di Francesco Vanagolli (uno dei maggiori e migliori traduttori di materiale DC Comics in Italia) su gentile concessione del blog Fumetti di carta.
Quale appassionato di fumetti non ricorda l’evento degli eventi degli anni ’90 (e non solo)?
Sì, parlo proprio della morte di Superman, storia con cui, nel 1992, la DC Comics riportò l’Uomo d’Acciaio sotto i riflettori dopo anni in cui le sue storie erano state un po’ snobbate dal grande pubblico. Tutta la saga di morte e resurrezione ebbe un successo enorme, e fu la risposta della DC allo strapotere dei mutanti Marvel e della “Banda dei 7” che aveva fondato da pochissimo la Image.
Questo in America.
In Italia, Superman non lo leggeva più nessuno da anni. Finita la bella serie Cenisio nel 1984, gli appassionati italiani erano rimasti senza l’Azzurrone, e chi voleva leggerselo era costretto a comprarsi le uscite americane. Oppure, per un po’, si era sorbito le pubblicazioni Rizzoli: inserti staccabili pubblicati su CORTO MALTESE alla fine degli anni ’80 contenenti le storie di John Byrne e Marv Wolfman (e neanche tutte), quasi sempre senza copertine e con in appendice qualche pagina di opere complesse come WATCHMEN, che non c’entravano nulla.
Insomma, una tragedia.
E pensare che dal 1990 la Play Press aveva iniziato a pubblicare gli altri supereroi DC in una veste editoriale più degna… che peccato che proprio Superman, il primo e più importante, non fosse passato alla Play. Per non parlare di Batman! Proprio lui, popolarissimo grazie alla famigerata Batmania scoppiata nel 1989 grazie al primo film di Tim Burton, non aveva una sua serie.
Ma poi si arriva al 1993. Il contratto tra Rizzoli e DC per i diritti di Superman è in scadenza, e la Play si fa avanti. Il risultato? Durante l’edizione autunnale di Lucca nel 1993 esce il volume speciale LA MORTE DI SUPERMAN, prologo alla nuova serie dell’Uomo d’Acciaio targata Play Press. E Superman muore e ritorna allo stesso tempo.
I puristi non saranno contentissimi di avere un vuoto di 9 anni nella collezione, ma la scelta della Play è vincente: iniziare con quella discussa e popolare saga porta lettori vecchi e nuovi, e l’albo di Superman è da subito uno dei più venduti. E l’edizione non è affatto male: SUPERMAN si presenta come gli albi Star Comics del periodo, ovvero 72 pagine con tre storie, note, posta e, miracolo, è spillato. Tutte le testate supereroistiche Play sono brossurate, e la brossura non è tanto resistente (devo riconoscere che i miei fumetti Play sono quasi tutti integri, ma non tutti hanno avuto la mia fortuna), quindi uno spillato viene accolto con gioia da tutti. E in più è quindicinale, cosa che consente ai lettori di godersi una doppia dose mensile del loro eroe preferito.
Davvero un momento di rilancio per la DC in Italia, e questo alla Play Press va più che bene, per almeno due motivi. Il primo è che le due testate DC storiche, cioè JUSTICE LEAGUE e GREEN ARROW, hanno chiuso già da qualche tempo, e il recupero dei personaggi appare arduo. Il secondo è lo sbarco della Marvel in Italia. Come penso sia noto a tutti, nel 1994 viene fondata la filiale italiana della Marvel, Marvel Italia, e tutte le case editrici che in quel momento pubblicano da noi materiale della Casa delle Idee (Star, Play, Comic Art e Max Bunker Press) rimangono prive di alcuni dei loro assi. La Star si difende bene grazie alle testate Image, Secchi ha ancora i suoi personaggi, la Comic Art se la cava… e la Play? La casa editrice romana perde un best seller come THOR, ma grazie alla presenza di Superman si difende egregiamente e può pensare di allargare nuovamente il parco testate DC, partendo proprio dal personaggio di punta.
Il 1994 vede la nascita di vari progetti dedicati a Kal-El, tutti di un certo livello e molto graditi dagli appassionati rimasti a secco per anni.
Il mensile SUPERMAN CLASSIC pubblica, integralmente e in ordine cronologico, il periodo post-Crisis.
La miniserie in 3 numeri LE PIU’ GRANDI STORIE DI SUPERMAN MAI RACCONTATE offre una selezione di materiale dalla Golden Age alla metà degli anni ’80.
Per finire, i sei volumi de GLI ARCHIVI DI SUPERMAN danno la possibilità agli italiani di leggere le prime, storiche avventure di Superman degli anni ’30/40 (in seguito saranno aggiunti anche altri due volumi). Da notare che queste due pubblicazioni sono destinate alle sole fumetterie. La Play sembra credere molto nel circuito librario per le proposte più di nicchia, in un momento in cui in edicola esce di tutto.
E mentre Superman vive una seconda giovinezza italiana, nello stesso anno AMERICAN HEROES vivacchia per la gioia dei fan di Lega della Giustizia, Titani e Morrison (ma chiuderà agli inizi del 1995) e parte LOBO, mensile di successo dedicato al violento e sgarbato antieroe creato da Keith Giffen.
Grande ritorno del 1994 è quello di Flash e Lanterna Verde sul mensile FLASH. Vengono saltate decine di storie, ma in questo modo la Play può iniziare subito con bei cicli come quello di Mark Waid e Mike Wieringo sulle pagine del Velocista Scarlatto e quello di Ron Marz e Darryl Banks in cui un folle Hal Jordan viene sostituito da giovane Kyle Rayner. Rimango molto legato a SUPERMAN CLASSIC e a FLASH, perché sono state le prime due collane che ho collezionato quando anni fa mi sono avvicinato all’Universo DC e anche perché le ritengo le due migliori serie del DCU mai pubblicate dalla Play.
Ultime sorprese dell’anno, DC COLLECTION e DC PRESTIGE, mensili che pubblicano brevi saghe o one shot di valore degli eroi più importanti.
Una piccola divagazione: penso sia importante sottolineare la competenza con cui i redattori si occupavano di tutto questo ben di Dio. La Play a questo punto ha sfornato una gran quantità di professionisti del settore (Luca Scatasta, Max Brighel…), e altri ce ne saranno. Diciamo che io, come lettore, non sono mai scontento di avere per le mani un albo che ha note e/o posta curate da gente come Alessandro Bottero o Andrea Materia, che si occupano di gran parte del materiale elencato.

X-O Manowar e Justice League of America – la cover del n. 1 delle Edizioni Play Press
Ma non c’è solo la DC nel mirino della Play. In America si sta muovendo anche un editore più piccolo rispetto a Marvel e DC, ma gestito da qualcuno che il mondo del fumetto lo conosce molto bene: la Valiant di Jim Shooter. Le serie Valiant non sono “cool” come quelle Image, ma le idee sono interessanti, gli autori sono buoni professionisti e i personaggi, quasi tutti revival, potrebbero avere ancora qualcosa da dire. La Play ci crede e nel 1995 nascono X-O IL GUERRIERO (con X-O Manowar e Shadowman) e TUROK (con Turok e Archer & Armostrong), che però avranno vita breve: il mercato si sta saturando, e se non sei un personaggio famoso o alla moda hai poche speranza di andare avanti (come accadrà all’Ultraverse Malibu pubblicato prima da Star e poi da Marvel Italia).
Ora mancherebbe solo qualcuno alla festa: Batman. Nel 1995 non è più la Rizzoli a pubblicarlo, ma la Glénat. E l’edizione Glénat non è che ai lettori piaccia poi molto di più di quella Rizzoli: non piace il formato, non piace la carta (dicono che puzzi), non piace la selezione di storie (primo post-Crisis più Golden Age), non piacciono le rubriche. Però piace Batman, e la gente spera che anche lui un giorno o l’altro finisca in casa Play Press. Perché la Play avrà dei grafici meno validi/motivati di quelli Marvel Italia (le copertine! Sembra che le scritte americane vengano ricoperte con delle toppe! Argh!) e pubblicherà albi più cari di quelli degli altri… ma intanto le sue pubblicazioni DC sono le migliori che si siano mai viste in Italia.
Diciamolo: in Italia la DC è MENO POPOLARE DELLA MARVEL. E’ stata sfortunata, è stata assente, e fin qui ci siamo tutti. La Play è stato il primo editore a gestirla come “un’altra Marvel”, selezionando il materiale migliore o più vendibile, cercando di mantenere una continuity tra le testate inedite e affidando il tutto a gente che se ne intendeva.
Quindi non è così assurdo che un BATMAN Play Press sia la speranza di molti, se non di tutti.
E nella primavera del ’95 il regalo arriva: finalmente anche l’Uomo Pipistrello ha un suo quindicinale, che inizia con un numero 0 e vende anche più di SUPERMAN.
L’editore, ora che ha acquisito i diritti del personaggio più amato, può sbizzarrirsi con mille iniziative dedicate a lui. La DC pubblica sempre tonnellate di materiale batmaniano, e c’è solo l’imbarazzo della scelta. DC PRESTIGE ospita l’alter ego di Bruce Wayne praticamente ogni mese; la nuova serie mensile PLAY MAGAZINE, risposta Play/DC alle antologiche Marvel che dal ’90 si sono avvicendate in edicola (STARMAGAZINE, MARVEL MAGAZINE e WIZ) anche; il mensile BATMAN SAGA si occupa di ripubblicare integralmente la famosa saga di Knightfall e seguiti.
Già dal 1994, inoltre, è presente nelle edicole la serie LE AVVENTURE DI BATMAN, versione a fumetti del Batman televisivo di Paul Dini e Bruce Timm.
Ridendo e scherzando siamo arrivati al 1996. E forse, ora che ci penso, mancherebbe anche un altro personaggio storico: Wonder Woman. Nessun problema, il mensile CATWOMAN & WONDER WOMAN diviene presto una realtà. Si tratta di un flip book, ovvero un fumetto che va capovolto una volta arrivati a metà. In questo modo, ognuna delle due protagoniste ha una cover per sé. Una trovata molto particolare, ma che può creare confusione negli edicolanti più distratti, verrà replicata con PLAY MAGAZINE (da un lato le storie, dall’altro i redazionali).
Tutto bene? Tutto perfetto? In realtà no. Perché è vero che c’è tanto materiale (non quanto quello Marvel), ma i limiti di queste storie ci mettono poco a diventare evidenti. Dopo il successo iniziale, sia SUPERMAN sia BATMAN presentano storie che definirei le peggiori nella vita editoriale dei personaggi. E i comprimari (tutta la Superman e Batman family: Superboy, Acciaio, Azrael, Catwoman…) spesso sono anche peggio dei titolari di testata…
Una serie come FLASH dopo poco più di un anno inizia a perdere lettori, nonostante le avventure di Wally West, Kyle Rayner e del giovane Bart Allen (Impulso) siano sempre di buona qualità. Verrà invocato a gran voce Aquaman versione Peter David, ma non arriverà mai.
SUPERMAN CLASSIC dopo un paio d’anni rimane senza John Byrne e comincia un lento declino, anche se le storie dei successori sono sempre gradevoli.
CATWOMAN & WONDER WOMAN vuole sfruttare la moda delle ragazzacce, ma la Donna Gatto e Diana non sono poi così interessanti per chi va a cercarsi le donnine mezze nude sugli albi Image.
Luci e ombre, insomma. E nel 1997 la cosa si noterà sempre di più. In casa Marvel Onslaught si porterà via i maggiori supereroi e l’interesse verso di essi. I fumetti Image, tanto alla moda il giorno prima, diventeranno qualcosa a cui pensare quasi con fastidio. E la DC? I supereroi più longevi del mondo sentiranno qualcosa scricchiolare… e stavolta non sarà colpa dell’Anti Monitor o di qualche crisi cosmica: sono le crisi di vendite quelle che devono far paura
A margine di questa disamina praticamente perfetta redatta da Francesco Vanagolli Batman Crime Solver vi regala una perla di quei tempi da scaricare, ma che vi consiglio di acquistare appena possibile. Si tratta di un fumetto ancora acquistabile a prezzi molto abbordabili.
Batman/Freccia Verde: Il Veleno del Futuro
Testi: Dennis O’Neil
Disegni: Michael Netzer
Edizione Italiana: DC Prestige N. 24 (Febbraio 1997) Ed.Play Press
Sinossi:
Batman e Freccia Verde Hanno già combattuto insieme, ma mai con una posta cosi alta: un epidemia che minaccia il mondo!
Black Canary stà morendo e la loro unica speranza è la mortale tentatrice che ha causato tutto…Poison Ivy.
Fate clic sulla foto e buon divertimento.