Così Recchioni ha stravolto Dylan Dog: “Scrivere Batman? Assurdo, pare uno scherzo”

Durante Lucca Comics & Games 2019 l’autore romano Roberto Recchioni ha presentato gli ultimi due numeri che sovvertono completamente il mondo del personaggio, con tanto di matrimonio con Groucho, e una prestigiosa collaborazione con Batman.

Questa Lucca rappresenta senza dubbio uno dei momenti più importanti della tua carriera, abbiamo la collaborazione con la DC per il crossover con Batman, il culmine del tuo arco narrativo, benedetto da Sclavi, con Dylan, “Roma sarà distrutta in un giorno” con Il Muro del Canto, Chanbara e un sacco di altre cose che probabilmente ancora non ci puoi dire.

Come gestisci tutto questo e come gestisci il pensiero che tutto questo un giorno finirà?

«Tre anni fa, in quello che pensavo fosse già il picco, alla fine di un Napoli Comicon particolarmente intenso di cui ero il magister con tanto di mostra, gigantografie in giro, eventi eccetera decisi di fermarmi. Il mio nome era ovunque, lo avevo usato come una sorta di marchio per promuovere una serie di iniziative e c’erano cose mie in quasi tutti gli editori. Alla fine dell’ultima giornata mi son seduto su un prato e ho detto “Mi fermo, la mia rotta non è più chiara”. Per un po’ ho lavorato meno, anche se non si vedeva, perché i fumetti sono come delle navi, hanno una lunga inerzia e vanno avanti anche quando dai lo stop. Ho deciso di tornare a scrivere alcune cose molto concentrate. Da lì poi è nato “La fine della ragione” e poi tutto quello che è arrivato oggi che il frutto di parecchi anni di lavoro molto intenso concentrati in un momento specifico. E questo chiaramente un apice ancora più grande, c’è la conclusione di un lavoro lungo su Dylan che però rilancia qualcos’altro perché da qui parte una fase nuova di Dylan sia per il personaggio, sia per me nello specifico, e adesso le cose si faranno interessanti, di sicuro non mi fermo».

Però, come dicevamo, finirà.

“E arriviamo alla seconda parte la domanda, quella tosta… non so, io so per certo che non può durare, presto tardi invecchierò, i giovani si faranno sotto e mi dovranno “uccidere”. Il tema dell’uccidere il padre e lo stesso tema di Dylan. Ci sono vari modi per prenderla, ci sta di irrigidirsi, perché non hai visto da che parte arrivava il meteorite, da che parte arrivava il tuo omicida, e quindi prendere posizioni da ultraconservatore. Ci sono alcuni autori della generazione prima della mia che mi odiano perché non mi hanno visto arrivare».

Hai più volte detto che invecchiare e perdere presa sul presente è una tua grande paura no?

«Il terrore di essere diventato un vecchio trombone è forte, quindi continuo ad analizzarmi costantemente, ma so che presto o tardi, perderò il polso. Quindi visto che ho degli esempi negativi precisi davanti a me, delle persone che ho eletto come i miei “beta tester” negativi di quello che non voglio essere, tengo gli occhi aperti e quando vedo arrivare qualcuno, invece di irrigidirmi, lo chiamo. Quando ho visto arrivare per esempio Lorenzo Palloni che è probabilmente lo sceneggiatore che più velocemente si è imposto negli ultimi anni ed è chiaramente un proiettile destinato al successo, lo hanno premiato anche recentemente, invece di fare muro l’ho chiamato per lavorarci assieme».

Invece che combattere fatteli amici?

«Non solo, il mio ruolo non è solo quello dell’autore, io ho la responsabilità e la possibilità di capire che uno come Lorenzo arricchirà Dylan Dog. Quindi l’ho chiamato e presto vedremo i suoi lavori. È chiaro che un Lorenzo potrebbe uccidermi, come chiunque altro. E va bene, fa parte dell’ordine naturale delle cose, però intanto combatterò, perché questa è una spinta a cercare sempre di essere dei buoni autori e soprattutto degli autori vivi, non dei dinosauri che rimpiangono un passato che non è mai stato bello come viene raccontato. E poi anche cercare di ridare al mercato quello che il settore ha dato a me».

E cosa ti ha dato il settore? Di cosa sei grato?

«Beh io ho avuto la possibilità, anzi le possibilità. Io ho avuto la possibilità di arrivare dove volevo arrivare. Se torno indietro e vado dal me stesso sedicenne che lavorava in fumetteria gli vado a dire “Lo sai che nello stesso periodo tu scriverai Tex, Dylan Dog, Batman, John Constantine e Il Corvo” penso che rimarrebbe abbastanza sorpreso».

Ecco, arriviamo a Batman, quando ti si è allungato il sorriso quando l’accordo è stato siglato e quanto è difficile lavorare su Batman?

«È difficile lavorare con Batman perché in generale è complesso lavorare con le grandi property perché insieme all’ok ti arriva un contratto vincolante che comprende anche un codice di comportamento come autore, su ciò che puoi e non puoi fare. Non è poi così difficile in termini autoriali perché per me quando ti confronti con un personaggio così ti devi ricordare che in Italia quando scrivi Tex o Dylan scrivi per più lettori di Batman, ma resta una icona e davanti alle icone tu puoi rimanere schiacciato oppure puoi guardargli negli occhi. Secondo me il rispetto sta nel guardare questi mostri sacri con deferenza, ma anche convinti di ciò che si vuole fare, sennò non li stai rispettando se non pensi di poter dare il tuo meglio».

Una cosa che non mi pare sia stata evidenziata è che questo accordo fa parte di un disegno più grande tra Warner e Bonelli, non parliamo solo di qualche crossover.

«Sostanzialmente la Warner/DC ha avviato una serie di collaborazioni con i grandi editori in giro per il mondo per vedere come gli autori locali interpretano le loro icone. È un discorso di dare e avere: la DC incamera visioni nuove dei suoi personaggi e le rende popolari in quei Paesi e da noi fa comodo perché Batman non vende così tanto e grazie a Dylan può arrivare a un pubblico più ampio. Dall’altra parte porta Dylan, che in questo momento è una figura importante, a diffondersi in tutto il mondo, perché il fumetto arriverà in tutto il mondo e vista la serie in lavorazione è importante che sia così».

Ma Batman e Dylan cosa hanno in comune? Come si amalgamano?

«Batman e Dylan sembrano due personaggi lontanissimi, in realtà non lo sono per niente. Anche se è vero che uno è un vigilante che si veste da pipistrello e picchia la gente di notte e Dylan è uno che rifiuta la violenza, hanno punti in comune enormi. Nonostante un diverso codice morale il loro cuore è nello stesso posto: entrambi conoscono il diverso e capiscono che il diverso è qualcosa da proteggere. Batman lotta per creare un mondo in cui lui non serve, perché sa benissimo di essere un mostro, un freak, un diverso in un mondo popolato da altrettanti mostri e questo gli dà un forte senso di comprensione di tutto ciò che non è allineato. Batman non uccide il Joker in The Killing Joke perché capisce perfettamente la “cattiva giornata” che ha reso Joker quel che è. Il Batman di Frank Miller quando si confronta con Harvey Dent nel primo capitolo de Il Cavaliere Oscuro spera per tutta la storia che non sia Dent il criminale che è tornato a colpire, spera che abbia trovato una via di fuga. Batman non uccide mai i mostri con cui si confronta perché sa di esserlo anche lui, è la sua versione de “i mostri siamo noi”. Dylan si basa sullo stesso meccanismo, non ricorre mai alla violenza, se non costretto, c’è una accettazione del lato oscuro della personalità che è molto forte. Poi ci sono gli elementi in comune: uno ha un commissario alleato e l’altro un ispettore, uno ha il maggiordomo fedele e l’altro un assistente, entrambi hanno una macchina peculiare, sono entrambi detective. Funzionano per antitesi, sembra un vecchio sketch di Cochi e Renato in cui uno diceva cose tipo “Mio padre ha la macchina di lusso” e l’altro rispondeva solo “Il mio no”».

Ma di Batman ce ne sono tanti, come è il tuo?

«Il mio è un Batman molto classico, la sfida è stata allontanarmi dai miei Batman più amati. Evitare la voce narrante di Frank Miller è stato uno sforzo durissimo. Credo sia un Batman molto ironico, tutte le 200 pagine di storia sono giocate come se fosse una raffinata commedia all’americana. Gli elementi ironici sono fortissimi perché di fronte a Batman c’è uno scettico».

Quale è stata la difficoltà più grande nell’amalgamare questi due universi narrativi?

«Il problema grosso di questi due universi è che il livello di realismo è molto differente. Nell’universo DC una persona Gotham City o a Metropolis alza lo sguardo, vede qualcuno volare e fa spallucce, è solo martedì. È tutto normale per quelle persone vedere qualcosa di straordinario. Killer Croc nel mondo DC è una minaccia, ma non stupisce nessuno, in quello di Dylan Dog è un mostro che manderebbe tutti nel panico e si dubiterebbe della sua stessa esistenza. Quindi il problema vero era riuscire a far conciliare questi due universi che hanno un così diverso livello di realismo. Per farlo mi hanno permesso di operare una piccola retcon nelle regioni del Joker e inserire un tassello della storia del Joker nella storia di Dylan. Questo significa che adesso c’è un frammento di Joker che tocca la storia di Dylan, nello specifico è il modo in cui il Joker conosce Xabaras nel passato. È un incontro significativo, che poi si ripeterà anni dopo e porterà Dylan e Batman a conoscersi».

Voglio arrivare al momento in cui ti sei seduto di fronte a una pagina bianca di Word e hai scritto “Batman”

«Fa strano, fa molto strano. Ho scritto Diabolik, ho scritto Tex, ho scritto tante cose, ma digitare le parole “Batman dice…” è una cosa particolare. Più che altro perché c’è quella cosa chiamata “La sindrome dell’impostore” no? Quella secondo cui abbiamo una vocina dentro che ci ripete continuamente che non ci meritiamo quello che stiamo facendo. Ecco, io non ce l’ho, è una cosa che non mi ha mai toccato. Ritengo di meritare di stare dove sto, però scrivere Batman è… buffo, ti sembra un grande scherzo. Si torna sempre a quel ragazzino sedicenne che disegnava Batman e oggi si guarda e fa “sì come no, stai disegnando Batman? E io sto disegnando Zorro!” e non è detto che un giorno non faccia Zorro!».

Torniamo su Dylan, torniamo un attimo indietro. Secondo te cosa ha visto Sclavi quando ti ha dato le chiavi del suo mondo?

«Fondamentalmente ha visto una storia. Lavoravo su Dylan Dog da un po’, Mater Morbi è stata la mia terza storia e Tiziano mi ha voluto conoscere quando ha letto Mater Morbi. Là lui ha visto evidentemente qualcosa e di sicuro la storia gli è piaciuta molto, visto che la giudica è una delle più belle in assoluto di Dylan. Quando ci siamo incontrati ci siamo trovati, abbiamo trovato un vissuto comune. Io e lui abbiamo esperienza di vita molto diverse ma dei problemi che hanno generato le stesse sofferenze».

Forse ha visto anche la persona giusta per “uccidere il padre”?

«Una cosa è certa: io con Tiziano ci discuto. Non gli dico sì, gli dico “parliamone”. E quando sei l’autore del secondo, e a volte primo, fumetto venduto in Italia e uno dei più venduti al mondo non sono tante le persone che vengono a contestare il tuo punto di vista. Quindi credo che abbia visto qualcuno con cui confrontarsi invece di chi gli diceva sempre di sì».

Non ha trovato anche una persona in grado di sostenere il livello di polemica generato dai cambiamenti?

«Non credo, Tiziano non ha idea di come funzionano oggi queste cose, non segue i social, non segue il mondo di oggi e non conosce la mole di commenti che mi arrivano addosso ogni giorno. Abbiamo parlato molto di eredità e penso che abbia capito che il rispetto di qualcosa non voglia dire lasciarla in una teca, ma tenerla viva, anche a costo di stravolgerla».

Uno stravolgimento che molti vedono in questo Dylan “politicamente corretto”, che però è il Dylan di sempre.

«Quelle polemiche sono veramente stupide. L’immagine iconografica di Dylan lo vede alla testa di una folla di mostri, trasfigurando la simbologia de Il Quarto Stato. Lui non si è spostato di un millimetro è dalla parte del diverso, dell’oppresso e del debole e quindi non c’è niente di strano se sposa un uomo. Semplicemente alcuni lettori si sono scordati che cos’è perché sono invecchiati, mentre lui no. Dylan deve stare da quella parte, non per una questione politica, ma civile, di ragionevolezza. In quale universo possiamo sostenere la teoria secondo cui persone uguali debbano avere diritti diversi? Per me è una questione di pura razionalità, non c’è nessuna logica, non possono esistere esseri umani di serie A e serie B e appena metti in discussione una cosa del genere per me sei un cretino».

Pensi che questa cosa avrà un impatto?

«Beh l’ha già avuta nei soliti Libero, Primato Nazionale, Casa Pound, ma è arrivato anche tanto amore. A Lucca Comics si è avvertita una reazione molto forte. Sia per quello che riguarda Dylan, sia il suo simbolo. Alla fine stiamo pur sempre parlando del primo protagonista, del primo personaggio titolare di un fumetto che appare in copertina sposato con un altro uomo».

Ma l’albo è tante altre cose, sfogliando le pagine sembra quasi un trattato su Dylan Dog.

«È un albo con tanti scopi: chiude una serie di sottotrame, esplicita il ruolo di John Ghost, che poi è il mio ruolo, io parlo per bocca di Ghost e sono stato quello che ha portato il personaggio là doveva trovarsi. C’è tantissimo metatesto e sai una cosa? Mi rendo conto che non a tutti piace. Molte persone non vogliono che sia ricordato che stanno leggendo fumetto e lo prendono male. Vogliono fuggire, non amano neppure troppi richiami al reale, agganci politici contemporanei. Vogliono una narrazione escapista che fugge dalla realtà. A me quella narrazione quando viene presa troppo sul serio fa schifo. La trovo pericolosa, reazionaria, portatrice di una idea sbagliata. Le grandi opere rimandano al reale sempre, tutto è politico. Game of Thrones non è una storia di draghi è una storia di politica che parla di potere oggi. Persino Guerre Stellari parla del nostro presente, anche il modo in cui è cambiato ci dice qualcosa. Il problema è che viviamo in una società che è completamente schiava da una parte di una eccessiva infantilizzazione e dall’altra di un eccesso di controllo dei messaggi».

In effetti siamo tra due poli: il totale disimpegno e la paura di offendere sempre qualcuno.

«Viviamo in un mondo dominato dalla narrazione, la politica è diventata più interessante perché ogni giorno c’è un colpo di scena artefatto che serve a mantenere vivo il racconto e l’interesse. Siamo talmente annoiati e spaventati che ci rifugiamo nelle storie e stilizziamo il reale. Il reale non può essere stilizzato perché è complicato, noioso e spaventoso. Io amo la narrazione ma non può sostituire la realtà».

Fonte:[La Stampa]

A partire da giovedì 19 dicembre 2019 è in distribuzione in tutte le edicole Dylan Dog/Batman, un albo di 94 pagine a colori (al prezzo di 4,90 euro) contenente quattro storie complete, tra cui proprio quella già inserita nel numero zero.

Dietro la splendida copertina di Emiliano Mammucari potete trovare infatti Relazioni pericolose di Roberto RecchioniWerther Dell’Edera e Gigi Cavenago, insieme a “La nuova alba dei morti viventi”, il remake del mitico numero uno di Dylan realizzato da Mammucari su testi di Recchioni e pubblicato per la prima volta nel Color Fest n. 18. La parte supereroica dell’albo è rappresentata invece dalla prima apparizione del Joker così com’è stata raccontata da Bill Finger e Bob Kane nel 1940, e dalla classicissima “La vendetta in cinque punti di Joker!” di Dennis O’Neil e Neal Adams, pubblicata originariamente nel 1973.

Se non siete stati a Lucca Comics, Dylan Dog/Batman è un ottimo punto di partenza per iniziare il processo di avvicinamento al crossover dell’anno prossimo. E anche se a Lucca ci siete stati o se avete comprato l’albo nel nostro Shop online, se amate l’Indagatore dell’Incubo o il Cavaliere oscuro, o il buon vecchio Joker, non potete lasciarvi scappare questo albo!

Fonte [Sito ufficiale Bonelli]

 

JUSTICE LEAGUE: i nuovi poster e teaser, trailer e qualche news su The Batman

Finalmente è stato pubblicato il nuovo trailer per Justice League, film evento della DC diretto da Zack Snyder e che vede riuniti insieme per la prima volta nel corso del DC Cinematic Universe Batman, Wonder Woman, Aquaman, Flash e Cyborg. Nei giorni scorsi intanto sono, arrivati tramite Twitter da Warner Bros. e DC Comics alcuni poster e brevi teaser tratti dal film e dedicati ai singoli membri della super-squadra: Batman, Aquaman e Flash, Wonder Woman, Cyborg. Ve li proponiamo qui di seguito.

Ecco un nuovo promo dedicato al Batman di Ben Affleck.

Il breve teaser di Batman ci mostra la Batmobile che ha ottenuto un importante “update” in Justice League. Il regista Zack Snyder ha condiviso una nuova immagine della Batmobile all’inizio di questo mese, anche se non ha offerto dettagli specifici su ciò che è stato aggiornato. Nel teaser possiamo vedere in azione le sue potenti mitragliatrici frontali.

L’estratto è dedicato ad Aquaman, interpretato da Jason Momoa.

Dopo Batman e Aquaman, ecco Flash in un nuovo promo.

In Batman v Superman: Dawn of Justice, il Flash di Ezra Miller ha due scene, una dove appare attraverso la “Forza della velocità” durante la famosa sequenza “Knightmare” di Bruce Wayne e l’altra verso la fine, quando Bruce Wayne sta visionando i file di Lex Luthor e trova il video di Barry Allen che interviene durante una rapina in un negozio. Barry è apparso anche in Suicide Squad dove è visto catturare Captain Boomerang.

Il teaser trailer dal Comic-Con di Justice League ci ha mostrato Barry durante il suo primo incontro faccia a faccia con Bruce Wayne, dove Barry accetta subito di far parte del team di metaumani di Bruce Wayne dal momento che non ha molti amici, questo prima di chiedere a Bruce se può tenere il Batarang che Bruce gli ha lanciato.

La Warner Bros ha anche diffuso i materiali promozionali legati all’eroina interpretata da Gal Gadot.

Dopo Batman, Aquaman, Flash e Wonder Woman, ecco anche Cyborg è pronto a combattere come si capisce dal nuovo promo.

 

Justice League è il primo film corale del neonato universo cinematografico DC Comics, ed è diretto dallo stesso regista de L’uomo d’acciaio e Batman v Superman: Dawn of Justice, Zack Snyder.
La produzione del lungometraggio è iniziata a Londra l’11 aprile 2016 per la regia di Zack Snyder ed è terminata il 14 ottobre in Islanda.

Il cast è composto da: Ben Affleck (Batman/Bruce Wayne), Gal Gadot (Diana Prince/Wonder Woman), Ezra Miller (Barry Allen/Flash), Jason Momoa (Arthur Curry/Aquaman) e Henry Cavill (Clark Kent/Superman, destinato a risorgere, proprio come ci ricorda anche questa fan-art qui sotto).

A contorno troveremo J.K. Simmons nei panni del Commissario Gordon, Jeremy Irons in quelli di Alfred, Amy Adams nel ruolo di Lois Lane, Amber Heard e Willem Dafoe tra i comprimari di Aquaman e Diane Lane nel ruolo di Martha Kent. Jesse Eisenberg e Ciaran Hinds saranno i cattivi del film, rispettivamente nel ruolo di Lex Luthor e Steppenwolf.

Dopo la morte di Superman  alla fine di Batman Vs Superman: Dawn of Justice, ci è stato dato un indizio sul fatto che non resterà morto a lungo dopo che la terra sopra sua bara ha cominciato a vibrare e a sollevarsi.

Nel fumetto “La morte di Superman” è una storia abbastanza complessa. Il kriptoniano non rimane morto a lungo ma al ritorno nella terra dei vivi è leggermente cambiato. Gli artisti hanno rappresentato questo cambiamento facendo indossare a superman una tuta completamente nera, con capelli lunghi e neri e con una folta barba, esattamente l’opposto del ragazzo che abbiamo imparato a conoscere per decenni.

Questo ragionamento ci porta a un particolare presente nel video. Intorno al secondo 44, un uomo dai capelli neri che indossa una tuta nera, sta usando un cavo per compiere un lungo salto per attraversare quello che sembrerebbe essere un soffitto caduto. Potete vedere le immagini in fondo all’articolo.

L’uomo in questione potrebbe essere Batman ma non indossa i guanti che lui tipicamente tiene anche quando toglie la maschera. Superman, invece, non indossa mai i guanti, piccolo suggerimento che risulterebbe essere a favore della teoria sopra riportata.

Questo il logo che presenta una rifinitura metallica con un bagliore a forma di stella a cinque punte che lascia presagire nuova speranza per l’umanità.

La trama segue Bruce Wayne che, dopo il sacrificio di Superman contro Doomsday, decide di reclutare una squadra di meta-umani con l’aiuto di Wonder Woman (presto leggerete un nostro speciale sull’amazzone). Lo scopo: affrontare minacce troppo potenti per un singolo eroe. E una minaccia non tarda ad arrivare, nella forma dell’alieno Steppenwolf, intravisto in una scena tagliata di Batman v Superman: Dawn of Justice e ben delineato dal nostro blog qui.

 

Ma una rivista di cinema specializza ci offre qualche dettaglio in più. Leggetevi questa nuova sinossi.

Sulla scia della morte di Clark Kent / Superman (Cavill) per mano di Doomsday in Batman v Superman, il vigilante Bruce Wayne / Batman (Affleck) rivaluta i suoi metodi estremi e inizia a cercare eroi straordinari per assemblare una squadra di combattenti contro il crimine per difendere la Terra da ogni tipo di minaccia. Insieme a Diana Prince / Wonder Woman (Gadot), Batman cerca l’ex star del football ciberneticamente potenziata Vic Stone / Cyborg (Fisher), il velocista Barry Allen / Flash (Miller) e il guerriero e re di Atlantide Arthur Curry / Aquaman (Momoa). Si troveranno ad affrontare Steppenwolf (Hinds), l’araldo e secondo in comando del signore della guerra alieno Darkseid, incaricato da Darkseid di dare la caccia a tre artefatti nascosti sulla Terra.

I “tre artefatti” che questa nuova sinossi di Justice League cita sono le “Scatole Madri” che nell’universo DC Comics sono supercomputer senzienti in miniatura che possiedono poteri impressionanti e abilità che anche coloro che li usano non comprendono fino in fondo. Queste tre Scatole Madri in Justice League sono state nascoste sulla Terra e sono già state intraviste in Batman V Superman: Dawn of Justice. Una è in possesso degli Atlantidei, una è custodita dalle Amazzoni e una degli umani. E’ stato recentemente rivelato che Cyborg, un membro della Justice League, ha in realtà una delle Scatole madri integrata nel suo corpo trasformandolo inevitabilmente in un obiettivo di Darkseid. 

 

Nel frattempo arriva qualche piacevole novità anche dal sito ufficiale. Sarà infatti possibile personalizzare le nostre foto con i loghi del supereroe preferito. Fate clic qui per regalarvi uno scatto unico.


L’uscita di Justice League nelle sale italiane è prevista per il 23 novembre.

Justice League

Chiudiamo per un attimo la parentesi ‘Justice League‘ e parliamo proprio del film sul Cavaliere Oscuro. Dylan Clark, produttore de L’alba del pianeta delle scimmie e l’ultima War: Il pianeta delle scimmie potrebbe presto entrare a far parte dell’Universo Esteso DC. Un nuovo report uscito oggi suggerisce che Clark potrebbe unirsi a Matt Reeves (Cloverfield, L’alba del pianeta delle scimmie, War: Il pianeta delle scimmie) regista di The Batman come produttore e sua spalla nella pellicola con attore protagonista Ben Affleck. A quanto pare Clark e Warner Bros. sarebbero attualmente in trattative.
Reeves è stato annunciato ufficialmente per dirigere il nuovo film di Batman dopo che Ben Affleck, che interpreta il Crociato Incappucciato nell’Universo DC esteso, ha deciso di dimettersi dalla carica di regista del progetto per concentrarsi solo al ruolo da protagonista.
The Batman diretto da Matt Reeves avrà come protagonista Ben Affleck nei panni di Bruce Wayne/Batman, Joe Manganiello come Slade Wilson/Deathstroke, J.K. Simmons come il commissario James Gordon e Jeremy Irons che ritorna nei panni di Alfred Pennyworth, deve ancora essere annunciata una data di uscita.

 

Beware The Batman – La recensione di un nostro lettore

Batman Crime Solver aveva già provveduto ad informarvi su questa nuova serie animata (qui) ma un nostro affezionato ed attento lettore ci onora con una sua personale recensione che volentieri accogliamo e pubblichiamo.

“Come al cinema, tra i supereroi del pantheon DC Comics, il personaggio di Batman sembra essere il più prolifico anche sul piccolo schermo. E’ notizia recente infatti che l’uomo pipistrello sarà protagonista di una nuova serie animata intitolata BEWARE THE BATMAN.

Con le ultime due incarnazioni televisive avevamo lasciato l’uomo pipistrello rispettivamente in THE BATMAN (che forniva un approccio simile alla celebre serie animata degli anni ’90, ma in una versione ammodernata, soprattutto nel look, e più leggera nei toni) e BATMAN: THE BRAVE AND THE BOLD (ispirata all’omonima serie fumettistica, in cui una versione “friendly” e camp di Batman affronta strambi criminali affiancato di volta in volta da personaggi classici e di seconda fascia dell’universo DC)

L’uscita del capitolo conclusivo della trilogia cinematografica di Christopher Nolan (The Dark Knight Rises) e il successo di due recenti serie animate distribuite proprio da Warner Bros (Lanterna Verde e Star Wars: The Clone Wars) hanno spinto i vertici della Warner/DC a finanziare un nuovo progetto sul cavaliere oscuro; Beware The Batman nella visione dei suoi autori sarà una serie innovativa per diversi motivi:
– sarà la prima serie di Batman realizzata in computer grafica;
– sarà ambientata alcuni anni dopo l’inizio della crociata di Batman, e saranno messe in risalto le doti investigative del vigilante;
– i comprimari e i villain saranno radicalmente diversi rispetto al passato.

Beware the Batman


In particolare quest’ultima caratteristica fornirà non pochi spunti, poichè il cavaliere oscuro sarà affiancato dal fido Alfred, che in questa incarnazione sarà molto più attivo e “combattivo” rispetto al passato (essendo rappresentato come un ex-agente segreto), e dalla letale Katana, una ninja che sarà d’ispirazione per Barbara Gordon (la futura Batgirl) e che condivide il suo passato proprio con il maggiordomo di Bruce Wayne; la novità più interessante però saranno i villain: anzichè avversari classici come Joker, Riddler e Pinguino, che non compariranno nella serie, Batman affronterà personaggi bizzarri come Professor Pyg, Mister Toad, Anarchy, Metamorpho, Humpty Dumpty. Tutte figure presenti nei fumetti, alcune pescate dalle gestioni batmaniane odierne.

La serie dovrebbe debuttare nel 2013 nel blocco DC Nation, inaugurato proprio quest’anno da Lanterna Verde: The Animated Series. L’ottima fattura di quest’ultimo prodotto è servita ad attenuare lo scetticismo verso l’animazione in CGI, cui molti appassionati erano contrari. Purtroppo una recente notizia ha smontato gran parte dell’entusiasmo nei confronti di questo nuovo approccio a Batman: pare infatti che in seguito ai tragici eventi di Aurora, la cittadina in cui si è verificata la sparatoria dentro un cinema il giorno della prima nazionale di The Dark Knight Rises, i vertici della Warner Bros abbiano deciso di attenuare i toni della serie (che si presentava abbastanza cupa e inusuale), rivedendo in fase concettuale l’aspetto di armi e mezzi, rendendoli meno “minacciosi”.

Piccolo appunto personale: tutti quanti siamo indignati per quello che è successo a Denver, però è abbastanza frustrante vedere che a causa di eventi di questo tipo prodotti di intrattenimento debbano subire modifiche/censure/tagli di qualsivoglia natura o misura per venire incontro ad un malriposto senso etico, nella paura di urtare la sensibilità di determinati spettatori. Spettatori che se dotati di buon senso non darebbero certo al colpa a Batman o ad un cartone animato per quanto accaduto nel cinema di Aurora, e che potendo scegliere eviterebbero caldamente versioni edulcorate di uno show che sulla carta prometteva un approccio inedito e fresco alla figura del cavaliere oscuro. Ma ora chissà.”

Riccardo De Franco

A voi il teaser