Storia del fumetto moderno: Pipistrelli e rinascimento americano

Ogni personaggio dei comics che attraversi quasi 80 anni di avventure deve necessariamente evolvere. Impossibile sarebbe immaginare oggi un Batman anni ’60, magari un derivato di quello interpretato da Adam West nei telefilm, diviso tra umorismo e cattivo gusto, o anche accettare senza obiezioni la sobrietà anatomica e le storie iperrealiste del periodo disegnato dal grande Neal Adams. Alla base di questa evoluzione, una somma di cambiamenti storici, economici e grafici che impediscono ad un character di ristagnare pena l’abbandono dei propri lettori, attratti in America come nel nostro Paese, da uno sgargiante sfavillio di novità. Entriamo così direttamente nel più vasto movimento grafico che il fumetto moderno delimiti, per altro senza troppa chiarezza, e che molti hanno definito Rinascimento Americano, una sferzata di rinnovamento che copre quasi dieci anni di produzione (ma vedremo che le basi sono gettate ancora prima) e arriva, seppure con notevoli scossoni, fino ai giorni nostri.

Gli approfondimenti in questi sei articoli.

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