Intervista esclusiva con Lorenzo Ruggiero

Lorenzo Ruggero

Lorenzo Ruggiero

Continua il viaggio di Batman Crime Solver nel mondo della nona arte italiana affermata all’estero. Questa è la volta di Lorenzo Ruggiero, di Napoli classe 1974 disegnatore di fumetti. Dopo aver frequentato la Scuola di Comix a Napoli, la Joe Kubert School a New York e dopo un’esperienza di due anni come visualizer presso uno studio di grafica pubblicitaria, nel 2002 entra a far parte del comics lab Innocent Victim con cui inizia il suo percorso professionale nel mondo dei fumetti, inchiostrando e colorando i due volumi Bonerest – Secondo Avvento e Bonerest – Denti affiancando altri due mostri sacri del panorama internazionale Giuseppe Camuncoli e Matteo Casali. Ora docente della Scuola Internazionale dei Comics. Ma per noi fans del Crociato Incappucciato, la lingua batte dove il dente duole, infatti il battesimo di sangue avviene poco dopo l’esordio per il mercato statunitense sulla serie Robin, The Dark Knight, Flash, 52, Robin-War Games, Batman-The Shadow Of Ra’s Al Ghul, Gotham City Sirens per la DC Comics/Warner Bros., oltre a tanti altri fumetti per casa Marvel. Delle Sirene di Gotham City vi avevamo già anticipato il lavoro in questo breve spazio dedicato ai fumetti. Tutti i lavori di Lorenzo sono interessanti, ma andiamolo a conoscere.

Ciao Lorenzo e benvenuto su Batman Crime Solver.

Ciao Stefano e un saluto ai lettori di Batman Crime Solver.

La mia presentazione è stata breve, ti va di integrarla un pochino? Raccontaci meglio i tuoi esordi.

L’esordio come professionista in questo settore  avvenuto in realtà un po’ per caso. Fin da piccolo ovviamente ho sempre avuto la passione per il disegno e per i fumetti, ma non pensavo assolutamente alla possibilità di intraprendere questo lavoro. Non ho fatto studi artistici, ma mi sono diplomato al Liceo Classico e successivamente mi sono iscritto alla facoltà di Giurisprudenza. Per cui, come facilmente puoi immaginare, la mia era solo una forte passione e nulla di più. Ho una formazione da autodidatta fino ai 23-24 anni. Periodo in cui mi iscrissi per hobby alla Scuola Italiana di Comix a Napoli. Da quel momento la mia strada ha iniziato a prendere una piega del tutto inaspettata.
I due anni alla scuola mi hanno fatto conoscere non solo tanti validi professionisti, ma hanno soprattutto fatto maturare in me un’incontenibile voglia di cercare di percorrere una direzione professionale in questo settore. E quindi tentare di trasformare quella che  sempre stata solo una grande passione nel lavoro della mia vita. Un bel salto nel vuoto, se pensi che comunque come ti dicevo prima ero iscritto all’Università ed ero anche in regola con gli esami. Insomma, un vero e proprio “sliding doors” come direbbero gli anglosassoni .
Quello che accadde dopo lo hai descritto tu con precisione nell’introduzione a questa nostra chiacchierata: una breve ma formativa esperienza presso uno studio di grafica in veste di visualizer, lo stage presso la prestigiosa Joe Kubert School a New York, durante il quale venni a contatto professionalmente per la prima volta con il mondo dei comics americani. Esperienza che – qualora ci fosse stato ancora qualche dubbio ha contribuito ulteriormente a far maturare in me la convinzione assoluta che quello fosse il mercato in cui avrei voluto lavorare.
In seguito ci fu poi l’esordio con il gruppo Innocent Victim. Con cui insieme a Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli realizzai due volumi della serie Bonerest per Magic Press Edizioni.
A tal proposito, ogni volta che mi viene fatta una domanda sui miei esordi, mi preme sempre sottolineare la mia riconoscenza verso Matteo e Cammo. E’ grazie a loro se ho iniziato la mia carriera professionale. L’opportunità concessami di lavorare su Bonerest fu il mio cosiddetto “battesimo del fuoco” come professionista.
Con Cammo – successivamente all’uscita di Bonerest – ho poi collaborato ai miei primi lavori per gli Stati Uniti con DC Comics.
Lavori che hanno fatto da trampolino di lancio per la mia carriera nell’industria dei comics.

Batman Annual art by Lorenzo Ruggero

Batman Annual art by Lorenzo Ruggero

Quando eri ancora adolescente quali fumetti leggevi? Pensi abbiano influenzato il tuo modo di disegnare?

Più che adolescente direi quando ero ancora un bambino! Chi mi conosce sa che praticamente ho imparato a leggere sui fumetti. In primis quelli della Corno, storica casa editrice di Milano che pubblicava in Italia le serie della Marvel; e poi leggevo anche Topolino, Corriere dei Piccoli, Giornalino, Zagor, la cui casacca rossa con aquila sul petto mi colpì in edicola quando ero bambino e Dylan Dog che usci’ quando avevo 12 anni e ne rimasi a dir poco folgorato come credo molti ragazzini dell’epoca.
C’è da dire che per quelli della mia generazione i fumetti non erano solo una lettura per appassionati bensì una forma di intrattenimento per tutti. Le edicole esponevano tantissimi fumetti per tutti i gusti e per tutte le eta’.
Sicuramente quindi le mie letture – soprattutto supereroi – hanno indirettamente influenzato il mio modo di disegnare ed il mio storytelling. E’ come se avessi immagazzinato inconsciamente dall’eta’ di 7-8 anni una serie di immagini ed un “modo” nel fare fumetti che ho in seguito ritrovato e riscoperto sotto una lente professionale, una volta apprese le prime nozioni tecniche.
Ancora oggi sono un grande e onnivoro lettore di fumetti. Credo infatti, almeno per quanto mi riguarda, che sia molto difficile fare questo lavoro se non si hanno una conoscenza visiva ed un aggiornamento tecnico continuo su quello che viene prodotto e stampato.

Le Sirene di Gotham #23 Pagina 1 - Apparso qui in Italia su LE SIRENE DI GOTHAM N.4: Divisione

Le Sirene di Gotham #23  – Pagina 1 – Apparso qui in Italia su LE SIRENE DI GOTHAM N.4: Divisione edito da RW Lion

Come si arriva a disegnare il fumetto americano?

Molto semplicemente – si fa per dire – nello stesso modo con cui, se si ha talento, tanta perseveranza e anche un pizzico di fortuna, si può arrivare a disegnare per qualsiasi mercato: Francia, Italia ecc. Ovvero sottoponendo il proprio portfolio agli editor delle case editrici con cui si ha l’ambizione di lavorare. E nel caso in cui non si ancora pronti, fare comunque tesoro dei consigli che gli stessi editor possono dare. Torneranno utili per migliorare le proprie competenze tecniche. Non demoralizzarsi davanti ai primi inevitabili “no” e continuare ad esercitarsi affinchè si possa raggiungere in breve tempo quel livello tecnico che l’editore con cui vorresti lavorare richiede.
Nel mio caso è andata esattamente così. Il mio sogno è stato sempre quello di lavorare per il mercato americano, per cui ho investito il tempo successivo alla fine della scuola di fumetto disegnando e inchiostrando tavole su tavole e partecipando come visitatore ad un paio di edizioni del San Diego Comicon in California, una delle piu’ importanti convention di fumetti, film, serie tv e videogames del mondo. Con il mio portfolio sotto al braccio sottoponevo i miei lavori agli editor Marvel e DC. A volte ricevevo complimenti e a volte correzioni sul mio lavoro che mi facevano capire che non ero ancora pronto e cosa avrei dovuto aggiustare. Contemporaneamente feci delle prove di inchiostrazione su alcune tavole di Giuseppe Camuncoli per un talent search con cui Innocent Victim cercava nuovi autori con cui realizzare i suoi fumetti. Le prove piacquero e come si dice in questi casi “il resto  storia”.

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Le Sirene di Gotham #23 – Pagina 2 – Apparso qui in Italia su LE SIRENE DI GOTHAM N.4: Divisione edito da RW Lion

 

La domanda non posso non fartela. Ti piace Batman? Cosa ti piace di piu’ e cosa meno del personaggio?

Assolutamente si! A chi non piace Batman? Sicuramente gli aspetti che più apprezzo sono quelli legati al lato oscuro del personaggio. Il simbolo, l’estetica del costume. Quest’ultima parecchio inquietante ed efficace già nelle primissime strisce a fumetti di Bob Kane degli anni ’30, secondo me. Adoro il lato ossessivo della sua guerra al crimine. Un’ossessione che come tutti i fan del personaggio sanno, deriva dalla tragedia dei genitori uccisi sotto i suoi occhi, quando era ancora un bambino.
Per tutti questi aspetti sono un grande fan delle storie di Neal Adams degli anni ’70. In cui l’aspetto più oscuro e tenebroso del personaggio viene ripreso in tutta la sua forza. E adoro ovviamente le storie di Frank Miller ed il ciclo di Grant Morrison. Quest’ultimo, in particolar modo,  riuscito secondo me ad aggiungere aspetti nuovi alla psicologia di Wayne/Batman partendo dalla caratterizzazione iniziale di Bob Kane e tratteggiando Bruce Wayne come un uomo quasi ai limiti della pazzia.Inoltre, concorderai con me che Batman ha forse la gallery di villains più bella di qualsiasi altro personaggio dei fumetti.
Come contraltare non mi piacciono le storie degli anni ’50. Quelle troppo giocose e solari che hanno poi ispirato la famosa serie tv degli anni ’60. Anche se da piccolo adoravo quel telefilm!
E non apprezzo tanto le storie in cui gli si affianca un partner. Che sia Robin o altri. Per me Batman  un eroe solitario e tale dovrebbe rimanere. Mi fa sorridere affermare questa cosa. Soprattutto alla luce del fatto che come molti sanno il mio esordio con DC  avvenuto proprio sulla serie di Robin! Come puoi immaginare i nostri lettori sono cuoriosi di capire cosa si prova a disegnare un eroe come Batman, Robin e tutta la sagra famiglia.
Spesso mia moglie e i miei studenti scherzano sul fatto che mi piace usare metafore calcistiche per chiarire alcuni concetti. Faccio questa premessa per rispondere alla tua domanda. Lavorare su Batman e sul suo universo di personaggi è come giocare nel Real Madrid o nel Barcellona! Sei consapevole che stai lavorando su un’icona mondiale che tutti conoscono. Anche chi non è un abituale lettore di fumetti. Cerchi di dare il meglio sapendo che il personaggio di fantasia che stai disegnando in quel momento paradossalmente trascende le pagine che stai realizzando e acquista più importanza degli autori coinvolti. Lettori e appassionati pretendono giustamente che sia visualizzato sempre al meglio e non snaturato esteticamente rispetto alla visione originaria che lo ha reso celebre nel mondo.

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Raccontaci del tuo rapporto con i colleghi di oltreoceano?

In questi 12 anni di carriera ho avuto il piacere di conoscere tanti colleghi ed editor straordinari. Sia professionalmente che sotto l’aspetto umano. Su tutti mi preme ricordare il grande Jim Lee, con cui ho avuto la fortuna insieme a Cammo di condividere lo studio nel breve periodo in cui si trasferi’ con la famiglia a Reggio Emilia. In studio in quel periodo c’era anche Lee Bermejo. Io ero all’inizio della mia carriera e le cose che ho imparato da loro o che mi sono state trasmesse anche solo indirettamente guardandoli lavorare sono state per me un privilegio immenso.
Tra tutti gli editor con cui ho lavorato in questi anni ricordo sempre con affetto Jeanine Schaefer. Una ragazza professionalmente e umanamente straordinaria, con cui ho avuto la fortuna di lavorare prima per DC Comics e in seguito quando passo’ alla Marvel sui personaggi della Casa delle Idee. Parlando sempre di editor, ho avuto anche il privilegio di lavorare con il grande Ralph Macchio poco prima che andasse in pensione. Per chi non lo sa, Ralph Macchio  uno dei più storici redattori della Marvel. Colui per intenderci che negli anni 70 e 80 curava il Daredevil di Frank Miller. C’ poi CB Cebulski a cui saro’ sempre riconoscente per la mia carriera in Marvel. Una persona straordinaria con cui condividere tantissimi interessi anche extra-lavorativi.
Ci sono poi, tra i colleghi italiani che lavorano per il mercato americano, alcuni con cui negli anni si è creata una vera e propria amicizia che va al di la’ della stima professionale.
I già citati Giuseppe Camuncoli e Matteo Casali, a cui aggiungo Gabriele Dell’Otto, Carmine Di Giandomenico, Fabrizio Fiorentino, Werther Dell’Edera, Michele Petrucci, Grazia Lobaccaro, Davide Gianfelice, Riccardo Burchielli, Simone Bianchi e Stefano Landini. Nel 2008, in occasione del film Batman “The Dark Knight” hai disegnato il concept art per due manifesti del film su di Cristopher Nolan.

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Come ti è arrivata la commission? Cosa hai pensato, ma soprattutto quali sono state le tue sensazioni durante la lavorazione?

La commission mi arrivo’ dall’editor con cui stavo lavorando all’epoca come inchiostratore per DC. Vide dei miei lavori come disegnatore e mi propose la cosa. Una volta ricevuto l’ok definitivo dagli studios della Warner iniziai i due concept. Inutile sottolineare l’eccitazione personale durante la lavorazione. Ma anche un po’ di paura nel non essere in grado di tirare fuori un prodotto che soddisfacesse le richieste esigenti della Warner Bros. Quando si lavora con gli studios cinematografici, infatti, il controllo  molto più severo rispetto alla produzione editoriale. Soprattutto perchè’ il risultato del tuo lavoro fara’ il giro del Mondo e sarà visto da tutti. Anche da chi non un lettore/appassionato di fumetti.

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Attualmente sei docente alla Scuola Internazionale dei Comics. Che consigli puoi dare a chi si affaccia solo ora al mondo del disegno dei fumetti?

Di leggerne tanti e se non gli va, almeno di guardarseli, osservarli, cercare di capire i meccanismi che regolano lo storytelling, le inquadrature e la recitazione dei personaggi. Come già accennavo prima, credo sia molto difficile fare questo lavoro se non si leggono fumetti. E’ come voler fare lo chef senza avere la passione per la cucina ed il cibo.
Per fare fumetto non basta saper disegnare bene. Il fumetto è una specializzazione ulteriore del disegno che presuppone la conoscenza e l’apprendimento di regole ben precise. Apprendimento che puo’ risultare un po’ ostico se non si ha almeno una conoscenza visiva del medium o una abitudine da lettore. Per fortuna oggi il saper disegnare non per forza  è collegato al fare fumetti. Ci sono tanti altri lavori a cui poter aspirare. Charachter designer, visual art per video games, ad esempio.
Se si vuole fare questo lavoro bisogna avere tanta pazienza, perseveranza, spirito di sacrificio e soprattutto disegnare tante ore al giorno per migliorare le proprie tecniche.
Per fortuna il fumettista è  attualmente una professione ancora fondata sul concetto di meritocrazia. Se un ragazzo è bravo e si dimostra professionale ed affidabile – soprattutto nel rispettare le scadenze senza perdere la qualità del disegno – prima o poi avra’ la sua occasione.
Soprattutto oggi che con Internet le distanze comunicative con gli editori di tutto il Mondo quasi non esistono più.
La professionalita’ e lo spirito di sacrificio a cui accennavo prima non devono mai mancare. Nemmeno se già si  instaurato un rapporto lavorativo con un editore.
Non voglio fare discorsi da vecchio bacucco, ma purtroppo queste due componenti noto a volte che mancano in alcuni giovani esordienti.
Forse un po’ di colpa ce l’hanno anche i social network. Come ripeto sempre ai miei ragazzi non è importante quanti “like” riceve un tuo disegno o una tua tavola su Facebook, ma quanto possa piacere ad un editor tanto da convincerlo ad offrirti una seria opportunità di lavoro.

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Ti ringraziamo per la tua disponibilita’.

Figurati. Grazie a te e a Batman Crime Solver per l’attenzione.

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