Lucca Comics & Games edizione 2018: brilla la luce del fumettista di Batman Neal Adams

Countdown iniziato per Lucca Comics & Games edizione 2018 che si svolgerà dal 31 ottobre al 4 novembre. Come sempre per l’ingresso ai padiglioni i biglietti sono in prevendita e a numero chiuso, ma è stato annunciato l’innalzamento del tetto massimo dei giornalieri a 90 mila ticketTante le novità e gli incontri per gli amanti dell’uomo pipistrello.

Il disegnatore Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, autore anche del poster della rassegna dedicata a Batman dal titolo “Oscurità e Luce” tenutasi in occasione del Batman Day 2017, è protagonista con la locandina ufficiale della manifestazione Toscana personalizzata ideata e realizzata assieme a Lucca Comics & Games e Studio Kmzero. Qui sotto vi presentiamo il lavoro realizzato dall’autore (approvato dalla DC Comics) per la mostra “Oscurità e Luce”.

Neal Adams (vi rimandiamo ai nostri articoli sull’artista: Parte 1 e Parte 2)
Autore che ha rigenerato Batman dagli anni sessanta, sarà presente invece con “Il lato oscuro del Fumetto”, a cura di Mauro Bruni e Pierpaolo Putignano, con tavole che vanno dal 1968 ad oggi. La mostra dell’artista prevede anche l’installazione di un bat-segnale che punta su piazza Napoleone. Giorni e orari della mostra: dal 13 al 29 ottobre, lunedì al venerdì ore 15.00-19.00, sabato e domenica ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00 / dal 30 ottobre al 3 novembre, ore 9.00-21.00 / 4 novembre, ore 9.00-19.00.

SABATO 4 NOVEMBRE 2018 DALLE ORE 12.00 ALLE 13.00 NEAL ADAMS SARA’ PRESENTE PRESSO LA SALA SI6 – AUDITORIUM FOND. BANCA DEL MONTE PER LA CONFERENZA “COMICS TALKS – SUPER RESTYLING. RIPENSARE LE ICONE”

Star Comics
Il traguardo dei primi 30 anni di Star Comics non è stato un punto di arrivo, bensì di partenza, per consolidare lo status di “stella” italiana del fumetto. E visto che la casa del fumetto per antonomasia è Lucca, l’editore ha deciso di diventare parte integrante e inscindibile del tessuto della città occupando un’intera piazza. È per questo motivo che, dall’edizione 2018 di Lucca Comics & Games, gli appassionati non dovranno più cercare lo stand Star Comics, né un semplice padiglione dedicato: per la prima volta la “stella” brillerà su Piazza Star Comics, in piazza San Giovanni, un luogo in cui esplorare tutto l’universo proposto dall’editore e incontrare i suoi grandi ospiti: oltre al già annunciato Junji Ito, arriveranno anche Trevor Hairsine (se avete questo fumetto – Batman: Le Nuove Leggende del Cavaliere Oscuro 3 – portelo con voi per una firma)

Jean David Morvan e Ronan Toulhoat (autore di questo fantastico concept per un videogioco di Batman)

Presso il Teatro del Giglio potretete trovare Vittorio Guerrieri il doppiatore del defunto attore Larry Holden, che interpreta il procuratore distrettuale Carl Finch nel film Batman Begins.

Presso lo stand RW Lion, oltre a trovare tutte le novità DC Comics, potete trovre anche il fumettista DC Comics, scultore, insegnante della Scuola di Fumetto Salerno, nonché autore del Joker del nostro Dead xx Squad (mi raccomando portatelo con voi per un autografo): Pasquale Qualano (questa la sua ultima realizzazione per la RW Lion).

Sarà presente anche Alessandro Vitti (qui sotto in posa per noi)

Giovanni Timpano (qui di seguito troverete i suoi saluti e la sua copertina di The Shadow / Batman)

SaldaPress sarà presente come ogni anno con diverse novità e anteprime, ma, soprattutto con un ricchissimo parterre di autori che ha iniziato ad annunciare proprio in questi giorni.
Per la DC Comics ricordiamo la presenza di Carmine Di Giandomenico

e tornerà anche Giuseppe Camuncoli, disegnatore di Green Valley, candidato al premio Gran Guinigi di Lucca.

Presso la Comics Artists Area sarà possibile incontrare l’autore Francesco Barbieri (collaborazioni con case editrici: Marvel Comics Italia, Edizioni Panini, Warner Bros Consumer ProductsDC Comics, Editrice PuntoZero, Art Servizi Editoriali, McGraw-Hill, Edizioni Piemme, Il Battello a Vapore, Egmont Publishing, Kappa Edizioni, Edizioni Play Press, Arnoldo Mondadori Editore, Sperling & Kupfer Editori, Gaghi Editrice, Dulcop Enjoy, Editore Periodici San Paolo, EssEffEdizioni). Francesco è l’autore di una bellissima Harley Quinn sul nostro albo illustrato dedicato alla Suicide Squad, Dead xx Squad.

Simone Bianchi

Lo stand di Simone Bianchi nella Chiesa dei Servi chiuderà il percorso della mostra MARVEL MASTERPIECES, di cui ospiterà il catalogo ufficiale, insieme alle ultime pubblicazioni cartonate, “A decade of Arts” e “Simone Bianchi sketchbook”. Non mancheranno le copie degli ultimi sketchbooks, realizzati ogni anno, e alcune litografie a tiratura limitata. Questo secondo stand si propone come un’alternativa più intima rispetto allo spazio più grande di Piazza del Giglio, che rimarrà invariato rispetto agli anni scorsi.

Immancabile anche per quest’anno, l’appuntamento con Warner Bros. a Lucca Comics & Games con il padiglione tematico in Piazza San Michele, ricco di novità, giochi e divertimento. Una delle aree più suggestive sarà quella dedicata al focus sull’universo DC in occasione dell’uscita di “Aquaman” al cinema.

QUESTI GLI INCONTRI CON AUTORI DC COMICS PROGRAMMATI DA LUCCA COMICS – LUOGHI, GIORNI E ORARI QUI DI SEGUITO

La Scuola Internazionale di Comics torna al Lucca Comics & Games edizione 2018 con una serie di appuntamenti allo stand, tra ospiti, sessioni di sketch e presentazioni! Tutti i giorni i migliori allievi della Scuola disegnano per il pubblico. Tutti i giorni dimostrazioni di disegno digitale e uno staff di giovani disegnatori veramente di ottima qualità tra cui mi fa piacere annoverare la presenza dell’autrice Emiliana Pinna, già ospite del nostro blog.

Presso lo stand BUGS COMICS NAP103 siti in Piazza Napoleone potrete trovare tantissimi autori qui vi riportiamo gli orari e l’elenco

tra cui troverete anche alcuni amici del nostro blog come:

Giorgio Spalletta

Andrea Olimpieri

Claudia Balboni

e l’amica e disegnatrice DC Comics Elena Casagrande

Ancora ospiti di SaldaPress (STAND SALDAPRESS – stand NAP 215) saranno altri due grandi big internazionali: Dan Panosian e Declan Shalvey.

Dan Panosian ha collaborato nella sua carriera con Marvel, DC Comics, Dark Horse e molte altre case editrici. A Lucca presenterà in anteprima la sua graphic novel Slots, in arrivo per la prima volta in Italia.

Declan Shalvey è invece il disegnatore e co-creatore di Injection insieme a Warren Ellis. L’artista ha anche disegnato Legends of the Dark Knight #52, una storia breve su Batman Inc. Special #1., All Star Batman e Moon Knight.

NOTATE BENE: Gli autografi degli autori ospiti allo stand SaldaPress (a eccezione di Robert Kirkman, Ryan Ottley e Cory Walker) potranno essere fatti solo su albi o volumi SaldaPress (anche acquistati in precedenza e portati da casa) e sarà possibile richiederli compatibilmente con le esigenze di tempo degli autori.

Mirka Andolfo

Mirka Andolfo sarà ospite a Lucca Comics & Games 2018 in collaborazione con Panini Comics e BD Dentiblù.

L’autore Brian Azzarello sarà ospite a Lucca Comocs & Games in collaborazione con RW Edizioni. Lo potete trovare:

02 novembre – 11:30 (01:00) per la conferenza: Brian Azzarello: da 0 a 100 Bullets (ed oltre). Incontro con il leggendario sceneggiatore statunitense di Hellblazers e 100 Bullets.
Oppure 03 novembre – 14:00 (01:00) Presso Si7 – Auditorium San Girolamo per la conferenza “Scrivere Noir”. Sala Pro – Agorà

Area Movie

Qui sotto trovate il calendario DC Comics dell’Area Movie:

Venerdì 02 novembre

Wonder Woman
(Warner Bros., USA, 141’)
Modera Francesco Alò di BadTaste.it

Batman, Neal Adams e il bottino dei collezionisti

Con una minima traccia per i collezionisti, ecco di seguito l’elenco degli albi americani dove è possibile trovare il dinamico duo costituito non da Batman e Robin bensì da Batman e Neal Adams, con l’avvertenza di fare attenzione ai costi che, legati all’antiquariato, sono tuttora molto alti.

World ‘s Finest

N.175 (Maggio 1968): The Superman-Batman Revenge Squad.

N.176 (Giugno 1968): The Superman-Batman Spia. Ambedue gli albi non riportano i nomi degli artisti, il disegno è comunque quello di N. Adams.

Brave and the Bold

N.79 (Settembre 1968) Batman e Deadman: Track of the Hook, scritto da Bob Haney, disegni e inchiostratura di Adams.

N.80 (Novembre 1968) Batman e Creeper: And Hellgrammite is his name! di Haney, Adams, inchiostrato da Dick Giordano.

N.81 (Gennaio 1969) Batman e Flash: But Bork can hurt you!, di Haney, Adams, inchiostrato da Vince Colletta.

N.82 (Marzo 1969) Batman e Aquaman: The Sleepwalker from the Sea! di Haney e Adams.

N.83 (Maggio 1969) Batman e i Teen Titans: Punish not my evil son di Haney, Adams.

N.84 (Luglio 1969) Batman e Sgt. Rock: The Angel, the Rock and the Cowl di Haney e Adams.

N.85 (Settembre 1969) Batman e Green Arrow: The senator’s been shoot! di Haney e Adams. In questo numero, prima apparizione del nuovo costume di Freccia Verde.

N.86 (Novembre 1969) Batman e Deadman: You can’t hide from a Deadman, disegni di Adams.

N.93 (Gennaio 1971) Batman e The House of Mistery: Red Water, Crimson Death di Denny O’Neil, disegni e inchiostrazione di Adams.

Detective Comics

N.395 (Gennaio 1970) – The Secret of the Waiting Graves di O’Neil, Adams e Giordano.

N.397 (Marzo 1970) – Paint a pitture of Perii di O’Neil, Adams e Giordano.

N.400 (Giugno 1970) – Challenge of the Man-Bat scritto da Frank Robbins, matite di Adams, inchiostri di Giordano. Prima apparizione di Man-Bat e prima parte della sua storia.

N.402 (Agosto 1970) – Man or Bat r. di Robbins, Adams e Giordano. Seconda parte.

N.404 (Ottobre 1970) – Ghost of the Killer Skies di O’Neil, Adams e Giordano. Riferimenti a Enemy Ace, altro personaggio DC. N.407 (Gennaio 1971) – Marriage Impossible {The Bride of Man-Bat ) di Robbins, Adams e Giordano.

N.408 (Febbraio 1971) – The House that Haunted Batman scritta da Len Wein e Marv Wolfman, matite di Adams, inchiostri di Giordano.

N.410 (Aprile 1970) – A Vow from the Grave di O’Neil, Adams e Giordano.

Batman

N.219 (Febbraio 1970) The Silent Night of the Batman scritto da Mike Friedrich, matite di Adams e inchiostri di Giordano.

N.232 (Giugno 1971) Daughter of the Demon di O’Neil, Adams e Giordano. Prima apparizione di M’s Al Ghùl.

N.234 (Agosto 1971) Half an Evil di O’Neil, Adams e Giordano. Prima apparizione di Two-Face dagli anni 50.

N.237 (Dicembre 1971) Night of the Reaper di O’ Neil, Adams e Giordano. N.243 (Agosto 1972) The Lazarus Pit di O ‘ Neil, Adams e Giordano. RA’s Al Ghùl si scopre immortale grazie al pozzo di Lazzaro.

N.244 (Settembre 1972) The Demon lives again di O’Neil, Adams e Giordano. Conclusione della lotta tra Batman e il Demone.

N.245 (Ottobre 1972) The Brace Wayne Murder Case di O’ Neil, Adams e Giordano.

N.251 (Novembre 1972) The Joker’s Five-Way Revenge di O’Neil, Adams. Il Joker torna alla sua caratterizzazione originale di folle assassino.

N.255 (Aprile 1974) Moon of the Wolf di Len Wein, Adams e Giordano. Appare anche il classico Uomo Lupo.

Una lista limitata soltanto ai lavori su Batman ma che può essere certamente arricchita dai lavori di Neal Adams per Dc e Marvel Comics con conseguenze disastrose per il portafoglio dell’appassionato.

BATMAN E L’ERA DI NEAL ADAMS Parte 2/2

Nei suoi disegni, precisi e realistici nelle prospettive e nell’anatomia umana, Batman ritorna ad essere una creatura del buio, le orecchie del cappuccio si allungano e la cappa, ancora non dotata di vita propria come quella teatralmente gotica realizzata da autori come Todd McFarlane (vedi: “Batman-Year Two”), comincia a drappeggiarsi inquietante sulle spalle possenti dell’eroe, sottolineando azione e stati d’animo. Successivamente, il logico passaggio sulle testate dedicate al crociato di Gotham, “Batman” e “Detective Comics”, e la collaborazione con quello che divenne in seguito lo sceneggiatore di punta della DC, Denny O’Neil, permisero all’artista un più accurato approfondimento del personaggio che, non più appesantito dalla scenografia kitch dei primi 60, ritorna alle origini di cupo vigilante. Il Batman di O’Neil e Adams infatti, quasi completamente privo dell’apporto di Robin (Dick Grayson), ora impegnato nella difficile arte del crescere, e domiciliato in un superattico cittadino, superò indenne le prove che lo opponevano a nuove minacce come quella di Ra’s Al Ghùl, signore indiscusso di una potente associazione criminale, che, dopo aver scoperto l’identità dell’eroe, gli offre la propria organizzazione come suo erede e la mano della bella figlia Talia nella storia “Daughter of the Demon” (La figlia del demone, Batman n. 232, 1971). Ra’s Al Ghùl, poi descritto immortale nello sviluppo di una lunga saga che vede lui e Talia al centro di una trama complessa, verrà poi rivisitato in una serie di graphic novels, che meritano menzione a parte, dove gli sceneggiatori Mike W. Barre, nuovamente, Dennis O’Neil ne spiegano le origini provocando nel contempo eccezionali colpi di scena nella vita del Batman. Interessante anche l’introduzione di Man-Bat, “Detective Comics n. 400” del 1970, per la sceneggiatura di un altro grande disegnatore, Frank Robbins al quale si deve una delle versioni grafiche del Batman anni 60. Adams dà a Kirk Langstrom, imminente studioso di fauna notturna trasformato da un esperimento fallito in pipistrello umano, aspetti e proporzioni plausibili che ritroveremo anche nella storia “Moon of the wolf” (La luna del lupo, Batman n. 255 del 1974) scritta da Len Wein, più noto per la creazione di “Swamp Thing” a fianco di Bernie Wrightson, classica trama a sfondo Horror con annesso licantropo che sottolinea di nuovo la straordinaria capacità di Adams di rendere reali le trasformazioni anatomiche più improbabili.

La sagoma inconfondibile che si staglia nella notte senza stelle della città di Gotham diventa simbolo di una giustizia inevitabile e, anche se a volte il tratto perfetto del disegnatore regala un Batman troppo “uomo in costume” e quindi per l’osservatore esterno non molto impressionante, la sua apparizione davanti ai malviventi inizia a provocare vere e proprie crisi d’isteria. Ultimo elemento del lavoro di restauro compiuto da Adams sul crociato incappucciato è ridefinire con O’Neil gli avversari classici del personaggio; Half an evil (Batman n.234, 1971) ripropone, per la prima volta dagli anni 50, la figura di Two-Face, lo sfigurato Harvey Dent, combattuto eternamente tra bene e male. Sempre con Denny O’ Neil alla sceneggiatura, la bella prova su Joker’s five-way revenge con il personaggio da sempre considerato la nemesi di Batman, Joker, in questa storia inquadrato nuovamente come killer mentalmente instabile, aspetto di base del character che verrà mantenuto ed evidenziato dai vari sceneggiatori fino ai giorni. nostri. Nei nuovi aspetti attribuiti a Batman, una conoscenza effettiva delle arti marziali, dal judo fino alla boxe occidentale che l’impostazione anatomicamente impeccabile rende ancora più evidente e, legata a trame e contenuti, la capacità di usare il personaggio sia come detective in gialli classici, sia come elemento notturno, con la possibilità di sfruttare le ambientazioni e i fondamenti fantastici del sovrannaturale. Abbandonando il personaggio circa nel 1974, Neal Adams si batte per molti anni contro le condizioni di lavoro offerto dalle majors dell’industria dei comics che privano dei diritti i disegnatori, sfruttando le nuove possibilità aperte dal mercato europeo e impegnandosi nell’Associazione degli Artisti del fumetto. Tra le prime reazioni al negativo stato di cose collegato al lavoro nell’editoria americana, la fondazione con Dick Giordano della “Continuity ” che, già dal 1971, si muove nel campo televisivo, illustrativo e cinematografico, curando copertine e manifesti per la pubblicità. Dal 1980, la “Continuity” entra nel mondo del fumetto editando personaggi come “Ms. Mystic”, “Echoes of Future Past”, “Toyboy”, “Armour” e “Captain Power and the Soldiers of the Future” tratto dalla serie televisiva, ma per Adams il fascino legato al giustiziere di Gotham è ancora vivo tanto che, con il personaggio di “Valeria the She-Bat”, che richiama immediatamente la concezione del Man-Bat, riporta sulla carta le sagome notturne tanto apprezzate in passato e, con la figura sinistra di “Knighthawk”, definisce, come afferma lui stesso, il Batman, della Continuity che cerca di rinnovare nel lettore quell’indimenticabile feeling con la sua versione del cavaliere oscuro, radice ideale di quello che Frank Miller accompagnerà sul viale del tramonto nel suo altrettanto indimenticabile “The Dark Knight Returns”.

BATMAN E L’ERA DI NEAL ADAMS Parte 1/2

Nell’immaginario collettivo Batman ha assunto necessariamente molte fisionomie, da Bob Kane passando per il duo di disegnatori, Mike Manley e Josef Rubistein, il personaggio affronta il lento cambiare delle mode e del tempo fino a diventare figlio, ai giorni nostri, della nuova ondata cyberpunk dalla quale pesca una pesante e fantascientifica corazza. Le cause di ogni variazione: stupire il lettore, rinnovare i contenuti e, soprattutto, evolversi con i tempi. Con il termine della serie TV nel Marzo 1968, il Batman grafico, già profondamente adattato al clima paradossale proposto nelle trame camp da Adam West e Burt Ward, viene reclamato ancora una volta dall’oscurità della notte. Il pubblico comincia a rifiutare i giochi cerebrali dei vari Joker, Riddler e Penguin, sviluppati tra oggetti enormi e scenografie pacchiane che, durante gli anni dello show televisivo, erano stati trasferiti integralmente sulla carta dei comics e, grazie anche alle nuove impostazioni psicologiche del tema supereroistico presentate dalla rivale “Marvel Comics”, pretende una figura più convincente e definita. L’America vive in questi anni le rivolte urbane legate alla lotta per i diritti civili della popolazione di colore, assistendo attonita ai primi scontri a Los Angeles, nel Distretto di Watts, nell’Agosto del 1965, continuando fino al 1967 con dimostrazioni in più di cento città. A Detroit, dove muoiono 43 persone e i danni alle proprietà raggiungono il mezzo miliardo di dollari, gli scontri sono così violenti che solo l’invio di paracadutisti e la Guardia Nazionale riescono a ripristinare l’ordine. Il Presidente Lyndon Baines Johnson presenta il rapporto finale della commissione d’inchiesta proprio nel Marzo 1968, mese in cui si conclude lo show per la ABC TV, imputando le sommosse a “Discriminazione e segregazione razziale nell’ambito delle assunzioni, dell’istruzione e dell’attribuzione degli alloggi”. Una nuova ondata di violenza esplode però nell’Aprile successivo con l’assassinio di Martin Luther King a “Memphis” nel Tennessee. Su tutti i problemi interni della Nazione, aleggia funesta la guerra nel “Vietnam” che alla fine del 1968 ha raggiunto il costo di 30 miliardi all’anno, con 30000 morti e 170000 feriti, dando origine a una crescente opposizione popolare che si manifesta con dimostrazioni contro il conflitto nelle quali gli studenti delle Università hanno un ruolo di primo piano. Inutile dire come in questo clima di violenta mutazione, il lettore americano medio, cerchi anche negli eroi di carta una ben diversa dimensione, un livello più realistico e quindi anche molto meno ottimista di quello proposto nei primi anni ’60. Fin questa ottica che si inserisce il rinnovamento stilistico di Neal Adams, uno dei disegnatori base del ritorno alle tenebre del pipistrello di Gotham City. Nato il 15 Giugno 1941 a New York, Adams si perfeziona alla Manhattan’s School of Industria Arts dove segue idealmente le sue influenze grafiche collegate a grandi nomi del disegno come Joe Kubert, Norman Rockwell, Stan Drake, Russ Heart e, alcuni maghi dell’illustrazione degli anni 50, Alfred Darne e Al Parker. L’artista inizia la sua carriera nel 1959 disegnando per vari titoli della “Archie Comics” e operando su Bat Masterson, una comic strip basata su l’omonima serie TV, che lo porta a contatto con il campo pubblicitario per cui lavorerà, nello studio di Howie Nostrand, creando spot commerciali per clienti come la “Esso”, la “Norelco”, “Tintex”, e molti altri. Ancora da uno show televisivo, la Ben Casey Syndacate Strip che impegnerà Adams dal 20 Settembre 1964 al 31 Luglio 1966, un lavoro che il suo stile unico e il disegno sperimentale, portò al successo in 365 quotidiani, attraversando tutto il Paese e decretando un primo incredibile trionfo del disegnatore. Dopo aver deciso di abbandonare le strisce giornaliere alla conclusione di Ben Casey, Adams arriva alla National Periodica’ Publications, in seguito DC, dove, lavorando sotto la super visione dell’ Editor Murray Boltinoff, continua l’ esperienza col fumetto comico disegnando sulle testate di Bob Hope e Jerry Lewis. Con i primi passi su Strange Adventures e l’allora nuovo character di “Deadman” a fianco di Jack Miller, l’artista continua la sua evoluzione dal fumetto comico fino a collocarsi fermamente, disegnando tra l’altro alcune copertine di Superman per Mort Weisinger e poche storie di guerra curate da Bob Kanigher, nel genere supereroistico a lui più congeniale. Il primo lavoro su Batman è una copertina per il n. 370 di “Detective Comics” nel Dicembre 1967, prologo di una accurata ricostruzione grafica dell’uomo pipistrello che entrerà nella storia del fumetto. “Allora, Batman era trattato come un cartoon” dice lo stesso Adams, rievocando i suoi inizi alla DC, in una intervista del 1983 con Will Eisner (l’autore di Spirit).

“Gli autori stavano creando tranquillamente storie simili a quelle dello Show TV Batman. Cosi iniziai chiedendo all’Editor (Murray Boltinoff) se al posto di una sequenza ambientata di giorno, potevo ambientare la scena di notte. Dissi che si suppone che Batman sia una creatura notturna, avere un ragazzo che gira attorno durante il giorno così equipaggiato, mi sembrerebbe comico. Boltinoff fu d’accordo e, dopo qualche tempo, arrivai al punto di non sentirmi più vicino alle trame di Bob Haney (sceneggiatore) e chiesi all’Editor se potevo fare dei cambiamenti”. Dopo un paio di storie su “World’s Finest”, dove la coppia Superman e Batman interagiva con quella che al tempo era la variopinta folla di comprimari come Jimmy Olsen, Batgirl, Supergirl e Robin, scomodando extraterrestri e gare di abilità nonsense, Neal Adams affronta la prova di “The Brave and the Bold” dove, con le sceneggiature di Bob Haney, che poi criticherà (Haney, certamente più legato come esperienze ai tardi ’40, scrive per un fumetto destinato prettamente agli adolescenti), disegna con successo vari team-up tra “Batman” e altri eroi DC come Deadman, Flash, New Titans, Aquaman e il Sgt. Rock, ridefinendo nel passaggio alcuni vecchi characters come Green Arrow che insieme a Green Lantern, sarà protagonista in seguito, di una saga acclamata dalla critica e, per i difficili temi trattati, uno per tutti: la droga, estremamente adulta.

Roma fumettara – 25 anni in mostra

La Scuola Romana dei Fumetti, in collaborazione con Romics Official, CArt Gallery e Winsor & Newton presenta:

ROMA FUMETTARA” – UNA SCUOLA D’AUTORI – 25 ANNI IN MOSTRA

9 NOVEMBRE 2018 – 6 GENNAIO 2019

PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI – ROMA

INGRESSO GRATUITO

Sale espositive

Domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 20.00.
Venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle ore 22.30.
Lunedì chiuso.
L’ingresso è consentito fino ad un’ora prima della chiusura.

La Scuola Romana dei Fumetti, nata nell’ormai lontano 1993 e fondata da Giancarlo Caracuzzo (Dupuis, Marvel), Paolo Morales (Bonelli, storyboard artist), Massimo Rotundo (Bonelli, Delcourt), Stefano Santarelli (Cartoni RAI, Bonelli) e Massimo Vincenti (Cartoni RAI, Bonelli) ha svolto, negli anni, un importante ruolo, sia nel campo della formazione che in quello della promozione culturale e della produzione editoriale. Nel tempo, al gruppo iniziale, si sono aggiunti molti ex allievi affermatisi nel campo del fumetto, dell’animazione del cinema e dei videogame. Divenuti poi, a loro volta, insegnanti e in alcuni casi, soci della SRF. Si sono così mescolate generazioni, stili e professioni, si sono creati progetti di rilievo: da “I Grandi Miti greci a Fumetti di Luciano De Crescenzo” editi Mondadori/De Agostini, al serial in cartoni animati “Ulisse il mio nome è Nessuno” prodotto da RAI2 e vincitore del premio Kineo/Diamanti al Festival del cinema di Venezia nel 2012.

Ci fa piacere ricordare che presso la Scuola Romana dei Fumetti, attualmente, vengono impartite lezioni per insegnare fumetto americano, comprese la varie tecniche relative a questa tipologia di racconto disegnato, da grandi autori DC Comics quali:

Cristiano Cucina (Jonah Hex e House of Mistery),

Carmine Di Giandomenico (Daredevil, Flash, Batman),

Elena Casagrande (Batgirl Annual #2, Batman Secret Files #1, Catwoman #7, qui sotto in posa con la sua Batwoman per il nostro Batman Silent Book)

e, dulcis in fundo, anche lui amico del nostro blog e altro grande disegnatore Emilio Laiso che ha disegnato una fantastica Oracolo per il Batman Silent Book e colorato la copertina del Batman The Animated Series 20 anni di un mito. Attualmente Emilio lavora per la Marvel: Civil War II, Star Wars.

Batman TAS 20 anni di un mito – colori di Emilio Laiso

Oracolo disegnata da Emilio Laiso per il Batman Silent Book

I corsi sono diretti dall’esperto Stefano Caselli (disegnatore Marvel per le testate Spider-Man e Avengers).

La mostra comprende più di sessanta tra tavole e illustrazioni originali di autori di fumetti e illustratori che celebrano la città di Roma e suoi mille volti. Tecniche, stili e punti di vista diversi sulla città eterna, da parte di disegnatori che insegnano, hanno insegnato o hanno frequentato la Scuola Romana dei Fumetti, che compie quest’anno i venticinque anni di attività.  Troverete dalla silhouette di Batman che si staglia su Castel Sant’Angelo a un inedito Pier Paolo Pasolini a fumetti, dall’incredibile Hulk in versione gladiatore ad Aldo Fabrizi in tricromia. Una rivisitazione in chiave moderna delle antichità della Capitale, di monumenti e personaggi che hanno fatto grande la città di Roma. Un miscuglio di stili e tecniche, sotto il comune denominatore del fumetto realizzato dai “fumettari” romani, quelli che hanno dato vita nel 1993 alla Scuola romana dei Fumetti, da Giancarlo Caracuzzo a Paolo Morales, da Massimo Rotundo a Stefano Santarelli. Quartieri storici, monumenti come la Lupa capitolina, la Bocca della Verità, il Colosseo, la “Barcaccia”, sono stati rivisitati in chiave grottesca, comica, futuristica, fantasy o western.
Compaiono le icone della Hollywood sul Tevere, come Aldo Fabrizi, Federico Fellini, Audrey Hepburn e Anna Magnani, mentre le strade della Capitale diventano l’ambientazione per i supereroi e i personaggi della tradizione dei fumetti.
Non mancano gli omaggi a personalità rappresentative dello spirito romano, dallo sport di Francesco Totti, alla cultura di Renato Nicolini, dall’arte di Scipione, ai fumetti di Stefano Tamburini.

Il tutto a Palazzo delle Esposizioni, via Milano 13, Roma.

Batman: qualche considerazione sugli anni 80…o giù di lì – Parte 2/2

Nella storia del comic book americano, e in quella di Batman, Dark Knight si colloca comunque come un episodio a sé, svincolato dalla cronologia del personaggio; ammesso e non concesso che nel lentissimo fluire del tempo sulle pagine degli albi a fumetti Batman arrivi mai ad avere i (più o meno) sessant’anni del protagonista di Dark Knight, i soggettisti e gli sceneggiatori dell’epoca non dovranno preoccuparsi di trovare coerenze spazio-temporali con il torvo mondo descritto da Frank Miller (tanto torvo, ahimè, da ricordare fin troppo, forse, quello vero in cui viviamo, sia pure osservato attraverso la lente deformante dell’artista). Diciamo pure che Dark Knight può essere catalogata come una di quelle “storie immaginarie” per le quali la DC andava (tristemente) famosa negli anni ’50 e ’60, sia pure a un livello assolutamente inconfrontabile con quelle. Ben diversa è la seconda operazione compiuta da Miller, questa volta su diretta commissione del management DC, e nel bel mezzo di tutta una serie di iniziative tendenti a rinnovare l’immagine della casa editrice e dei suoi personaggi più importanti. Tanto è vero che successivamente lo stesso Miller ha creato ancora Batman: Il cavaliere oscuro colpisce ancora, tra il 2001 e il 2002, e Il Cavaliere Oscuro III: Razza suprema pubblicato tra il 2015 e il 2017. Così se da una parte si dava mandato a John Byrne (altro pezzo da novanta in America, e altro transfuga dalla Marvel) di reinventare le origini di Superman e di ridisegnarne, attualizzandoli, comprimari e luoghi di azione, a Miller veniva affidato il compito di ripresentare le origini di Batman. Cosa che il nostro accettava di fare, ma questa volta solo come soggettista e sceneggiatore. La resa grafica sarebbe stata invece opera di David Mazzucchelli, ricomponendo così la stessa coppia che pochi anni prima aveva lavorato, e con grande successo, sul “nuovo” Devil della Marvel. Il risultato fu “Batman Year One”, un capolavoro assoluto, anche se, presentato com’è stato negli inserti di “Corto Maltese”, si può far fatica a riconoscerlo come tale). “Batman Year One” è stato inizialmente pubblicato come “miniserie all’interno della serie regolare” nei numeri 404-407 della testata “Batman”, e poi ripubblicato in un ottimo volumetto rilegato di 96 pagine. E’ la storia riraccontata delle origini di Batman e del suo incontro con due personaggi destinati ad avere un ruolo importante nella sua saga, il commissario Gordon e Selina Kyle (Catwoman).

La storia si svolge fra i 14 gennaio e il 3 dicembre di un anno imprecisato e prende avvio dall’arrivo di un giovane tenente Gordon a Gotham City, lo stesso giorno in cui torna in città il venticinquenne Bruce Wayne dopo dodici anni passati all’estero. Le prime parole della storia, “pensate” da Gordon nella prima vignetta, sono indicative: “Gotham City. Forse è tutto quello che mi merito. Forse è il mio periodo di ferma all’inferno”. Nella sua estrema sintesi, la premessa è assolutamente chiara: le novantacinque pagine che seguono ci proiettano in qualcosa che, in termini giallisti, sta a metà strada fra il noir alla francese e l’hard boiled tipicamente americano, pur nell’assoluto rispetto del canone batmaniano (con i genitori assassinati davanti agli occhi del piccolo Bruce, il pipistrello che entra dalla finestra a ispiragli il nome…). Ma quello che colpisce è l’atmosfera del racconto, con il suo taglio assolutamente cinematografico; così come colpiscono il suo verismo e la sua violenza, questa però mai gratuita o quanto meno non più gratuita di quella che siamo abituati a vedere nei (buoni polizieschi hollywoodiani degli anni Quaranta. Verismo e violenza attraversano diagonalmente tutta la storia (mentre l’aspetto supereroistico, pur essendo ben presente, è quasi incidentale) e la rendono memorabile, così come il tratteggio e la definizione dei personaggi, Gordon su tutti.

Un Gordon che difficilmente, prima che qui, qualcuno avrebbe potuto immaginare in mutande o alle prese con una relazione extraconiugale nel mo-mento in cui sua moglie si appresta a dare alla luce Barbara! Ma di nuovo, non è mia intenzione raccontare quello che accade nelle pagine di questa storia, per non diminuire il piacere di chi ancora non ha avuto occasione di leggerla. Con “Batman-Year One” Miller (ottimamente “spalleggiato” da Mazzucchelli) ha consegnato alla DC un personaggio totalmente rivitalizzato, al di là di quanto aveva già fatto con Dark Knight. Se quest’ultimo era una escursione nel fantastico (una “storia immaginaria”, appunto), “Batman-Year One” è Batman. Sul personaggio di Batman si può lavorare e bene. Come, in effetti, è accaduto dal 1986 in avanti, con lusinghieri risultati commerciali e anche – sia pure fra alti e bassi, come è inevitabile – artistici. Il “trucco” visto a posteriori, era facile: per riavere un grosso personaggio bastava ricordare com’era il personaggio quando era veramente grande, alle sue origini, e riproporlo identico, sia pure aggiornandolo al “linguaggio” degli anni Ottanta. Ma bisognava pensarci, e nessuno prima di Miller ci aveva pensato prima. Per cui, tanto di cappello. Ora che Batman è di nuovo “in”, ora che imperversa la “batmania” grazie all’imminente anniversario per i suoi meravigliosi 80 anni e a tutti i film finora usciti al cinema, è più facile produrre buone e talvolta ottime storie, per cui chi avrà voglia di andare a riscoprire il personaggio sugli albi americani (sempre nell’attesa di buone edizioni e di buone traduzioni italiane) avrà solo l’imbarazzo della scelta. D’altra parte, quando il personaggio ha successo, e vende, è tipico dell’industria fumettara americana che siano molti i buoni autori disponibili o desiderosi di cimentarsi. Così abbiamo avuto Moore e Bolland che ci hanno proposto un allucinante “Killing Joke” (un altro “fuori serie” alla Dark Knight, anche se totalmente diverso da quello per stile, taglio e ambientazione) o Barr e Bingham che hanno ridato linfa vitale al vecchio avversario Ra’s al Ghul dell’epoca di Neal Adams in “Son of the Demon”.

Ma anche le serie mensili, dove abbiamo già visto un “Batman-Year Two”, sono generalmente godibili, anche se devono fare i conti col vecchio Comics Code (il codice di autocensura della industria del fumetto negli Usa), e affidate a buoni professionisti della scuderia DC oltre che, occasionalmente, a esterni di rango, per esempio Max Allan Collins (noto giallista e autore oltre che di True Detective anche di un fumetto poliziesco, “Ms. Tree”, che sicuramente meriterebbe un’edizione italiana) o lo stesso Sam Hamm, che ha steso la sceneggiatura del primo film di Tim Burton che all’epoca ha polverizzando ogni record di incasso.

XXIV Edizione di Romics Batman protagonista tramite la matita del disegnatore Chris Warner

Disegnatori, fumetterie, ospiti prestigiosi, mostre e conferenze per la XXIV edizione di “Romics” che si è sviluppata, come al solito all’interno dei padiglioni 5, 6, 7, 8 e 9 della Nuova Fiera di Roma da giovedì 4 a domenica 7 Ottobre 2018. Sotto il controllo e il coordinamento del bravissimo direttore artistico Sabrina Perucca, si sono susseguite mostre-mercato, conferenze, incontri, esibizioni di disegnatori live, corsi di fumetto, mostre di tavole originali e laboratori gratuiti, senza dimenticare youtubers, gare cosplay e l’immancabile ed importante conferimento del Romics d’Oro. Il parco disegnatori come ogni anno ha compreso professionisti e i giovani autori che hanno contaminato la manifestazione con le loro nuove visioni contemporanee e ricche di nuova energia.

Come ogni edizione è stato possibile vedere diverse statue esposte nei vari stand, di cui alcune in vendita, tra i negozi ed altre realizzate come decorazioni per i padiglioni, tra cui spiccano due stand-up raffiguranti Batman e Wonder Woman. Diverse statue in resina erano esposte nei negozi più importanti, oltre ad una notevole collezione di prodotti DC Comics che hanno infestato i tanti stand della fiera.

Particolare attenzione c’è stata anche per le aree Games, giochi di ruolo e gioco da tavolo. Importante, come sempre, è stata anche la presenza della Scuola Internazionale di Comics e la Scuola Romana dei Fumetti e con i propri disegnatori.

Tra tutte queste attività svolte, abbiamo avuto la fortuna di poter incontrare anche il disegnatore di Batman: Chris Warner, sceneggiatore, disegnatore, editor, ed una delle figure più importanti del fumetto made in USA degli ultimi trent’anni. Nella sua lunga carriera ha collaborato anche con Marvel, DC Comics e WildStorm, con le testate Batman e Moon Knight, ma non solo. Suo è anche il concept i Alien Vs. Predator, nato durante un meeting con il fondatore di Dark Horse, Mike Richardson. Qui sotto vediamo l’artista all’opera sul Wall Artisti di Romics mentre disegna Predator per la fiera.

CHRIS WARNER DISEGNA BATMAN E SALUTA I LETTORI DI BATMAN CRIME SOLVER IN UN VIDEO MESSAGGIO

Baman Glenat Autografato Chris Warner

Batman v Predator copertina di Chris Warner autografata

La Nuova Fiera di Roma che ospita ormai da ventiquattro edizioni Romics, ha confermato nel tempo di essere divenuta un luogo dove incontrarsi, divertirsi, sviluppare nuove idee e progettualità, un luogo di cultura e formazione, legato alla comunicazione per immagini. Grazie all’impegno collettivo di tante diverse figure del mondo della cultura della nona arte, anche in questa edizione, è stato possibile realizzare un festival di alto profilo culturale, capace di regalare grandi momenti di divertimento per grandi e piccoli e di approfondimento per tutti gli appassionati.

Titans sbarca prossimamente su Netflix Italia

Robin lascia Batman e forma una squadra tutta sua: è online il trailer sottotitolato di ‘Titans’, che in Italia potremo vedere prossimamente su Netflix

Robin non lavora più accanto a Batman: ha messo insieme un gruppo di supereroi giovani e prova a fare la differenza seguendo la strada sua e non quella tracciata dal Cavaliere Oscuro. In breve questa è Titans la serie televisiva statunitense ideata da Akiva Goldsman, Geoff Johns e Greg Berlanti, basata sul fumetto della DC Comics, Giovani Titani ideati, in versione fumetto, da Bob Haney e Bruno Premiani.
La prima stagione è composta da 12 episodi di 43 minunti ciascuno e verrà pubblicata sul servizio di streaming on demand DC Universe dal 12 ottobre 2018 e sul servizio on line Netflix prossimamente anche in Italia.

Geoff Johns qui in posa per Batman Crime Comics a Lucca Comics

 

Protagonisti dello show sono Brenton Thwaites (Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar) nei panni di Dick Grayson / Robin, Teagan Croft (Home and Away) nei panni di Raven, Anna Diop (24: Legacy) nei panni di Koriand’r / Starfire, Alan Ritchson (Teenage Mutant Ninja Turtles), Minka Kelly (Friday Night Lights) come Hawk e Dove.

In attesa di capire la data di lancio, di seguito potente intanto trovare il nuovo trailer sottotitolato in italiano di Titans, che anticipano le atmosfere sorprendentemente dark e mature e che oltre a rivelare sprazzi di violenza grafica, mettono ampiamente le cose in chiaro giocandosi anche un ‘Fuck Batman!‘, inedito in questo tipo di prodotti.

IL POSTER DELLA SERIE

SINOSSI

Titans segue le vicende di Robin, emerso dall’oscurità di Gotham City per guidare un nuovo gruppo di eroi: Starfire (Diop) e Raven (Croft). La neonata squadra fa fronte comune contro i propri demoni personali e per salvare il pianeta dal male. I giovani supereroi scoprono di essere imperfetti da soli, ma di diventare Titans quando tutti insieme.

 

Batman: qualche considerazione sugli anni 80…o giù di lì – Parte 1/2

A metà degli anni 80, il panorama del comic book americano era caratterizzato da una situazione assolutamente consolidata, per non dire stagnante. Tre “protagonisti” si muovevano sul mercato, ognuno con un proprio ruolo preciso e definito e – in apparenza – destinato a non subire modificazioni significative. A un estremo si aveva la Marvel, la casa editrice di fumetti più potente del mondo, che sfornava mensilmente tonnellate di albi di supereroi che le garantivano il primato delle vendite in entrambi i canali distributivi dei comic books: quello tradizionale dei newss-tand (che dovrebbe essere – ma non è – l’equivalente delle nostre edicole) frequentato soprattutto dai lettori più giovani, ovvero dai loro genitori disposti a portare a casa, magari occasionalmente, qualche fumetto, e quello dei “negozi specializzati”, ormai diffusissimi in tutti gli Stati Uniti (che hanno rappresentato la salvezza dell’intera industria del comic book), dove gli appassionati e i collezionisti comprano regolarmente i loro albi. All’estremo opposto si trovano i cosiddetti “indipendenti”, piccole case editrici come First, Eclipse, Comico, Blackthorne, Dark Horse, Reivegade, Kitchen Sink, Gladstone e decine di altre, che lavorando esclusivamente attraverso reti di negozi specializzati cercavano (e non sempre trovavano o riuscivano a conservare) il loro piccolo spazio per proporre personaggi spesso diversi dal tradizionale supereroe, spesso nettamente migliori sia nella sostanza che nella forma, ma comunque condannati a restare circoscritti in un ambito limitato anche a causa di prezzi di copertina doppi o più che doppi rispetto al prodotto Marvel e DC. La stragrande maggioranza della produzione indipendente è tuttora inedita in Italia e questo è un grosso peccato, perché in mezzo a tante cose tutto sommato inutili si nascondono autentiche perle finora ignorate dalla nostra editoria, e che rischiano di essere negate per sempre agli appassionati di casa nostra… Tra i due estremi appena accennati si collocava la DC (Detective Comics, dalla testata che da sempre aveva ospitato le avventure di Batman), nota anche come National. Un tempo indiscussa regina del mondo dei fumetti americani, la DC che, non va dimenticato, aveva inventato nell’immediato anteguerra il genere “supereroi” con personaggi del calibro di Superman, Batman e Flash (per non citare che i tre che anche in Italia hanno avuto un larghissimo successo di pubblico) e che per decenni aveva guardato dall’alto (delle vendite) in basso tutte le sue concorrenti, ormai da molti anni si dibatteva in una crisi che pareva senza fondo e senza sbocco. Una crisi chiaramente determinata da mancanza di idee nuove, di creatività. Una crisi originata dall’errore di pensare che la infinita reiterazione di una formula di successo potesse infinitamente garantire vendite e profitti. Una crisi esplosa verso la metà degli anni Settanta, quando qualcuno si era accorto probabilmente con stupore, che la “piccola” Marvel dei “supereroi con super problemi” aveva effettuato il sorpasso anche nelle vendite, dopo aver effettuato quello nell’apprezzamento dei critici e degli appassionati. Una crisi, infine, fatta pagare per intero al solo Carmine Infantino, a quel tempo Grande Capo della DC dopo che per anni ne era stato uno dei migliori disegnatori (suoi un Flash e un Batman fra i migliori, suo quell’Adam Strange, non molto conosciuto in Italia, ma per il quale Infantino sarà sempre ricordato nella storia del comic book americano). Ma sostituire un Grande Capo con un altro – anzi un’altra, visto che per rilanciare la DC la scelta cadde su una donna, Jeneue Khan – non è, di per sé, garanzia di successo, o, quanto meno, di inversione di trend. E infatti la crisi continuò per molti anni, con la Marvel che si staccava sempre più sia come vendite che come gradimento, e con gli indipendenti che, a loro volta, sottraevano dollari e prestigio al vecchio gigante stanco. Ma, a ulteriore conferma, ove fosse necessario, che la soluzione a crisi di questo genere può venire solo dalla creatività di veri artisti, nella seconda metà degli anni Ottanta, e sempre sotto la guida di Jenette Khan e di Dick Giordano (altro grande disegnatore della DC passato dal cavalletto alla scrivania), si è assistito a una inversione di tendenza che, in termini di qualità del prodotto offerto, ha permesso alla DC di riprendere il sopravvento sulla Marvel e che, in termini di vendite, ha riportato i due giganti a competere su un piano di quasi assoluta parità. Quello che è successo è che, molto semplicemente, alcuni grandi talenti creativi americani hanno cominciato a non sentirsi più a proprio agio nell’universo Marvel (o forse nella redazione Marvel, guidata con piglio forse troppo dittatoriale da Jim Shooter), e le porte della DC si spalancano, ma non solo offrendo la possibilità di lavorare sui character tradizionali, bensì lasciando spazio alla sperimentazione e all’innovazione. E’ in questo modo che Frank Miller, che si è fatto un nome reinventando e rilanciando Devil alla Marvel, approda alla DC, che gli consente di realizzare un progetto ambizioso e decisamente “difficile” come Ronin (che “Corto Maltese” ha presentato in Italia a puntate… semestrali). E Miller la ripaga inventando quel “Batman: The Dark Knight Returns” che, praticamente da solo, risveglia la “bella addormentata” DC risvegliando un personaggio, Batman, che a sua volta aveva dormito il sonno della mediocrità per più di dieci anni.

Anche Dark Knight è stato presentato in Italia da “Corto Maltese” (per altro nella solita maniera piuttosto censurabile), ed è quindi inutile soffermarsi sulla sua storia, certamente nota ai più che leggono queste note, e da non rivelarsi nel dettaglio a chi ancora non l’ha letta (cosa che consiglio caldamente di fare, magari attendendo la doverosa pubblicazione in volume e sperando che non occorrano anni [il volume è uscito nel 1993, n. ci. r.]). Ironicamente, il Batman di Miller è un Batman vecchio e stanco, che da anni ha riposto maschera e cappa. Così come vecchio e stanco lo vede probabilmente Miller, autore poco più che trentenne e scarsamente incline a rispettare miti e canoni. L’operazione che Miller inizia a compiere con questo suo primo lavoro sul personaggio è, fondamentalmente, molto semplice: l’autore scruta nel profondo del personaggio e, acutamente, ne rivede le origini; rivede l’uomo solitario, il personaggio della notte, la nemesi dei criminali. E rivede l’uomo senza superpoteri, quindi vulnerabile. E, soprattutto, l’uomo ossessionato. Con un colpo di spugna Miller cancella anni di frivolezza, di ironia, di codice di autodisciplina, e scaraventa Batman in una Gotham City violenta, molto più violenta e fatiscente di quanto non sia mai stata. Ripropone, sia pure nel suo personalissimo stile al limite della sgradevolezza, il Batman che generazioni di lettori non avevano mai visto. Un Batman pronto a colpire e a uccidere, a massacrare nel nome dell’unica legge che conosce e riconosce: la propria. E un Batman i cui avversari non sono più i “quasi simpatici” arcicriminali destinati a essere sconfitti e imprigionati solo per poi ritornare, immutati e immutabili, a distanza di qualche numero. No, i nuovi avversari sono, nel mondo di Miller, – psicopatici assatanati, corrotti e corruttori, sadici, feccia. In altre parole, personaggi reali, o almeno realistici, sia pure magnificati (nel senso etimologico della parola) nella finzione artistica. Il risultato di questa operazione? Un trionfo. Un trionfo di vendite, con un titolo DC che dopo anni di mediocrità torna in vetta alla hit parade dei fumetti statunitensi; ma soprattutto un trionfo di critica e di costume, con i mass media che dedicano articoli e copertine, spazi in radio e in TV al nuovo “fenomeno” Batman. Con le inevitabili diatribe fra i pro e i contro, questi ultimi impressionati dalla violenza e dal pessimismo che trasudano dalle pagine di “Dark Knight”. Ma di questo parleremo la prossima volta. Non mancate!

Corto Maltese n. 69 del giugno 1989 (Rizzoli Editore)