Gotham ricostruita

Lex Luthor riuscì dove Bruce Wayne aveva fallito. Assetato di potere il magnate di Metropolis sfidò apertamente l’editto del Congresso, sfruttando un’opinione pubblica incline a rivedere la condanna di Gotham a “Terra di Nessuno” (TdN – qui inizia una serie di articoli che vi potrebbero interessare). Mentre il governo degli USA discuteva se Gotham meritasse o meno di vivere, Luthor diede avvio al suo piano, calando sulla città e installando nel Grant Park il “Campo Lex”, quale sua testa di ponte per la riconquista della città. Dopo un vivace dibattito, il Congresso annullò l’editto e l’ambizioso progetto federale “Un cantiere da un miliardo di dollari” ebbe inizio, assiciando nella ricostruzione di Gotham dalle fondamenta la Lex Corp, i laboratori STAR, la Wayne Enterprises e la sua banca filantropica (la fondazione Wayne), nonchè il corpo ingeneri dell’esercito USA.

MASTRO COSTRUTTORE

I progetti di Lex Luthor per ricostruire Gotham erano interamente motivati dall’avidità. Nel momento stesso in cui incitava gli abitanti di Gotham a collaborare tra loro per uscire dalla Terra di Nessuno, complottava per distruggere i registri di proprietà per potersi appropriare di tutti i terreni appetibili.

DAL GOTICO AL VETRO

Il nuovo profilo di Gotham è una malgama di passato e futuro. Torri di vetro appena costruite si ergono a fianco di fortezze Gotiche in granito, preservate dalla città vecchia. Questa dicotomia architettonica affascina tanto i nativi di Gotham quanto la massa dei nuovi arrivati, attratti dalla nuova verginità ormai rinata. La Gotham un tempo descritta come una “fogna di corruzione” adesso guarda ad un’era di pace e prosperità faticosamente conquistata.

L’ARCHIETTO DELLA SPERANZA

Impegnando la potenza edificatrice della sua compagnia Lex Corp nella ricostruzione di Gotham City, Lex Luthor fece una mossa di ineguagliabile astuzia nel campo delle PR. Mentre gli sforzi di Luthor erano ritenuti degni del premio Nobel, l’avido magnate aveva messo gli occhi su un trofeo ben più redditizio. Mentre la Lex Corp metteva nuove radici nel distretto finanziario di Gotham, Luthor sfruttava la sua nuova immagine di filantropo per puntare con successo alla presidenza degli Stati Uniti d’America.

TRASPORTO DI MASSA

Mentre procedono i lavori di riparazione all’antiquata metropolitana, i pendolari possono ora viaggiare con il nuovo sistema di Trasporto Rapido su monorotaia. Serpeggiando attraverso Gotham su 250 Km di binari sopra elevati, la monorotaia G.S.T.R. rappresenta il sistema di trasporto indipendente più lungo al mondo.

SE AVETE PERSO IL NOSTRO SPECIALE SU TERRA DI NESSUNO LO POTETE TROVARE QUI:

 

Terra di nessuno – Parte Quattro

Batman nuova serie n. 14 – Giugno 2000 Edizioni Play Press

“…Dove le luci bruciano piano”

“…Where The Lights Are Burning Low”

da Batman Legends Of The Dark Knight n. 122 Ottobre 1999

Un Modello Positivo

Positive Role Model

da Batman Shadows Of The Bat n. 96 Ottobre 1999

Il Codice: Parte uno

The Code: Part One

da Batman n. 570 Ottobre 1999

Il Codice: Parte due

The Code: Part two

da Batman Detective Comics n. 737 Ottobre 1999

Copertina di Tony Harris

L’albo preso in esame è tutto al femminile. La scena si sposta al quartiere cinese di TdN, dove regna Lince, bella e indomabile guerriera. Non aspettatevi però solo una storia di arti marziali, anche se a prima vista sia il lavoro di Hama che il disegno dell’esperto del settore Paul “Shang-Chi” Gulacy, sembrerebbero lasciarlo pensare. “L’infima via per la montagna d’oro” offre lo spunto per una riflessione sullo sfruttamento del lavoro minorile, trattato sia nel contesto della vicenda di TdN che nel flash-back sul passato della bella felina. Questo del Batman “sociale” è un aspetto che più volte ritorna nelle storie del nostro eroe, e una saga metropolitana come TdN è certo un ottima base per certi argomenti. Quindi il personaggio di Lince, che ha visto il suo esordio nel 1991 nella prima miniserie dedicata a Robin, viene riproposto in una storia suddivisa in due parti. Ma chi è Lince? Lince, prima di diventare rivale, si alleò con Re Serpente, alias Sir Edmund Dorrance, ex-militare inglese, cieco maestro delle arti marziali e leader delle attività criminali nel quartiere di Chinatown. Questo personaggio, che deve molto ai film “Blind Fury” (Furia Cieca) interpretato da Rutger Hauer nel 1989, fa qui una breve apparizione in un flash-back. Lince e Re Serpente, nati come personaggi “robiniani”, e apparsi nella trilogia “La guerra dei Dragoni” (Batman Play Press prima serie n. 13) non sono di fondamentale rilievo per le storie batmaniane ma costituiscono comunque un solido riferimento quando si vuole proporre trame con le arti marziali al centro dell’azione. Senza nulla togliere alla bella Lince, è ovvio che la protagonista della storia pubblicata dalla Play Press a Giugno 2000, è la bella psichiatra Harleen Quinzel, alias Harley Quinn. “Il Codice” è una storia ricca di spunti interessanti. Oltre all’avvento di Harley direttamente dal mondo dei cartoons, quelle pagine segnano, dopo lunga attese dei fan, la prepotente ascesa del joker in TdN e ripresentano anche la figura di un ‘altra lady del Bat-Universe ultimamente un po’ bistrattata La parte creativa è stata affidata all’elegante scrittura di Brownyn Carlton, autrice di “Books of Faerie” per la linea Vertigo. La Carlton dipinge folli ed esilaranti quadretti di vita vissuta del più pazzo degli amori con il lavoro di due disegnatori, il fan-favorite Deodato e il cartoonist del Connecticut Tom Morgan, dalla decennale esperienza divisa tra Marvel e DC e che dal 1994 è una prestigiosa firma dello studio newyorchese di animazione” Animagination”. Insomma , quando c’è il Joker di mezzo è difficile rimanere delusi.

 

Batman nuova serie n. 15 Luglio 2000

Batman

La ferrovia Sotterranea parte uno

Underground Bailroad part one

Da Batman Legends of the Dark Knight n. 123, novembre 1999

La ferrovia Sotterranea parte due

Underground Bailroad part two

Da Batman Shadow Of The Bat n.91, Novembre 1999

Giù in Città parte uno: “ Il Caveau”

Goin “Downtown part one: “The Vault”

Da Batman n. 571 novembre 1999

Giù in città parte due: Il Vandalo

Goin Downtown part two: The Vandal

da Batman Detective Comics n. 738 novembre 1999

copertina di Broome & Parsons

Due storie ad alta tensione contraddistinguono questo nuovo numero pubblicato in Italia, la prima con il policeman Brossura in evidenza e, a seguire, l’esplosivo Bane del tostissimo duo Chuck Dixon/Matt Broome. Si parte con il pipistrello che resta nell’ombra per lasciare spazio al detective Mackenzie Bock, alias “Brossura”. Il poliziotto sfro-americano è protagonista di una bella vicenda che, pur essendo una sorta di “pausa” nell’articolazione della saga, si sviluppa tra arti marziali e azioni umanitarie, con una versione piuttosto insolita del Pinguino. Dietro questo esperimento c’è il word processor di Steven Barnes, scrittore di colore prestato al fumetto (non è la prima volta, nel 1987 scrisse la mini “Fusion”per la Epic) e lui stesso cintura nera di Karate. Mentre i disegni sono stati realizzati dall’esperto Paul Ryan (a lui si deve il capitolo inedito di “Crisis” su “Legends of the Dc Universe”).  Nella seconda storia di questo albo preso in esame, rientra in scena Bane, esplosivo e distruttivo come non mai, al servizio di un misterioso mandante. Dietro tutta TdN si nascondono infatti degli interessi esterni che hanno dato il via a una manipolazione degli eventi occorsi a Gotham negli ultimi tempi. Il tutto è raccontato da Chuck Dixon, uno dei più profilici writer del comicdom (si fa prima a dire cosa NON ha scritto per il Bat-Universe) in team con Mat Broome (WildCats, X-Force) dal tratto molto vigoroso.

Batman nuova serie n. 16 – agosto 2000

Capitano di Industria

Captain of industry

Da Batman legends of the Dark Knight n. 124 dicembre 1999

Aria di temporale

Stormy Weather

Da Batman Shadow of the Bat n. 52 dicembre 1999

Giurisprudenza: parte 1

Jurisprudence: part one

Da Batman n. 572 dicembre 1999

Giurisprudenza parte due

Jurisprudence part two

Da Batman Detective  Games n. 739 dicembre 1999

Copertina di Raskin

Proseguono gli albi di TdN in un crescendo di emozioni, con una storia singola di Dixon/Kayanan tra horror e malavita, il ritorno del duo Devin Grayson/Dale Eaglesham con Clark Kent  inviato speciale e, gran finale, con Greg Rucka e Damion Scott che ci raccontano la resa dei conti tra Gordon e Due facce in “Giurisprudenza”.  Ma andiamo con ordine. Come vi anticipavo troviamo DevinK.Grayson, ChuckDixon e Greg Rucka tutti in un solo albo per tre storie da ricordare, “Action man”Dixon col suo stile tagliente ci fa fare la conoscenza di Shank, poco raccomandabile frutto dello status quo che ora vige a Gorham. Dixon si fa apprezzare come non mai in questo genere di storie urbane, dure e con qualche tocco orrorifico. Non sono certo punti di svolta per la saga ma ne costituiscono un ottimo supporto. Matite del filippino Kayanan, esperto artista oramai residente in Usa dove ha lavorato per la Marvel (“Wolverine”) e Dark Horse (“Star Wars: Chewbacca”). Dall’adrenalina di Dixon si passa all’arguzia della acca lamata Devin Grayson (chissà se il suo compagno Mark Waid comincia ad avere delle gelosie professionali oltre le legittime amorose?). La scrittrice ha sempre idee brillanti e a lei si deve la visita a Gotham di un inviato molto speciale, un giornalista di nome Clark, in piena forma e dai muscoli d’acciaio. La parole rubano  il posto all’azione e Bats e Supes danno vita a un dialogo ironico, a volte pungente, ma che rende giustizia alla personalità dei due eroi. Un gioiellino, graficamente ben confezionato da Dale Eaglesham, oramai suo agio nel Bat-verse e del quale abbiamo l’occasione di apprezzare Superman e il suo splendido volo. Si chiude con il ritorno di Rucka per una vicenda stavolta essenziale allo sviluppo della saga. Fari puntate su due facce e il Commissario Gordon. Storia tesa e intensa, sviluppi finali e scene drammatiche, sottolineate dal tratto profondamente espressivo di Damion Scott, già acclamato dai fan per il suo lavoro visto nel numero 10 di questa stessa serie. A settembre si ripartirà con l’atteso confronto tra Batman e Jim Gordon, per proseguire con il Joker, Bane, Pinguino, Harley Quinn e , finalmente, colui che si nasconde dietro il futuro di Gotham City… Ci racconterà tutto Greg Rucka mentre alle matite si alterneranno Burchett, Ryan e Chiarello.

Batman nuova serie n. 17- settembre 2000

Batman

Un passo indietro

Falling Back

Da Batman Legends of the Dark Knight n.125 gennaio 2000

Il Cerchio si stringe

Assembly Redux

Da Batman Shadow of the Bat. N. 93 gennaio 2000

Gioco D’azzardo: parte uno “La prima Mossa”

Shellgame : part one “Gambits”

Da Batman n. 573 gennaio 2000

Gioco D’azzardo: parte due

Shellgame: part two

Da Batman Detective Comics n. 740 gennaio 20000

Copertina di J. Aparo & J. Delperdang

Con questo nuovo albo pubblicato dalla Play Press, ci si avvicinò alla metà dell’arco narrativo TdN. Infatti questo fu il penultimo albo di TdN. Gordon e Batman si dicono quello che si dovevano dire mentre la tensione a Gotham va alle stelle. Lo share impazzisce per il Joker, la cui presenza in questi ultimi episodi è sempre più devastante. Per il Rush finale Rucka ha preso saldamente in mano le redini narrative del primo episodio torna a disegnare Batman quel Rich Burchett il cui stile oscillante tra classico, grafico e caartonist è oramai un marchio di garanzia. La seconda storia si affolla di personaggi, con Joker e Harley Quinn in massima evidenza. Come, qualche numero fa ,Bill Sienkewicz era stato l’asso nella manica per “Frutto della Terra”, così lo è in questa vicenda, dove in tandem con Paul Ryan ci regala tavole da incorniciare. Non a caso nei crediti non compare il ruolo di inchiostratore, ma Ryan e Sienkewicz, benchè quest’ultimo sia in effetti il principale responsabile delle chine, sono indicati entrambi come disegnatori. Senza aver tempo di respiarer si passa al “Gioco d’azzardo”. La trama si fa sempre più complessa e la fine di TdN si avvicina e un potentissimo e cattivissimo superstizio pelato prova a recitare il ruolo di burattinaio. Altro gradito ritorno artistico è quello di Sergio Cariello, visto su “Batman” n.14 alle prese con la nuova Batgirl e oggi impegnato con una delle storie cardine di TdN e prossimamente disegnatore di “Azrael”: Agent of the Bat”.

Batman nuova serie n. 18 – Ottobre 2000

Batman

Gioco finale: parte uno

End Game: part one

Da Batman Legends of the Dark Knight n.126 febbraio 2000

Gioco finale : parte due

End Game: part two

Da Batman n.574 febbraio 2000

Gioco finale: parte tre

End Game: part three

Da Batman Detective Comics n.741 febbraio 2000

Gioco Finale: epilogo

End Game: epilogue

Batman Shadow of the Bat. N. 94 febbraio 2000

Copertina di Alex Maleev

La storia di TdN prosegue con un nuovo capitolo per la storia editoriale di Batman in Italia con uno degli albi più intensi e drammatici che la storia batmaniana ricordi, e per l’occasione, hanno unito le loro forze gli sceneggiatori più apprezzati tra quelli che si sono cimentati nella “Terra di Nessuno”, ovvero la gentile Devin Grayson e il duro Greg Rucka. Alle matite, oltre ai giò noti Eaglesham e Scott, arriva anche Pablo Raimondi , visto su “Superman”ma anche in “Captain America” annual ’99. Il “gioco finale”. Ci vorrebbe un approfondimento sul personaggio della truce Mercedes “Mercy” Graves III (creato per la serie televisiva animata Superman: The Animated Series), la guardia del corpo di Luthor, apparsa la prima volta- a leggere le Secret Origins della DC – su Adventures of Superman n.573 del dicembre 1999 (“Superman “ nuova serie n. 7, P.P.P.), anche se noi siamo convinti di averla già vista su “Detective Comics” n. 735 dell’agosto del 1999 (“Batman” nuova serie n.12, P.P.P.). Oppure potevamo spendere due parole su Leslie Thompkins, prima apparizione “Detctive Comics” n. 457, marzo ’76 ( “Batman” Cenisio n. 7), la dottoressa di Gotham City che si occupò amorevolmente del giovanissimo Bruce Wayne rimasto orfano, divenuta poi un caposaldo di TdN. Magari avremmo anche accennato alla seconda moglie del Commissario Gordon, il tenente Sarh Essen, apparsa nel 1987 su “Batman” n. 404, uno dei capitoli del “Batman: Anno Uno” di Miller e Mazzucchelli. Ma gli spoiler, per tutti coloro che non hanno ancora potuto leggere questa bellissima saga, sarebbero veramente troppi.  Quando all’epoca vennero pubblicate queste storie dalla Play Press, dal numero successivo il fumetto Batman cambiò, e fu protagonista di una rivoluzione grafica “retrofuturistica” che riguardò il costume, la città, l’auto, il logo, le copertine e le testate, nuovamente differenziate nello spirito e nei contenuti (“Detective Comics” tornò appunto più investigativa; “Batman” ancora più ricca d’azione; “Gotham Knights” – che ha sostituito “Shadow of the Bat” – ha poi iniziato ad esplorare i rapporti interpersonali dell’eroe; “Legends” successivamente ha poi narrato il passato fuori continuity).

Batman v Superman: nuovi dettagli sulla sinossi

Il sito comicbookmovie.com pubblica una notizia che potrebbe rivelare qualcosa di molto importante circa la trama del nuovo film Batman v Superman. Da ciò che leggiamo si apprende che Odeon Cinemas, una delle più grandi catene di cinema del Regno Unito, aggiunge un particolare molto importante alla trama del film. Non si capisce se si tratta di qualcosa di ufficiale o si tratta di alcune supposizioni della stessa Odeon, la quale ufficialmente pubblica quanto segue:

«Finalmente, vedrete Batman e Superman affrontarsi in Batman v Superman, un’epica resa dei conti fra supereroi che cambierà la vita di entrambi. Clark Kent non si fida del misterioso vigilante mascherato di Gotham. Bruce Wayne non si fida dell’alieno che ha quasi distrutto Metropolis. E Lex Luthor, che odia Superman più di chiunque altro, sta manipolando entrambi per i propri contorti fini».

Raccontata così, il nostro pensiero va a finire alla saga di Terra di Nessuno,  run del 1999 in cui Lex Luthor, mentre aiuta a ricostruire Gotham alla fine di No Man’s Land, accusa Wayne di omicidio, dando vita agli archi narrativi Bruce Wayne: Assassino? (Bruce Wayne: Murderer?) e Bruce Wayne: Fuggitivo (Bruce Wayne: Fugitive); Wayne che alla fine, viene assolto da ogni accusa.

Quale sarà il nuovo espediente cinematografico per ingannare Batman e Superman da parte di Lex Luthor?

Batman v Superman

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LAMEZIA COMICS AND CO. VII EDIZIONE – 2015

Dopo aver accumulato sulle proprie spalle sei anni di duro lavoro e tanta esperienza con le precedenti edizioni, l’associazione AttivaMente è tornata con una tre giorni ricca di eventi tra venerdì 11 e domenica 14  settembre 2015 ad invadere il chiostro dell’ex convento di San Domenico sito nel centro di Lamezia Terme, in Calabria. La passione di Angelo Grandinetti,  presidente dell’associazione culturale AttivaMente, è diventata contagiosa e in poco tempo il “Lamezia Comics and Co.” è diventata una realtà sempre più importante non soltanto a livello regionale. Lo dimostra l’evoluzione della manifestazione che ha assunto sempre più i connotati di una vera fiera del fumetto. Mi è stato sufficiente poco per percepirlo, fin dai primi contatti avuti con gli organizzatori. Un team composto da uno staff impeccabile sotto ogni aspetto che ha presentato un ampio ventaglio di proposte per gli avventori di questa ricca manifestazione che quest’anno aveva come tema portante il film di Ritorno al futuro (Back to the Future) del 1985 diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Basta dare uno sguardo allo spot interpretato da attori locali per comprendere l’impegno e la voglia di fare che hanno questi ragazzi pieni di energia.

Festa anni 50 fuori il chiostro di San Domenico

Festa anni 50 allestita fuori il chiostro di San Domenico

Già il venerdì sera c’e’ stato un concerto anni 50 in pieno stile “Incanto sotto il mare”, la scena madre di Ritorno al Futuro, quando Levis “Fox” Strauss ha suonato per i suoi genitori la bellissima Earth Angel. La piazza antistante l’ingresso della fiera era gremita di giovani che danzavano a ritmo di Rock and roll e balli lenti. E’ stata anche riproposta la stessa scena del film durante l’esecuzione del brano Johnny B. Goode. Insomma un ritorno al futuro per iniziare alla grande una bella convention dedicata al fumetto. Il sabato si sono succeduti tanti eventi da far girare la testa, infatti all’apertura della fiera si è dato il via a mostre, stand, incontri con ospiti e attività ludico/associative. Stimolante è stato l’incontro con Anna Leotta che ha presentato la sua nuova guida per piccoli Archeonauti, invitando il pubblico a sentirsi viaggiatore del tempo attraverso il racconto di ieri, così come interessatissimo è stato l’intervento di Mirko Olivieri che ha parlato della propria esperienza con Verticalismi in cui lo stesso disegnatore ha avuto l’occasione di sperimentare molto. E’ stata la volta poi dell’antroatomic del Dr. Manhattan, ovvero Alessandro Apreda, uno dei blogger piu’ seguiti d’Italia, il quale, collegandosi al tema della manifestazione, ha illustrato al pubblico alcune curiosità su Ritorno al Futuro. Tra le varie cose elencate, ce ne è una che interessa anche i fans di Batman, infatti, dovete sapere che l’idea della pellicola di Zemeckis è nata dalla mente di Bob Gale scrittore tra le altre opere anche di Batman: No Man’s Land (Terra di Nessuno). E’ stato fantastico poter incontrare e scambiare quattro chiacchiere con i disegnatori intervenuti tra cui Gianluca Gugliotta (disegnatore di Spider-man, X-Men, Dragonero e Cronache del mondo emerso);  Umberto Giampà (copertinista, fumettista tra gli altri anche di The Steams che uscirà a Lucca Comics 2015 e illustratore di un trio per BATofili sul  Batman Silent Book); Elena Casagrande (disegnatrice di Suicide Risk, Hulk, Doctor Who, X-Files, illustratrice di una fantastica Batwoman per il Batman Silent Book), Alessandro Vitti (X-Men, Brendon, Avengers Arena), Tina Valentino (disegnatrice di Geronimo Stilton, True Blood e della splendida Catwoman del Batman Silent Book); Daniela Di Matteo (disegnatrice in forza alle principali case editrici francesi autrice di una splendida Harley Quinn nel Batman Silent Book); Pasquale Qualano (fumettista, scultore, insegnante della Scuola di Fumetto Salerno e autore di Harley Quinn Road Trip uscito in questi giorni); Luca Maresca (disegnatore tra gli altri di casa Bonelli con Orfani, illustratore e autore dell’omaggio a Batman nel Batman Silent Book); Gaspare Orrico (fumettista per la case editrice americana Crazy Monkey, storyborder per cartoni 3D, illustratore). Dimentico certamente qualcuno e me ne scuso fin da ora. Devo fare una menzione speciale per Vincenzo “Brakko” Piacente e Alessandro Sacco dello staff del Lamezia Comics, i quali mi hanno coinvolto per la presentazione del mio blog nel tardo pomeriggio del sabato. Condivido volentieri con tutti voi il video di presentazione.  https://plus.google.com/103009992429833131103/posts/NSY9ySeqBK7

La presenza del mio/nostro blog è stata dovuta al tema scelto per il premio del contest organizzato dal Lamezia Comics “Fiorella Folino”, il cui soggetto è stato: “Batman Villains”. Al concorso artistico, il cui fine è da sempre quello di dare spazio e visibilità ai talenti italiani, hanno partecipato in tanti. Vi pubblico qui di seguito qualche scatto sulla mostra allestita con le opere partecipanti al concorso.

Mostra allestita per il contest Fiorella Folino III^ edizione anno 2015 - Batman Villiain

Mostra allestita per il contest Fiorella Folino III^ edizione anno 2015 – Batman Villiain

Mostra Villain Batman_

Mostra allestita per il contest Fiorella Folino III^ edizione anno 2015 – Batman Villiain

La giuria del Lamezia Comics and Co. ha decretato quale vincitore Rosa Simona Spanò con l’opera dal titolo “Mad Love” (con tecnica in altorielvo quilling e colori acrilici su carta). Questa la sua opera d’arte.

“Mad Love” autrice: Rosa Simona Spanò – Premio Fiorella Folino assegnato dalla giuria del Lamezia Comics 2015

Il nostro blog ha costituito una giuria parallela a quella del Lamezia Comics con i seguenti disegnatori professionisti: Andrea Olimpieri, Annapaola Martello e Michele Bandini che hanno decretato la vittoria dell’opera dal titolo Danger contrassegnata con il numero 15 disegnata da Leonardo Cannistrà con la seguente motivazione: “Per la buona tecnica e ricerca della composizione buona interpretazione dei personaggi”. A Leonardo, già vincitore della prima edizione del premio Fiorella Folino, nella giornata conclusiva della manifestazione è stata consegnata dallo staff di Lamezia Comics, la targa che ho messo in palio per il premio speciale Batam Crime Solver. Stefano Avvisati e la targa messa in premio dal suo blog per il Premio Fiorella Folino III^ Edizione

Eccomi mentre scrivevo le motivazioni per il vincitore della targa che ho messo in palio

Opera di Leonardo Cannistrà dal titolo Danger - Vince il premio Batman Crime Solver

Opera di Leonardo Cannistrà dal titolo Danger – Vince il premio Batman Crime Solver

Opportuna menzione deve essere fatta anche per l’altra vincitrice del contest “Fiorella Folino”: Giulia La Mura già approdata in tempi non sospetti sul nostro blog ed ora addirittura premiata dalla Scuola del Fumetto di Palermo che le ha messo a disposizione una borsa di studio. Complimenti anche a lei. Questa è l’opera realizzata da Giulia dal titolo francese “Banquet of enemies”.

Opera di Giulia La Mura per il contest Fiorella Folino premiata con una borsa di studio dalla Scuola del fumetto di Palermo.

Opera di Giulia La Mura per il contest Fiorella Folino premiata con una borsa di studio dalla Scuola del fumetto di Palermo.

Purtroppo non ho potuto partecipare personalmente anche alla giornata di domenica, perché sono dovuto tornare a casa, ma una cosa tengo a dirla su tutto: una accoglienza del genere, con persone mai conosciute prima, io non l’ho mai avuta. Grazie di cuore ad Angelo Grandinetti, e per lui la mia più sentita riconoscenza è per tutto lo staff del Lamezia Comics & Co.,  al quale esprimo tutta la mia gratitudine e apprezzamento per il gran bel lavoro svolto in questa tre giorni fantastica. Vi invito a seguire la mia pagina Facebook (e cliccare MI PIACE se ancora non lo avete fatto) su cui troverete un ampio reportage fotografico e video sulla manifestazione. 

Lo staff di Lamezia Comics and Co. 2015

Due Facce

Two Face - Due Facce

Two Face – Due Facce

Harvey Dent e’ un uomo diviso. Un’infanzia difficile ha spaccato la sua psiche a meta’, facendo si’ che, da adulto, lo stimato procuratore distrettuale di Gotham nascondesse un lato oscuro e violento. Questo dualismo si rispecchia nel suo portafortuna: un dollaro d’argento a due facce. Ex alleato di Batman, Dent rivelo’ il suo lato criminale quando, in una gremita aula di tribunale, il gangster Vincent Maroni gli getto’ dell’acido in faccia. Con la parte sinistra del viso che si sciolse, infatti, il muro psichico che teneva a freno il suo riflesso oscuro. Dibattuto tra il Bene e il Male, Dent sfregio’ il proprio portafortuna perche’ fosse l’arbitro della sua nuova identita’, Due Facce, un genio schizoide che decide ogni manovra criminale lanciando una moneta per aria!

"APOLLO" DENT

“APOLLO” DENT

“APOLLO” DENT Tanto bello quanto brillante, Harvey Dent fu soprannominato “Apollo” da un giornale di Gotham, affascinato da questo giovane idealista procuratore distrettuale.

Maroni butta l'acido contro Dent

Maroni butta l’acido contro Dent

TESTIMONIANZA DANNOSA Inchiodato da un’accusa inconfutabile, il boss criminale Vincent Maroni penso’ bene di vendicarsi, lasciando in faccia a Dent un acido avuto di nascosto dal vice-procuratore distrettuale Adrian Fields. Fu ucciso dalle guardie della corte!

PERICOLO DOPPIO – Senza il dr. Rudolph Klemper, forse Due Facce non sarebbe mai esistito! Catturato da Batman, Klemper aveva selvaggiamente ucciso 16 anziani di Gotham. Ma il pubblico ministero Harvey Dent non raccolse prove sufficienti a incriminare il serial Keller, che fu prosciolto da ogni accusa. Consapevole di non poter essere processato di nuovo per i suoi crimini, Klemper – che soffriva di personalita’ multipla – li confesso’ allegramente a Dent, ritenendolo uno spirito affine. Klemper aveva fatto una corretta diagnosi: fu infatti ucciso da una bomba innescata dal lato violento di Dent.

A morte gli avvocati

A morte gli avvocati

A MORTE GLI AVVOCATI – Convinto che la giustizia sia aribitraria, Harvey Dent disprezza profondamente tutti i servitori della legge. Nelle vesti di giudice, giuria e carnefice, Due Facce ha ucciso i suoi legali d’ufficio e intentato azioni legali contro frotte di avvocati di Gotham.

Harvey Dent durante le sue sedute di psicoterapia

Harvey Dent durante le sue sedute di psicoterapia

IN SALUTE E MALATTIA – Nonostante la raccapricciante ferita di Harvey, Gilda Grace penso’ che una plastica facciale avrebbe addolcito l’orribile profilo del marito. Ma lo sfregio era piu’ “profondo”, e Gilda divorzio’ quando numerose plastiche facciali e anni di cure psichiatriche non riuscirono a cancellare la malvagita’ di Due Facce.

Robin salva Batman dalle grinfie di Due Facce

Robin salva Batman dalle grinfie di Due Facce

TESTA VINCE
Talvolta il lato buono prevale. Ligio al suo codice d’onore, Due Facce affido’ il destino di un Batman avvelenato al dollaro d’argento portafortuna. Quando Robin propose un lancio di moneta per l’antitodo, Dent perse la scommessa, costringendo i suoi alleati Pinguino e Joker a fornire la cura!

GIUSTIZIA DIVISA
Dent torno’ ai processi durante la Terra di Nessuno, accusando Jim Gordon della sua alleanza con il criminale Due Facce. Ma fu lo stesso Dent a contro interrogare Due Facce, scagionando con grave disappunto Gordon.

Due Facce e il Detective Montoya

Due Facce e il Detective Montoya

LE DUE FACCE DELL’AMORE
Prigioniera di Due Facce per cinque lunghi mesi durante la Terra di Nessuno, Renee Montoya intravide un Harvey Dent piu’ affabile e gentile. Innamoratosi della bella poliziotta di Gotham, le invio’ infatti dei fiori per il suo 28° compleanno.

DUE FACCE
VERO NOME: Harvey Dent
OCCUPAZIONE: Criminale professionista
BASE: Gotham City
ALTEZZA: 1.82 m.
PESO: 83 Kg.
OCCHI: Blu
CAPELLI: Brizzolati
PRIMA APPARIZIONE: DETECTIVE COMICS 66 (Agosto 1942)

Batman Begins il raffronto con i fumetti

Vi proponiamo un interessante articolo sul film Batman Begins, in cui sono riportati tutti i raffronti con il fumetto di Batman. Il pezzo e’ tratto da Cinecomics e scritto da Stefano Dell’Unto.

Dopo aver diretto l’ottimo thriller Insomnia per la Warner Bros., il regista inglese Christopher Nolan si fece avanti quando seppe che la casa di produzione voleva riavviare il franchise di Batman, annientato dalle pessime pellicole di Joel Schumacher. Nolan desiderava una trasposizione ultrarealistica e considerava i film precedenti sul personaggio meri esercizi di stile piuttosto che storie drammatiche incentrate sul protagonista. Il regista intendeva realizzare un reboot e portare per la prima volta sullo schermo le origini del personaggio ma, pur essendo un fan di Batman, non era un esperto di fumetti. Si rivolse allora allo sceneggiatore David S. Goyer che, a proposito di cinecomics, aveva scritto Il Corvo 2 e la trilogia di Blade di cui stava per dirigere il terzo capitolo. Nolan e Goyer vennero ingaggiati dalla Warner all’inizio del 2003.

Dopo aver visionato tonnellate di materiale su Batman negli uffici della DC, Nolan e Goyer decisero di prendere spunto principalmente da tre opere: The Man Who Falls (L’uomo che cade), una storia breve scritta da Dennis O’Neil e Dick Giordano nell’89 e che racconta rapidamente le peregrinazioni e l’addestramento di Bruce in giro per il mondo dopo aver lasciato Gotham; Batman: Anno Uno di Frank Miller che rilegge gli inizi dell’attività del vigilante in chiave tangibile, e Il Lungo Halloween di Jeph Loeb e Tim Sale, seguito del lavoro di Miller che approfondisce la faida mafiosa a Gotham e la trasformazione del procuratore distrettuale Harvey Dent in Due Facce.

Nolan e Goyer si trovarono d’accordo nel porre al centro della storia la componente più umana e realistica. Nella sceneggiatura vennero sviluppate due tematiche fondamentali per il percorso intimo di Bruce Wayne: il potere della paura e la differenza tra giustizia e vendetta. Goyer voleva che il pubblico si affezionasse tanto a Batman quanto a Bruce Wayne e che il personaggio fosse interessante anche quando non indossava il costume. Inoltre, l’idea di un uomo che usa un’identità segreta per combattere il crimine doveva essere originale, per questo Nolan decise che nel suo universo non dovevano esserci altri supereroi. Lo script venne tenuto segreto con l’uso del falso titolo “The intimidation game” e i produttori dovettero andare a casa di Nolan per poterlo leggere.

Il regista decise di ispirarsi al Superman di Richard Donner sia per il realismo che per il sontuoso cast di supporto ai personaggi principali. L’attore inglese Christian Bale era interessato al ruolo di Batman fin da quando il progetto era nelle mani di Darren Aronofsky che lo aveva abbandonato per dedicarsi a Requiem for a Dream. Bale piacque subito a Nolan per il suo approccio controllato all’aggressività di Batman. L’attore criticò aspramente i precedenti film sul Cavaliere Oscuro che avevano concesso troppo spazio ai villains. Studiò meticolosamente il fumetto, entrò nella psicologia del personaggio e lavorò sulle sue pose e i suoi movimenti.

Nella complessa trasformazione interiore sviluppata attraverso un percorso di maturazione, il personaggio richiese una quadrupla interpretazione di Bale. All’inizio c’è un Bruce giovane, vendicativo ed arrabbiato che desidera uccidere l’assassino dei suoi genitori, poi l’uomo in fase di transizione, combattuto tra il senso di colpa, il rancore e la sete di giustizia, che cerca con dedizione la sua strada durante l’addestramento nella Setta delle Ombre, quindi il Batman rabbioso, ormai consapevole della propria missione e, infine, il finto playboy sopra le righe per mascherare la sua vera personalità che, tragicamente, vien fuori solo quando combatte il crimine.

Bale era reduce dalla sua performance estrema ne L’uomo senza sonno (The Machinist) per la quale si era ridotto pelle e ossa. Iniziò così a lavorare sul fisico raggiungendo cento chili di peso che risultarono addirittura eccessivi, somigliando più ad un wrestler che a un lottatore di arti marziali, tanto che sul set iniziarono a chiamarlo per scherzo “Fatman”. Venne riportato ad uno stato ottimale di forma lavorando su resistenza e tono muscolare. Nolan non voleva che la tecnica di combattimento di Batman risultasse una coreografia elegante e spettacolare ma uno stile più brutale e concreto. Buster Reeves, campione mondiale di ju-jitsu, suggerì il keysi, un’arte marziale nuova ed in evoluzione, basata in special modo sull’uso di gomiti e pugni e che incanala la furia emotiva del lottatore.

Bruce decide di usare l’icona del pipistrello, che lo spaventa fin da quand’era piccolo, per terrorizzare i criminali. Fondamentale risultò quindi il costume realizzato da Lindy Hemming. Nolan intedeva mostrare Batman come un’ombra rapida e animalesca e voleva che il costume fosse spaventoso e funzionale, che trascendesse il semplice essere umano che lo indossava. Nella storia, venne ideata una tenuta da combattimento militare subacquea in carbonfibra con interni ad alta tecnologia che impedisce al corpo di scendere sotto una certa temperatura. Bruce la copre poi di spray al lattice nero per rimuovere la traccia di calore e renderla invisibile agli infrarossi. L’idea della stoffa del mantello che s’irrigidisce se attraversata da una corrente si basa su autentici studi militari.

Venne fatto un calco del corpo di Bale da cui fu ricavato un modello in gesso, scomposto e trasformato nelle componenti in gomma espansa. Sullo schermo, l’espressione del cappuccio rivela la rabbia interiore del personaggio, il collo enorme sembra quello di una bestia feroce, il mantello in seta di nylon per paracaduti, resistente all’acqua ed imbottita di peletti, sembra vera pelle di animale. Il costume si rivelò comodo ma anche abbastanza caldo da procurare dei mal di testa a Bale che l’attore sfruttava per sfogare la furia di Batman. Affermò di sentirsi trasformare in un animale quando indossava il costume.

La back-story dei genitori di Bruce venne particolarmente approfondita. Come nel fumetto, il dottor Thomas Wayne e sua moglie Martha, interpretati da Linus Roache e Sara Stewart, sono una coppia filantropica che usa le risorse della multinazionale Waynecorp. per aiutare i bisognosi. Nel film, i due hanno salvato Gotham dalla crisi economica, primo tentativo di Ra’s Al Ghul di distruggere la città. Com’è noto, Thomas e Martha vengono uccisi da un ladruncolo davanti agli occhi del piccolo Bruce all’uscita del cinema dove hanno assistito a Il segno di Zorro, figura che avrebbe poi ispirato Batman. Nolan eliminò quest’idea e optò per una serata all’opera. Durante la rappresentazione del Mefistofele di Boito, Bruce, il piccolo Gus Lewis, si spaventa per alcuni ballerini travestiti da pipistrello e chiede ai genitori di uscire. Nel vicolo sul retro del teatro s’imbattono in Joe Chill che, tentando di rapinarli, li uccide. Seppure indirettamente, la paura di Bruce ha portato alla morte dei suoi genitori amplificando il suo senso di colpa. La sequenza dell’omicidio è pressoché identica al fumetto.

Primo tra gli alleati di Batman è il fido maggiordomo Alfred Pennyworth, interpretato da un altro attore inglese, come lo è del resto il personaggio, il grande Michael Caine. Anche se non venne portata sullo schermo, Caine creò una sua personale back-story per il personaggio che secondo lui aveva militato nello Special Air Service britannico rendendolo così più efficiente e risoluto rispetto alle precedenti incarnazioni cinematografiche, gli conferì forza ed eleganza e lo rese molto più fedele alla controparte fumettistica, figura paterna per Bruce dopo la morte dei genitori e dotato di un sottile humour tipicamente anglosassone.

Il sergente Jim Gordon, futuro commissario, è chiaramente ispirato alla versione di Frank Miller in Batman: Anno Uno. Inflessibile idealista in un dipartimento in cui dilaga la corruzione, si tratta di un uomo stressato, perennemente teso, genuino e fallibile. Fu Nolan a scegliere Gary Oldman per il ruolo. Nonostante l’attore sia noto per aver interpretato spesso figure negative, riuscì a trasformarsi in Gordon sia fisicamente che psicologicamente rendendolo meno duro e violento rispetto alla controparte fumettistica. Il personaggio risultò anche più puro moralmente. Basti pensare che, nel fumetto, Gordon tradisce la moglie Barbara con la collega Sarah Essen mentre nel film è assolutamente fedele agli affetti e alla sua figura istituzionale.

Lucius Fox, amministratore delegato della Wayne Enterprises, nel film è stato espulso dal consiglio d’amministrazione e relegato alla sezione ricerca e sviluppo dal corrotto dirigente Richard Earle. Interpretato dal sempre carismatico Morgan Freeman, Fox è fedele agli ideali di Thomas Wayne e fornisce a Bruce gli strumenti ipertecnologici per diventare Batman. Fox non sa esattamente quali siano gli scopi di Bruce e il tacito patto che lega i due rende il loro rapporto molto più interessante rispetto al fumetto.

L’idea di inserire il procuratore distrettuale Harvey Dent fu scartata perché non avrebbe avuto lo spazio necessario. Venne rimpiazzato dal personaggio femminile del film, Rachel Dawes, amica d’infanzia di Bruce nonché assistente del p. d. Carl Finch. Con il volto della bella Katie Holmes, Rachel non è la solita donzella in pericolo ma una figura forte e determinata, la persona che sa leggere meglio nel cuore di Bruce. Lo rimprovera quando è assetato di vendetta richiamandolo sulla retta via e, in seguito, capisce che il ragazzo di cui era innamorata non c’è più, rimpiazzato dalla personalità oscura che esprime nelle vesti di Batman. Il personaggio sembra trarre spunto, solo nel nome, da Rachel Caspian, figura femminile di Batman: Anno Due che Bruce sarebbe in procinto di sposare se non fosse che la donna decide di prendere i voti per espiare i peccati del padre, il vigilante omicida Mietitore.

Nolan e Goyer furono molto attenti a non inserire nel film villains che fossero già apparsi nella precedente serie cinematografica. Antagonista principale è Ra’s Al Ghul che nel fumetto è ritenuto da Batman non il suo peggior nemico, titolo che spetta al Joker, ma il più pericoloso. Si tratta di un potente arabo, il cui nome significa “Testa del Demone”, divenuto immortale grazie agli alchemici Pozzi di Lazzaro. A capo della Setta degli Assassini, il suo scopo è quello di utilizzare le proprie ingenti risorse per sterminare oltre il 90 percento della popolazione mondiale e ristabilire un perfetto equilibrio ambientale. Nella sua prima apparizione Ra’s scopre l’identità segreta di Batman, che chiama con ammirazione “detective”, e vorrebbe che si unisse a lui sposando sua figlia Talia. L’eroe naturalmente si oppone ai piani del malvagio instaurando un rapporto di reciproco timore e rispetto con lui e un legame di amore e odio con la ragazza scaturito nella nascita del figlio Damian, il nuovo Robin.

Nel film, Ra’s è interpretato da uno straordinario Liam Neeson e sono stati evitati tutti i riferimenti al medioriente e alla “Jihad” del Demone nel delicato momento storico post-11 settembre. L’uomo si presenta a Bruce sotto le mentite spoglie di Ducard, emissario di Ra’s che si offre di addestrarlo e di farlo entrare nella Setta delle Ombre, un clan ninjitsu come nel fumetto. Come già nell’Episodio I di Star Wars, Neeson si cala perfettamente nel ruolo del mentore, insegnando a Bruce come liberarsi dalle proprie paure ed instillarle negli avversari. Il rapporto tra i due si logora quando Bruce scopre che la Setta vuole distruggere Gotham considerandola ormai irrimediabilmente corrotta. Dunque, nonostante le differenze con il materiale originale, il concetto di base è lo stesso: effettuare un genocidio per un bene superiore. L’eroe ha maturato un codice d’onore secondo il quale non uccide. Qui sta il confine tra la giustizia, rappresentata da Batman, e la vendetta che sospinge Ra’s, privato della moglie da un gruppo di assassini proprio come viene raccontato nel fumetto.

Per preservare il colpo di scena nel finale del film, dove si scopre che Ducard è in realtà Ra’s Al Ghul, Nolan sapeva di dover rendere credibile il falso Ra’s all’inizio della storia. Se fosse stato interpretato da uno sconosciuto, il pubblico non ci sarebbe mai cascato. Uno spiritato Ken Watanabe fornì una performance breve ma magistrale. Il personaggio è chiaramente ispirato a quello del Sensei che, nel fumetto, è stato secondo di Ra’s a capo della Lega degli Assassini prima di contendergli il comando. Sempre nell’opera originale, Henri Ducard non è un’identità fittizia bensì un investigatore francese che insegna le sue tecniche a Bruce fino a tradire la sua fiducia rivelandosi un killer prezzolato. Le similitudini con il personaggio del film sono evidenti.

Nella tematica così ben sviluppata della paura, si inserisce perfettamente come antagonista lo Spaventapasseri. Jonathan Crane è un folle psichiatra esperto di fobie che usa un particolare gas allucinogeno per suscitare le più profonde paure nei suoi avversari. Caratterizzato dai glaciali, imperscrutabili occhi azzurri dall’irlandese Cillian Murphy, nel film è affiliato alla criminalità organizzata, usa il gas psicotropo come arma contro Batman o per condurre esperimenti sui pazienti, inconsapevole che Ra’s Al Ghul lo utilizzerà per cercare di distruggere Gotham.

Nel film, l’aspetto di Crane è molto simile alla prima incarnazione fumettistica del personaggio risalente al ’41. Nello stile sobrio di Nolan, il personaggio non viene dotato dell’intero costume da spaventapasseri ma solo del cappuccio. Durante i tumulti sull’isola Narrows nella parte finale del film, lo Spaventapasseri si aggira in groppa ad un cavallo, esattamente come viene raffigurato da Tim Sale ne Il lungo Halloween, rifacendosi alla figura di Ichabod Crane nel racconto La leggenda di Sleepy Hollow di Washington Irving, strettamente connesso al villain creato da Bill Finger e Bob Kane.

Tra le fonti che hanno ispirato Goyer e Nolan per la realizzazione dello Spaventapasseri vanno citate le due story-arc “Preda” e “Terrore” scritte da Doug Moench, disegnate da Paul Gulacy e pubblicate sulla serie regolare “Batman: Legends of the Dark Knight”. In “Preda”, la polizia ricorre alla consulenza dello psichiatra Hugo Strange per cercare di scoprire l’identità di Batman e catturare il vigilante. Strange si rivela però un pericoloso psicopatico e sembra rimanere ucciso alla polizia alla fine della storia. Sopravvissuto, ricomparire nel sequel “Terrore” dove psicanalizza proprio lo Spaventapasseri sguinzagliandolo contro Batman. Nel film, la figura di Jonathan Crane come psichiatra è più marcata rispetto all’opera originale e risultando così una sorta di mix tra la sua controparte fumettistica e Strange.

Capo della criminalità organizzata di Gotham è Carmine Falcone, creato da Frank Miller e David Mazzucchelli per Batman: Anno Uno e ulteriormente sviluppato ne Il Lungo Halloween dove viene ucciso da Due Facce. Interpretato da un altro attore britannico, Tom Wilkinson, il gangster esprime nel suo faccia a faccia col giovane Bruce la sua filosofia sul potere della paura.

Rutger Hauer presta invece il volto a Richard Earle, amministratore delegato delle Wayne Enterprises, affiliato con la malavita e pedina del piano di Ra’s. Inesistente nel fumetto, è un personaggio cinico e avido, nemesi principale di Lucius Fox.

Come in Batman: Anno Uno, Gordon deve invece vedersela con la corruzione nel dipartimento di polizia. Il commissario Loeb, interpretato da Colin McFarlane, non è viscido e marcio come nella graphic novel, o almeno non viene mostrato esplicitamente, appare invece rigoroso e ligio al dovere. Fedele all’opera di Miller è invece il detective Flass che rappresenta tutta la corruzione nella polizia di Gotham. Ma se nel fumetto è un uomo massiccio ed elegante, Mark Boone Junior gli conferisce un aspetto rozzo e trasandato.

Joe Chill, assassino dei genitori di Bruce, ha vissuto varie traversie nella saga a fumetti. Ucciso dal Mietitore in Batman: Anno Due, è stato ripescato dai capricci della continuity DC ed è morto suicida di recente. Nel film ha il volto di Richard Brake e, in procinto di testimoniare contro Falcone, viene eliminato da un suo sicario. Il cantante inglese Tim Booth presta il capo calvo al pluriomicida psicopatico Zsasz che ha il corpo cosparso di cicatrici, una per ogni vittima. Nel film la sua storia non viene raccontata, anche se possono intravedersi le ferite sul corpo, ma funge da personaggio ricorrente e riconoscibile tra i folli del manicomio Arkham, sconfitto da Batman quando sta per aggredire Rachel ed un bambino.

Il cast figura due piccole curiosità. Il grande attore serbo Rade Serbedzija, visto tra l’altro in Eyes Wide Shut e Mission: Impossible II, interpreta il senzatetto a cui Bruce lascia il suo cappotto prima di sparire da Gotham. Il piccolo ruolo di tecnico anziano dell’acquedotto di Gotham è invece ricoperto dal canadese Shane Rimmer, visto in Superman II come tecnico della NASA che supervisiona le operazioni degli astronauti sulla Luna e in Superman III come sceriffo al lavoro nella zona dell’incendio allo stabilimento chimico, domato poi dall’Uomo d’Acciaio.

Le riprese ebbero inizio nel marzo 2004 con un budget di 150 milioni di dollari. Come nei suoi primi due film, Memento ed Insomnia, Nolan rifiutò una seconda unità di ripresa. Il regista voleva girare soprattutto negli Shepperton Studios, in Inghilterra, ma per la parte iniziale del film ambientata nella remota e minuscola nazione asiatica del Bhutan fu necessario recarsi sul ghiacciaio islandese del Vatnajokull, una location da incubo spazzata da raffiche di vento a 100 km all’ora, pioggia e neve, che richiese l’ausilio di riprese artigianali con l’operatore che doveva portare la steadicam in spalla o seduto su uno slittino.

In condizioni estreme, venne costruito il villaggio che Bruce attraversa scalando la montagna in direzione del tempio di Ra’s Al Ghul del quale cui furono erette solo le porte. Il resto della costruzione era un modellino aggiunto in digitale. Durante l’addestramento, quando Bruce e Ducard si affrontano con le spade sul lago ghiacciato, il pack si stava davvero sciogliendo con dei bruschi e rumorosi scricchiolii amplificando la tensione della scena. Christian Bale e Liam Neeson si erano allenati su una pista da hockey. La scena in cui Bruce salva Ducard sul ciglio di un burrone fu una delle più pericolose e mozzafiato, realizzata con due stunt appesi ai cavi e senza alcun trucco digitale. Ne risultò una scena fortemente realistica e funzionale.

Anche lo scenografo Nathan Crowley aveva lavorato nel garage di Nolan costruendo in pre-produzione un modellino di Gotham City che si ispirava nel design a Blade Runner, con elementi estremizzati da New York, Chicago e Tokyo. Le riprese panoramiche risultarono da un compositing digitale tra modellini scansionati in 3-D, fotografie e riprese dal vivo. Il college di Londra fornì gli interni per l’aula di tribunale. In un hangar aereo a Cardington, nel Bedfordshire, venne costruita parte della città, una sezione dell’autostrada, le travi portanti della monorotaia che percorre Gotham e la degradata isola Narrows, ispirata alla penisola residenziale di Kowloon ad Hong Kong, demolita nei primi anni ’90. Il set era alto 50 metri e richiese dieci mesi di lavoro ma fu fondamentale per la tangibilità estetica del film.

Le Mentmore Towers nella contea di Buckingham vennero scelte per Wayne Manor. A Nolan e Crowley piacevano i marmi bianchi che davano l’idea di un mausoleo inospitale. L’idea di distruggere Wayne Manor nel finale del film sembra ispirata dalla saga a fumetti Cataclisma, in cui un terremoto abbatte l’abitazione. La successiva saga, Terra di nessuno, si conclude con Bruce che supervisiona la ricostruzione della villa come accade nel film.

La batcaverna venne ricostruita in studio con una cascata artificiale. La storia secondo cui la grotta venne utilizzata da un avo di Bruce per nascondere gli schiavi in fuga durante la Guerra Civile è fedele al fumetto, come anche la scena d’apertura del film in cui Bruce vi cade dentro da bambino e viene investito dai pipistrelli che scatenano la sua fobia. Nella batcaverna si svolge anche il momento più simbolico e intenso della storia. Reduce dall’addestramento e in cerca di un simbolo, Bruce lavora nel suo studio quando un pipistrello entra nella stanza, una delle scene più iconiche nelle origini del personaggio. Bruce scende nella caverna e viene investito da uno stormo di pipistrelli. Anziché esserne spaventato, spalanca le braccia e chiude gli occhi. Con un magnifico stacco, dettato dalla splendida colonna sonora di Hans Zimmer, Nolan ci mostra una panoramica della caverna invasa dai pipistrelli rendendo indistinguibile Bruce: l’uomo abbraccia l’idea ed assurge a mito.

All’inizio l’idea fu quella di utilizzare dei pipistrelli veri ma poiché si dimostrarono “poco collaborativi”, si decise di crearli in digitale, soluzione che funzionò in particolar modo nella scena ambientata ad Arkham Asylum, manicomio criminale, luogo cult nella saga di Batman, per i cui esterni fu utilizzato l’istituto nazionale di ricerche mediche di Mill Hill, a nord-ovest di Londra, e per gli interni la stazione ferroviaria di St. Pancras e la stazione di pompaggio di Abbey Mills.

Dopo aver strappato Rachel dalle grinfie dello Spaventapasseri, Batman è asserragliato nell’edificio assediato dalla SWAT. Il Cavaliere Oscuro usa un apparecchio sonar per richiamare uno stormo di pipistrelli che irrompe furiosamente ad Arkham favorendo la sua fuga. La scena è ripresa da Batman: Anno Uno nel quale si svolgeva, però, all’interno di un edificio pericolante.

Batman e Rachel saltano a bordo della Batmobile e seminano le volanti della polizia. Nolan voleva reinventare l’auto di Batman come un veicolo unico nel suo genere ed ideò un incrocio tra una Lamborghini ed una Humvee con parti di bombardieri Stealth e componenti di un fuoristrada Hummer. Creata dalla squadra degli effetti visivi di Chris Corbould, la Tumbler, come venne chiamato il veicolo, è larga tre metri e lunga cinque, in grado di raggiungere i 160 km orari, dotata di un tettuccio scorrevole e sedili che si sollevano all’apertura. Guidato dallo stunt George Cottle, il prototipo sorprese tutti resistendo ad ogni test. Pur se diverso nel design, l’idea di realizzare un tank sembra ispirata a Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.

Alla fine ne vennero create quattro tra cui una versione jet ed un modello per resistere ai balzi, come quello che attraversa la cascata della Batcaverna, sequenza per la quale la Tumbler fu sparata con un tubo all’azoto. La maggior parte delle riprese vennero eseguite dal vivo, senza cgi o uso di modellini e per riprendere l’auto c’era bisogno di collegare la macchina da presa ad un braccio da gru montato su una mercedes e controllato roboticamente. L’abitacolo della Tumbler era un set a parte nel quale potevano essere ripresi gli attori. Bruce Wayne guida invece una Lamborghini “Murcielago” che in spagnolo significa appunto pipistrello.

Nel finale, Ra’s usa un emettitore di microonde, sottratto alle Wayne Enterprises con l’aiuto di Earle, per far evaporare dalle condutture l’acqua avvelenata con la tossina psicotropa e scatena così il caos sull’isola Narrows. L’idea di distruggere la città attraverso la paura chiude il cerchio. Lo scontro decisivo richiese diversi accorgimenti artigianali: vapore sparato dai tombini, bat-stuntmen appesi ai cavi trascinati a tutta velocità a dieci metri d’altezza travolgendo casse e quant’altro, una coreografia di combattimento ravvicinata e con poco spazio tra Batman e Ra’s all’interno del vagone della monorotaia e l’uso di un modellino per l’esplosione finale.

L’epilogo è chiaramente ispirato all’ultima tavola di Batman: Anno Uno nella quale Gordon, nominato tenente, chiede aiuto all’eroe per occuparsi di un nuovo psicopatico che si fa chiamare Joker. Il Bat-Segnale, peraltro, torna ad essere uno strumento segreto, al contrario di quanto accadeva nel film di Tim Burton in cui veniva maldestramente presentato al pubblico. Gordon ricorre a Batman per poter agire là dove lui è impotente a causa della corruzione nel dipartimento.

Come detto, della colonna sonora si occupò Hans Zimmer che volle James Newton Howard come collaboratore. Si trovarono subito d’accordo sul comporre musica che non ricordasse quella degli altri film su Batman e decisero di sfruttare il lavoro in coppia per sviluppare musicalmente il dualismo del personaggio. Zimmer si occupò della parte action ed epica con grande uso di percussioni ed archi, musica elettronica e una voce solista da coro. Particolarmente incisivo il brano teso e drammatico dell’addestramento e quello martellante e cupo nelle scene d’azione con Batman. Howard lavorò alla parte melodrammatica inerente soprattutto le scene tra Bruce e Rachel o che vedono il protagonista confrontarsi col proprio passato. Per i brani della colonna sonora vennero usati come titoli i nomi di alcune razze di pipistrello.

Tanti di questi elementi specifici e tecnici di Batman li trovate tra i nostri post a partire da febbraio 2012.