Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra per la Paramount Picture, Warcraft L’inizio per la Universal Pictures, questi sono i princiapli loghi dietro cui “si nasconde” Manthomex al secolo Mauro Antonini, classe 1980, fumettista e illustratore, impegnato in diverse forme di arti visive. In più, ha la particolarità di essere stato selezionato dal maestro degli effetti speciali Sergio Stivaletti per esguire gli storybord del cortometraggio Halloween Party. Manthomex è talmente poliedrico da creare un proprio personaggio: Piccion, protagonista del suo progetto più personale rappresentato dalla webeseries settimanale Piccioncinema, strutturata in “single panels” in bianco e nero visionabili sulle apposite pagine Deviant Art e Facebook che vi linkiamo in questa intervista. Ultima, ma non ultima, è la sua partecipazione ai nostri due progetti Batman v Superman Concept Artbook su cui realizza una bellissima tavola con Doomsday e Lex Luthor e Dead xx Squad dove potete trovare un Capitan Boomerang in grande spolvero.
Incuriositi? Noi sì, tanto. Ecco perché ci siamo fatti spiegare tutto da Manthomex stesso, in questa intervista esclusiva che siamo lieti di pubblicare proprio in occasione dell’uscita ufficiale del Blu-Ray e del DVD di Warcraft – L’Inizio a cui Manthomex ha partecipato.
Stefano: Ciao Manthomex bevenuto su Batman Crime Solver. Presentati al nostro pubblico.
M – (imitando la voce del Robin televisivo del ’66) “Sante interviste, Batman! Sono su Batman Crime Solver!! Gosh!!”
Stefano: Ci racconti come è nata la tua passione per il disegno e quali sono stati i tuoi studi specifici per entrare nel mondo della nona arte?
Sono cresciuto con i miei nonni, ed è stato grazie a loro, e in particolare a mio nonno – pittore e scultore per lo studio di Pietro Consagra – che ho iniziato a disegnare, praticamente prima di imparare a parlare e camminare. L’arte era per lui una forma di comunicazione primaria, e mi ha messo subito matite e pennelli in mano, sin dalla più tenera età. Disegnare era uno dei “giochi” che ci avvicinava di più e per me fu subito la nascita di una grande passione. Inoltre crescendo diventai una vera “spugna” per quanto riguarda le arti visive. Mi piaceva di tutto: cartoons, comics, arte tradizionale, illustrazione, e assorbivo tutto quello che mi affascinava. Ovviamente il voler ri-creare quanto leggevo e vedevo, con mie personali versioni, fu di sicuro d’aiuto per continuare a disegnare. Non ho mai copiato, mai, ma ho sempre voluto confrontarmi con le mie passioni in maniera non passiva, esprimendo su carta la mia visione dei personaggi e delle storie che amavo. Negli anni ho cambiato stile più volte ma non ho mai rincorso pedissequamente qualcosa che era stato già fatto da altri. Da autore come da spettatore mi piace la rielaborazione, preferisco un autore che rielabori un soggetto con personalità ad uno che lo interpreti pedissequamente senz’anima. Da adolescente seguii un corso ad una scuola di comics, di seguito ho continuato a studiare arti figurative e fumetto autonomamente, ma non ho mai fatto studi accademici per disegnare, mi ritengo parzialmente autodidatta. Ho frequentato il liceo classico e sono laureato magistrale in scienze umanistiche. E anche se di base sembra un qualcosa che non abbia nulla a che fare con le arti grafiche, mi sono accorto, col tempo, che aver studiato teatro e cinema mi ha fatto familiarizzare con concetti come “spazio scenico”, “inquadratura”, “story telling” ecc. Tutte cose che nel fare fumetti servono almeno quanto le regole anatomiche e prospettiche. Ciò che ha contato di più, credo, è il non essermi mai fermato, ma aver sempre disegnato, su tutte le superfici possibili, con tutti i mezzi possibili, sempre, incessantemente e in ogni condizione.
Stefano: Guardando i tuoi lavori si denota un tratto distintivo e la prima cosa che incuriosisce è questa tua passione per la corrente artistica Furry. Spiegaci come nasce questa tua passione.
M -Tutti noi adoriamo personaggi Furry sin dall’infanzia, anche se non li definiamo così. Cosa sono, in fondo Scooby Doo, i Looney Tunes, la banda Disney o persino le Tartarughe Ninja se non personaggi Furry? Per Furry si intende qualsiasi rappresentazione di animale, con caratteristiche più o meno antropomorfe, nel volto, nel fisico e/o nella personalità. Per me che ho un tratto cartoonesco la distinzione principale è tra gli “anthro furries”, cioè gli animali raffigurati con una postura umana o umanoide – un pò come i protagonisti del Robin Hood della Disney – e i “feral” o “non anthro furries” cioè quegli animali cartoon che mantengono la postura che hanno in natura – quadrupede se si parla di un felino, bipede con ali se si parla di un uccello e via dicendo – ma che si esprimono con una mimesi facciale umanizzata (un pò come i protagonisti de Il Re Leone). Il fandom furry è molto ampio, è una cosa che ho scoperto grazie alla rete e principalmente attraverso il mio lavoro su Deviant Art e poi, più specificatamente su FurAffinity. Molti utenti di questi, come di molti altri portali, interagiscono attraverso una propria “fursona” ossia un avatar che li rappresenti con fattezze furry, oppure immaginano vari Original Characters furry su cui costruiscono storie, in prosa o a fumetti. Va da se che molti utenti sono costantemente alla ricerca di disegnatori adatti a realizzare questo immaginario a volte completamente inedito. Ricevo moltissime richieste dal fandom furry: character designs, illustrazioni, strips e storie a fumetti. Il mio stile sembra sposarsi bene con la declinazione più “toon” del mondo furry. Per me è stata una bella scoperta, lavorativamente parlando e non. E’ qualcosa che trascende il fumetto pur comprendendolo.
Stefano: Presentaci il tuo progetto Piccioncinema.
M -Piccion è un piccione a cui piace andare in giro a far casino. Ed ha scelto di essere ritratto da me, il che mi rende felice perchè è tondo e fa tante faccine buffe, ed è un piacere da disegnare! Col tempo è divenuto una mia piccola mascotte e si è visto inserire, a volte solo come cameo, nelle mie storie a fumetti. Questa sua capacità di essere un pò dappertutto mi ha dato l’idea di renderlo protagonista di in una sua serie personale che avesse come fulcro proprio la sua erraticità. Nasce così Piccioncinema una serie di vignette assolutamente mute e non in sequenza tra loro, principalmente in bianco e nero (alcune successivamente anche a colori) ognuna delle quali ritrae Piccion all’interno di una scena famosa di un film, ovviamente rivista da me e dal mio stile. Di vignetta in vignetta Piccion si trova a interagire con le icone del cinema classico e contemporaneo. A volte fa amicizia con Charlie Chaplin o si innamora di Marylin Monroe, altre volte è minacciato da Jason Voorhees o dai dinosauri di Jurassic Park: ogni vignetta è una nuova inaspettata avventura nel mondo del cinema!
Stefano: Come anticipavo, il tuo nome si “nasconde” (neanche tanto!) dietro due grandi uscite cinematografiche: Tartarughe Ninja Fuori dall’ombra e Warcraft L’inizio. Come sei arrivato a queste pubblicazioni e cosa hai realizzato nello specifico?
M -Il mio nome non si nasconde affatto! Sono stato talmente felice di aver avuto la fortuna di lavorare alla pubblicistica e ai gadgets dei film che citi che non faccio altro che ripeterlo a gran voce!!
Sono arrivato a Tartarughe Ninja – Fuori dall’Ombra e a Warcraft – L’inizio vincendo dei concorsi indetti, rispettivamente, da Paramount Pictures e Talenthouse per le Tartarughe e da Universal per Warcraft.
Per le Tartarughe la Paramount stava cercando venti artisti per illustrare altrettante “sewer cover art”, ossia delle “locandine” di forma circolare da stampare sui coperchi dei tombini delle fognature di New York per pubblicizzare il film. Il mio artwork “Tennage Mutant Ninja Turtles vs BeBop and Rocksteady – Day and Night” (visibile qui) è stato uno dei venti selezionati tra quelli che Paramount e Talenthouse hanno ricevuto dagli artisti di tutto il mondo, ed è stato stampato sui suddetti tombini e su vari gadget per pubblicizzare il film nonchè esposto alla Premiere di New York del film al Madison Square Garden e a tutte le successive anteprime mondiali.
Senza esagerazione credo sia stata la mia soddisfazione professionale maggiore, ad oggi. Non solo per la rilevanza della vincita, ma anche per il soggetto: Le Tartarughe Ninja ! Sono sempre stato un fan esagerato dei quattro mutanti esperti di arti marziali, credo sia il franchise a cui sono in assoluto più legato. Ho letto – e leggo – i fumetti , visto tutti i film e i cartoon per la tv, giocato ai video games arcade e per consolle per non parlare dell’infinità di action figures e gadget raffiguranti i personaggi dell’universo TMNT che ho acquistato negli anni ’80 e ’90 e che continuo ancora a collezionare! Prendere parte a un franchise che praticamente mi accompagna da decenni, e che ho amato e amo così fortemente, è stata un’emozione senza pari. Appena ho saputo della vincita ero talmente su di giri che, quando ho ricevuto i complimenti per via telematica da Kevin Eastman – l’ideatore delle Tartarughe – ho pensato si trattasse di uno scherzo! Poi mi sono ricordato cosa dice il Maestro Splinter: “C’è un grido in segno di vittoria: COWABUNGA!”. E l’ho fatto risuonare in tutto il mondo.
Discorso simile, e diverso al tempo stesso, per Warcraft – l’inzio. In questo caso la Universal cercava otto autori che realizzassero altrettante illustrazioni da annettere ad un’edizione speciale del Blu Ray del film e la mia, raffigurante la mezzorco Garona e lo stregone Gul’dan, è stata una delle otto ad essere scelta (e che potrete trovare nell’edizione del Blu Ray in vendita esclusivamente da Game Stop. Anche in questo caso sono stato felicissimo di vincere e di divenire parte di un franchise così longevo e amato come Warcraft anche se, ammetto, che non sono un fan della saga al paragone di come lo sono per le Tartarughe Ninja. Adoro il fantasy e ho giocato al primo classico videogioco di Warcraft su PC, Uomini e Orchi , ma non sono un giocatore di ruolo, tanto di quelli dal vivo quanto a livello informatico, e non familiarizzavo con tutta la complessità della serie. Quando ho saputo del concorso mi sono infilato in un cinema a vedere il film e ho scelto di raffigurare Garona e Gul’dan perchè rientravano perfettamente nell’ambito delle figure che di più amo disegnare in genere: le donne forti e i mostri dinoccolati !
In ogni modo essere riuscito a vincere due concorsi indetti da due delle più grandi major Hollywoodiane, per film di grandissima divulgazione su icone pop transmediali conosciute globalmente (quindi entrambi con tantissimi partecipanti !), a seguito di selezioni di giurie qualificate del settore, mi ha dato quella spinta di sicurezza determinante per convincermi, ulteriormente, che la via del fumetto e dell’illustrazione è quella che per me è corretto percorrere.
Stefano: Tu sai benissimo che è stata pubblicata una miniserie targata IDW e DC Comics intitolata, manco a dirlo, Batman/Teenage Mutant Ninja Turtles. Cosa ne pensi del progetto? Ti piace come idea?
M – E’ probabilmente il fumetto che aspetto di più di leggere tra quelli in uscita. Batman e le Tartarughe Ninja insieme. E’ tutto così senza senso che può solo finire bene. Diciamocela tutta, i crossover sono sempre stati solo dei giochi per i fan, per far interagire personaggi che, di base, non hanno nulla a che spartire tra loro. Nessuno pensava di fare la storia del fumetto quando fecero incontrare Archie e il Punitore (si, è successo!) o Superman e Bugs Bunny (si, è successo anche questo!). Sono puro divertissment e funzionano quando sono consapevoli di esserlo, e mi sembra che questo tra l’Uomo Pipistrello e le Tartarughe sia costruito in tal senso. Vi racconto un aneddoto in merito: essendo cresciuto negli anni ’80 e da fan assoluto dei Ninja Turtles, come dicevo poco fa, avevo un’infinità delle classiche action figures e rispettivi veicoli della Playmates, ci giocavo tantissimo ma c’era una cosa che non sopportavo: non erano in scala con i Masters of the Universe (targati Mattel) ! Quando creavo i miei “crossover” sul tappeto di casa mi innervosivo perché He Man era troppo basso per guidare il Party Van delle Tartarughe e fare delle advances da macho a April O’Neil. Volevo che Skeletor e Shredder si unissero e che gli Eterniani arrivassero a New York per contrastarli insieme alle Tartarughe, ma davvero, quei giocattoli facevano di tutto per non “interfacciarsi”. Batman e le Tartarughe Ninja in uno stesso fumetto è, in un certo senso, il “playset” che ho sempre sognato da bambino dove tutti i giocattoli sono in scala tra loro e funzionano bene così! Il prossimo passo è far sedurre Barbie da Bruce Wayne. Vita dura per Vicki Vale e Catwoman!!
Stefano: Tra i tuoi tantissimi progetti ci sono state due illustrazioni realizzate per il Batman v Superman Concept Artbook e Dead xx Squad. Raccontaci qualche aneddoto su queste illustrazioni.
M – Voi tipi di Batman Crime Solver mi avete contattato e mi avete dato l’opportunità di disegnare dei personaggi DC Comics, e per di più tutti cattivi. Quindi sono stato contento due volte. In primis perché nel pantheon DC ci sono molti dei miei supereroi e supercriminali preferiti, in secundis perché adoro disegnare personaggi “non convenzionali” nei volti, nei fisici e nella postura, e, in genere con i cattivi c’è più da divertirsi in tal senso. Quando mi avete chiesto di ritrarre Luthor e Doomsday insieme, nella stessa immagine, per Batman v Superman – Concept Artbook ho subito pensato di giocare sulla differenza basica dei due: uno ha il cervello, l’altro i muscoli. Volevo che di Luthor si percepisse l’arroganza e il suo eccesso di personalità egomaniaca, e in contrasto l’imponenza fisica e brutale di Doomsday. Da lì ho costruito l’immagine: Luthor doveva primeggiare anche essendo fisicamente inferiore, doveva stare davanti, smargiasso, e “mimare” la posa di Superman con gambe divaricate e braccia sui fianchi, in fondo lui si percepisce il vero superuomo di Metropolis, mentre Doomsday praticamente inglobava quasi tutto lo sfondo con la sua massa muscolare imponente. Il vezzo di far si che il mantello dell’Ultimo Figlio di Krypton, strappato, tra le mani di Doomsday svolazzasse alle spalle di Lex, come se fosse lui a indossarlo per un semplicissimo gioco di sovrapposizione, ha dato alla tavola quello humour cartoonesco che contraddistingue un pò tutti i miei lavori.
Quando è stata la volta di Capitan Boomerang per Dead XX Squad , invece, ho giocato su qualcosa che ho sempre adorato nei villains di Flash, la loro persistenza nel combattere un nemico davvero troppo potente per loro. Non parlo dell’Anti – Flash o gli altri velocisti malvagi, ma dei cosiddetti “Rogues”, Capitan Cold, Heatwave, Trickster e tanti altri. Sono dei criminali da due soldi, con pistole che sparano raggi congelanti o abili a lanciare trucchetti esplosivi, e si mettono contro un tipo che può fare il giro del mondo mille volte nel tempo in cui sbattiamo le palpebre. Sono dei veri mentecatti, è impossibile che pensino di vincere, eppure non smettono mai di provarci. Il che me li rende troppo simpatici, come la Banda Bassotti, Dick Dusterdly o Wile E. Coyote. Non importa quante volte perdano, ci riproveranno sempre! Quindi ho pensato di ritrarre Capitan Boomerang che veniva schernito da Flash, riflesso in pose diverse nei boomerang lanciati verso l’osservatore. Ho immaginato che il Velocista Scarlatto – nella sua percezione del tempo a supervelocità, in cui tutto attorno a lui si muove al ralenti – nel tempo in cui Boomerang lanciava le sue lame lui potesse prendersi tutto il tempo che voleva per sbeffeggiarlo e rendere esplicita la fallimenterità del gesto del nemico. Ancora una volta mi interessava dare all’immagine un umorismo da cartoon classico, ma qui, visto il soggetto, è stato più facile!
Un paio di curiosità che valgono per tutte e due le illustrazioni:
– Sono entrambe inquadrate su di un asse obliquo. E’ una cosa che ho imparato dalla classica tv series anni 60 di Batman: i cattivi si inquadrano per storto, per accentuare la devianza delle loro menti e delle loro azioni. Nulla batte i classici, eh?
– Entrambe le illustrazioni mi sono state affidate MOLTO prima che vedessi i film Batman V Superman e Suicide Squad, quindi non avevo idea che, nelle pellicole in questione, Luthor avrebbe creato Doomsday e che Flash sarebbe apparso in un cameo per catturare Boomerang. Le cose sono due: o so predire il futuro o questi film stanno diventando davvero troppo prevedibili (Sinceramente propendo per la seconda ipotesi!)
Stefano: Fai una tua personale classifica dei fumetti e dei cartoni animati da più amati.
M – No, no! Nessuna classifica, pietà! Preferisco andare in completa anarchia e senza alcun gradiente di preferenza.
Per i cartoon: qualsiasi cosa diretta da Tex Avery e da Chuck Jones. Scooby Doo. I Looney Tunes. Tom & Jerry della MGM. I cartoon WB degli anni ’90: Tiny Toons; Animaniacs; Freakazoid. I Disney Afternoon cartoons: Duck Tales, Darkwing Duck, Goof Troop.
I comics: The Spirit e tutto Will Eisner. Savage Dragon e tutto Erik Larsen. Love & Rockets e tutto ciò che è disegnato da Gilbert Hernandez. Battle Chasers e tutto ciò che è disegnato da Joe Madureira. Watchmen. The Goon. Le storie di Superman scritte da Alan Moore, quelle scritte e disegnate da John Byrne e All Star Superman di Grant Morrison. Tutto il Batman di Frank Miller. Tutto il Batman di Grant Morrison. Qualsiasi storia di Batman disegnata da Norm Breyfogle. I Fantastici Quattro di Stan Lee e jack Kirby, di John Byrne, di Walt Simonson e di Mark Waid e Mike Weiringo. Wonder Woman di John Byrne. Le Tartarughe Ninja di Kevin Eastman & Peter Laird, di Simon Bisley e di Jim Lawson. Per un pugno di sangue di Kevin Eastman e Simon Bisley. Tutto Lanterna Verde scritto di Geoff Johns. Tutto il Daredevil di Frank Miller. Flex Mentallo e la Doom Patrol di Grant Morrison. Il Capitan America di Jim Steranko e quello di Ed Brubaker. La Lega degli Straordinari Gentlemen . Il Dr Strange di Stan Lee e Steve Ditko. Gli X-Men scritti da Claremont. Witch Doctor. Shadowpact e troppi, troppi altri!!
Stefano: Quali sono le fiere alle quali partecipi più frequentemente ed i nostri lettori dove possono trovarti?
M -Essendo un autore conosciuto principalmente all’estero le fiere a cui partecipo più volentieri, e dove ricevo più calore da parte del pubblico, sono la London Super Comic Con, a Londra, e l’Eurofurence, a Berlino. Entrambe ormai un must da molti anni a questa parte. E non è detto che non espanda presto la mia partecipazione ad altri eventi europei e non. In Italia ho avuto il mio battesimo come autore professionista nell’ormai tramontata Narnia Fumetto organizzata da Antani Comics e quest’anno sono stato felicissimo di poter esserci alla rinascita di Fumetterni, della medesima organizzazione. Se si rifarà io ci sarò.
Stefano: Progetti per il futuro?
M – E’ una domanda a cui di solito si risponde o prendendosi troppo sul serio o sviandola con una battuta tipo (imitando la voce del Prof degli Animaniacs) “quello che facciamo tutte le sere, Mignolo, tentare di conquistare il mondo!!!”.
Diciamo solo che finché la mia vita sarà scandita dallo svegliarmi per disegnare fumetti e andar a dormire dopo una giornata passata a disegnare fumetti io mi sentirò al posto giusto.
Stefano: Non posso lasciarti se non con le classiche due domande di questo blog. Cosa ti piace del personaggio di Batman e spiegacene le ragioni. Quale è la storia di Batman che preferisci in assoluto e perché?
M – Dopo anni passati a leggere Batman, e a seguire il personaggio su molte delle sue trasmigrazioni mediali off-comics, ho capito una cosa. Quel che mi piace di più di Batman è il contesto. Non amo Batman più di altri supereroi americani, ma di sicuro lo considero il personaggio che ha il miglior apparato contestuale. Gli spazi in cui si muove – Gotham City, La Bat Caverna, l’Arkham Asylum – i comprimari o i sidekick come Alfred e i vari Robin, la galleria dei nemici. Nessun altro supereroe può vantare un set scenografico e un cast di supporto paragonabile. Quello che mi piace di più di Batman, in sintesi, è ciò che lo circonda. E mi piacciono quegli autori che si ricordano le origini gotiche del personaggio e del suo contesto. Gotham è un freak show fatto di uomini pipistrello, pagliacci assassini, trapezisti folli, spaventapasseri ambulanti, donne felino e mostri e difformità d’ogni genere. E’ questo che rende il mondo di Batman interessante: è assurdo, imponente e raccapricciante. Se lo si “spiega” troppo o ci si arrende al realismo smette di incontrare i miei gusti.
Per quanto riguarda una storia di Batman in particolare, a rischio di esser banale, direi The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland. Ha scolpito meglio di qualsiasi altro testo quello che deve essere il rapporto tra il supereroe e il suo arcinemico.
Stefano: Vuoi salature i nostri lettori?
M – Ma certo! (Imitando Kurt Russell): “I saluti dello Zio Manthomex sono preziosi quando fuori la pioggia scroscia e i tuoni fanno tremare i pilastri del cielo!”
E per chi vorrà contraccambiare potrà farlo su Facebook, Deviant Art, Piccioncinema, Furaffinity o Patreon.