il genere “supereroi” con personaggi del calibro di Superman, Batman e Flash (per non citare che i tre che anche in Italia hanno avuto un larghissimo successo di pubblico) e che per decenni aveva guardato dall’alto (delle vendite) in basso tutte le sue concorrenti, ormai da molti anni si dibatteva in una crisi che pareva senza fondo e senza sbocco. Una crisi chiaramente determinata da mancanza di idee nuove, di creatività. Una crisi originata dall’errore di pensare che la infinita reiterazione di una formula di successo potesse infinitamente garantire vendite e profitti. Una crisi esplosa verso la metà degli anni Settanta, quando qualcuno si era accorto probabilmente con stupore, che la “piccola” Marvel dei “supereroi con super problemi” aveva effettuato il sorpasso anche nelle vendite, dopo aver effettuato quello nell’apprezzamento dei critici e degli appassionati. Una crisi, infine, fatta pagare per intero al solo Carmine Infantino, a quel tempo Grande Capo della DC dopo che per anni ne era stato uno dei migliori disegnatori (suoi un Flash e un Batman fra i migliori, suo quell’Adam Strange, non molto conosciuto in Italia, ma per il quale Infantino sarà sempre ricordato nella storia del comic book americano). Ma sostituire un Grande Capo con un altro – anzi un’altra, visto che per rilanciare la DC la scelta cadde su una donna, Jeneue Khan – non è, di per sé, garanzia di successo, o, quanto meno, di inversione di trend. E infatti la crisi continuò per molti anni, con la Marvel che si staccava sempre più sia come vendite che come gradimento, e con gli indipendenti che, a loro volta, sottraevano dollari e prestigio al vecchio gigante stanco. Ma, a ulteriore conferma, ove fosse necessario, che la soluzione a crisi di questo genere può venire solo dalla creatività di veri artisti, nella seconda metà degli anni Ottanta, e sempre sotto la guida di Jenette Khan e di Dick Giordano (altro grande disegnatore della DC passato dal cavalletto alla scrivania), si è assistito a una inversione di tendenza che, in termini di qualità del prodotto offerto, ha permesso alla DC di riprendere il sopravvento sulla Marvel e che, in termini di vendite, ha riportato i due giganti a competere su un piano di quasi assoluta parità. Quello che è successo è che, molto semplicemente, alcuni grandi talenti creativi americani hanno cominciato a non sentirsi più a proprio agio nell’universo Marvel (o forse nella redazione Marvel, guidata con piglio forse troppo dittatoriale da Jim Shooter), e le porte della DC si spalancano, ma non solo offrendo la possibilità di lavorare sui character tradizionali, bensì lasciando spazio alla sperimentazione e all’innovazione. E’ in questo modo che Frank Miller, che si è fatto un nome reinventando e rilanciando Devil alla Marvel, approda alla DC, che gli consente di realizzare un progetto ambizioso e decisamente “difficile” come Ronin (che “Corto Maltese” ha presentato in Italia a puntate… semestrali). E Miller la ripaga inventando quel “Batman: The Dark Knight Returns” che, praticamente da solo, risveglia la “bella addormentata” DC risvegliando un personaggio, Batman, che a sua volta aveva dormito il sonno della mediocrità per più di dieci anni.

Anche Dark Knight è stato presentato in Italia da “Corto Maltese” (per altro nella solita maniera piuttosto censurabile), ed è quindi inutile soffermarsi sulla sua storia, certamente nota ai più che leggono queste note, e da non rivelarsi nel dettaglio a chi ancora non l’ha letta (cosa che consiglio caldamente di fare, magari attendendo la doverosa pubblicazione in volume e sperando che non occorrano anni [il volume è uscito nel 1993, n. ci. r.]). Ironicamente, il Batman di Miller è un Batman vecchio e stanco, che da anni ha riposto maschera e cappa. Così come vecchio e stanco lo vede probabilmente Miller, autore poco più che trentenne e scarsamente incline a rispettare miti e canoni. L’operazione che Miller inizia a compiere con questo suo primo lavoro sul personaggio è, fondamentalmente, molto semplice: l’autore scruta nel profondo del personaggio e, acutamente, ne rivede le origini; rivede l’uomo solitario, il personaggio della notte, la nemesi dei criminali. E rivede l’uomo senza superpoteri, quindi vulnerabile. E, soprattutto, l’uomo ossessionato. Con un colpo di spugna Miller cancella anni di frivolezza, di ironia, di codice di autodisciplina, e scaraventa Batman in una Gotham City violenta, molto più violenta e fatiscente di quanto non sia mai stata. Ripropone, sia pure nel suo personalissimo stile al limite della sgradevolezza, il Batman che generazioni di lettori non avevano mai visto. Un Batman pronto a colpire e a uccidere, a massacrare nel nome dell’unica legge che conosce e riconosce: la propria. E un Batman i cui avversari non sono più i “quasi simpatici” arcicriminali destinati a essere sconfitti e imprigionati solo per poi ritornare, immutati e immutabili, a distanza di qualche numero. No, i nuovi avversari sono, nel mondo di Miller, – psicopatici assatanati, corrotti e corruttori, sadici, feccia. In altre parole, personaggi reali, o almeno realistici, sia pure magnificati (nel senso etimologico della parola) nella finzione artistica. Il risultato di questa operazione? Un trionfo. Un trionfo di vendite, con un titolo DC che dopo anni di mediocrità torna in vetta alla hit parade dei fumetti statunitensi; ma soprattutto un trionfo di critica e di costume, con i mass media che dedicano articoli e copertine, spazi in radio e in TV al nuovo “fenomeno” Batman. Con le inevitabili diatribe fra i pro e i contro, questi ultimi impressionati dalla violenza e dal pessimismo che trasudano dalle pagine di “Dark Knight”. Ma di questo parleremo la prossima volta. Non mancate!

Corto Maltese n. 69 del giugno 1989 (Rizzoli Editore)

Buon compleanno Michelle Pfeiffer

L’energia inesauribile, il sorriso generoso, la quieta passione che l’ha sempre contraddistinta per il cinema e per la sua famiglia. Michelle Pfeiffer compie 60 anni oggi, è già pronta a sostenere la sua nuova avventura targata Marvel: il film d’azione Ant-Man and the Wasp (nelle sale italiane a agosto). Nel film l’attrice interpreta Janet Van Dyne, madre dell’eroina vespa Hope (Evangeline Lilly), un personaggio di cui si parlava nei fumetti ma che nel primo Ant Man era solo accennato. “Vedevamo solo gli occhi della madre di Hope – dice il regista Peyton Reed – E dovevano essere straordinari, come quelli di Michelle, gli occhi più magnetici del cinema americano dai tempi di Bette Davis. Me la ricordo in Scarface, quando entrò in scena scendendo le scale e squadrando Al Pacino con quello sguardo tra l’ipnotico e l’enigmatico: un’epifania!

Michelle Pfeiffer interpreta Catwoman nel film Batman il ritorno

Michelle può fare tutto dai drammi alle commedie: l’ha dimostrato nel corso dei decenni, 30 anni fa era Catwoman in Batman il ritorno, ma con questo film si è veramente divertita”. A questo proposito la stessa Pfeiffer ha lasciato trapelare che già nel 1992 si pensò di fare un film solo su Catwoman, e che lei avrebbe molto gradito, ma non se ne fece niente.
A questo proposito, noi di Batman Crime Solver la celebriamo con questo estratto dal film Batman il ritorno, messo al fianco dell’omaggio che le ha reso anche la serie tv Gotham nell’episodio della terza stagione “Il re degli Enigmi”.

Quando i film dei fumetti si scambiano gli attori

Prima era Bruce Wayne/Batman, poi ha interpretato Avvoltoio nel film Spider-Man Homecoming: Michael Keaton è solo uno dei tanti attori che hanno interpretato un personaggio di entrambi gli universi dei comics. Scopriamo gli altri, da Ben Affleck a Zoe Saldana .

Da una parte ci sono Spiderman, Captain America e Deadpool. Dall’altra Superman, Batman e Wonder Woman. Quella fra Marvel e DC Comics è una rivalità di lunga data, eppure capita che i due universi dei fumetti si scambino gli attori sul grande schermo, sono numerosi infatti i casi in cui una star ha recitato in entrambi i panorami cinematografici dei comics.
Prendiamo Ryan Reynolds. L’attore americano ha esordito nel mondo dei fumetti nel 2004 con il personaggio di Hannibal King in Blade Trinity di Marvel per poi vestire i panni di Deadpool in X-Men le origini – Wolverine. Il passaggio alla concorrenza è avvenuto nel 2011 con il ruolo di protagonista in Lanterna Verde. Il titolo è stato un flop, ma lui da buon supereroe non si è scoraggiato ed è tornato alle origini, questa volta nelle vesti del mercenario chiacchierone Deadpool nel recente film che ha conquistato pubblico e critica, spin-off di Wolverine. Il ritorno è stato un successo, tanto che un sequel è già in produzione.

Vanta due titoli con Dc Comics e uno soltanto con la Marvel Ben Affleck. La sua carriera da supereroe prende il via nel 2003 con il film Daredevil ispirato all’eroe Marvel, accolto tiepidamente dal pubblico. Successivamente Affleck ha pensato di vestire mantello nero e maschera da pipistrello e riscattarsi con il sorprendente Batman di Batman v Superman: Dawn of Justice, lo stesso che abbiamo visto in Suicide Squad e che vedremo in Justice League. Intanto il prossimo film su Batman è in arrivo e nei panni dell’Uomo Pipistrello ci sarà ancora lui.

Chris Evans e Idris Elba viaggiano in coppia. Entrambi sono comparsi nel film The Losers del 2010, adattamento cinematografico del fumetto Dc Comics, ma poi hanno preferito continuare la loro carriera fra i personaggi Marvel. Il primo era la Torcia Umana de I Fantastici quattro e sequel, per poi trasformarsi nel Captain America più amato del grande schermo (lo vediamo anche nella serie sugli Avengers), mentre Idris Elba presta il volto a Heimdall nel film Thor e seguenti, comparendo anche in Ghost Rider spirito della vendetta e in Avengers: Age of Ultron. Zoe Saldana invece ha interpretato Aisha al-Fadhil nel film The Losers della Dc Comics, mentre per la Marvel ha fatto il suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe nel 2014 vestendo i panni di Gamora in Guardiani della Galassia 2 ed ha recitato anche in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

E ancora, Halle Berry prima di vestire la tutina in latex di Catwoman nel 2004 per il DC Comic Universe era apparsa nella serie sugli X-Men targata Marvel. E anche Michael Fassbender si è sdoppiato: è il giovane Magneto nei film sugli X-Men, ma ha ottenuto anche una parte nella trasposizione cinematografica del fumetto DC Comics Jonah Hex del 2010.

Passando dalla Marvel alla DC, l’attore Willem Dafoe ha vestito i panni di Vulko in Aquaman di James Wan uscito nelle sale cinematografiche italiane il 1° Gennaio 2019. In Spider-Man, Willem Dafoe interpretava Norman Osborn, alias il Goblin, che era il villain principale nel primo film e che ha poi avuto dei cameo anche nei sequel. Ha comunque recitato in un ruolo importante in Aquaman, dato che Vulko è altro che il mentore dell’eroe protagonista.

John Victor Shea III ha interpretato Lex Luthor  nel telefilm Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman e successivamente interpreta Adam Kane nella serie televisiva di fantascienza Mutant X trasmessa dal 2001 al 2004, incentrata su un gruppo di mutanti dotati di superpoteri, ispirata alla serie cinematografica degli X-Men, ideata e prodotta dai Marvel Studios (in associazione con altre case di produzione).

Ultimo, ma non ultimo è Michael Keaton, che all’epoca guadagnò molti consensi per la sua interpretazione di Bruce Wayne/Batman in Batman (1989) e Batman – Il ritorno di Tim Burton (1992) mentre quest’anno per la Casa delle idee interpreta nel film Spider-Man: Homecoming il personaggio di Avvoltoio.

Per tutti gli approfondimenti sui film di Batman vi rimandiamo al nostro articolo che potete trovare qui.