Batman: alcuni Elseworlds

“Elseworlds” è una collana di albi Prestige (48-64 pagine con carta bianca patinata) lanciata dalla DC nel 1989 senza una periodicità fissa (2-3 uscite all’anno) e con Batman protagonista assoluto. In tutte queste storie però l’uomo pipistrello agisce in realtà e tempi diversi da quelli che troviamo generalmente nelle sue collane regolari. Accade così di trovarlo alla fine del secolo scorso, in piena epoca vittoriana, nel West durante la guerra civile o addirittura nel lontano anno 3000. Talvolta anche se la scena è ambientata a Gotham City e con personaggi molto conosciuti (il commissario Gordon, il Joker, ecc.), particolari più o meno evidenti rivelano che ci troviamo in una dimensione alternativa rispetto a quella presente normalmente nelle testate regolari del giustiziere di Gotham. In effetti, con questa operazione, la DC ha voluto recuperare in parte le storie immaginarie degli anni ’50 e in parte la possibilità di spaziare in una miriade di mondi e dimensioni diverse, caratteristica propria dell’era pre-Crisis, dove esistevano, per fare un esempio, un Batman giovane e ancora scapolo e un Batman più vecchio sposato con Catwoman (il primo agiva su Terra-1, il secondo su Terra-2). Gli Elseworlds sono perciò staccati dalla normale continuity dell’universo DC e, pur non essendo dei capolavori, ridonano una certa freschezza a un personaggio che ha pur sempre quasi ottanta anni di storia fumettistica alle spalle (il 30 marzo 2019 i festeggiamenti). Il loro crescente successo commerciale ha permesso poi di intensificare le uscite dando spazio anche ad altri eroi come Superman o la Justice Society of America, il supergruppo degli anni ’40. Inoltre tutti gli “Annual” (albi doppi delle collane di maggior successo) sono stati dei veri e propri Elseworlds e propongono i vari eroi della DC in situazioni a volte anche abbastanza curiose (es. Lobo in versione agente 007). Vediamo in dettaglio gli autori ed il contenuto di alcuni vari albi dedicati a Batman dal 1989, con l’eccezione degli annual.

Il primo volumetto, uscito nel 1989, si intitola “Gotham by Gaslight” (lett. Gotham alla luce delle lampade a gas di cui a Napoli Comicon abbiamo visto l’adattamento animato). E’ scritto da Brian Augustyn (autore poco noto da noi) e disegnato da Mike Mignola (conosciuto anche in Italia per la trasposizione a fumetti del Dracula di Coppola), con inchiostri di P. Craig Russel. La storia è ambientata a Gotham nel 1889 (un secolo prima dell’uscita dell’albo!), mentre Bruce Wayne, dopo 5 anni trascorsi a studiare in Europa (fra l’altro anche col dottor Freud), torna a casa e comincia le sue notti come giustiziere spietato e temuto da tutta la criminalità che imperversa nella città. Il primo antagonista che si trova a fronteggiare è nientemeno che Jack lo Squartatore appena arrivato anche lui nel nuovo continente per continuare la brutale serie di omicidi iniziata a Londra. La lotta non è facile per Batman che viene ritenuto il responsabile di questi delitti a causa della paura che infonde anche negli onesti cittadini quando vaga per la città col suo nero costume. Inoltre Bruce Wayne, il suo alter ego, incastrato con un pugnale e un guanto insanguinato dallo stesso Jack, viene arrestato e condannato alla pena capitale. Solo le sue grandi doti investigative gli permettono di scoprire la vera identità dello Squartatore: un vecchio amico della sua famiglia che, innamoratosi perdutamente di sua madre e da lei rifiutato, l’aveva fatta uccidere da un sicario insieme al marito davanti agli occhi del piccolo Bruce. Nello scontro finale tra Batman e Jack quest’ultimo viene ucciso da un colpo sparato dall’ispettore Gordon (non poteva mancare!) e la vendetta di Bruce è così completata. In definitiva questa storia non aggiunge nulla al mito del pipistrello ed anche i dialoghi risultano un pò troppo superficiali ed evitano l’approfondimento psicologico dei due personaggi principali. Il risultato finale è però salvato dagli ottimi disegni di Mignola che, soprattutto in alcune tavole di pura azione, raggiunge davvero ottimi effetti.

Il seguito di questa storia esce nel 1991 e si intitola “Master of the future“. La sceneggiatura ed i dialoghi sono sempre opera di Brian Augustyn mentre ai disegni stavolta troviamo Eduardo Barreto. Sono passati tre anni dalla morte di Jack e Batman, insicuro del modo violento con cui combatte i criminali, si è ritirato dalla scena. A farlo ritornare sui suoi passi pensa il “Signore del Futuro” (trad. lett. di Master of the Future). Costui è un personaggio chiaramente ripreso dal romanzo di Giulio Verne “Il padrone del mondo”, a cui sostanzialmente è ispirata gran parte di questa storia. Bruce Wayne, spinto anche dalla fidanzata Julie Madison che invoca il ritorno del giustiziere di Gotham, non può più esitare; quando scade l’ultimatum lanciato dal signore del Futuro, Gotham comincia a bruciare sotto il micidiale fuoco delle lenti ottiche che si trovano a bordo della sua “macchina volante” e solo l’intervento di Batman porta alla distruzione di questi infernali ordigni e alla morte di colui che li aveva inventati (e che si scoprirà poi aver agito per i biechi interessi di un consigliere comunale). Anche questa storia, come la precedente è senz’altro piacevole, ma non suggerisce mai picchi particolari. In più il disegnatore Barreto, pur col suo discreto tratto tradizionale, non arriva all’intensità delle tavole di Mignola nel precedente “Gotham by Gaslight”. Tra i personaggi di contorno, oltre ad Alfred e a Gordon, si segnala la già citata Julie Madison che, nel lontano 1939 fu la prima donna a comparire a fianco di Bruce Wayne!

Dal punto di vista cronologico “Holy Terror” (lett. Terrore Sacro) è il secondo volumetto uscito nella collana “Elseworlds”. Questo racconto, scritto da Alan Brennert e disegnato da Norm Breyfogle, è ambientato chiaramente in una Gotham di una dimensione alternativa: qui tutto il mondo è sotto il dominio della Chiesa, che rifacendosi agli ideali dello statista inglese del ‘600 Oliver Cromwell, governa tutto il pianeta. In realtà il Consiglio Privato (massima espressione del potere) è ben lontano dagli ideali a cui si ispira e tiranneggia e uccide chi gli si oppone e i diversi come gli omosessuali e le prostitute. In questo mondo violento e fascista si muove Bruce Wayne che, dopo essersi consacrato alla vita sacerdotale, scopre che i suoi genitori furono assassinati proprio per ordine della chiesa, in quanto segretamente promotori della ribellione in atto contro di essa. Così, mentre di giorno continua la sua vita di sacerdote in linea con i dettami tradizionali, di notte Bruce indossa un demoniaco costume e va alla ricerca degli assassini dei suoi genitori. Alla fine si ritrova faccia a faccia col malvagio dottor Erdel che nel suo laboratorio si diverte a fare esperimenti su esseri umani dotati di poteri particolari per poter creare scientificamente altri super uomini. Con l’aiuto di questi sfortunati Batman sconfigge il criminale che viene ucciso da una pallottola rimbalzata sul corpo invulnerabile di un super uomo da lui assassinato e Batman finalmente capisce che lo Stato nella sua totalità è responsabile della morte dei suoi genitori e di tanti altri. Decide così di continuare la sua lotta cercando di essere di giorno un prete il più possibile fedele agli insegnamenti divini, di notte uno spietato giustiziere che combatte un regime che ha da tempo perso le sue origini religiose. Questa storia è sicuramente più interessante delle due già esaminate; riesce infatti a dare un’ottima descrizione dell’oppressivo ambiente in cui vive il Batman-sacerdote e che ricorda da vicino tanti governi e situazioni presenti nel nostro secolo (e non solo a livello di vere e proprie dittature come quella nazista). Inoltre sono presentati molti super eroi dell’universo DC (Flash, Superman e altri meno noti, sia degli anni ’40 che dell’epoca moderna) rispettando in pieno le loro caratteristiche fisiche e psicologiche. Il tutto supportato dagli ottimi disegni di Breyfogle già illustratore regolare di Detective Comics.

Red Rain” (lett. Pioggia Rossa), è il quarto titolo della serie uscito nel 1991 per i testi di Doug Moench, disegni di Kelley Jones (che ritroveremo nel ciclo: Knightfall) e chine di Malcom Jones III. In queste pagine ci viene presentato lo scontro tra le due creature della notte più famose: Batman, l’uomo pipistrello, e Dracula, il signore dei vampiri. Tutto questo avviene in una Gotham abbastanza diversa da quella che conosciamo in un’epoca leggermente arretrata rispetto ai giorni nostri. Dracula si propone di schiavizzare tutta la città vampirizzando la sua popolazione; la sua opera comincia dai bassifondi della metropoli dove uccide, insieme ai suoi seguaci, i barboni e le prostitute lasciati poi con la gola tagliata perchè non siano evidenti i segni sul collo propri del morso di un non morto. Batman stavolta è aiutato da Tanya, una vampiressa che insieme ad alcuni suoi “colleghi” si è ribellata a Dracula rifiutandosi di continuare a bere il sangue degli uomini. E’ grazie al suo sacrificio che Batman ottiene una prima vittoria con la distruzione di gran parte dei seguaci del principe della notte, operazione che gli costa anche la distruzione del suo palazzo e della caverna che esisteva sotto di esso; inoltre è quasi del tutto compiuta la trasformazione dello stesso Batman in un vampiro, in seguito alle ripetute visite notturne di Tanya che, bevendo lentamente il suo sangue, lo aveva in un certo senso preparato alla sua nuova vita. Così quando l’uomo pipistrello (in questo caso provvisto di vere ali!) affronta e uccide Dracula, che nel frattempo aveva rapito e torturato il commissario Gordon, la trasformazione finale viene completata: Batman cade morto al suolo per poi “risvegliarsi” a nuova vita nel luogo segreto dove il fedele Alfred lo ha premurosamente portato, pronto a riprendere la sua veste di giustiziere notturno di Gotham (con due bei denti canini in più, però!). La sceneggiatura di Moech (scrittore regolare della collana “Batman”) descrive abbastanza bene lo svolgersi della storia, aiutato enormemente dai disegni di Kelley Jones. Questo giovane disegnatore, emerso prepotentemente negli ultimi anni riesce a dare il meglio di se nelle atmosfere “horror” in cui Red Rain è immerso e ci mostra Batman veramente “dark” con orecchie lunghissime e un incredibile mantello dalle mille pieghe che, spesso, sembra animarsi di vita propria. Lo stesso team di Red Rain sta ultimando il suo seguito (uscita prevista negli USA: Dicembre ’94), intitolato “Bloodstorm” dove il Batman-Vampiro lotterà contro il Joker, aiutato da Catwoman (che, grazie alla testata a lei dedicata, sta acquisendo sempre più importanza).

The blue, the grey and the bat” (lett. il blu, il grigio e il pipistrello) è il quinto titolo della serie degli “Elseworlds”. E’ stato pubblicato nel 1992 ad opera di Elliot S. Maggin ed Alan Weiss per i testi, lo stesso Weiss per i disegni e Josè Garcia Lopez per le chine. Come rileva il titolo (il blu e il grigio erano colori uniformi dei nordisti e dei sudisti), siamo in piena guerra civile e precisamente nel 1863. Stavolta Bruce Wayne è un tenente colonnello incaricato di un’importante missione dal presidente Lincoln: deve infatti recuperare l’oro misteriosamente trafugato in Nevada e importantissimo per far pendere l’ esito finale della guerra dalla parte dei nordisti. In questo incarico Batman, in sella a un nero cavallo e con un costume adeguato ai tempi, è aiutato da vari personaggi: l’indiano Redbird, il Robin del secolo scorso (Redbird significa letteralmente Uccello Rosso e richiama evidentemente alla memoria il Pettirosso, (traduzione italiana di Robin); l’agente H, cioè il famoso pistolero Wild Bill Hickock; il giornalista Sam Clemens, pseudonimo del celbre scrittore americano Mark Twayn; Kit Carson che risulta decisivo per il buon fine della missione aiutando Batman a sconfiggere, col suo reparto di cavalleria, i soldati messicani il cui governo era responsabile della scomparsa dell’oro. In sostanza questa storia è abbastanza mediocre (Elliot S. Maggin, pur avendo scritto tante storie per la DC negli anni ’70, non si è mai distinto particolarmente), ed anche i disegni, pur non essendo brutti, non alzano il valore complessivo di questo prodotto che resta abbastanza basso.

Nel 1992 è stato pubblicato anche “Robin 3000” (in due volumetti), per i testi di Byron Preiss e Steven Ringgenberg e i disegni di P. Craig Russel. Siamo nell’anno 3000 e il protagonista della storia è Robin e non il Batman (Bruce Wayne XX per la precisione) di questo secolo. Quest’ultimo infatti viene ucciso dai malvagi Skulp, una razza aliena che si è impadronita con l’inganno della terra. In effetti, dopo avervi introdotto segretamente un mortale virus, essi hanno ottenuto il controllo del pianeta in cambio della guarigione dei suoi abitanti. Della diffusione del virus hanno poi incolpato un antenato degli attuali Wayne che sono perciò ancora,in disgrazia davanti ai loro simili. Batman per tanti anni ha portato avanti la lotta contro gli alieni cercando di svelarne il doppio gioco e, sapendo di non avere ormai più scampo, perché ne è stata rivelata l’identità segreta, affida al nipote Tom il compito di continuare la sua battaglia. Dopo un anno di prigione Tom riesce a fuggire su un altro pianeta con un amico e, dopo molte altre vicissitudini (che gli costano anche una mano sostituita con un’appendice cibernetica), riesce a salire sull’astronave di Dregon, il capo del servizio segreto alieno. Costui stava girando i pianeti ancora neutrali con un robot identico a Tom con il compito di convincere appunto i neutrali a unirsi alla causa degli Skulp. Tom e i suoi amici lo sconfiggono e, a bordo della loro navicella si dirigono verso il pianeta Rigel per continuare la lotta. Nel frattempo Tom è raggiunto da un Robin Androide progettato dallo stesso Batman per passare ufficialmente sul nipote il manto di Robin e il compito di continuare la sua battaglia. Così avviene e la storia finisce qui…. Robin 3000 non è senz’altro una grande opera; per di più lascia un pò con l’amaro in bocca il finale che rimanda ad un’eventuale prosecuzione che, per ora, non si è ancora vista. Come al solito i disegni (in questo caso del bravo Russel) alzano un pò la qualità del prodotto finale, che però non si eleva sopra la semplice sufficienza.

Il primo titolo uscito nel 1993 è “Batman/Houdini: the Devil’s Workshop” (lett. la bottega del Diavolo), scritto da Howard Chaykin e John Francis Moore e “illustrato”, nel vero senso della parola, da Mark Chiarello. Siamo a Gotham nel 1907 e stavolta Batman deve risolvere il caso della sparizione di molti bambini di uno dei più squallidi quartieri della città: the Devil’s Workshop. In questa vicenda è aiutato da Harry Houdini, il famoso mago illusionista (realmente esistito), in città per una serie di spettacoli. Harry frequenta anche Bruce Wayne e, ben presto, ne scopre la duplice identità: tra i due nasce l’amicizia e insieme riescono a individuare ed eliminare l’esecutore materiale dei rapimenti (il Joker 1907); in seguito scoprono i due mandanti (due vampiri, tanto per cambiare) che hanno rapito anche la fotografa Vicky, loro amica. Naturalmente la lotta finale vede uscire vincitori i nostri eroi dopo un breve scontro coi due vampiri nella metropolitana della città e il racconto si conclude sulle memorie di Houdini che, anni dopo ricorda ancora con piacere quella bella avventura vissuta insieme al “Senatore” Wayne. Questo “Elseworlds” non propone una storia particolarmente originale, ma si fa apprezzare nei dialoghi che vivono sulle battute verbali che si scambiano continuamente i due protagonisti che, pur stimandosi a vicenda, non perdono occasione per punzecchiarsi giocando sui difetti l’uno dell’altro (e in questo ricordano molto le “baruffe” fra Tex e Carson nel famoso albo bonelliano). Tutto ciò ben supportato dagli “acquarelli” di Mark Chiarello particolarmente adatti a dare un sapore “old” a questa avventura.

Nel 1993 è uscito anche “Batman: Dark Joker the Wild” opera della coppia Moench-Jones già vista su Red Rain. (trad. lett.: Batman: il Malvagio Joker-la Foresta). Questa storia è, probabilmente quella che si discosta di più dalla “mitologia” presente nelle collane regolari (pur conservando sempre alcuni punti fissi). Qui Batman, frutto dell’unione dei due maghi Majister e Lilandra (finalmente non i soliti Thomas e Martha!), sembra più un animale demoniaco che un uomo. E’ stato concepito per combattere il malvagio “Dark Joker”, uno stregone pluricentenario capace delle più orribili nefandezze. Proprio alla sua nascita però il Joker interrompe il rito magico necessario per dare i pieni poteri al piccolo che cerca di uccidere dopo aver assassinato i suoi genitori; non ci riesce però e il neonato fugge, volando, nella foresta (the Wild), ambiente dove si svolge tutta l’azione. Dopo venti anni l’animalesco Batman incontra la sorella Saressa che, sacrificando la propria vita, conclude il rito non portato a termine dai suoi genitori e dona così al fratello i poteri necessari per affrontare il malvagio stregone. Così grazie anche alla fiducia concessagli dagli abitanti della “foresta”, guidati da “Jaymes” (Gordon), Batman affronta il “Dark Joker” e, neanche a dirlo, lo sconfigge uccidendolo tornandosene poi a vi-vere da solo con la promessa però di tornare ín aiuto degli uomini se necessario. Come abbiamo visto in questo racconto ci sono delle novità nelle origini di Batman (discende da due maghi e ha una sorella) e nell’ambientazione di sapore medievale. Ancora una volta il punto forte dell’albo sono i disegni, opera di Kelley Jones che ripete la bella prova offerta in Red Rain (particolarmente riuscite alcune tavole davvero agghiaccianti), e che si conferma come una delle più belle realtà degli ultimi anni nel campo degli illustratori di comics. Gli ultimi due “Elseworlds” che esaminiamo sembrano iniziare una nuova tendenza nell’interno di questa collana: quella di mescolare e fondere le origini dei più importanti eroi della DC.

Il primo si intitola “Speeding Bullet” (lett. pallottola che sfreccia): è uscito nel 1993 per opera di J.M. DeMatteis ai testi ed Eduardo Barreto ai disegni. Qui sono fuse insieme le origini di Superman e di Batman. Infatti il razzo che porta sulla Terra l’unico sopravissuto di Krypton è scoperto dai coniugi Wayne che raccolgono e allevano come loro figlio il piccolo, chiamato Bruce, che nella tragica notte in cui i suoi genitori verranno uccisi da un delinquente di mezza tacca, si renderà conto dei poteri che possiede (fra essi l’invulnerabilità e i raggi caloriferi che uscendogli dagli occhi bruciano vivo il malvivente). Così, arrivato alla maggiore età il giovane Bruce decide di vestire un nero costume e di combattere quel mondo criminale reo di avergli portato via gli amati genitori. Nello stesso tempo si occupa anche delle varie attività ricevute in eredità fra le quali anche un quotidiano in cui arrivano a lavorare da Metropolis Perty White e Lois Lane. Da Metropolis arriva anche il malvagio Luthor con l’intento di “conquistare” Gotham: l’inevitabile scontro tra i due si risolve a favore di Bruce che non uccide come avrebbe voluto, in un primo momento, il criminale: infatti l’amore di Lois gli ha fatto capire che i metodi violenti da lui impiegati nella lotta al mondo criminale sono sbagliati: da ciò deriva anche il cambio di costume di Bruce che, abbandonato il nero costume degli esordi, vola per il cielo di Gotham con un’uniforme ben più scintillante e luminosa: è nato Superman! Come si può ben vedere alcuni elementi fondamentali della mitologia di questi due importanti personaggi sono fusi insieme: ne risulta un ibrido che non convince appieno anche perché le convinzioni morali (oltre che poteri) di Superman e di Batman sono abbastanza agli antipodi e non si vede quindi come si possano fondere in un unico personaggio. Riguardo ai disegni vale lo stesso discorso fatto per “Master of the Future”, anch’esso illustrato da Barreto: sono senza infamia e senza lode.

Comunque un risultato peggiore si raggiunge con il successivo “Elseworlds” intitolato “In Darkest Knight” uscito all’inizio del 1994, per i testi di Mike W. Barr e i disegni di Jerry Bingham. In questo caso sono fuse insieme le origini di Batman e di Green Lantern e quello che ne risulta è un “pasticcio” poco piacevole. Bruce Wayne scopre nel suo giardino(!) l’astronave del morente Abin Sur, la Lanterna Verde incaricata di proteggere il settore dell’universo che comprende la Terra. Costui affida il suo anello a Bruce che diventa così la nuova Lanterna e può perciò vendicare la morte dei genitori uccisi, anni prima, da un ladruncolo (il solito Joe Chili). Prima di poter far questo deve però sottostare agli ordini dei Guardiani di Oa, creatori delle Lanterne Verdi, che lo mandano nello spazio ad affrontare Sinestro, un suo collega diventato malvagio. Sarà proprio quest’ultimo, dopo molte vicissitudini, a privare Bruce della propria vendetta. Infatti dopo aver praticamente ucciso il corpo di Joe Chili, ne ingloberà il cervello dando vita ad una ignobile creatura dalle due personalità responsabile dell’uccisione del commissario Gordon e del fedele maggiordomo Alfred. La storia si conclude con Bruce che affida il compito di proteggere la Terra a tre nuovi eroi (Flash, Superman e Wonder Woman), mentre egli stesso si dirige nello spazio alla ricerca di Sinestro sotto gli occhi compiaciuti dei Guardiani soddisfatti per aver insegnato la disciplina alla Lanterna verde terrestre! Il commento finale di questi “Elseworlds” che vi ho recensito e che ho avidamente letto sul finire degli anni ottanta e inizio degli anni novanta è sostanzialmente positivo perché, in genere le storie sono abbastanza piacevoli e, spesso, accompagnate da ottimi disegni. Certo siamo lontanissimi dalla qualità scintillante dell’ antesignano per eccellenza degli “Elseworlds”, cioè il “Dark Knight returns” di Miller, ma d’altronde è anche vero che sono ben poche le opere fumettistiche che sono alla pari del capolavoro di Miller!