Batman v Superman: Dawn of Justice – Pressbook pt. 5/7

Parte 5 del pressbook per la presentazione del film Batman v Superman: Dawn of Justice.

>  LA VESTIZIONE  <<

Essere in forma per interpretare un Supereroe è importante, ma forse è ancora più decisivo il costume per recitare la parte. Il costumista Michael Wilkinson, autore del costume di Superman in “Man of Steel”, è stato felice di poterlo rivisitare e di avere l’opportunità di lavorare anche per i costumi di Batman e Wonder Woman.

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Batman v Superman: Dawn of Justice – Pressbook pt. 3/7

Parte 3 del pressbook per la presentazione del film Batman v Superman: Dawn of Justice.

>  METTERE INSIEME LE ICONE <<

Nello sviluppo della storia di “Batman v Superman: Dawn of Justice”, ci si è posti la domanda se un Superman come questo possa esistere nel 2016, o se sia puramente una creazione di tempi più innocenti.  Come può sopportare di sopravvivere in un mondo complicato come il nostro, con così tante alleanze e programmi in competizione e in conflitto?  Con l’attuale ciclo di informazioni il cui accesso è possibile 24 ore su 24, come si può combattere per la verità globale e la giustizia senza temere di essere accusato?

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Batman v Superman: Dawn of Justice – Pressbook pt. 2/7

Parte 2 del pressbook per la presentazione del film Batman v Superman: Dawn of Justice.

LA PRODUZIONE

Il più grande match tra gladiatori nella storia del mondo:

Il figlio di Krypton contro il Pipistrello di Gotham!

CHI VINCERA’?

Batman e Superman.  Gotham e Metropolis.  Lex Luthor, Doomsday e—per la prima volta sul grande schermo—Wonder Woman.  Con un gruppo stellare di eroi e cattivi, battaglie sempre più spettacolari e una posta in gioco molto più alta che la sola distruzione della Terra, Zack Snyder’s “Batman v Superman: Dawn of Justice” di Zack Snyder è un’avventura epica di Supereroi mai vissuta prima.

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BATMAN V SUPERMAN: Dawn Of Justice Blu-ray / HBO Max IMAX Remaster Trailer e data di uscita rivelati

Lo ami o lo odi, Batman v Superman: Dawn of Justice è una parte importante della storia del DC Extended Universe, e i fans del film potranno vedere un’azione ancora più epica grazie a questo remaster IMAX!

Batman v Superman: Dawn of Justice è stato rilasciato con recensioni per lo più negative nel 2016, ma c’è molto da amare nel film, inclusi un mucchio di scene epiche con Crociato Incappucciato e dell’Uomo d’acciaio. Ci teniamo a precisare che noi la pensiamo come Alessandro Di Nocera. Ora saremo in grado di vedere ancora più degli iconici eroi DC in azione grazie a un imminente remaster IMAX, il sistema di proiezione che ha la capacità di mostrare immagini e video con una grandezza e una risoluzione molto superiore rispetto ai sistemi di proiezione convenzionali.

Come puoi vedere nel trailer qui sotto, questa versione avrà un rapporto immagine più ampio (simile a quando guardi un film su uno schermo IMAX), oltre a colori migliorati per chi guarda in 4K.

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DC: 8 Film Collection Box Set

Dal 13 ottobre 2020 in arrivo anche l’atteso super cofanetto “DC 8 Film Collection Box Set”, in edizione limitata e numerata (per un totale di 550 copie).

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Flash e Jesse Quick erano già presenti in Batman Return

Sembra molto chiaro che si tratta di una semplice coincidenza, ma i fan del Batman interpretato da Michael Keaton hanno scovato un easter egg di Flash e Jesse Quick (velocista scarlatta e vigilante di Terra 2) in Batman – Il Ritorno.

Batman Il Ritorno

Questo dettaglio, alla luce del possibile coinvolgimento di Keaton nel DCEU, aumenta le speranza di rivedere l’attore interpretare nuovamente il Cavaliere Oscuro. Sulla nostra pagina Facebook, vi avevamo già segnalato la notizia secondo cui Michael Keaton, dopo aver interpretato Batman nei due film diretti da Tim Burton, sarebbe in trattative per tornare nei panni del Cavaliere della Notte in The Flash, la pellicola indipendente che vedrà Ezra Miller interpretare ancora una volta il super velocista di Central City dopo il cameo in Batman v Superman, Suicide Squad eJustice League

E’ chiaro che per ora i dettagli sul modo in cui il Batman di Tim Burton possa essere inserito all’interno della timeline del DCEU non sono ancora stati svelati. Una cosa è certa, da quando è iniziata a circolare la notizia, i fans più fedeli hanno deciso di rivedere i primi due film interpretati da Michael Keaton, scovando un riferimento all’uomo più veloce del mondo in Batman – Il ritorno.

Infatti, pare che durante il ballo in maschera a cui partecipano Bruce Waye (M. Keaton) e Selina Kyle  (Michelle Pfeiffer), sullo sfondo è possibile vedere una comparsa che è palesemente mascherata da Jay Garrick. la prima incarnazione nei fumetti di Flash che, dopo avere inalato i vapori dell’acqua pesante, diventa l’uomo più veloce del mondo, indossando un costume rosso, blu e giallo, con stivaletti ed elmetto ornato ai lati da due ali come il dio Mercurio. La comparsa in questione ha anche una partner, che indossa un cappuccio e una maschera rossa, un costume che sembra ricordare quello del personaggio di Jesse Quick, ovvero Liberty Belle, figlia dell’eroe della Golden Age Johnny Quick e di Liberty Belle dai quali ha ereditato il potere della velocità.

Flash in Batman – Il Ritorno

La possibilità che il regista Tim Burton abbia inserito il Flash della Golden Age perché fan del personaggio oppure più semplicemente perché i costumisti Bob Ringwood e Mary E. Vogt abbiano pensato che sarebbe stato un divertente easter egg da inserire. Comunque sia andata, il riferimento merita menzione, soprattutto in vista del debutto del Batman di Keaton nel DCEU. Ecco l’estratto del film che mostra l’easter egg nel dettaglio, grazie al sito ComicBookMovie:

FONTE [Comicbookmovie.com]

Grant Morrison. La vita e le opere. Intervista con lo scrittore Luigi Siviero

Solo ad agosto dello scorso anno abbiamo avuto il piacere di accogliere tra le nostre pagine, una intervista e una recensione dedicata all’interessante libro di Luigi Siviero “Dopo il crepuscolo dei supereroi”. Nella giornata di ieri Benedetta “Benny” Berio (questo il suo blog) ha recensito la sua nuova creatura dal titolo: “Grant Morrison. La vita e le opere” ed oggi approfondiamo con l’autore alcuni aspetti dello scrittore di Glasgow legati alla DC Comics ed in particolare a Batman, ma non prima di ricordarvi la nostra recensione sull’ultima fatica di Luigi Siviero che potete trovare qui.

Stefano: Il tuo libro si intitola “Grant Morrison. La vita e le opere”. Quando è stato pubblicato e quale è l’editore che lo pubblica e dove è disponibile?

Il libro è fresco di stampa e al momento è in vendita nel sito dell’editore, Eretica Edizioni (qui potete trovare il libro). Un po’ alla volta arriverà nelle librerie su internet e magari sarà ordinabile nelle librerie classiche. Temo che non sarà reperibile nelle fumetterie perché l’editore non opera abitualmente nel settore dei fumetti.

Grant Morrison - La Vita e le opere - Siviero Luigi

Stefano: Non tutte le nuove generazioni di lettori conoscono Grant Morrison. Cosa potresti dire loro per far conoscere meglio l’autore?

Fate male a non conoscere Grant Morrison! Negli anni Ottanta è stato uno dei principali esponenti dell’Invasione britannica, ovvero l’approdo sui comic book americani da parte di sceneggiatori e disegnatori britannici in seguito al successo ottenuto da Alan Moore con Swamp Thing. A differenza di Alan Moore e Neil Gaiman, gli altri due esponenti di spicco di questa “ondata” creativa, per tutta la sua carriera Morrison ha lavorato con continuità per la DC Comics, a eccezione di una breve parentesi alla Marvel all’inizio degli anni Zero e di un diradamento della sua produzione di fumetti negli anni recenti, dovuto tra le altre cose al suo impiego come sceneggiatore di serie televisive (Happy!, tratta da un suo fumetto, e Brave New World). Ha scritto versioni memorabili di personaggi come Batman, Superman, gli X-Men e la Justice League, oltre a svariate opere di propria creazione, la più famosa delle quali è The Invisibles.

Stefano: Morrison è un appassionato cultore di tutte le storie appartenenti alle varie ages, e non ha mai particolarmente apprezzato l’idea che le periodiche Crisis annullino del tutto o in parte i fatti antecedenti e facciano ripartire la continuity da zero. Come valuti, da scrittore questa sua presa di posizione?

È vero che Morrison ha un occhio di riguardo per i fumetti di supereroi del passato, ma è altrettanto vero che di solito le sue storie, pur contenendo un’infinità di riferimenti, citazioni e omaggi a racconti del tempo che fu, sono leggibili e comprensibili (almeno a un livello superficiale) anche da chi non ha mai seguito una serie di supereroi in vita sua. Per esempio si riesce a leggere senza problemi Animal Man anche senza sapere che l’episodio intitolato The Myth of the Creation è in parte un rifacimento (in alcuni passaggi anche vignetta per vignetta) di due episodi dell’Animal Man degli anni Sessanta di Dave Wood e Carmine Infantino. Scoprendo quanto siano volutamente derivative alcune parti di The Myth of the Creation si riesce però a comprendere fino a che punto è radicata e pregnante la metanarrazione alla base del fumetto sceneggiato dal fumettista scozzese.

Morrison non ha gradito l’azzeramento del Multiverso avvenuto in Crisis on Infinite Earths, e nei suoi fumetti ha cercato a più riprese di restaurarlo: con l’abortita Hypercrisis, in una storia immaginaria della JLA, in JLA Earth 2, con la creazione del Superman nero di una Terra parallela, in Final Crisis e infine in Multiversity. Credo che per lui l’eliminazione del Multiverso sia stata vista come una perdita di fascino e potenzialità da parte dei fumetti di supereroi, la cui comprensibilità non dipende certo da come è impostato l’universo narrativo, ma piuttosto dalla capacità dei singoli fumettisti di coinvolgere i lettori e imbastire storie. Uno scrittore come lui, capace al contempo di rendere comprensibili le sue storie ai lettori casuali e di infarcirle di citazioni, non ha bisogno di annullare le storie del passato per essere in grado di proporre fumetti accessibili a tutti.

Anch’io, in riferimento ai supereroi della DC Comics, trovo di gran lunga più affascinante un universo narrativo impostato come multiverso rispetto a un universo narrativo semplificato e lineare, tanto più che nel corso dei decenni si sono accumulate decine di varianti dei personaggi e di mondi paralleli da cui sarebbe un peccato non attingere per partito preso. Opporsi al multiverso dell’Universo DC è un po’ come bloccare il corso di un torrente con una diga di fango. Per un po’ si può provare a fare a meno del multiverso, ma è un’idea che è stata sviluppata in modo troppo articolato per fare finta che non esista, ed è così potente che alla lunga non può non finire con l’imporsi.

Stefano: In Arkham Asylum  Grant Morrison e Dave McKean propongono l’atmosfera folle e oscura del manicomio criminale di Gotham dove le paure e i dubbi di Batman si infrangono contro le pazze sicurezze del Joker in un confronto senza speranza. In questa opera il pessimismo è imperante… cosa ne pensi?

Il pessimismo è imperante per quasi tutta l’opera, però Arkham Asylum va vista come una storia dalla quale Batman, dopo avere affrontato le sue paure, i suoi demoni e i suoi nemici, esce a testa alta, rinato. Per quanto i supercriminali che deve affrontare siano malvagi, depravati e insani, il Cavaliere Oscuro riesce ad avere la meglio. Batman vince la sua battaglia tanto sul piano degli scontri nudi e crudi con i suoi nemici quanto su quello del simbolismo. L’Arkham Asylum simboleggia infatti la testa del Cavaliere Oscuro, e il viaggio nei corridoi del manicomio va visto come un’allegoria dell’esplorazione della sua mente. Che Batman abbia avuto la meglio sui suoi tormenti è sottolineato della citazione di Alice nel Paese delle meraviglie collocata al termine dell’opera: “E non è la mano gentile della mamma quella che tira le tende, e la voce gentile della mamma quella che ti invita ad alzarti? Alzarti e dimenticare, alla luce luminosa del sole, i brutti sogni che ti hanno spaventata così tanto quando era buio”.

Stefano: Un sondaggio del 2006, lanciato da Comic Book Resource, sui migliori scrittori di fumetti assegna il primo posto ad Alan Moore, e fin qua il risultato è ovvio, ma il secondo posto viene preso da Grant Morrison (Arkham Asylum, JLA vol.1) che a sorpresa ruba la posizione al più quotato Neil Gaiman (Sandman). Come te lo spieghi?

Beh, va detto che Neil Gaiman ha diradato la sua produzione fumettistica dopo la conclusione di The Sandman, mentre nel 2006 Grant Morrison era sulla cresta dell’onda nell’industria dei comic book. Il ricordo di New X-Men era ancora vivido nei lettori, e stavano iniziando Batman e All-Star Superman. Essendo CBR un sito orientato verso i comic book – e ormai da decenni i comic book sono quasi sinonimo di supereroi – è normale che le simpatie dei lettori vadano a chi ha scritto tante ottime versioni di un ampio numero di questi personaggi. Poi (tralasciando il fatto che preferisco Morrison!) classifiche come queste vanno viste anche e soprattutto come iniziative simpatiche!

Stefano: Nel settembre 2006, Morrison viene chiamato alla direzione della testata Batman. Lo scrittore scozzese progetta un lungo story arc la cui chiave di volta è segnato dalla doppia uscita di Batman R.I.P. (che non a caso chiuderà questo progetto) e Crisi Finale. Come valuti questo suo progetto per il personaggio di Batman?

Per me è il capolavoro di Morrison! Ho amato tutta la sua saga di Batman: anche Batman & Robin, The Return of Bruce Wayne e Batman Incorporated. Devo dire però che il ciclo che va da Batman and Son a Batman R.I.P. (e a Final Crisis) è il massimo: inarrivabile.

Stefano: In Batman V Superman, il film, secondo il parere di Alessandro Di Nocera, sembra che le azioni di Luthor si rifanno a quelle della Silver Age e al contempo, si dipanano come se le avesse sceneggiate il Grant Morrison della saga Crisi Finale. Hai anche tu questa impressione?

In generale il film si rifà all’impostazione realista di opere degli anni Ottanta come Watchmen, Miracleman e soprattutto The Dark Knight Returns. Non a caso Frank Miller (assieme a Dan Jurgens, autore principale della saga della morte di Superman) ha un posto di riguardo nei ringraziamenti finali agli autori di fumetti. Sono presi dal fumetto di Miller, per esempio, Superman che viene colpito da una bomba nucleare e galleggia quasi morto ai limiti dell’atmosfera, lo scontro tra Batman e Superman, e il design del costume di Batman.

Al di là di particolari omaggi, l’influenza di The Dark Knight Returns e di quel tipo opere è rilevante per quanto riguarda la natura dei supereroi e il loro rapporto con il mondo in cui vivono. I supereroi – per quasi tutto il film, fino al cambiamento finale di prospettiva – sono tratteggiati come dei vigilanti o come delle armi viventi che potrebbero distruggere l’umanità. Ciò che fanno ha conseguenze sulla gente comune, che può venire uccisa o mutilata durante i loro combattimenti, e sulla politica, visto che le azioni dei superuomini diventano oggetto di inchieste parlamentari e vengono criticate dai mass media.

Anche Lex Luthor è collocato in questo scenario. La sua ossessione per Superman e i piani malvagi e contorti per fermarlo, che nella Silver Age non avrebbero avuto bisogno di spiegazioni semplicemente perché bastava dire che Luthor era il cattivo e il nemico di Superman, sono motivati dalla follia. Inoltre c’è una recrudescenza dei suoi piani, che nel film diventano sanguinari e mortali. Si può dire che il personaggio e le sue caratteristiche derivano dalle storie naif della Silver Age e sono stati fatti evolvere in modalità tipiche della Dark Age.

Quanto a Morrison, anche lui ha scritto fumetti riconducibili al filone del realismo supereroistico, sebbene antitetici rispetto a quelli di Moore e Miller. Morrison, infatti, in alcune sue opere ha usato il realismo per ricostruire la figura del supereroe solare tipica della Silver Age, e non per raccontare storie di vigilanti e armi viventi. Dunque non c’è niente di male a ipotizzare che Morrison (sicuramente conosciuto dagli sceneggiatori del film) possa essere stato un punto di riferimento per quanto riguarda la riproposizione di situazioni della Silver Age in chiave realista. Però un aspetto che mi porta a dare scarsa o nulla rilevanza all’influenza di Morrison sulla realizzazione del film è il fatto che i riferimenti a The Dark Knight Returns sono tanti e importanti, mentre non mi risulta che ci sia alcun omaggio o richiamo ai fumetti dello sceneggiatore scozzese (e infatti Morrison non è nominato nei ringraziamenti finali ai fumettisti).

Batman v Superman

A proposito di Batman V Superman vorrei dire anche che mi ha tutt’altro che entusiasmato per vari motivi. Uno di questi è un particolare comportamento di Lex Luthor: lo scienziato pazzo chiede senza alcun valido motivo a Superman di scontrarsi con Batman (a meno che non si voglia considerare un valido motivo la spiegazione raffazzonata data da Luthor in un secondo momento, cioè provare a fare uccidere Superman da un umano prima che ci pensi Doomsday). Questa richiesta priva di giustificazioni mi sembra una forzatura infilata nella sceneggiatura solo per fare in modo che i due supereroi si scontrino. Luthor agisce così semplicemente perché fa comodo agli scrittori, perché è un modo di portare il film in una certa direzione. In questa particolare scena non vedo una situazione della Silver Age adattata alle modalità della Dark Age, ma solo una stonatura.

Stefano: Cosa apprezzi di Morrison e cosa no?

C’è una cosa che non condivido, più che non apprezzarla. Mi riferisco all’ossessione di Grant Morrison per la celebrità e il successo. Chiunque scriva o faccia fumetti vuole avere successo, è inutile negarlo. Cosa intendano i singoli individui per “successo” è un altro discorso: un accademico probabilmente vuole che i suoi scritti siano influenti fra gli studiosi e aprano nuove strade; uno scrittore di thriller vuole vendere dieci milioni di copie di un’edizione usa e getta; un altro vuole vincere il Nobel; e così via… La speranza di avere successo è trasversale. In Morrison mi sembra un po’ esagerata. Ma come ho detto è solo una cosa che personalmente non condivido e nulla più. Se è fatto così sono affari suoi e sarebbe assurdo e stupido criticarlo.

Va però aggiunto che questa ossessione di Morrison ha anche un lato di assoluto interesse. Il desiderio di successo è stato trasformato dall’autore (prendendo un notevole spunto da Paradax! di Peter Milligan e Brendan McCarthy, va precisato) in un tema ricorrente in molti suoi fumetti, nei quali i supereroi approfittano della visibilità presso il grande pubblico ottenuta grazie ai superpoteri per diventare delle stelle del pop e del gossip. Oltre a Zenith, supereroe e cantante pop che deriva tantissimo da Paradax, si possono citare anche, tra le altre cose, i goffi tentativi di Animal Man di monetizzare la sua attività di supereroe concedendo interviste televisive, il supergruppo giapponese Super Young Team (composto da supereroi il cui superpotere è la notorietà), e l’intero mondo parallelo descritto nel capitolo di The Multiversity intitolato The Just, dove tutti i supereroi sono stelle del gossip e trascorrono le giornate come farebbe Paris Hilton.

Una cosa che mi piace di Morrison è il suo sentire lo spirito dei tempi e riuscire a proporre fumetti in grado di catturare la contemporaneità. Mi piace anche che le sue opere facciano riflettere: non tanto dal punto di vista morale quanto da quello filosofico e culturale.

Stefano: Se i lettori del libro vorranno confrontarsi con te, come ti possono trovare?

Ultimamente nella pagina Facebook La Dimora del Mistero. Ho un po’ perso la voglia di aggiornare il mio vecchio blog.

Stefano: Siviero, grazie del tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per questo tuo nuovo libro.

Crepi il lupo! Grazie a te!

Batman v Superman: Dawn of Justice Recensione di Alessandro Di Nocera

Batman V Superman è un film scritto e diretto da chi di fumetti – e di fumetti targati DC Comics, nello specifico particolare – ne capisce fin troppo e li ama fino al punto da rinunciare, paradossalmente, alle necessità del pubblico generalista per andare a scandagliare, con amore e ammirazione, i capisaldi e le sottigliezze del più antico universo supereroistico. Col rischio di incappare nelle rimostranze di chi – a torto – si reputa competente (per non usare la parola nerd, che da dispregiativa è divenuta una sorta di status symbol) senza esserlo nemmeno un po’.

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Batmobile, l’eroica supercar: la sua storia

Comparve nel 1939 su Detective Comics 27, già nella primissima storia dell’Uomo Pipistrello. È stata protagonista al cinema e in tv, diventando negli anni un “personaggio cult” dell’immaginario culturale

Buon compleanno, Batmobile. Per certi versi, un’auto storica anch’essa. La vettura di Batman nasce infatti insieme all’Uomo Pipistrello, quando la DC Comics, nel maggio 1939, dà alle stampe Detective Comics n. 27, il primo albo in cui compare Batman.

La sua storia la conosciamo tutti. Quella del piccolo Bruce Wayne, che dopo aver assistito alla morte dei genitori, diventa erede dell’impero finanziario di suo padre e grazie alle sue risorse economiche riesce a vestirsi da pipistrello e combattere il crimine con una serie di gadget particolari.

Tra di essi, quello rimasto nell’immaginario collettivo dei fan di fumetti e film è senza dubbio la cosiddetta Batmobile, il mezzo che Batman usa per spostarsi in mezzo alle strade di Gotham City. La macchina appare sin da subito: è una berlina, ma camuffata in maniera alquanto scenografica.

LA ROSSA E LA BATMOBILE DEL ‘66

La primissima macchina dell’Uomo Pipistrello in realtà tutto sembra tranne che un veicolo sofisticato. Il disegnatore Bill Finger infatti mostra una normale berlina, sebbene dal profilo più allungato del normale, con i canoni tipici delle auto americane di fine anni Trenta. E il colore è un semplice rosso acceso.

Le cose cambiano definitivamente nel 1966, quando la serie tv “Batman” raggiunge un successo senza precedenti. Il Pipistrello, interpretato da Adam West, e il suo fidato compagno Robin, che porta il volto dell’attore Burt Ward, colpiscono nel segno grazie a una sceneggiatura irriverente, un po’ kitsch e a tratti comica. La base è un esemplare di Lincoln Futura, concept car poi mai effettivamente messa in vendita dalla casa madre Ford, dipinta di nero e rosso e con fattezze che rimandano a quelle delle ali di pipistrello.

La Batmobile del ’66, dato il modello su cui era stata costruita, ebbe all’inizio alcuni problemi con trasmissione e scarico, mentre il motore era quello della Ford Galaxie, tipica full-size USA degli anni Sessanta. In dotazione, ovviamente realizzati per l’occasione, una serie infinita di gadget a disposizione di Batman e Robin, alcuni veramente pacchiani, come il lanciarazzo, il bat-telefono, il bat-fotoscopio o il bat-ariete per abbattere porte rinforzate.

I FILM DI TIM BURTON: OSCURA E LETALE

La macchina assume le giuste modifiche nel 1989, quando Tim Burton dirige il primo dei suoi due film dedicati a Batman, dal titolo omonimo. La Batmobile diventa totalmente nera, un rimando alle caratteristiche gotiche della pellicola. Venne inserito un motore jet Impala da 365 CV, che alla partenza faceva scattare le fiamme dagli scarichi. Lunga più di 6 metri e larga più di 2, grazie al postbruciatore raggiungeva la velocità massima di 530 km/h, con lo 0-100 performato in appena 3,7 secondi.

Gadget, come sempre, tanti, molto meno rispetto alla versione del ’66, ma più realistici. Pannelli in ceramica, scudi protettivi attivabili tramite riconoscimento vocale e armi. Nel sequel “Batman – Il ritorno” del 1992 la macchina assume altre caratteristiche, come quella di poter trasformarsi in una sorta di missile per passare attraverso dei corridoi stretti, il tutto grazie al distacco di alcuni pezzi del telaio e il ritiro all’interno degli pneumatici.

LE MODIFICHE DI JOEL SCHUMACHER

Nuovi elementi apparvero nei successivi due film, diretti dal regista Joel Schumacher. I più evidenti all’esterno, con luci inserite sui cerchioni, sul frontale e sulle fiancate. La Batmobile di “Batman Forever”, pilotata da Val Kilmer, vantava un motore Chevrolet 350 ZZ3, propulsore da corsa da 345 CV e 530 km/h di velocità in modalità turbo. Per alleggerirla e aumentare il passo, molti componenti vennero costruiti in fibra di carbonio.

La Batmobile che si ritrovò a guidare invece George Clooney due anni dopo per “Batman e Robin” aveva lo stesso motore, ma venne allungata fino addirittura a 10 metri. La velocità di base era 370 km/h, che si spingevano fino ai 563 con l’ausilio del postcombustore.

LA BATMOBILE DI BALE E NOLAN

La trilogia di Christopher Nolan, con il premio Oscar Christian Bale a vestire i panni del giustiziere, segna una svolta inedita. Per la prima volta, la Batmobile diventa a tutti gli effetti un mezzo realistico: un tank, per la precisione, con caratteristiche e tecnologia militare.

La “Tumbler”, come viene chiamata in “Batman Begins”, ricorda molto nell’aspetto il Nighthawk, un jet da guerra statunitense, ma è stato ispirato dagli spinner presenti nel cult di fantascienza “Blade Runner”. In pratica, un mezzo militare come gli Hummer, ma elegante e sportivo come una Lamborghini: i due marchi a cui molti fan hanno paragonato il veicolo.

“BATMAN V SUPERMAN: DAWN OF JUSTICE”

L’ultima Batmobile a comparire al cinema è quella del 2016 in “Batman v Superman”, pellicola appartenente al nuovo franchise cinematografico della DC. Anch’essa corazzata e con modalità stealth, lunga 6 metri e larga più di 3, rispetto alle precedenti si presenta con un assetto leggermente abbassato, che la rende più slanciata.

Pesante poco più di 3 tonnellate, ha all’attivo sistemi di protezione derivati dall’uso militare, così come i tipici armamenti da fuoco. Solamente l’ultima, grande, Batmobile. E pensare che ha compiuto già 80 anni.

Fonte: [Auto.it]

La scommessa della Warner Bros per competere con la Marvel Cimematic Universe

Il casting di personaggi di fumetti è sempre un enorme potenziale bersaglio di contraccolpi da parte di fan che venerano il materiale originale a fumetti. Ancora di più per Batman, che nel corso dei suoi 80 anni di storia ha assunto molte maschere e personaggi. Per il casting rubacuori Robert Pattinson, famigerato come Edward Cullen di Twilight, non è diverso. Il nuovo Batman sta già attirando la sua giusta dose di attenzione negativa.

The Batman Robert Pattinson-Batsuit Screen Tests

La cosa interessante è che questo è esattamente il modo in cui i fan hanno reagito a un altro ex rubacuori, Heath Ledger, quando è stato scelto come Joker per la trilogia di Dark Knight di Christopher Nolan.

E come tutti sappiamo, ha finito per dare l’interpretazione di una vita, ridefinendo per sempre i cattivi dei fumetti sul grande schermo. Se ci dimentichiamo di Edward Cullen per un momento, possiamo vedere come Pattinson si è comportato bene in molti ruoli importanti come Cedric Diggory di Harry Potter (2005), Jacob Jankowski di  Come l’acqua per gli elefanti (2001) e Eric Packer di Cosmopolis (2012). Pattinson ha mostrato la sua vasta gamma di interpretazioni, quindi non sarebbe sorprendente se si adattasse bene al ruolo. Quello che resta da vedere è come il nuovo regista, Matt Reeves, gestirà il prossimo passo per il franchise di Batman.

Per molto tempo, DCEU ha faticato a imitare il successo del suo più grande rivale: il Marvel Cinematic Universe. Rispetto ai 22 film della Marvel, la WB dal 2013 ne ha pubblicati solo sette, incluso il recente Shazam! Dopo pesanti critiche ai primi film del DCEU come Suicide Squad, la WB ha deciso di fare un passo indietro e trovare una soluzione.

A differenza della Marvel che ha diretto i suoi film nello stesso universo la WB ha preso una strada diversa. Infatti, sebbene tutti i suoi film facciano ancora parte dello stesso DCEU, questo non è l’obiettivo. Pertanto WB marca ogni character del DCEU attraverso i propri registi stilisticamente unici. Ad esempio, mentre Man of Steel di Zack Snyder, Batman v Superman e Justice League erano tutti tematicamente cupi e dipinti con colori tenui, Wonder Woman di Patty Jenkins e Aquaman di James Wan hanno avuto un approccio più giocoso. Questo a sua volta ha portato a tre dei suoi film solisti (Wonder Woman, Aquaman, Shazam!) Alcuni tra i film DCEU meglio recensiti di tutti i tempi.

La WB non è la prima azienda a saltare sul carro dei fumetti. Funko, ad esempio, uno dei più importanti venditori di giocattoli con cultura pop con licenza, si affida al successo di Marvel e di altri marchi per generare entrate. Ad esempio, Funko ha recentemente rilasciato la sua collezione Endgame Pop, per proseguire il trend-hype di Avengers: Endgame, soprattutto perché si è rivelato essere uno dei film più venduti di tutti i tempi. A volte, il prodotto non deve nemmeno essere ufficiale per attirare molta attenzione. Il titolo slot online Thunderstruck su Sandlot Games è chiaramente ispirato al Marvel Avenger, Thor. Sebbene il dio del tuono non sia direttamente referenziato nel gioco, il suo uso di immagini come l’elmo norvegese alato, il possente martello ei lunghi capelli biondi fluenti ricordano senza dubbio Thor come raffigurato nei film Marvel. Questi esempi illustrano la forte influenza di MCU in molte opportunità di franchising. E forse un giorno, DCEU potrà realizzare la stessa cosa.

Anche, a quanto pare, il nuovo film della Warner Bros ispirato a Joker sarà incentrato su una storia totalmente nuova. Infatti, il regista Todd Phillips, ha dichiarato che la nuova pellicola non sarà basata sulle vicende narrate nel fumetto. Queste le parole di Phillips rilasciate nel corso di un’intervista:
“Non ci siamo ispirati per niente ai fumetti, e questo potrebbe far arrabbiare più di una persona. Abbiamo scritto la nostra versione di come potrebbe essere un tizio come il Joker. È questo che mi interessava. Non ci stiamo nemmeno occupando di Joker, ma della storia di come sia diventato Joker. Riguarda questo uomo”.
Dunque, le nuove vicende del personaggio di Joker, interpretato da Joaquin Phoenix, saranno tutte da scoprire ma secondo il regista questa decisione potrebbe non essere accettata da tutti, infatti avrebbe affermato che “il film farà arrabbiare i fan“. Sarà veramente così? È tutto da vedere. Le riprese della nuova pellicola sono terminate nel dicembre dell’anno scorso e nel cast vedremo Douglas Hodge che interpreterà Alfred Pennyworth e Dante Pereira-Olson che vestirà i panni di Bruce Wayne.
In oltre ci saranno Brett Cullen che interpreterà Thomas, il padre Batman, e Zazie Beetz che vestirà i panni di Sophie Dumond. Faranno parte del cast anche Marc Maron, Frances Conroy e Robert De Niro. La sceneggiatura del nuovo film ispirato al cattivo di Gotham City è stata scritta da Todd Phillips insieme a Scott Silver. La pellicola di Joker uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi nel mese di ottobre 2019.

I cast e i registi recenti del DCEU potrebbero essere ciò di cui la WB ha bisogno per differenziarsi dalla MCU. Fintanto che la stessa Warner si concentrerà sui propri personaggi anziché sulla competizione, forse in futuro, le cose potrebbero migliorare per gli eroi del DCEU.